BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • Le “chiavi” del più grande governo e il loro uso
    La Torre di Guardia 1980 | 1° aprile
    • Le “chiavi” del più grande governo e il loro uso

      “Io ti darò le chiavi del regno dei cieli, e qualunque cosa legherai sulla terra sarà stata legata nei cieli, e qualunque cosa scioglierai sulla terra sarà stata sciolta nei cieli”. — Matt. 16:19.

      1, 2. (a) Nella mitologia degli antichi romani, chi era il sommo portinaio in cielo? (b) Storicamente, cosa può dirsi di Gesù Cristo quale possessore di una chiave?

      IN CIELO c’è un portinaio? Nella mitologia degli antichi romani, Giano, il dio degli dèi, era il sommo portinaio del cielo e della terra. Il tempio di Giano si ergeva sul lato nord del Foro romano, vicino alla Curia, ma egli non è più adorato. Che dire però di Gesù Cristo, personaggio storico, ora glorificato in cielo alla destra del vero “Iddio degli dèi”, Geova? (Deut. 10:17) Verso l’anno 96 E.V., mentre dettava una lettera da inviare alla congregazione di Filadelfia, nell’Asia Minore, il glorificato Gesù disse all’apostolo Giovanni:

      2 “E all’angelo della congregazione che è in Filadelfia scrivi: Queste son le cose che dice colui ch’è santo, che è verace, che ha la chiave di Davide, che apre onde nessuno chiuda e chiude onde nessuno apra: ‘Conosco le tue opere — ecco, ti ho posto davanti una porta aperta, che nessuno può chiudere — che hai un po’ di potenza, e hai mantenuto la mia parola e non ti sei mostrato falso al mio nome’”. — Riv. 3:7, 8.

      3. (a) Che relazione aveva Gesù Cristo con Davide? (b) Perché Geova diede a Gesù Cristo “la chiave di Davide”, e come la usa?

      3 Contando da Davide, primo re giudeo di Gerusalemme, Gesù Cristo occupa il 43º posto nella discendenza reale di quel famoso re. Quella linea reale termina con Gesù Cristo, perché egli divenne l’erede permanente del regno di Davide. (Luca 3:23-31) Per tale ragione Geova Dio diede al suo glorificato Figlio la “chiave di Davide”. Il regno di Davide fu una teocrazia tipica, un tipico regno di Dio. (I Cron. 29:23; II Cron. 13:5, 8) Nelle mani del risuscitato discendente di Davide, Gesù Cristo, questo regno diviene il vero e antitipico regno di Dio. Quale legittimo possessore della “chiave di Davide”, egli apre o chiude alle persone sulla terra privilegi e opportunità in relazione al regno di Dio.

      4, 5. Vicino a Cesarea di Filippo, Gesù disse che avrebbe conferito a Pietro quali privilegi?

      4 Avendo in mente di aprire o concedere privilegi di servizio al suo apostolo Simon Pietro, una volta Gesù gli disse: “Tu sei Pietro [greco: Petros; latino: Petrus], e su questo masso di roccia [greco: tautei tei petrai; latino: hanc petram] edificherò la mia congregazione, e le porte dell’Ades non la sopraffaranno. Io ti darò le chiavi del regno dei cieli, e qualunque cosa legherai sulla terra sarà stata legata nei cieli, e qualunque cosa scioglierai sulla terra sarà stata sciolta nei cieli”. — Matt. 16:18, 19.

      5 Gesù pronunciò quelle storiche parole qualche tempo dopo la Pasqua del 32 E.V., nei pressi di Cesarea di Filippo, lungo il corso superiore del Giordano. — Matt. 16:13-17.

      QUANDO FURONO DATE E USATE

      6. Di che specie sono quelle “chiavi del regno dei cieli”, e cosa rappresentano?

      6 Le “chiavi del regno dei cieli”, come “la chiave di Davide”, non erano chiavi letterali del tipo usato sulla terra. Erano chiavi spirituali, cioè il privilegio, l’onore, il compito e l’autorità di aprire o iniziare un programma di informazione, istruzione e intervento personale in relazione al regno dei cieli. Tramite ciò, le persone che sceglievano di cercare prima il regno dei cieli potevano avvalersi del provvedimento messo a loro disposizione da Dio tramite Gesù Cristo, l’Erede del regno celeste. Entravano così in qualcosa che prima non era loro aperto.

      7. In precedenza, a Gerusalemme, Gesù aveva rivelato a Nicodemo quali requisiti essenziali per entrare nel celeste regno di Dio?

      7 Due anni prima, a Gerusalemme, Gesù aveva rivelato a un capo dei giudei, un fariseo di nome Nicodemo, certi requisiti essenziali che un credente doveva soddisfare per avere accesso al regno di Dio. Gesù aveva detto: “Verissimamente ti dico: A meno che uno non nasca di nuovo, non può vedere il regno di Dio”. ‘Nascere di nuovo’ dalla stessa madre umana? No, perché Gesù disse a Nicodemo: “Verissimamente ti dico: A meno che uno non nasca d’acqua e di spirito, non può entrare nel regno di Dio. Ciò che nasce dalla carne è carne, e ciò che nasce dallo spirito è spirito”. — Giov. 3:1-6.

      8. Sarebbe stato logico che uno che non era già un cristiano battezzato e generato dallo spirito possedesse e usasse quelle “chiavi”, e quale esempio ne abbiamo?

      8 Perciò, poteva uno che non era già nato d’acqua e di spirito’, che non era già egli stesso un cristiano battezzato, generato dallo spirito, possedere e usare le “chiavi” per aprire ad altri l’ingresso nel celeste regno di Dio? Non sarebbe stato logico. Quindi le “chiavi del regno dei cieli” non furono date a Giovanni, anche se questi battezzò Gesù e fu il primo a predicare: “Pentitevi, poiché il regno dei cieli si è avvicinato”. — Matt. 3:1, 2.

      9. Come sappiamo se Pietro era stato generato dallo spirito quando gli fu data la prima delle “chiavi”, e che dire del circonciso proselito etiope menzionato in Atti 8:27, 28?

