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  • Naum, libro di
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • ARMONIA CON ALTRI LIBRI BIBLICI

      Il libro di Naum è pienamente d’accordo col resto delle Scritture nel descrivere Geova come “un Dio che esige esclusiva devozione”, “lento all’ira e grande in potenza”, ma che non si trattiene certo dal punire. (Naum 1:2, 3; confronta Esodo 20:5; 34:6,7; Giobbe 9:4; Salmo 62:11). “Geova è buono, una fortezza nel giorno dell’angustia. Ed egli si rende conto di quelli che si rifugiano in lui”. (Naum 1:7; confronta Salmo 25:8; 46:1; Isaia 25:4; Matteo 19:17). Tali qualità furono chiaramente manifeste nel liberare gli israeliti dall’oppressione assira e nell’eseguire vendetta contro la sanguinaria Ninive dopo un considerevole periodo di tolleranza.

      Degne di nota sono pure le analogie fra Naum capitolo 1 e il Salmo 97. Le parole di Isaia (10:24-27; 30:27-33) a proposito del giudizio di Geova contro l’Assiria trovano in un certo senso un parallelo in Naum, capitoli 2 e 3. — Confronta anche Isaia 52:7; Naum 1:15; Romani 10:15.

      AMBIENTE STORICO

      Nonostante l’assicurazione che il tentativo congiunto di Rezin re di Siria e Peca re di Israele per deporlo sarebbe fallito (Isa. 7:3-7), l’infedele Acaz di Giuda chiese poco saggiamente aiuto a Tiglat-Pileser III (Tilgat-Pilneser) re d’Assiria. Questa azione “gli causò angustia, e non lo rafforzò”; infatti Giuda finì sotto il pesante giogo dell’Assiria. (II Cron. 28:20, 21) In seguito Ezechia, figlio di Acaz e suo successore al trono, si ribellò contro la dominazione assira. (II Re 18:7) Allora Sennacherib, monarca assiro, invase Giuda e conquistò una città fortificata dopo l’altra, con conseguente estesa desolazione del paese. (Confronta Isaia 7:20, 23-25; 8:6-8; 36:1, 2). Manasse, successivo re di Giuda, venne catturato dai comandanti dell’esercito assiro e portato a Babilonia (allora sotto la dominazione assira). — II Cron. 33:11.

      Poiché da tempo Giuda soffriva sotto la pesante mano dell’Assiria, la profezia di Naum circa l’imminente distruzione di Ninive fu una buona notizia. Come se il crollo dell’Assiria fosse già avvenuto, Naum scrisse: “Ecco, sui monti i piedi di chi porta buone notizie, di chi proclama la pace. O Giuda, celebra le tue feste. Paga i tuoi voti; perché nessuna persona buona a nulla passerà più attraverso te. Sarà per certo stroncata nella sua interezza”. (Naum 1:15) Non ci sarebbero più state interferenze da parte degli assiri; nulla avrebbe trattenuto i giudei dal celebrare le feste o dall’assistervi. La liberazione dall’oppressore assiro sarebbe stata completa. (Confronta Naum 1:9). Inoltre tutti gli altri popoli, udendo della distruzione di Ninive, avrebbero ‘battuto le mani’, cioè si sarebbero rallegrati per la sua calamità, dato che la sua “malizia” aveva causato loro molta sofferenza. — Naum 3:19.

      L’aggressività militare degli assiri aveva reso Ninive una “città di spargimento di sangue”. (Naum 3:1) Il trattamento riservato ai prigionieri di guerra era crudele e disumano. Alcuni venivano arsi o spellati vivi. Altri erano accecati o venivano tagliati loro il naso, gli orecchi o le dita. Spesso i prigionieri venivano trascinati con corde fissate a uncini conficcati nel naso o nelle labbra. Ninive meritava davvero di essere distrutta per tutto il sangue sparso.

