BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • ‘Udite queste parole e mettetele in pratica’
    La Torre di Guardia 1979 | 1° giugno
    • opere” che risplendono luminosamente alla gloria di Dio. Fra l’altro, significa proclamare attivamente la “buona notizia” ad altri, come fecero molti ascoltatori di Gesù a quel tempo. — Matt. 5:14-16; confronta Colossesi 3:10, 16.

      L’uomo “discreto” (che ha discernimento, che mostra buon giudizio, prudente) edifica la propria casa “sul masso di roccia”, una roccia grande come una montagna, una rupe o una sporgenza di roccia. La casa solidamente attaccata a un fondamento di roccia rimarrà intatta durante violente tempeste. “Pioggia” e “inondazioni” (che hanno luogo all’improvviso nelle valli dei torrenti durante i violenti temporali) non ne spazzeranno via le fondamenta.a I “venti” che imperverseranno da ogni parte contro quella casa non la faranno cadere. Essa non ‘cederà’ durante una tempesta.

      In senso figurato, costruire la propria casa sul masso di roccia vuol dire modellare i propri pensieri, i propri motivi e le successive azioni secondo tutte “queste mie parole” contenute nel sermone del monte. Le avversità che sopraggiungono all’improvviso come un violento temporale in Palestina non possono spazzar via tale solido fondamento di una condotta santa. È durante i momenti di difficoltà che chi mette in pratica le parole di Gesù ‘sarà come’ (o dimostrerà d’essere come) l’uomo discreto che costruì su un fondamento di roccia. Le caratteristiche e le qualità della personalità che egli ha sviluppate in armonia con la Parola di Dio non ‘cederanno’ in circostanze difficili. Non smetterà di servire Dio.

      D’altra parte, Gesù proseguì dicendo: “Chiunque ode queste mie parole e non le mette in pratica sarà assomigliato a un uomo stolto, che edificò la sua casa sulla sabbia. E cadde la pioggia e vennero le inondazioni e soffiarono i venti e imperversarono contro quella casa ed essa cedette, e la sua caduta fu grande”. — Matt. 7:26, 27; confronta Luca 6:49.

      Nel paese dove Gesù svolse il suo ministero, sarebbe stolto costruire una casa sulla sabbia. Piogge, inondazioni e venti violenti farebbero crollare presto una costruzione simile. ‘La sua caduta sarebbe grande’, completa e irreparabile.

      Qualcosa di simile accadrà in senso figurato a colui che “ode queste mie parole e non le mette in pratica”. Costui basa la propria vita non sull’ubbidienza agli insegnamenti di Cristo, ma sull’egoistica disubbidienza alle parole di Cristo, la quale, come la sabbia, travolge in caso di inondazione. Nei giorni di calma, quando la vita è in gran parte esente da problemi, un tale individuo può riuscire a nascondere la sua mancanza di buone qualità. Ma non appena sopraggiungono le avversità, egli “sarà assomigliato” o dimostrerà d’essere come lo stolto che ha costruito sulla sabbia. Per quanto riguarda qualsiasi pretesa d’essere un servitore di Dio, tempestose avversità lo faranno cedere per cui subirà una ‘grande caduta’. Discutendo la necessità di sostituire i pensieri e i motivi errati con quelli giusti, per essere un felice ‘operatore della parola di Dio’, lo scrittore biblico Giacomo diede consigli simili a quelli di Gesù:

      “Divenite operatori della parola, e non solo uditori, ingannando voi stessi con falsi ragionamenti. Poiché se alcuno è uditore della parola, e non operatore, questi è simile a un uomo che guarda la sua faccia naturale in uno specchio. Poiché guarda se stesso, e se ne va e immediatamente dimentica quale sorta di uomo egli sia. Ma colui che guarda nella legge perfetta che appartiene alla libertà e persiste in essa, questi, perché è divenuto non uditore dimentico, ma operatore dell’opera, sarà felice nel suo operare”. — Giac. 1:22-25.

      Successivamente il racconto del Vangelo di Matteo aggiunge: “Or quando Gesù ebbe finite queste parole, avvenne che le folle erano stupite del suo modo d’insegnare; poiché insegnava loro come una persona che ha autorità, e non come i loro scribi”. — Matt. 7:28, 29.

