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    Ausiliario per capire la Bibbia
    • La Bibbia rivela che esistono governi invisibili buoni, stabiliti da Dio (Efes. 3:10), e altri malvagi, stabiliti da Satana e dai demoni. (Efes. 6:12) Gesù Cristo è stato l’attivo agente di Dio nell’istituire in origine tutti i giusti governi e autorità, invisibili e visibili. (Col. 1:15, 16) È stato posto dal Padre Geova a capo di ogni governo (Col. 2:8-10), e deve regnare finché siano annientati tutti i governi nemici, invisibili e visibili. (I Cor. 15:24) L’apostolo Paolo indicò che un sistema di cose avvenire avrebbe avuto un governo sotto l’autorità di Cristo. — Efes. 1:19-21.

      GOVERNI MONDIALI

      La Bibbia raffigura alcuni governi mondiali come ‘bestie’ e dice che ricevono autorità dal Dragone, Satana il Diavolo. Dio ha permesso loro di rimanere e ne ha limitato il campo d’azione e la durata, in armonia col suo proposito. — Dan. capp. 7, 8; Riv. capp. 13, 17; Dan. 4:25, 35; Giov. 19:11; Atti 17:26; II Cor. 4:3, 4; vedi BESTIE SIMBOLICHE.

      I CRISTIANI E I GOVERNI

      Gesù Cristo e i primi cristiani non interferirono in alcun modo nei governi dell’epoca. (Giov. 6:15; 17:16; Giac. 1:27; 4:4) Riconoscevano che qualche forma di governo è indispensabile per l’esistenza della società, e non fomentarono mai rivoluzioni o disubbidienza civile. (Rom. 13:1-7; Tito 3:1) Gesù stabilì per i veri adoratori di Dio il principio determinante quando disse: “Rendete dunque a Cesare le cose di Cesare, ma a Dio le cose di Dio”. (Matt. 22:21) Questo principio ha permesso ai primi cristiani (e d’allora in poi a tutti i cristiani) di mantenere il giusto equilibrio nei rapporti con le due autorità, quella dei governi civili e quella di Dio. Gesù spiegò inoltre che, mentre era sulla terra, la sua posizione, e perciò quella dei discepoli, non era di ribellione ai governi di “Cesare”, ma piuttosto di sottomissione ai loro regolamenti non in conflitto con la legge di Dio. Pilato stesso riconobbe questo fatto quando disse: “Io non trovo in lui nessun fallo”. (Giov. 18:38) Gli apostoli seguirono questo principio. — Atti 4:19, 20; 5:29; 24:16; 25:10, 11, 18, 19, 25; 26:31, 32.

  • Gozzoviglia
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Gozzoviglia

      Il termine greco kòmos significa “baldoria, orgia, festa”. Ricorre tre volte nelle Scritture Greche Cristiane (Rom. 13:13; Gal. 5:21; I Piet. 4:3) e sempre in senso cattivo o negativo. J. H. Thayer (A Greek-English Lexicon of the New Testament, 1889) fa notare che in antichi scritti greci si applicava a “una sfrenata processione notturna di bontemponi mezzo ubriachi i quali dopo cena percorrevano le vie con torce e musica in onore di Bacco o di qualche altra divinità [o di un vincitore dei giochi], cantavano e scherzavano davanti alle case dei loro amici e amiche”. Tale comportamento licenzioso e intemperante, con processioni per le strade, simili alle moderne celebrazioni carnevalesche tenute in certi paesi, erano comuni nelle città greche all’epoca degli apostoli. Perciò un consiglio ammonitore in merito era appropriato e utile per i veri adoratori.

      Le gozzoviglie non si addicevano affatto ai cristiani; erano condannate dalla Parola di Dio. Prima di diventare cristiani, alcuni di coloro ai quali Pietro scrisse la sua lettera, residenti delle province dell’Asia minore (I Piet. 1:1) in area d’influenza greca, erano dediti a “opere di condotta dissoluta, concupiscenze, eccessi col vino, gozzoviglie, sbevazzamenti e illegali idolatrie”. Ma una volta diventati cristiani avevano smesso di fare cose del genere. (I Piet. 4:3, 4) Simili orge e stravizi contrassegnavano le gozzoviglie come “opere che appartengono alle tenebre” che non si addicevano ai cristiani. — Rom. 13:12-14.