      9 Ebbene, l’apostolo Pietro era stato generato dallo spirito quando Gesù Cristo gli diede la prima delle “chiavi” da usare? Sì, perché il giorno di Pentecoste del 33 E.V., Geova Dio impiegò il glorificato Gesù per battezzare con spirito santo circa 120 discepoli, incluso Pietro, che attendevano a Gerusalemme in una stanza al piano superiore. Generato così dallo spirito di Dio, Pietro si alzò e parlò a più di 3.000 giudei e proseliti circoncisi radunati per essere testimoni del fatto che la profezia di Gioele 2:28, 29 aveva cominciato ad adempiersi. Se il proselito circonciso etiope menzionato in Atti 8:27, 28 era fra gli “uomini riverenti” che in quel giorno di Pentecoste si trovavano a Gerusalemme, non si recò dal tempio a udire Pietro. (Atti 2:1-12) Ebbe però in seguito la sua opportunità.

      10. Quando e come Pietro usò la prima delle “chiavi”?

      10 Pietro disse schiettamente alle migliaia di osservatori che come comunità religiosa avevano commesso un crimine mettendo al palo Gesù Cristo 52 giorni prima. Allora quegli “uomini riverenti” provarono un rimorso di coscienza e chiesero: “Fratelli, che cosa faremo?” Pietro fu colui che rispose: “Pentitevi, e ciascuno di voi si battezzi nel nome di Gesù Cristo per il perdono dei peccati, e riceverete il gratuito dono dello spirito santo. Poiché la promessa è per voi e per i vostri figli e per tutti quelli che son lontani, quanti Geova nostro Dio chiami a sé”. Pietro proseguì. “E con molte altre parole rese completa testimonianza e li esortava, dicendo: ‘Salvatevi da questa perversa generazione’”. (Atti 2:14-40) Così Pietro, generato dallo spirito, usò la prima delle “chiavi”.

      11. In che modo migliaia di persone che ascoltarono Pietro ‘nacquero di nuovo’, cioè “d’acqua e di spirito”?

      11 Entrarono alcuni di quei giudei naturali, ai cui antenati Geova Dio aveva fatto la promessa di Gioele 2:28, 29, passando per la porta d’accesso ora aperta? Atti 2:41, 42 risponde: “Perciò quelli che accolsero di cuore la sua parola [la parola di Pietro] furono battezzati, e quel giorno si aggiunsero circa tremila anime. E si dedicavano all’insegnamento degli apostoli e a partecipare l’uno con l’altro, a prendere i pasti e alle preghiere”. Essendo battezzati in acqua nel nome di Gesù Cristo e ricevendo quindi il gratuito dono dello spirito santo, ‘nacquero di nuovo’, ‘nacquero d’acqua e di spirito’. — Giov. 3:3, 5.

      PER CHI FU USATA LA SECONDA CHIAVE

      12, 13. (a) Se Pietro avesse dovuto usare una sola chiave, quale sarebbe stato il risultato? (b) Invece, cosa aveva detto Gesù ai discepoli poco prima di ascendere al cielo?

      12 A Pietro non era stata promessa una chiave, ma “le chiavi del regno dei cieli”. Questo significava come minimo due chiavi. Perciò, quando gli fu data la seconda chiave, e a favore di chi? Se Pietro avesse dovuto usare una sola chiave, allora i 144.000 che Gesù Cristo edifica su di sé quale masso di roccia per formare la sua completa congregazione generata dallo spirito sarebbero stati composti esclusivamente di giudei naturali e di proseliti giudei circoncisi. (Matt. 16:18; Riv. 7:4-8; 14:1-3) Ma la salvezza celeste doveva essere limitata solo a quelli ammessi grazie all’uso della chiave da parte di Pietro il giorno della Pentecoste? Ebbene, cosa aveva detto Gesù poco prima di ascendere al cielo il quarantesimo giorno dalla sua risurrezione? Quel giorno, nei pressi di Gerusalemme, aveva detto ai suoi discepoli:

      13 “Così è scritto che il Cristo avrebbe sofferto e che sarebbe sorto dai morti il terzo giorno, e in base al suo nome il ravvedimento per il perdono dei peccati sarebbe stato predicato in tutte le nazioni: cominciando da Gerusalemme, sarete testimoni di queste cose. Ed ecco, io manderò su di voi ciò che è stato promesso dal Padre mio [in Gioele 2:28, 29]. Voi, però, dimorate nella città finché non siate rivestiti di potenza dall’alto”. — Luca 24:46-49.

      14, 15. Secondo Atti 1:8, in che modo Gesù fece alcune distinzioni in quanto a estendere la predicazione del pentimento a “tutte le nazioni”?

      14 Secondo Atti 1:8, Gesù fornì ulteriori particolari sul modo in cui la predicazione del pentimento in base al suo nome doveva essere progressivamente estesa a “tutte le nazioni”. Egli disse: “Ma riceverete potenza quando lo spirito santo sarà arrivato su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea e la Samaria e fino alla più distante parte della terra”.

      15 Qui Gesù distinse la Samaria da “tutta la Giudea”. Per tutto il suo ministero terreno egli fece una distinzione fra circoncisi giudei naturali e circoncisi samaritani.

      16. Come fu che sulla via del ritorno in Galilea Gesù trascorse due giorni con gli abitanti della città samaritana di Sichar?

      16 Dopo la Pasqua del 30 E.V., nel primo anno della sua attività pubblica, egli dovette attraversare la Samaria per recarsi dalla Giudea in Galilea. In relazione a questo avvenimento fu precisato che “i Giudei non trattano con i Samaritani”. (Giov. 4:9) Tuttavia, alla fonte di Giacobbe, nei pressi della città di Sichar, Gesù decise di parlare a una donna samaritana. Fu infatti la prima persona a cui Gesù rivelò di essere il Messia o Cristo. Fu forse perché non era giudea? (Matt. 16:20) Inoltre, su invito degli abitanti samaritani di Sichar, egli e i suoi apostoli rimasero per due giorni con i samaritani e parlarono loro. Diversi credettero e dissero alla donna samaritana che aveva dato loro testimonianza: “Noi non crediamo più a motivo del tuo discorso; poiché abbiamo udito da noi stessi e sappiamo che quest’uomo è di certo il salvatore del mondo”. — Giov. 4:39-43.

