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  • g81 8/4 pp. 6-7
  • Diamo un senso alla nostra vita

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  • Diamo un senso alla nostra vita
  • Svegliatevi! 1981
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • PREFIGGENDOCI DELLE METE
  • LAVORANDO
  • OCCUPANDOCI DI COSE SPIRITUALI
  • ESSENDO POSITIVI
  • SERVENDO ALTRI
  • SOFFRENDO PER AMORE DELLA GIUSTIZIA
  • Come posso raggiungere le mie mete?
    Svegliatevi! 2010
  • 12. Obiettivi
    Svegliatevi! 2018
  • Giovani, quali mete spirituali avete?
    Il ministero del Regno 1997
  • Mete spirituali per glorificare il Creatore
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2004
Altro
Svegliatevi! 1981
g81 8/4 pp. 6-7

Diamo un senso alla nostra vita

PREFIGGENDOCI DELLE METE

“Attacca il tuo carro a una stella”, dice un vecchio proverbio inglese. Le mete nobili danno un valido indirizzo alla nostra vita, ci impediscono di andare alla deriva, di agitarci inutilmente o di rimanere inattivi. Le creature umane sono portate a prefiggersi delle mete. Chi si prefigge delle mete è aiutato a progredire e ad essere più deciso. Lo psichiatra Viktor Frankl, in “Man’s Search for Meaning” (L’uomo alla ricerca di uno scopo), scrive dell’importanza che avevano le mete anche nei campi di concentramento nazisti: “Per riuscire, qualsiasi tentativo di ridare a un uomo nel campo la forza interiore doveva prima indicargli una meta futura”.

Egli parla di due uomini in un campo i quali, non avendo nulla per cui vivere, avevano deciso di suicidarsi. Ma quando uno rifletté che il figlio adorato lo attendeva e l’altro che doveva terminare una serie di libri scientifici, entrambi decisero di vivere. “Oserei dire che non c’è nulla al mondo”, ha scritto Frankl, “di tanto utile per sopravvivere anche nelle peggiori condizioni quanto il sapere che la propria vita ha un senso”.

Se prefiggersi delle mete e cercare di raggiungerle è tanto utile nelle “peggiori condizioni”, quanto più è utile nella vita quotidiana!

LAVORANDO

Le mete in se stesse, però, significano poco. Solo quando sono accompagnate da opere assumono un vero significato. Prendiamo il caso di un contadino che si prefigge la meta di mietere un certo raccolto; per conseguire quella meta, però, deve seminare e fare tutti gli altri lavori necessari per produrre e mietere il raccolto. Non può comportarsi come il contadino descritto in Ecclesiaste 11:4: “Chi guarda il vento non seminerà il seme; e chi guarda le nubi non mieterà”.

Il lavoro rispecchia le qualità e le capacità di colui che lo esegue, mostra ciò che egli è e quando è ben fatto lo fa sentire utile. “Una vita lunga senza la sensazione che serve a qualcosa è molto tediosa”, dice il dott. Hans Selye.

Il lavoro giova anche ai bambini. La professoressa Alice Rossi, sociologa presso l’Università del Massachusetts, esorta i genitori ad assegnare ai bambini dei lavoretti in casa: “Sentirsi necessari e utili è importante come sentirsi amati. Tuttavia le nostre idee sull’educazione dei figli hanno messo in risalto solo l’amore e il bisogno che i bambini hanno di giocare, trascurando il lavoro che possono fare”.

OCCUPANDOCI DI COSE SPIRITUALI

Che la vita abbia uno scopo e un significato dipende dalle cose dello spirito, non da quelle della carne. Della capacità di resistere alle torture nei campi di concentramento grazie alla forza spirituale, Frankl ha scritto: “La consapevolezza del proprio valore intrinseco è ancorata a cose più alte, più spirituali, e non può essere scossa dalla vita nel campo” di concentramento. Perché dirigenti di successo, materialmente ricchi, cambiano lavoro a metà della loro vita? Lo psicologo Levinson dice che cominciano a chiedersi: “È tutto qui? Valeva la pena di rinunciare a tante cose? Voglio continuare così per il resto dei miei giorni?”

È il rendersi conto del proprio bisogno spirituale e l’appagare tale bisogno che reca felicità e dà un senso alla vita. (Matt. 5:3) L’apostolo Paolo scrisse: “Rivolgere la mente alla carne significa morte, ma rivolgere la mente allo spirito significa vita e pace [con Dio]”. (Rom. 8:6) Studiate la Bibbia e acquistate conoscenza di Geova Dio e di Cristo Gesù, poiché ‘questo significa vita eterna, che si acquisti conoscenza del solo vero Dio e di colui che ha mandato, Gesù Cristo’. — Giov. 17:3.

ESSENDO POSITIVI

“Vi avvenga secondo la vostra fede”, disse Gesù a due ciechi che gli avevano chiesto di dar loro la vista. E l’ottennero perché furono positivi e credettero. (Matt. 9:29) Cercate di raggiungere una meta con fiducia e impegno, senza dubitare o sentirvi incerti? Siate negativi e avrete risultati negativi; siate positivi e avrete risultati positivi. I dubbi sono traditori e ci fanno perdere quello che potremmo ottenere se non avessimo paura di tentare. Pensate a cose buone. (Filip. 4:8) Perché è tanto importante? A motivo del principio esposto in Proverbi 23:7: “Secondo che ha calcolato in se stesso, tale egli è”. — La Bibbia Concordata.

SERVENDO ALTRI

Ci sentiamo utili quando aiutiamo qualcuno. Mostriamo di avere qualcosa da offrire e, come disse Gesù, “vi è più felicità nel dare che nel ricevere”. (Atti 20:35) Una vita utile acquista un senso, sia agli occhi degli altri che ai nostri. Il fatto stesso di servire l’umanità può essere una meta e dare un senso alla nostra vita.

La vita acquista un significato anche maggiore se serviamo Dio, pur essendo piccole creature in un vasto universo ed esistendo solo per una minima frazione di tempo.

SOFFRENDO PER AMORE DELLA GIUSTIZIA

“La sofferenza cessa in qualche modo d’esser tale nel momento in cui trova una ragione d’essere, come ad esempio il sacrificio”, scrive Frankl. “L’uomo è pronto anche a soffrire, a patto che, naturalmente, la sua sofferenza abbia uno scopo”. E quale scopo più nobile potrebbe avere se non la causa della giustizia?

“Felici quelli che sono stati perseguitati a causa della giustizia”, disse Gesù. Gli apostoli ebbero questa gioia: “[Gli uomini della corte religiosa ebraica del Sinedrio] chiamarono gli apostoli, li fustigarono e ordinarono loro di smetter di parlare basandosi sul nome di Gesù, e li lasciarono andare. Questi se ne andarono perciò dalla presenza del Sinedrio, rallegrandosi perché erano stati ritenuti degni d’esser disonorati a favore del suo nome”. (Matt. 5:10-12; Atti 5:40, 41) Non c’è nessun merito a soffrire perché si fa il male, ma se si soffre perché si fa il bene, questa “è cosa grata presso Dio”. — I Piet. 2:20.

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