      La Bibbia non vieta di rallegrarsi e divertirsi. All’uomo viene detto di rallegrarsi nel suo Creatore, al marito di rallegrarsi con la moglie, al lavoratore per il lavoro che compie con le sue mani e all’agricoltore per il frutto della sua fatica. (Sal. 32:11; Prov. 5:18; Eccl. 3:22; Deut. 26:10, 11) Cibo e bevande possono contribuire all’allegria (Eccl. 9:7; Sal. 104:15), ma deve prevalere la moderazione. (Prov. 23:20; I Tim. 3:2, 11; I Cor. 10:31) Far festa fino al punto di ubriacarsi ed esibirsi in scene disordinate e sensuali significa gozzovigliare. Paolo incluse le gozzoviglie fra le “opere della carne”, cose che impediscono di ‘ereditare il regno di Dio’. — Gal. 5:19-21.

  • Granaio
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Granaio

      Vedi DEPOSITO, MAGAZZINO.

  • Grande folla
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Grande folla

      Espressione in se stessa assai comune nelle Scritture Greche Cristiane, usata a volte a proposito dei numerosi gruppi di persone che udirono l’insegnamento pubblico di Gesù Cristo. (Matt. 14:14; 19:2; 20:29) Dopo la visione della distruzione della simbolica Babilonia la Grande, l’apostolo Giovanni udì “ciò che era come l’alta voce di una grande folla nel cielo”. (Riv. 19:1) Comunque in Rivelazione 7:9 è menzionata una “grande folla” sulla cui identificazione in particolare si è molto discusso.

      In questo capitolo l’apostolo Giovanni menziona prima il fatto che 144.000 schiavi di Dio vengono suggellati “da ogni tribù dei figli d’Israele”. (Riv. 7:2-8) Quindi vede in visione una “grande folla” di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Questi sono in piedi davanti al trono di Dio e attribuiscono la propria salvezza a Dio e all’Agnello. Sono venuti “dalla grande tribolazione”, servono Dio nel suo tempio ed egli stende su di loro la sua tenda. Non hanno più fame né sete e ogni lacrima dei loro occhi viene asciugata poiché il Figlio (l’Agnello) (Giov. 1:29) li guida alle acque della vita. — Riv. 7:9-17.

      IDENTIFICATA

      La chiave per identificare la “grande folla” si trova nella descrizione stessa che ne fa Rivelazione capitolo 7, e in brani evidentemente paralleli. Rivelazione 7:15-17 dice che Dio ‘spiega su di loro la sua tenda’, che vengono guidati “alle fonti delle acque della vita”, e che Dio asciuga “ogni lagrima dai loro occhi”. In Rivelazione 21:2-4 troviamo espressioni parallele: “La tenda di Dio è col genere umano”, egli ‘asciuga ogni lagrima dai loro occhi’ e ‘la morte non è più’. Questa visione non si riferisce a persone in cielo, di dove ‘scende la Nuova Gerusalemme’, ma sulla terra, fra il genere umano.

      Ma sorge la domanda: Se la “grande folla” è formata da persone che ottengono la salvezza e rimangono sulla terra, come mai viene detto di loro che ‘stanno in piedi davanti al trono di Dio e davanti all’Agnello’? (Riv. 7:9) Lo ‘stare in piedi’ è usato a volte nella Bibbia per indicare una posizione approvata o di favore agli occhi di colui alla cui presenza si trova il singolo o il gruppo. (Sal. 1:5; 5:5; Prov. 22:29; Luca 1:19) Infatti nel precedente capitolo di Rivelazione “i re della terra e gli uomini preminenti e i comandanti militari e i ricchi e i forti e ogni schiavo e ogni persona libera” sono descritti nell’atto di cercare di nascondersi “dalla faccia di colui che siede sul trono e dall’ira dell’Agnello, perché il gran giorno della loro ira è venuto, e chi

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