      17. Quale fu l’atteggiamento di Gesù verso quei credenti samaritani in relazione al battesimo in acqua?

      17 Ma, anche dopo questi fatti, Gesù continuò a fare una differenza fra giudei e samaritani, nonostante che alcuni samaritani avessero creduto in lui. Gesù invitò qualcuno di quei credenti samaritani a battezzarsi in acqua col battesimo di Giovanni? No! Questo è significativo, in quanto immediatamente prima del racconto della visita di Gesù alla città samaritana di Sichar è detto che “come il Signore ebbe saputo che i Farisei avevano udito che Gesù faceva e battezzava più discepoli di Giovanni — benché, in realtà, Gesù stesso non facesse nessun battesimo ma i suoi discepoli — lasciò la Giudea e partì di nuovo per la Galilea. Ma era necessario che andasse attraverso la Samaria. Egli venne dunque in una città di Samaria chiamata Sichar presso il campo che Giacobbe diede a suo figlio Giuseppe. Infatti, vi era la fonte di Giacobbe”. — Giov. 4:1-6.

      18. Due anni dopo, quando Gesù stava attraversando la Samaria per recarsi a Gerusalemme, quale atteggiamento mostrarono gli abitanti di alcuni villaggi samaritani?

      18 Andarono altrettanto bene le cose a Gesù due anni dopo? Egli e i suoi discepoli questa volta andavano in direzione opposta, per assistere a Gerusalemme alla festa giudaica delle capanne. Allora i messaggeri di Gesù “andarono ed entrarono in un villaggio dei Samaritani per farvi i preparativi; ma non lo ricevettero, perché la sua faccia era volta per andare [dove?] a Gerusalemme. Quando i discepoli Giacomo e Giovanni ebbero visto ciò, dissero: ‘Signore, vuoi che diciamo al fuoco di scendere dal cielo e annientarli?’ Ma egli si voltò e li rimproverò. Ed essi andarono in un altro villaggio”. (Luca 9:51-56) Se Gesù avesse assecondato l’irruenza di Giacomo e Giovanni, questo avrebbe potuto volgere i samaritani contro il cristianesimo.

      19. (a) Quando Gesù aveva mandato i dodici apostoli a due a due, quali istruzioni aveva dato circa la Samaria? (b) In base a Giovanni 8:47, 48, quale concetto i giudei in generale avevano dei samaritani?

      19 Anche l’anno precedente, prima della Pasqua del 32 E.V., quando aveva mandato gli apostoli a predicare a due a due, Gesù aveva detto loro: “Non andate per la strada delle nazioni, e non entrate in una città samaritana; ma andate piuttosto di continuo alle pecore smarrite della casa d’Israele. Mentre andate, predicate, dicendo: ‘Il regno dei cieli si è avvicinato’”. (Matt. 10:5-7; Luca 9:1-6) Mesi dopo, dopo la festa delle capanne del 32 E.V., Gesù mandò i settanta evangelizzatori e diede loro istruzioni simili a quelle date ai dodici apostoli. I villaggi e le città in cui predicarono il regno di Dio erano probabilmente in Giudea, non in Samaria. (Luca 10:1-24) Non riferirono di aver visitato zone samaritane. Andarono alle “pecore smarrite della casa d’Israele”. Perché? Perché quegli evangelizzatori non avevano ricevuto un’autorità superiore a quella degli apostoli. L’opinione comune che i giudei avevano dei samaritani fu evidente quando Gesù disse ad alcuni giudei increduli che essi non erano da Dio, e in risposta questi gli dissero: “Sei un Samaritano e hai un demonio”. — Giov. 8:47, 48.

      20. Perché i samaritani non ricevettero nessun beneficio dall’uso che Pietro fece a Gerusalemme della prima delle “chiavi del regno” alla Pentecoste, per cui quale domanda sorge?

      20 Gesù fece una distinzione fra samaritani e giudei quando disse alla samaritana: “Voi adorate ciò che non conoscete; noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza ha origine dai Giudei”. (Giov. 4:22) Gesù classificò un samaritano come un “uomo di un’altra nazione”, o, più letteralmente, “di un’altra razza”. (Luca 17:16-18; vedi il testo interlineare nella Traduzione Interlineare del Regno, inglese).a I samaritani, che adoravano sul Monte Gherizim, non assisterono alla Pentecoste del 33 E.V. a Gerusalemme. Non ricevettero perciò alcun beneficio dall’uso della prima delle “chiavi del regno dei cieli” da parte di Pietro. (Atti 2:5-11) Quando fu dunque che i dodici apostoli prestarono attenzione a Samaria dopo il versamento dello spirito santo a Gerusalemme, per poter adempiere ciò che Gesù aveva predetto in Atti 1:8?

      21. Come fu che Filippo l’evangelizzatore si trovò in Samaria, e perché la sua presenza recò molta gioia?

      21 Dopo la Pentecoste, accaddero molte cose alla congregazione cristiana di Gerusalemme. La persecuzione che seguì il martirio di Stefano disperse tutti i membri della congregazione, salvo i dodici apostoli, fuori Gerusalemme. (Atti 8:1-5) Non per ordine o istruzione degli apostoli, ma a causa della persecuzione, Filippo, stretto collaboratore di Stefano, e altri cristiani giudei fuggirono a nord nella zona di Samaria. (Atti 6:1-6; 21:8) Lì Filippo, che aveva ricevuto il dono dei miracoli dallo spirito di Dio, predicò la buona notizia del risuscitato e glorificato Gesù Cristo e compì molti segni miracolosi sotto forma di guarigioni. “E vi fu una grande gioia in quella città”. — Atti 8:8.

