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IdumeaAusiliario per capire la Bibbia
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dell’antico paese di Edom a E dell’Araba, ma abbracciavano parte del territorio che era stato delle tribù di Simeone e di Giuda. Come è indicato nel libro apocrifo di I Maccabei (4:29, 61; 5:65, CEI), l’Idumea includeva la regione di Ebron fino a Bet-Zur a N, circa 26 km a S-SO di Gerusalemme. Viene riferito che gli idumei subirono una grave sconfitta ad opera di Giuda Maccabeo. (I Maccabei 5:3) In seguito, secondo Giuseppe Flavio, Giovanni Ircano sottomise tutti gli idumei, consentendo loro di rimanere nel paese a condizione che si sottoponessero alla circoncisione e osservassero la legge ebraica. Pur di non lasciare il paese, gli idumei accettarono tali condizioni. (Antichità giudaiche, Libro XIII, cap. IX, 1) Abitanti dell’Idumea erano fra coloro che andarono personalmente da Gesù avendo udito “quante cose faceva”. — Mar. 3:8; vedi EDOM, EDOMITI.
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IeconiaAusiliario per capire la Bibbia
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Ieconia
Vedi IOIACHIN.
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IedidiaAusiliario per capire la Bibbia
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Iedidia
Vedi SALOMONE.
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IedutunAusiliario per capire la Bibbia
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Iedutun
(Iedùtun) [lodatore].
Musicista levita; forse in precedenza chiamato Etan, dato che, prima dell’arrivo dell’Arca a Gerusalemme, “Etan” è menzionato insieme agli altri musicisti, Eman e Asaf, mentre poi insieme a questi viene menzionato “Iedutun”. (I Cron. 15:17, 19; 25:1) Non si fa cenno degli antenati di Iedutun, ma di Etan sì. (I Cron. 6:44-47) E non si ha notizia di discendenti di Etan, ma di Iedutun sì. (I Cron. 9:16) Il cambiamento del nome da Etan [che significa “di lunga vita, permanente, perenne”] a Iedutun [che significa “lodatore”] era certo in armonia con l’incarico che aveva. — I Cron. 16:41.
Iedutun e la sua famiglia, tutti musicisti, parteciparono a diverse celebrazioni nelle quali si doveva “ringraziare e lodare Geova”. (I Cron. 16:1, 41, 42; 25:1, 3, 6, 7, 9, 11, 15, 17, 19, 21) È menzionato nella soprascritta di tre salmi. In due (39, 62) si legge “Al direttore di Iedutun” (“per [il coro di] Iedutun”, Con), nel terzo (77) invece si legge: “Al direttore su Iedutun”. In ciascun caso la composizione del salmo è attribuita ad altri, i primi due a Davide e il terzo ad Asaf; quindi non c’è nessuna indicazione che fossero stati composti da Iedutun, anche se altrove è chiamato “il visionario del re” e viene inoltre detto che “profetizzava con l’arpa”. (II Cron. 35:15; I Cron. 25:1, 3) Perciò le soprascritte di questi tre salmi sono evidentemente istruzioni per l’esecuzione, forse a indicare lo stile o anche lo strumento musicale che in qualche modo aveva relazione con Iedutun, o che lui o i suoi figli avevano inventato, introdotto, perfezionato o fatto conoscere.
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IefteAusiliario per capire la Bibbia
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Iefte
(Ièfte) [egli aprirà o libererà].
Giudice di Israele, della tribù di Manasse. (Num. 26:29; Giud. 11:1) Per sei anni amministrò la giustizia nel territorio di Galaad, forse all’epoca del giudice Eli e nei primi anni della vita di Samuele. (Giud. 12:7) Il fatto che Iefte accenna ai “trecento anni” di dominazione israelita a E del Giordano sembrerebbe porre l’inizio dei sei anni verso il 1173 a.E.V. — Giud. 11:26; vedi CRONOLOGIA, p. 295, prospetto.
