BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • w76 15/1 pp. 43-44
  • Perché alcuni peccati non sono perdonabili?

Nessun video disponibile.

Siamo spiacenti, c’è stato un errore nel caricamento del video.

  • Perché alcuni peccati non sono perdonabili?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1976
  • Vedi anche
  • Avete commesso il peccato imperdonabile?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1964
  • Geova perdona in larga misura
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1992
  • Dio mi perdonerà?
    Bibbia: domande e risposte
  • Un Dio che è “pronto a perdonare”
    Avviciniamoci a Geova
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1976
w76 15/1 pp. 43-44

Perché alcuni peccati non sono perdonabili?

QUANDO il poeta tedesco Heinrich Heine era sul letto di morte, ripensando alla vita depravata che aveva condotto, si rassicurò al pensiero: “Dio mi perdonerà. È il suo dovere”. Così dicendo, Heine faceva eco alle parole pronunciate un secolo prima dal poeta inglese Pope: “Errare è umano; perdonare, divino”.

È vero che Geova Dio prova diletto nel perdonare. Pertanto il profeta Michea scrisse: “Chi è Dio come te, che perdoni l’errore e passi sopra alla trasgressione del rimanente della sua eredità? Per certo non manterrà la sua ira per sempre, poiché prova diletto nell’amorevole benignità”. Pure Mosè e Davide confermarono che Dio è disposto a perdonare. — Mic. 7:18; Eso. 34:6, 7; Sal. 103:2, 3.

Ma da tali scritture non dobbiamo dedurre che Dio provi tanto diletto nella misericordia da essere pronto a perdonare ogni peccato, di qualunque natura sia. Perché no? Perché Geova è un Dio non solo d’amore ma anche di sapienza e giustizia. Non sarebbe né saggio né giusto che perdonasse tutti i peccati, e le leggi di Dio sono esattamente sagge e giuste, affinché ci siano pace e ordine nel suo universo.

Se Dio perdonasse tutti i peccati incoraggerebbe a peccare. Infatti, le sue leggi sarebbero futili, senza senso, inutili. Perché? Per esempio, se tutti quelli che violano il codice stradale fossero benignamente perdonati, perché disturbarsi a fare tali leggi?

Geova Dio fece l’uomo con il libero arbitrio; cioè lo fece con la capacità di distinguere tra il compiere il bene con l’ubbidienza alla legge di Dio e il compiere il male con la disubbidienza ad essa, avendo la libertà di scegliere se fare l’una o l’altra cosa. Tuttavia, avendo la libertà di scelta l’uomo doveva anche rendere conto delle sue azioni. Per tale motivo, quando Geova Dio parlò a Mosè della Sua grande amorevole benignità e della Sua prontezza a perdonare, disse pure: “Ma non esenterà affatto dalla punizione”. Geova, tuttavia, non si riferiva lì alla punizione dell’eterna distruzione. — Eso. 34:7.

Tuttavia, l’apostolo Giovanni dichiara che alcuni peccati ‘incorrono nella morte’, cioè meritano l’eterna distruzione, e sarebbe inutile se altri pregassero per il perdono di tali peccati. (1 Giov. 5:16, 17) Che cosa determina se un certo peccato è perdonabile o no? La sua natura e le circostanze in cui è commesso. Tra i peccati che Geova senz’altro non perdonò vi furono quelli di Adamo ed Eva. Per mettere alla prova il loro apprezzamento Dio diede un semplice comando; non dovevano mangiare del frutto di un certo albero; e li avvertì delle conseguenze qualora ne avessero mangiato. Furono creati perfetti di mente e di corpo. Disubbidirono volontariamente e deliberatamente. Non potevano addurre a pretesto l’ignoranza, come poté fare in seguito l’apostolo Paolo, né asserire d’avere ereditato l’imperfezione e la tendenza a peccare, come poté asserirlo il re Davide. Quale base c’era dunque per perdonare i peccati di Adamo ed Eva? Proprio nessuna!

