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  • w83 15/6 pp. 3-4
  • Distrutto un “luogo santo”: Che cosa significa oggi

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  • Distrutto un “luogo santo”: Che cosa significa oggi
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1983
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  • ‘Fuggite ai monti’
  • Adempimento del primo secolo
  • Devastata Gerusalemme
  • Prefigurata la “grande tribolazione” avvenire
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1970
  • Storicamente prefigurato il desolatore della cristianità
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1971
  • “Il lettore usi discernimento”
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    Il millenario regno di Dio si è avvicinato
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1983
w83 15/6 pp. 3-4

Distrutto un “luogo santo”: Che cosa significa oggi

“EDIFICI ECCLESIASTICI E TEMPLI DISTRUTTI IN TUTTO IL PAESE IN UN’ESPLOSIONE DI VIOLENZA ANTIRELIGIOSA!”

COME si stupirebbe la maggioranza delle persone se qualche giorno tali titoli dovessero venire annunciati dai mezzi di informazione! Ma questo non è solo possibile; è inevitabile!

Come può avvenire una tal cosa? Perché la profezia biblica mostra chiaramente che questo è ciò che accadrà molto presto in un paese dopo l’altro. Per esempio, la profezia di Matteo, capitolo 24, menziona la desolazione di un “luogo santo”. Sebbene questo avvenisse in effetti nel primo secolo della nostra èra volgare, avrà un adempimento molto più grande nel nostro giorno.

La profezia fu data prima riguardo a Gerusalemme e al suo magnifico tempio, usato dai giudei nella loro adorazione. In un’occasione, quando parlava ai suoi discepoli Gesù Cristo disse degli edifici del tempio: “Non vedete tutte queste cose? Veramente vi dico: Non sarà lasciata qui pietra sopra pietra che non sia diroccata”. — Matteo 24:2.

Perché Dio avrebbe recato tale avverso giudizio su quel “sacro” tempio del primo secolo e sul sistema religioso che esso rappresentava? Perché i giudei erano divenuti apostati. Avevano abbandonato le leggi di Dio che erano state date loro per mezzo di Mosè. Inoltre, avevano respinto i rappresentanti di Dio inviati per avvertirli, perfino versando il loro sangue. Perciò Gesù disse: “Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono mandati . . . Ecco, la vostra casa vi è abbandonata”. — Matteo 23:37, 38.

‘Fuggite ai monti’

A quelli che sinceramente adoravano Dio, Gesù indirizzò queste parole: “Quando scorgerete perciò la cosa disgustante che causa desolazione, dichiarata per mezzo del profeta Daniele, stabilita nel luogo santo (il lettore usi discernimento), quelli che sono nella Giudea fuggano ai monti. Chi è sulla terrazza non scenda a prendere i beni della sua casa; e chi è nel campo non torni a casa per prendere il mantello. Guai alle donne incinte e a quelle che allattano un bambino in quei giorni!” — Matteo 24:15-19.

Perché Gesù incitò i suoi seguaci ad affrettarsi in tal modo, ‘fuggendo ai monti’? Egli dichiarò: “Poiché allora vi sarà grande tribolazione come non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora, no, né vi sarà più. Infatti, a meno che quei giorni non fossero abbreviati, nessuna carne sarebbe salvata; ma a motivo degli eletti quei giorni saranno abbreviati”. — Matteo 24:21, 22.

Ma esattamente cosa intese dire Gesù quando parlò della “cosa disgustante che causa desolazione . . . stabilita nel luogo santo”? Che volle dire con la “grande tribolazione”, e con la “carne” che doveva essere salvata? Perché sarebbe avvenuto a “motivo degli eletti” che la tribolazione sarebbe stata ‘abbreviata’?

Adempimento del primo secolo

Quale fu l’effettivo adempimento di questa profezia nel primo secolo? Notate, prima di tutto, l’urgente avvertimento di fuggire ai monti ‘quando scorgerete la cosa disgustante che causa desolazione, stabilita nel luogo santo’.

Cos’era questa cosa disgustante causa di desolazione? La storia ci narra che cosa causò effettivamente la distruzione di Gerusalemme: Furono gli eserciti dell’Impero Romano. Quando quegli eserciti comparvero la prima volta armati intorno a Gerusalemme, quello fu il segnale perché la persona dotata di “discernimento” uscisse dalla zona. E questo avvenne nell’anno 66 E.V. Allora, gli eserciti romani al comando del generale Cestio Gallo circondarono Gerusalemme e anche attaccarono il muro del tempio, scalzandolo. Avrebbero potuto facilmente catturare l’intera città.

Così, gli eserciti romani stavano “nella città santa”. (Confronta Matteo 4:5; 27:53). Anche i giudei apostati consideravano ‘sante’ Gerusalemme e le località circostanti. La presenza di quegli eserciti in questo “luogo santo” era disgustante per i giudei.

Ma, per qualche ragione non chiara agli storici, il generale Gallo ritirò poi i suoi eserciti e si allontanò. Questo fu il segnale predetto da Gesù. Era venuto il tempo perché i suoi seguaci, gli “eletti”, cominciassero a fuggire. Riconoscendo l’urgenza dei tempi, essi uscirono presto da Gerusalemme e da tutta la Giudea, come Gesù aveva comandato. Lo storico Eusebio dichiara che fuggirono attraverso il fiume Giordano nelle vicinanze di Pella sulla regione montagnosa di Galaad.

Devastata Gerusalemme

Alcuni anni dopo, nel 70 E.V., gli eserciti romani al comando del generale Tito tornarono nella Giudea e circondarono Gerusalemme. Ma in quel tempo tutti gli “eletti”, i cristiani, erano già fuori della “città santa”. Perciò, quando in quel tempo i romani circondarono Gerusalemme, non c’era più l’opportunità che qualcuno fuggisse per mettersi al sicuro. — Luca 19:43, 44.

Dopo un breve assedio di quattro mesi e venticinque giorni, gli eserciti di Roma demolirono la città e il tempio. Lo storico Giuseppe Flavio, un testimone oculare, indica che il numero dei morti fu di 1.100.000 e quello dei prigionieri di 97.000. Le cifre furono alte perché gli infedeli giudei non prestarono ascolto all’avvertimento di Gesù di fuggire. Fecero la cosa opposta. Al tempo di una festa religiosa si riversarono in Gerusalemme e furono tutti intrappolati quando i romani circondarono improvvisamente la città.

Il fatto che gli “eletti” cristiani non erano più in Gerusalemme significava che Dio non si sarebbe dovuto preoccupare della loro sicurezza. Si erano già messi in salvo. Dio poté quindi permettere ai romani di entrare in Gerusalemme ed eseguire rapidamente il Suo giudizio contro la città. Così dato che gli eletti cristiani erano già fuori di Gerusalemme, quei giorni di tribolazione terminarono più presto, essendo stati “abbreviati”. Questo permise a della “carne”, ai 97.000, di sopravvivere.

Quella “grande tribolazione” del 70 E.V. fu la più terribile calamità che si fosse mai abbattuta su Gerusalemme. Portò a una fine permanente la città edificata dai giudei, il suo tempio e il sistema di religione di cui era il centro.

Ma che cosa ha a che fare questa storia antica con noi che viviamo in questo ventesimo secolo? Molto.

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