      22. Il battesimo in acqua di molti samaritani, uomini e donne, per mano di Filippo, fa sorgere quale domanda?

      22 Che effetto ebbe questo? “Quand’ebbero creduto a Filippo, che dichiarava la buona notizia del regno di Dio e del nome di Gesù Cristo, erano battezzati, uomini e donne”. Fra loro c’era un certo mago di nome Simone, che “aveva praticato le arti magiche e aveva fatto meravigliare la nazione di Samaria”. (Atti 8:9, 12, 13) A questo punto sorge la domanda: Quei credenti samaritani erano nati “d’acqua e di spirito”? Ebbene, l’acqua del battesimo c’era stata, ma che dire dello spirito? Se fossero stati generati dallo spirito dopo il battesimo in acqua, allora sarebbe stato Filippo ad aprire a questo nuovo gruppo, i samaritani, la via d’accesso al “regno dei cieli”. Ma lo fece davvero, pur non essendo uno dei dodici apostoli? Cosa mostra il racconto ispirato?

      23. Perché non è scritto che Filippo promettesse lo spirito santo ai samaritani che si battezzavano nel nome di Gesù?

      23 Questo Filippo non era uno dei dodici apostoli cui Gesù aveva detto: “Tutte le cose che legherete sulla terra saranno state legate nel cielo, e tutte le cose che scioglierete sulla terra saranno state sciolte nel cielo”. (Matt. 18:18; 16:19; 10:2-4; Giov. 1:43-48) Per cui non è scritto che Filippo promettesse ai samaritani il dono dello spirito santo in relazione col loro battesimo in acqua. Egli non era autorizzato a dire, come Pietro ai giudei il giorno di Pentecoste: “‘Pentitevi, e ciascuno di voi si battezzi nel nome di Gesù Cristo per il perdono dei peccati, e riceverete il gratuito dono dello spirito santo”. — Atti 2:38.

      24. (a) I samaritani erano inclusi nel patto della legge mosaica dato che si circoncidevano e osservavano le feste indicate negli scritti di Mosè? (b) Dopo il battesimo in acqua nel nome di Gesù, nacquero immediatamente “d’acqua e di spirito”?

      24 I samaritani non erano inclusi nel patto della Legge, di cui Mosè era stato mediatore per conto degli israeliti al Monte Sinai, anche se i samaritani consideravano parola di Dio i primi cinque libri di Mosè, il Pentateuco, e osservavano una pasqua e una pentecoste sul Monte Gherizim nel distretto della Samaria. (II Re 17:29, 30; Giov. 4:19, 20) Perciò la loro circoncisione della carne non li rendeva di per sé proseliti giudei. I samaritani non furono implicati nell’uccisione di Gesù al palo, e quindi non avevano bisogno d’essere battezzati in acqua in segno di pentimento onde ottenere il perdono di Dio di tale enorme peccato. Ma i samaritani furono battezzati da Filippo nel nome di Gesù Cristo quale Messia (Cristo) e “salvatore del mondo”. (Giov. 4:25, 26, 28, 29, 42) In tale occasione ‘nacquero d’acqua e di spirito’? No! Infatti allora non ricevettero lo spirito santo.

      25. In che modo Atti 8:14-17 mostra perché i samaritani battezzati non erano nati d’acqua e di spirito?

      25 Perché? Atti 8:14-17 ci dice: “Avendo gli apostoli udito a Gerusalemme che Samaria aveva accettato la parola di Dio, inviarono loro Pietro e Giovanni; e questi scesero e pregarono per loro, onde ottenessero lo spirito santo. Poiché non era ancora caduto su nessuno di loro, ma erano solo stati battezzati nel nome del Signore Gesù. Quindi [Pietro e Giovanni, apostoli] posero su di loro le mani, ed essi [i samaritani battezzati] ricevevano lo spirito santo”. Questo non significò semplicemente ricevere miracolosi doni spirituali.

      26. Così i samaritani battezzati divennero qualificati per quale privilegio, e Pietro, in presenza di Giovanni, quale strumento usò?

      26 A questo punto, per la prima volta, i samaritani battezzati ‘nacquero’ di spirito, come pure d’acqua, e furono qualificati per entrare nel celeste regno di Dio. (Giov. 3:5) In questo caso l’operato dello spirito fu simile a quello successivamente narrato in Atti 10:44-46 e 11:15-17. Perciò l’apostolo Pietro usò la seconda delle “chiavi del regno dei cieli” a favore dei credenti samaritani battezzati. È vero che insieme a Pietro c’era l’apostolo Giovanni, ma anche in precedenza, il giorno di Pentecoste, con Pietro c’erano gli altri undici apostoli, tuttavia era stato lui a usare la chiave. — Vedi anche Matteo 18:1, 18.

      27. In che modo Atti 8:18-23 mostra che fu Pietro a prendere la direttiva nel trattare con l’ex mago Simone?

      27 La priorità di Pietro è mostrata dalle successive parole di Atti 8:18-23: “Or quando Simone [il mago] vide che mediante l’imposizione delle mani degli apostoli era dato lo spirito, offrì loro del denaro, dicendo: ‘Date anche a me questa autorità, affinché chiunque, sul quale io ponga le mani, riceva lo spirito santo’. Ma Pietro gli disse: ‘Il tuo argento perisca con te, perché hai pensato di ottenere per mezzo del denaro il possedimento del gratuito dono di Dio. Tu non hai parte né sorte in questa faccenda, poiché il tuo cuore non è retto dinanzi a Dio. Pentiti, perciò, di questa tua bassezza, e supplica Geova affinché, se possibile, lo stratagemma del tuo cuore ti sia perdonato; poiché vedo che tu sei un fiele velenoso e un laccio d’ingiustizia’”. Questo indica che Pietro in tale occasione prendeva la direttiva come principale agente di Cristo. Fu lui a parlare, essendo state affidate a lui le chiavi del Regno.

      28. A chi altri fu allora aperta l’opportunità del Regno, e i samaritani generati dallo spirito cominciarono ad adorare in quale luogo?

      28 Da allora in poi si poteva offrire la stessa opportunità ad altri nella zona di Samaria. Infatti Atti 8:25 ci dice: “Perciò, quando [Pietro e Giovanni] ebbero dato completa testimonianza ed ebbero detto la parola di Geova, essi tornarono a Gerusalemme, dichiarando la buona notizia a molti villaggi dei Samaritani”. Ora i samaritani battezzati e generati dallo spirito cominciarono ad adorare il loro Padre celeste, Geova, non più sul Monte Gherizim né a Gerusalemme, ma nel suo grande tempio spirituale. — Giov. 4:21.b

      29. Dopo la conversione di Saulo al cristianesimo, cosa accadde alla congregazione generata dallo spirito in Giudea, Galilea e Samaria, e dove si stabilì Filippo?