      SCHEMA DEL CONTENUTO

      I Geova si vendica dei nemici ma libera il suo popolo (1:1-2:2)

      A. Mare, fiumi, monti, colli e paese produttivo ne risentono al punto che nessuno può sostenerne la denuncia 1:1-6)

      B. Stermina nemici ma, come “una fortezza nel giorno dell’angustia”, libera il suo popolo, permettendogli così di celebrare feste senza interferenza (1:7-2:2)

      II Ninive sarà spogliata (2:3-3:19)

      A. I maestosi del re d’Assiria inciamperanno, incapaci di salvare la città dalla calamità dell’invasione (2:3-8)

      B. Città saccheggiata delle ricchezze praticamente illimitate; questo covo di leoni sarà desolato (2:9-13)

      C. Ragioni del giudizio di Geova contro Ninive e suo risultato (3:1-7)

      D. Saccheggio di Ninive tanto sicuro quanto ciò che era avvenuto a No-Amon (3:8-12)

      E. Tutti i tentativi di difendere Ninive destinati a fallire (3:13-19)

      Vedi il libro “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”, pp. 157-159.

  • Nazareno
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    • Nazareno

      [nel testo greco di Westcott e Hort ricorrono i termini Nazoràios e Nazarenòs, probabilmente dall’ebr. nètser, che significa germoglio, getto o ramo, quindi figurativamente progenie]. Epiteto descrittivo riferito a Gesù (da lui stesso e da altri) e in seguito ai suoi seguaci. Nazareno non va confuso con nazireo poiché, anche se in italiano i due nomi sono simili, derivano da termini ebraici diversi e con significato completamente diverso. — Vedi NAZIREO.

      Era naturale e non particolarmente insolito parlare di Gesù come del Nazareno, dato che dall’infanzia (non aveva neanche tre anni) crebbe come figlio del falegname locale nella città di Nazaret, che in linea d’aria si trova a circa 100 km a N di Gerusalemme. In quei giorni era comune associare le persone col luogo da cui provenivano. — II Sam. 3:2, 3; 17:27; 23:25-37; Naum 1:1; Atti 13:1; 21:29.

      Gesù fu chiamato il Nazareno nei luoghi più diversi e da ogni tipo di persona. (Mar. 1:23, 24; 10:46, 47; 14:66-69; 15:5, 6; Luca 24:13-19; Giov. 18:1-7) Gesù stesso accettò e usò tale nome. (Giov. 18:5-8; Atti 22:6-8) Sulla scritta che Pilato pose sul palo di tortura si leggeva in ebraico, in latino e in greco; “Gesù il Nazareno, il Re dei Giudei”. (Giov. 19:19, 20) Dalla Pentecoste del 33 E.V. in poi gli apostoli, e anche altri, spesso parlavano di Gesù Cristo come del Nazareno o indicando che era di Nazaret. — Atti 2:22; 3:6; 4:10; 6:14; 10:38; 26:9.

      PROFETICO

      Matteo mise in risalto che il nome “Nazareno” era stato profeticamente predetto come un altro segno che avrebbe identificato Gesù Cristo quale Messia promesso. Richiamò questo fatto all’attenzione dei lettori dicendo come Giuseppe riportò Maria e il bambino dall’Egitto dopo la morte di Erode: “Inoltre, ricevutone avvertimento divino in sogno, [Giuseppe] si ritirò nel territorio della Galilea, e venne ad abitare in una città detta Nazaret, affinché s’adempisse ciò ch’era stato dichiarato dai profeti: ‘Egli sarà chiamato Nazareno’”. — Matt. 2:19-23.

      Nazaret non è menzionata nelle Scritture Ebraiche. Perciò alcuni suppongono che Matteo si riferisse a qualche libro profetico andato perduto o a qualche tradizione orale, ma l’espressione “dichiarato dai profeti” viene usata dagli scrittori delle Scritture Greche Cristiane solo in riferimento alla stessa collezione canonica delle

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      Vedi IMBARCAZIONI.

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