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  • Iotam
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • di Gedeone, Abimelec, figlio avuto da una schiava, assassinò tutti i suoi fratellastri, cioè tutti meno Iotam, che si era nascosto. In seguito, quando i proprietari terrieri di Sichem acclamarono Abimelec loro re, Iotam andò in cima al monte Gherizim e, ricorrendo all’illustrazione di alcuni alberi, pronunciò una maledizione profetica sui proprietari terrieri di Sichem e su Abimelec. Quindi fuggì e si stabilì a Beer. — Giud. 9:6-21, 57.

      2. Figlio di Uzzia (Azaria) re di Giuda e di Ierusa figlia di Zadoc. (II Re 15:32, 33; I Cron. 3:12; II Cron. 27:1; Matt. 1:9) Quando Uzzia fu colpito da lebbra per essersi adirato con i sacerdoti che l’avevano ripreso perché era entrato illecitamente nel tempio con l’intenzione di offrire incenso, Iotam cominciò ad assolvere i doveri regali invece di suo padre. Ma evidentemente solo alla morte di Uzzia ebbero inizio i sedici anni del regno di Iotam, allora venticinquenne (777-ca. 762 a.E.V.). — II Re 15:5, 7, 32; II Cron. 26:18-21, 23; 27:8.

      All’epoca di Iotam si fece la registrazione genealogica di certi gaditi, e Isaia, Osea e Michea prestavano servizio come profeti. (I Cron. 5:11, 17; Isa. 1:1; Osea 1:1; Mic. 1:1) Anche se i suoi sudditi praticavano un’adorazione errata sugli alti luoghi, Iotam personalmente fece ciò che era giusto agli occhi di Geova. — II Re 15:35; II Cron. 27:2, 6.

      Durante il regno di Iotam si costruì molto. Egli eresse la porta superiore del tempio, fece notevoli lavori di edilizia sulle mura di Ofel, inoltre costruì città nella regione montuosa di Giuda, luoghi fortificati e torri nei boschi. — II Cron. 27:3-7.

      Tuttavia non ebbe un regno pacifico. Combatté gli ammoniti e alla fine ebbe la meglio su di loro. Il risultato fu che per tre anni pagarono un tributo annuo di cento talenti d’argento e diecimila cor (ca. 2.200.000 l) sia di grano che di orzo. (II Cron. 27:5) Durante il regno di Iotam il paese di Giuda cominciò a subire attacchi militari da parte di Rezin re di Siria e Peca re d’Israele. — II Re 15:37.

      Alla sua morte Iotam fu sepolto nella città di Davide, e salì al trono di Giuda suo figlio Acaz, che aveva quattro anni circa quando Iotam era diventato re. — II Cron. 27:7—28:1.

      Poiché Iotam regnò solo sedici anni, il “ventesimo anno di Iotam” menzionato in II Re 15:30 si deve evidentemente intendere il ventesimo anno da quando era diventato re, in realtà il quarto anno del regno di Acaz. Può darsi che lo scrittore di II Re abbia preferito non introdurre a questo punto Acaz successore di Iotam perché doveva ancora fornire alcuni particolari relativi al regno di Iotam.

  • Ipocrita
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    • Ipocrita

      Persona che pretende di essere quello che non è, che non agisce in armonia con le sue parole.

      Il sostantivo greco reso “ipocrita” (hypokritès) significa “colui che risponde”, e anche attore di teatro. Gli attori greci e romani usavano grandi maschere congegnate in modo da amplificare la voce. Perciò il termine greco hypokritès finì per essere usato in senso metaforico per indicare un simulatore. Lo stesso termine ricorre nella Settanta in Giobbe 34:30 e 36:13 per tradurre l’ebraico hhanèph. Gli ipocriti sono “infedeli” (confronta Luca 12:46 con Matteo 24:51), e “ipocrisia” (hypòkrisis) nelle Scritture può anche significare “malvagità” e “astuzia”. — Confronta Matteo 22:18; Marco 12:15; Luca 20:23; vedi anche Galati 2:13, dove hypòkrisis è tradotto “pretesa”.

      Gesù Cristo disse che erano ipocriti coloro che facevano doni di misericordia con ostentazione, quelli che pregavano e digiunavano per essere visti dagli uomini e chi rimproverava la mancanza del proprio fratello simile a una pagliuzza ma non faceva nulla per eliminare i propri difetti grossi come travi. Cristo classificò come tali quelli che si dichiaravano servitori di Dio ma non discernevano il significato del tempo in cui vivevano e degli avvenimenti in corso, mentre erano pronti a trarre conclusioni dall’aspetto della terra e del cielo per sapere che tempo avrebbe fatto. — Matt. 6:2, 5, 16; 7:1-5; Luca 6:42; 12:54-56.

      Sulla terra il Figlio di Dio non solo denunciò l’ipocrisia dei capi religiosi di Israele, ma spiegò anche perché lo faceva. Essi servivano il Creatore solo con le labbra, rendendo la Parola di Dio senza valore a motivo delle loro tradizioni. (Matt. 15:1, 6-9; Mar. 7:6, 7) Le loro azioni non erano in armonia con le loro parole. — Matt. 23:1-36; vedi FARISEI.

      Un chiaro esempio di comportamento ipocrita è quello dei discepoli dei farisei e dei seguaci del partito di Erode che interrogarono Gesù sul problema delle tasse. Prima ricorsero all’adulazione dicendo: “Maestro, noi sappiamo che sei verace e insegni la via di Dio secondo verità”. Quindi gli fecero una domanda tranello: “È lecito pagare il tributo a Cesare o no?” Giustamente Gesù li chiamò ipocriti, dato che non volevano veramente una risposta, ma avevano fatto la domanda solo per cogliere in fallo Gesù, — Matt. 22:15-22; Luca 20:19-26.

      L’ipocrisia non si può nascondere all’infinito. (Luca 12:1-3) Gli ipocriti sono condannati da Dio essendo immeritevoli di vita eterna. (Matt. 24:48-51) Perciò l’amore e la fede del cristiano devono essere senza ipocrisia. (Rom. 12:9; II Cor. 6:4, 6; I Tim. 1:5) La sapienza dall’alto non è ipocrita. — Giac. 3:17.

  • Ippopotamo
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    • Ippopotamo

      Vedi BEEMOT.

  • Ira
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Ira

      Nella Bibbia le parole ebraiche e greche il cui significato fondamentale è “narici” (perché la persona adirata respira forte [o sbuffa]), “ardore”, “eccitazione”, “ira”, “rabbia”, “eccesso [di malumore]”, “desiderio o impulso naturale”, sono tradotte “ira”, “indignazione”, “collera”, ‘ardente opposizione’, “furore” e “furia”, secondo il contesto e le sfumature del significato.

      L’IRA DI DIO

      L’ira può essere giustificata o ingiustificata. Da parte di Dio, l’ira è sempre giustificata, essendo dettata dal suo diritto all’esclusiva devozione e dalla sua costanza nel sostenere la verità, e dominata dall’amore per la giustizia e per coloro che praticano la giustizia. L’ira di Dio non ha mai origine da un capriccio momentaneo, di cui rammaricarsi poi. Geova vede tutti i lati di una questione e ha piena, completa conoscenza della situazione. (Ebr. 4:13) Egli legge il cuore, nota fino a che punto si tratta di ignoranza, di negligenza o di peccato volontario,

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