Uno dei più famosi esempi di un peccato imperdonabile fu senz’altro quello commesso da Giuda Iscariota. Giuda aveva accompagnato Gesù per due o più anni, aveva udito l’insegnamento di Gesù, gli aveva visto compiere miracoli e sapeva che Gesù era il Figlio di Dio. Doveva anche avere notato che l’intero gruppo degli evangelizzatori era sincero, onesto, altruista. Nonostante tutto ciò Giuda fu un ipocrita, un ladro volontario e deliberato. E tradì Gesù non solo per avidità ma per disprezzo, perché Gesù aveva approvato il fatto d’essere unto con olio costoso. Fu contrariato perché questo impiego del denaro per l’olio lo privò di un’altra occasione di rubare, dato che era il tesoriere nel gruppo dei discepoli di Gesù. Avendo tanto indurito il suo cuore, era arrivato troppo oltre per poter esprimere rammarico a Dio, troppo oltre per chiedere il perdono divino. Per tali ragioni Gesù lo chiamò il “figlio di distruzione”. — Matt. 26:6-16; Giov. 12:1-8; 17:12.

Altri peccati che non erano perdonabili furono quelli degli scribi e Farisei che perseguitarono Gesù e lo fecero mettere a morte. Da quanto Gesù insegnava e dai miracoli che compiva essi potevano capire che era mandato da Dio. (Giov. 3:2; 14:11) Ma poiché smascherò la loro ipocrisia e minacciò l’egoistica presa che avevano sul popolo comune, attribuirono malignamente le sue opere a Satana il Diavolo. Parlando del loro peccato, Gesù disse: “A chiunque parli contro lo spirito santo non sarà perdonato, no, né in questo sistema di cose né in quello avvenire”. — Matt. 12:31, 32.

Sì, quando questi uomini videro all’opera in Gesù lo spirito santo di Dio — espelleva i demoni, guariva i malati e destava i morti — e lo schernirono dicendo che faceva queste opere con il potere del Diavolo stesso, in realtà bestemmiavano lo spirito santo di Dio. Appropriatamente Gesù rivolse loro un aspro rimprovero: “Serpenti, progenie di vipere, come sfuggirete al giudizio della Geenna?” — Matt. 23:33.

Che i veri cristiani debbano stare attenti per non commettere peccati imperdonabili si capisce dalle parole dell’apostolo Paolo: “Poiché è impossibile che quelli che sono stati una volta per sempre illuminati, . . . e che son divenuti partecipi dello spirito santo, . . . ma che si sono allontanati, siano di nuovo ravvivati a pentimento, perché mettono di nuovo al palo il Figlio di Dio per loro conto e lo espongono a pubblica vergogna”. E ancora: “Poiché se pratichiamo il peccato volontariamente dopo aver ricevuto l’accurata conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati, ma . . . vi è un’ardente gelosia che consumerà quelli in opposizione”. — Ebr. 6:4-6; 10:26, 27.

Il fatto che il cristiano può commettere peccati che Dio non perdona potrebbe essere un salutare avvertimento per tutti i cristiani di custodire il proprio cuore per non rendersene mai colpevoli. Ma notate che, eccetto nel caso dei perfetti Adamo ed Eva, tali peccati si riferiscono invariabilmente non a un solo peccato ma alla pratica del peccato. Pertanto alcuni cristiani che fecero compromesso quando furono sotto pressione nella Germania nazista e in Liberia, in seguito si pentirono e diedero prova d’essere stati perdonati da Geova Dio. Sia il re Davide che l’apostolo Pietro furon perdonati pur avendo commesso gravi peccati, ma non li praticarono.

Se siamo profondamente feriti per il peccato commesso e il nostro pentimento è sincero e ci sforziamo di fare meglio per attenerci alla norma di Dio, possiamo trarre conforto dalle rassicuranti parole: “Se camminiamo nella luce come egli è nella luce, . . . il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato’’. Da ogni peccato? Sì, da ogni peccato che possiamo commettere mentre camminiamo nella luce, poiché così facendo non potremmo renderci colpevoli della pratica di un peccato volontario e imperdonabile. (1 Giov. 1:7) E possiamo anche trarre conforto dal fatto che Geova è comprensivo e prova diletto nel mostrare misericordia per mezzo di Cristo. — Sal. 103:8-14; Mic. 7:18, 19.

    Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
    Disconnetti
    Accedi
    • Italiano
    • Condividi
    • Impostazioni
    • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
    • Condizioni d’uso
    • Informativa sulla privacy
    • Impostazioni privacy
    • JW.ORG
    • Accedi
    Condividi