      Il “modo d’insegnare” di Gesù, cioè tutte le istruzioni contenute nel sermone del monte, stupirono i suoi uditori. Non era il tipo d’insegnamento che erano abituati a ricevere dai “loro scribi”, dotti nella tradizione orale giudaica. Quando gli scribi insegnavano qualcosa, lo dicevano “nel nome di” qualche precedente autorità. A questo riguardo, leggiamo nel Theological Dictionary of the New Testament:

      “Il termine mishshum [“nel nome di”] è importante nella tradizione giudaica. Il r[abbino] Meir dice una parabola nel nome (mishshum) del rabban Gamaliele, . . . Chi udiva qualcosa nella casa dell’istruzione e la trasmetteva era obbligato a citare l’autorità a cui faceva appello, nel cui nome trasmetteva la tradizione. Una delle 48 condizioni per imparare la Torà è che ‘si pronunci ogni parola nel nome del suo autore . . .,’ Ab[oth], 6, 6; cf. Meg[illah], 15a. Ciò mostra quale o quanta autorità ha la dichiarazione”.

      Un racconto rabbinico riferisce che Hillel il Grande, vissuto nel primo secolo E.V., insegnò correttamente una particolare tradizione. “Ma, sebbene trattasse quel soggetto per tutto il giorno, non accettarono la sua dottrina, per cui alla fine disse: Così ho udito da Shemaia e Abtalion [autorità anteriori a Hillel]”.

      Gesù non insegnò in questo modo. Anziché parlare nel nome di un altro uomo, il Figlio di Dio dichiarò spesso: “Comunque, io vi dico”, “Difatti io ti dico”. (Vedi ad esempio Matteo 5:18, 20, 22, 26, 28, 32, 34, 39, 44). Egli parlò come “una persona che ha autorità”, uno che rappresentava direttamente Dio, come avvenne nel caso dei profeti ispirati dei tempi precristiani. (Confronta Matteo 28:18). Come possiamo essere grati che Dio abbia ritenuto opportuno far scrivere nella sua Parola ispirata questo meraviglioso discorso!

  • L’adultero pecca contro la propria vita
    La Torre di Guardia 1979 | 1° giugno
    • L’adultero pecca contro la propria vita

      LO SCRITTORE del libro di Proverbi parla come un padre che dà consigli al proprio figlio. Proverbi 6:30-35 dice: “Non si disprezza il ladro solo perché commette ladrocinio per riempire la sua anima quando ha fame. Ma, quando è trovato, renderà sette volte tanto; darà tutte le cose di valore della sua casa. Chiunque commette adulterio con una donna manca di cuore; chi lo fa porta la sua propria anima alla rovina. Troverà piaga e disonore, e il suo stesso biasimo non sarà cancellato. Poiché il furore dell’uomo robusto è la gelosia, ed egli non mostrerà compassione nel giorno della vendetta. Non avrà considerazione per alcuna sorta di riscatto, né mostrerà buona volontà, non importa quanto grande tu faccia il regalo”.

      Qui vengono paragonati un ladro e un adultero. Si può provare qualche sentimento di compassione per il ladro che ruba perché ha fame. Alcune versioni, comunque, dicono: “Non si disprezza il ladro?” Che sia disprezzato o no, quando è preso, il ladro viene punito. Sotto la legge mosaica il ladro doveva pagare il doppio, il quadruplo o il quintuplo, secondo le cose rubate e le circostanze. (Eso. 22:1, 4, 7) Qui in Proverbi 6 il ‘settuplo’ significa probabilmente il pagamento completo secondo quanto stabilito dai giudici, essendo il numero “sette” usato spesso per indicare completezza. O può significare che, per placare la parte lesa e fare la pace con lui, il ladro poteva dover dare tutto ciò che possedeva.

      D’altra parte, l’adultero “manca di cuore”; non c’è nulla nel suo motivo che permetta agli altri di provare compassione per lui. Lo disprezzeranno molto più di quanto disprezzerebbero il ladro. Inoltre, l’adultero non perde semplicemente i suoi beni, ma porta alla rovina la propria anima, la propria vita. Sotto la Legge gli adulteri erano messi a morte. (Lev. 20:10) Ma anche se, come nei tempi moderni, può non essere punito con la morte, il disonore e il biasimo che reca su di sé non saranno mai cancellati; il suo adulterio lascerà su di lui, sul suo coniuge, sulla sua famiglia, sui suoi rapporti con gli amici un segno indelebile. E può contrarre una pericolosa malattia venerea.

      Inoltre, l’adultero deve affrontare l’ira del marito geloso. Quando il marito viene a saperlo, la sua ira non accetterà argomenti né scuse. Mentre il ladro può fare la pace restituendo ciò che ha rubato, nessun riscatto o pagamento può placare il marito offeso e proteggere dalla sua vendetta. — Confronta Proverbi 27:4.

Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
Disconnetti
Accedi
  • Italiano
  • Condividi
  • Impostazioni
  • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
  • Condizioni d’uso
  • Informativa sulla privacy
  • Impostazioni privacy
  • JW.ORG
  • Accedi
Condividi