      29 Filippo e altri cristiani giudei erano stati costretti a fuggire in Samaria a causa della persecuzione promossa da un fariseo di nome Saulo di Tarso. Ma quando lo stesso Saulo si convertì al cristianesimo, per la congregazione in Palestina le cose cambiarono. “Quindi”, secondo Atti 9:31, “in realtà, in tutta la Giudea e la Galilea e la Samaria la congregazione entrò in un periodo di pace, essendo edificata; e mentre camminava nel timore di Geova e nel conforto dello spirito santo, si moltiplicava”. Filippo si stabilì infine a Cesarea, un porto di mare, dov’era situato il quartier generale del governatore romano della provincia della Giudea e dove era di stanza una coorte di soldati detta italica. — Atti 8:40; 21:8; 10:1; 23:23-35.

  • “Le chiavi del regno” e la “grande folla”
    La Torre di Guardia 1980 | 1° aprile
    • “Le chiavi del regno” e la “grande folla”

      1. Dato che infine Filippo si stabilì a Cesarea, quali domande sorgono riguardo a lui in relazione al 36 E.V.?

      NELL’ANNO 36 E.V., a Cesarea, sulla costa orientale del Mar Mediterraneo, ebbe luogo un avvenimento segnato nella storia del cristianesimo. Non si sa con certezza se in quell’anno Filippo l’evangelizzatore vi si era già stabilito. In caso affermativo, come mai non fu impiegato lui per contattare un ufficiale dell’esercito della coorte italica che era di stanza lì? Filippo aveva preceduto l’apostolo Pietro nelle attività cristiane in Samaria, quindi perché non a Cesarea nel 36 E.V.? Le Scritture ispirate ci danno la risposta.

      2. Quando fu abolito il patto della legge mosaica, ma ancora per quanto fu riservato un trattamento di favore ai giudei circoncisi?

      2 Il patto della Legge di cui Mosè era stato mediatore fra Geova Dio e Israele al Monte Sinai in Arabia fu abolito sulla base della morte di Gesù Cristo, discendente di Abraamo e del re Davide, al palo. Questo avvenne tre anni e mezzo dopo il battesimo di Gesù in acqua e la sua unzione con lo spirito nel 29 E.V. Ciò nondimeno, Geova continuò a riservare un trattamento di favore ai giudei naturali e anche ai samaritani in questo periodo di altri tre anni e mezzo, per adempiere la profezia di Daniele 9:24-27a. Questa “settimana” o periodo di sette anni terminò nel settimo mese lunare (tishri) del 36 E.V. Da allora in poi i discendenti israeliti di Abraamo sarebbero stati messi allo stesso livello, in senso spirituale, delle persone delle nazioni non giudaiche, gli incirconcisi gentili. Dopo di che l’Iddio di Abraamo non avrebbe più riservato un trattamento di favore ai giudei. Come fu dimostrato questo nel 36 E.V.?

      3. (a) Dove si trovava a quel tempo l’apostolo Pietro, e perché? (b) Perché Pietro fu criticato dai circoncisi giudei cristiani di Gerusalemme per la sua azione inconsueta?

      3 Verso quel tempo, dietro urgente richiesta della congregazione cristiana della città portuale di Ioppe, Pietro era arrivato lì e aveva destato dai morti Gazzella, una brava cristiana giudea. Pietro si trattenne alcuni giorni da Simone il conciatore. (Atti 9:36-43) A quel tempo un gentile incirconciso era ritenuto una compagnia indesiderabile per un giudeo, proprio come una persona disassociata dalla congregazione del popolo di Dio. (Matt. 18:17) Quindi, fino a quel tempo, il giudeo cristiano Pietro non era mai entrato di sua spontanea volontà in casa di un gentile incirconciso. (Questo valeva indubbiamente anche per l’evangelizzatore Filippo). Di conseguenza, quando in seguito i circoncisi giudei cristiani di Gerusalemme udirono che Pietro era entrato in casa di un gentile, lo criticarono, dicendo che “era entrato nella casa di uomini incirconcisi e aveva mangiato con loro”. — Atti 11:3.

      4. In che modo l’apostolo Pietro, cristiano giudeo, spiegò i suoi sentimenti dopo essere entrato in casa di un gentile a Cesarea?

      4 Anche Pietro, sebbene fosse un apostolo cristiano già da alcuni anni, disse all’uomo di Cesarea nella cui casa aveva esitato a metter piede: “Voi ben sapete come sia illecito a un Giudeo unirsi o accostarsi a un uomo di un’altra razza”. (Atti 10:28, Traduzione del Nuovo Mondo [NM]; La Bibbia di Gerusalemme) Le razze gentili erano considerate contaminate e impure.

      5, 6. Quali fatti spiegò Pietro per difendere dalle critiche il suo operato a Cesarea?

      5 A sua difesa Pietro dovette esporre i fatti agli apostoli e ad altri circoncisi giudei cristiani di Gerusalemme. Quali erano i fatti? Questi: Non era stato Pietro a prendere quell’iniziativa di sua volontà. Aveva agito ubbidendo a Geova Dio.

      6 Mentre Pietro era a Ioppe, a casa di Simone il conciatore, Dio mandò a Pietro una visione per fargli capire che non doveva continuare a chiamare contaminate le cose che Dio aveva purificate. Poi tre uomini, inviati da Cornelio, un centurione italiano di Cesarea, giunsero alla casa e chiesero di Pietro. A questo punto Dio disse all’apostolo cristiano giudeo di andare con loro, “non dubitando affatto, perché li ho inviati io”. Sei circoncisi giudei cristiani della congregazione di Ioppe risalirono con Pietro la costa fino a Cesarea. Il giorno seguente, quando furono entrati in casa del centurione gentile Cornelio, questi spiegò che l’angelo di Dio gli era apparso e gli aveva detto di mandare a chiamare Pietro a Ioppe: “Egli ti dirà quelle cose mediante cui tu e tutta la tua casa potrete esser salvati”. — Atti 10:1-33; 11:14.