FIGLIO LEGITTIMO
La madre di Iefte era “una prostituta”, ma questo non vuol dire che Iefte fosse un figlio illegittimo o nato dalla prostituzione. La madre era stata una prostituta prima di sposare Galaad e diventare una sua moglie secondaria, come Raab era stata una prostituta ma poi aveva sposato Salmon. (Giud. 11:1; Gios. 2:1; Matt. 1:5) Che Iefte non fosse un figlio illegittimo è dimostrato dal fatto che i fratellastri, figli della prima moglie di Galaad, lo scacciarono perché non ricevesse parte dell’eredità. (Giud. 11:2) Per di più Iefte diventò in seguito il riconosciuto condottiero degli uomini di Galaad (fra cui i fratellastri sembravano primeggiare). (Giud. 11:11) Inoltre offrì un sacrificio a Dio presso il tabernacolo. (Giud. 11:30, 31) Un figlio illegittimo non avrebbe potuto fare nessuna di queste cose, poiché la Legge diceva espressamente: “Nessun figlio illegittimo può entrare nella congregazione di Geova. Fino alla decima generazione nessuno dei suoi può entrare nella congregazione di Geova”. — Deut. 23:2.
Iefte era evidentemente il primogenito di Galaad. Quindi avrebbe di regola ereditato due parti della proprietà di suo padre Galaad (che senz’altro era morto quando i fratellastri scacciarono Iefte) e sarebbe pure diventato il capo della famiglia. Solo allontanandolo illegalmente i fratellastri lo poterono privare dell’eredità legittima, perché il primogenito, anche se figlio di una moglie secondaria o di una moglie meno favorita, aveva tuttavia diritto all’eredità paterna. — Deut. 21:15-17.
“UOMINI SFACCENDATI” SI UNISCONO A IEFTE
Quando fu scacciato dai fratellastri, Iefte si stabilì nel paese di Tob, regione a E di Galaad, evidentemente fuori dei confini di Israele. Si trovava dunque alla frontiera, esposto agli attacchi di stranieri nemici di Israele, in particolare di Ammon. “Uomini sfaccendati”, cioè uomini evidentemente sfaccendati o disoccupati a motivo delle angherie ammonite, e in rivolta contro l’asservimento ad Ammon, si unirono a Iefte e si misero ai suoi ordini. (Giud. 11:3) Gli abitanti del territorio a E del Giordano (le tribù di Manasse, Ruben e Gad) erano soprattutto allevatori di bestiame, e le scorrerie dei predoni ammoniti (che a volte si spingevano anche oltre il Giordano) avevano evidentemente privato dei possedimenti e dei mezzi di sussistenza molti degli abitanti di Galaad. — Giud. 10:6-10.
GLI AMMONITI MINACCIANO GUERRA
L’oppressione degli ammoniti era continuata per diciotto anni. Dio l’aveva permesso perché gli israeliti infedeli si erano volti a servire gli dèi delle nazioni circostanti. Ma ora i figli di Israele erano tornati in sé, si erano pentiti della loro follia e avevano chiesto l’aiuto di Geova. Avevano cominciato a eliminare gli idoli e a servire Geova. A questo punto Ammon si era radunato in Galaad per un attacco su vasta scala. (Giud. 10:7-17; 11:4) Questo indica che in realtà era il grande nemico invisibile di Dio, Satana il Diavolo, a istigare le nazioni pagane contro Israele, e che la vera questione in gioco era l’adorazione resa al vero Dio. — Confronta Rivelazione 12:9; Salmo 96:5; I Corinti 10:20.
Israele concentrò le sue forze a Mizpa. I fratellastri di Iefte primeggiavano fra gli anziani di Galaad. (Giud. 10:17; 11:7) Essi riconobbero la necessità che qualcuno prendesse la direttiva e il comando. (Giud. 10:18) Si rendevano conto che per sconfiggere Ammon ci voleva l’autorità di un uomo scelto da Dio. (Giud. 11:5, 6, 10) Senza dubbio Iefte e i suoi uomini avevano compiuto azioni coraggiose
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