      7. Cosa disse infine Pietro nel suo discorso ai gentili in casa del centurione italiano Cornelio?

      7 Senza sapere cosa stava per succedere, Pietro espose il messaggio riguardo al ministero terreno di Gesù Cristo, la sua morte e la sua risurrezione dai morti grazie all’onnipotenza di Dio. Nel suo discorso Pietro disse anche: “Questi è Colui che Dio ha decretato esser giudice dei vivi e dei morti. A lui tutti i profeti rendono testimonianza, che chiunque ripone fede in lui ottiene per mezzo del suo nome il perdono dei peccati”. — Atti 10:34-43.

      8. Mentre Pietro stava ancora parlando, quale prova diede Dio che ora accettava nella congregazione generata dallo spirito anche i gentili incirconcisi?

      8 A questo punto Geova Dio diede la prova che ora egli consentiva l’accesso nella congregazione cristiana generata dallo spirito anche ai credenti gentili, sebbene incirconcisi; leggiamo infatti: “Mentre Pietro parlava ancora di queste cose lo spirito santo scese su tutti quelli che udivano la parola. E i fedeli venuti con Pietro che erano di quelli circoncisi si meravigliarono, perché il gratuito dono dello spirito santo era versato anche su persone delle nazioni. Poiché li udivano parlare in lingue e glorificare Dio”. — Atti 10:44-46.

      9. Nel suo racconto a Gerusalemme, in che modo Pietro descrisse l’operato dello spirito santo a Cesarea, e a cosa lo paragonò?

      9 Raccontando egli stesso il fatto a Gerusalemme, Pietro disse: “Ma quando cominciai a parlare, lo spirito santo cadde su loro come su noi in principio [alla Pentecoste del 33 E.V.]. Allora rammentai la parola del Signore, come diceva: ‘Giovanni, da parte sua, battezzò con acqua, ma voi sarete battezzati nello spirito santo’. Se Dio ha dato perciò lo stesso gratuito dono a loro come anche a noi che abbiam creduto al Signore Gesù Cristo, chi ero io da poter impedire Dio?” — Atti 11:15-17.

      10. Pietro cosa comandò allora che fosse fatto a quegli incirconcisi gentili, e perché?

      10 Cosa fece allora Pietro? “Quindi Pietro rispose: ‘Può alcuno [dei sei giudei cristiani che accompagnavano Pietro] proibire l’acqua così che non siano battezzati questi che hanno ricevuto lo spirito santo come noi [circoncisi giudei cristiani]?’ Allora comandò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo”. — Atti 10:46-48.

      11. (a) Da allora in poi, i credenti gentili generati dallo spirito furono liberi di assolvere quale compito? Perché? (b) In che modo l’azione dello spirito santo fu identica in tre occasioni, con tre diversi gruppi di persone?

      11 Così “Dio rivolse la prima volta l’attenzione alle nazioni [incirconcise] per trarne un popolo per il suo nome”. (Atti 15:14) In quell’occasione, in casa dell’incirconciso centurione Cornelio a Cesarea, Pietro usò un’altra delle “chiavi del regno dei cieli”, la terza chiave. Da allora in poi i discepoli di Gesù unti con lo spirito potevano essergli testimoni “fino alla più distante parte della terra”. (Atti 1:8) Ciò che Dio aveva aperto per mezzo di Pietro, il possessore delle chiavi, rimase aperto per una testimonianza mondiale. In armonia con questo, lo spirito santo di Dio scese o “cadde su” (greco: epipípto) tre distinte classi di credenti: (1) sui 120 discepoli battezzati e, in seguito, su circa 3.000 convertiti giudei, tutti a Gerusalemme alla Pentecoste del 33 E.V.; (2) sui samaritani battezzati, ma solo dopo l’arrivo e l’intervento degli apostoli Pietro e Giovanni; (3) sui credenti gentili riuniti in casa di Cornelio a Cesarea nel 36 E.V. — Atti 1:15; 2:1-4, 38, 41; 8:15-17; 10:44, 45; 11:15, 16.

      APERTA UNA VIA ALLA “GRANDE FOLLA”

      12. Da allora Geova ha tratto fuori quale classe, e di mezzo a chi?

      12 Nel corso dei secoli da allora trascorsi, Geova ha tratto “un popolo per il suo nome” di fra i circoncisi giudei, i circoncisi samaritani e gli incirconcisi gentili. (Amos 9:12) Questo popolo per il nome di Geova doveva essere costituito di sole 144.000 persone che devono unirsi a Gesù nel suo regno celeste. — Riv. 7:4-8; 14:1-3.

      13. Cosa mostrarono le pubblicazioni Cibo per i cristiani riflessivi e Il divin piano delle età circa le diverse nature e i relativi tipi di salvezza?

      13 Nel settembre del 1881 la Watch Tower Society pubblicò l’opuscolo Cibo per i cristiani riflessivi (inglese). In seguito, nel 1886, uscì il libro Il divin piano delle età. Queste due pubblicazioni mostravano che la natura spirituale e la natura umana o terrena sono separate e distinte. Di conseguenza, la salvezza della congregazione dei 144.000 generati dallo spirito che devono andare in cielo sarebbe stata diversa da quella dell’umanità redenta che dovrà vivere sulla terra paradisiaca. Ma alla base di entrambe le salvezze c’è sempre il sacrificio di riscatto di Gesù Cristo.

      14. Cosa mise in risalto il discorso pubblico pronunciato a Los Angeles la domenica 24 febbraio 1918?

      14 Il 24 febbraio 1918, durante la prima guerra mondiale, J. F. Rutherford, quale presidente della Watch Tower Bible and Tract Society, pronunciò un discorso pubblico a Los Angeles, in California. Era intitolato “Milioni ora viventi non morranno mai”. Dopo la prima guerra mondiale le informazioni di questo sorprendente discorso furono pubblicate in forma di libro. Vi veniva messo in risalto che sulla terra ci sarebbero state persone dalla giusta disposizione che sarebbero state risparmiate durante il veniente giorno dell’ira divina. Sarebbero sopravvissute nel nuovo ordine di Dio con l’opportunità di non morire mai nella terra trasformata in un paradiso.

      15. Cosa spiegò il discorso pronunciato a Los Angeles nel 1923 sulla parabola di Gesù delle pecore e dei capri?

      15 Sempre a Los Angeles, nel 1923, fu tenuto un congresso e il presidente della Società parlò della parabola di Gesù delle pecore e dei capri. Con le Scritture dimostrò che le simboliche “pecore” della parabola sono quelli che ora, in questo “tempo della fine”, fanno in molti modi del bene ai fratelli spirituali, o ‘nati di nuovo’, di Gesù. Come ricompensa, tali operatori di bene sarebbero stati risparmiati durante la veniente battaglia di Armaghedon, e il glorificato “Figlio dell’uomo”, il celeste Re Gesù Cristo, li avrebbe introdotti nel reame terrestre del suo regno millenario. (Matt. 25:31-46) Questo rischiarò le speranze terrene di molte persone simili a pecore che facevano del bene ai “fratelli” di Cristo come se l’avessero fatto direttamente a lui.

      16, 17. Perché il culmine di questi sviluppi dell’intendimento biblico dodici anni dopo non giunse in un momento qualsiasi?

      16 Ma il culmine di questi sviluppi nell’intendimento biblico giunse dodici anni più tardi. Non fu un momento qualsiasi della storia umana. La grande depressione economica era già nel sesto anno. Il 1933, “Anno santo” della Chiesa Cattolica, non aveva portato la promessa “pace e prosperità”. Dopo gli scontri con l’Impero etiopico, l’Italia fascista si preparava per la guerra, e il 3 ottobre 1935 le truppe italiane invasero quell’impero. La Germania era nel terzo anno della dittatura di Adolf Hitler, che perseguitava brutalmente i testimoni di Geova. Il 4 ottobre 1934 Hitler era stato avvertito da centinaia di telegrammi giuntigli da ogni parte della terra che, se non avesse smesso di perseguitarli, Geova avrebbe distrutto lui e il suo partito nazista. Ma, come un capro, egli decise di estirpare dal Reich tedesco questa “schiatta” di cristiani politicamente neutrali.

      17 Nel 1935, Franklin D. Roosevelt, presidente americano, era in difficoltà in relazione a un istituto da lui patrocinato, l’NRA (National Recovery Administration), e il governo nazionale stava cedendo alle pressioni dell’Azione Cattolica. La Russia sovietica era governata dall’“uomo forte”, Giuseppe Stalin. Il Giappone imperiale, aggressivo nemico del comunismo, si dirigeva verso il nefasto “Tripartito” con l’Italia fascista e la Germania nazista, per formare le potenze dell’Asse. Si preparava la seconda guerra mondiale!

      18. Dove tennero un congresso i testimoni di Geova nella primavera del 1935, e qual era il tema del discorso pubblico?

      18 Sebbene il 1935 fosse un anno molto critico per la situazione politica mondiale, si dimostrò un anno particolarmente entusiasmante per i testimoni di Geova. Dal 30 maggio al 3 giugno essi tennero un congresso a Washington, città in cui ha sede il governo nazionale degli Stati Uniti. Il discorso pubblico della domenica 2 giugno era intitolato “Governo” e fu radiotrasmesso in Gran Bretagna, Europa, Africa e in varie isole. — Vedi L’Età d’Oro (inglese) del 29 agosto 1935.

      19. Il pomeriggio del venerdì 31 maggio furono identificati i componenti di quale classe, e cosa doveva accadere a questa classe in relazione alla “grande tribolazione”?

      19 In precedenza, il pomeriggio del venerdì 31 maggio era stato rivolto ai congressisti un elettrizzante discorso. Per la sua importanza fu trasmesso simultaneamente da due stazioni radio. Persone simili a “pecore” che desideravano la vita eterna su una terra paradisiaca furono specialmente invitate ad assistere al congresso. L’interesse di tutti i congressisti fu rivolto a un tema fino ad allora frainteso, cioè alla “grande moltitudine” vista in visione dall’apostolo Giovanni secondo Rivelazione 7:9-17 (Versione Autorizzata). Con particolare gioia dell’uditorio visibile e invisibile, furono identificati i componenti di quella “grande moltitudine”. Non si tratta di una classe di cristiani ‘nati di nuovo’, destinati al cielo. Si tratta della classe terrena delle “pecore” della parabola di Gesù riportata in Matteo 25:31-46. Essi sopravvivono sulla terra e in questo modo “vengono dalla grande tribolazione”. — Riv. 7:14.

      20. Come dovevano mostrare la loro dedizione quelli che desideravano essere inclusi tra i probabili membri di quella “grande moltitudine”, e, dopo averne fatta pubblica dichiarazione, cosa non dovevano aspettarsi che lo spirito facesse?

      20 Anche questi hanno l’obbligo di seguire fedelmente Gesù Cristo, il Pastore eccellente di Geova. Mostrano la loro dedizione “consacrandosi” o dedicandosi a Geova tramite Cristo. Scritturalmente tale dedicazione deve essere esternata con il battesimo in acqua nel nome del Padre, del Figlio e dello spirito santo. (Matt. 28:19, 20) Per cui, quelli che desideravano diventare probabili componenti della “grande moltitudine” ora dovevano logicamente dedicarsi e simboleggiare la loro dedicazione con il battesimo in acqua. (La Torre di Guardia inglese del 15 agosto 1934, pag. 250, par. 34) Non dovevano aspettarsi che, dopo il loro battesimo, lo spirito di Dio ‘cadesse’ su di loro e li generasse per quella vita celeste che non cercavano.

      21. A questa rivelazione, cosa furono spinte a fare centinaia di persone il giorno dopo, e in quale “gregge” affluirono?

      21 Quella rivelazione fu elettrizzante, specialmente per quelle persone simili a “pecore” che desideravano vivamente capire la propria posizione nella disposizione di Geova. L’identificazione della “grande moltitudine” li spinse perciò ad agire. Il programma del giorno seguente, il sabato 1º giugno, prevedeva il battesimo in acqua. Grande fu la gioia degli 840 candidati, la maggior parte dei quali fu immersa con la speranza d’essere classificata da Geova come parte della futura “grande moltitudine”. Fu un battesimo eccezionale. Fu come se le cateratte fossero state aperte e fiumi di persone si precipitassero a stringere una relazione con Geova Dio facendone pubblica dichiarazione ed entrando a far parte del “solo gregge” del Pastore eccellente per unirsi ai suoi “fratelli” spirituali. — Giov. 10:16; Matt. 25:34.

      22. (a) Quale “chiave” era stata usata, e con quale effetto? (b) A quale governo fu rivolta la loro attenzione il giorno dopo, e come dovevano considerarlo?

      22 Fu come se la classe dello “schiavo fedele e discreto” avesse usato una “chiave della conoscenza” (Matt. 24:45-47; Luca 11:52), e avesse aperto la porta di meravigliosi privilegi agli eventuali membri della “grande moltitudine”. Afferrare questi privilegi avrebbe significato per loro ‘venir fuori dalla grande tribolazione’ ed entrare nella terra purificata sotto il nuovo governo di Cristo. La loro attenzione fu rivolta a quel governo il giorno seguente dal discorso pubblico sul soggetto “Governo”, tema più che adatto alla situazione mondiale allora esistente. Il discorso avvertì per tempo il grande uditorio visibile e l’ancor più numeroso uditorio di radioascoltatori circa l’incombente distruzione di tutti i governi terreni nella guerra di Dio ad Armaghedon. Inoltre il discorso magnificò il governo teocratico di Geova affidato a Cristo come l’unica speranza di tutto il genere umano. Questo era il governo divino che la “grande moltitudine” o “grande folla” doveva acclamare come sua splendida speranza.a

      23. (a) Con l’uso di quella “chiave della conoscenza” fu forse chiusa la porta d’accesso al regno celeste per i credenti idonei? (b) Quale prova ne abbiamo?

      23 Ma tale uso della “chiave della conoscenza” aveva simultaneamente chiuso la porta d’accesso al regno celeste per i credenti idonei? No, perché Gesù Cristo è Colui che ha la “chiave di Davide”, e solo lui può chiudere quella porta. Era ancora possibile che alcuni vi fossero ammessi per volontà di Dio. Lo dimostra il fatto che alcuni membri dell’unto rimanente dei testimoni di Geova sono stati battezzati in acqua in anni successivi a quella storica rivelazione riguardo alla “grande moltitudine” nella primavera del 1935, e alla pubblicazione di quelle informazioni nella rivista Torre di Guardia (inglese) del 1º e del 15 agosto 1935. — Riv. 3:7; Luca 11:52; Matt. 23:13.

      24. (a) Cosa impedirà l’accesso di altre persone nel “solo gregge” sotto il Pastore eccellente? (b) Che funzione ha il Pastore, dato che fa entrare le “pecore” nel “solo gregge”?

      24 Solo lo scoppio della “grande tribolazione” potrà impedire ad altre persone di entrare nelle file di quelli simili a “pecore” che costituiranno la “grande moltitudine” o “grande folla”. (NM) Allora sarà troppo tardi per salvarsi dalla distruzione che si abbatterà su questo sistema di cose condannato. Per tutti gli anni trascorsi dal 1935 la porta che permette di accedere nel “solo gregge” del Pastore eccellente è rimasta aperta. Vi sono entrati più di due milioni di persone. Il Pastore eccellente, Gesù Cristo, disse: “Io sono la porta delle pecore”. (Giov. 10:7-9) Come tale, fa ancora entrare gli amici dei suoi “fratelli” spirituali, separandoli dai “capri” che non sopravvivranno affatto alla “grande tribolazione” e alla sua “guerra” ad Har-Maghedon. Tutti quelli che lo desiderano ascoltino ora la “voce” del Pastore eccellente che risuona tramite i suoi “fratelli” spirituali ancora sulla terra. (Giov. 10:16) Che privilegio inestimabile è quello di trovare sicurezza nel “solo gregge” sotto il “solo pastore”!

      [Nota in calce]

      a Le centinaia di testimoni appena battezzati si unirono all’uditorio visibile nel rispondere alla risoluzione presentata dall’oratore al termine del discorso, quando disse: “E ora, cari amici dell’uditorio visibile e invisibile, invito ognuno di voi che desidera un giusto governo, un governo che rechi pace, prosperità e felicità a tutte le persone ubbidienti, lo invito ad alzarsi e a dire Sì”.

      Circa il modo in cui fu accolto l’invito, il giornale Herald di Washington disse:

      “Come un’onda di marea l’imponente folla dentro e fuori dell’uditorio è scattata in piedi. Con le braccia alzate, i testimoni di Geova hanno gridato il loro sì con quanto fiato avevano. Le finestre dell’auditorio han tremato all’impatto dell’onda sonora e la voce della folla, secondo quanto dice la polizia, si sarebbe potuta facilmente sentire a un miglio di distanza”.

      Scene simili si videro contemporaneamente a Londra, a Belfast, a Copenaghen e in centinaia di altri luoghi in varie parti del mondo. — L’Età d’Oro (inglese) del 19 giugno 1935, pag. 598; vedi anche l’Annuario dei testimoni di Geova del 1936 (inglese), pag. 62, par. 3.

  • Mefiboset, un uomo riconoscente
    La Torre di Guardia 1980 | 1° aprile
    • Mefiboset, un uomo riconoscente

      MEFIBOSET o Merib-Baal era figlio di Gionatan e nipote del re Saul. Ma l’appartenenza alla prima famiglia reale di Israele non gli garantiva uno splendido futuro. Era nato dopo che suo nonno Saul aveva perso il regno. Poi, quando Mefiboset aveva cinque anni, suo padre e suo nonno furono uccisi in battaglia. Avutane notizia, la balia di Mefiboset

Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
Disconnetti
Accedi
  • Italiano
  • Condividi
  • Impostazioni
  • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
  • Condizioni d’uso
  • Informativa sulla privacy
  • Impostazioni privacy
  • JW.ORG
  • Accedi
Condividi