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  • Il ritorno di Cristo: Sapete che cosa aspettarvi?

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  • Il ritorno di Cristo: Sapete che cosa aspettarvi?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1966
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  • GESÙ CRISTO È RIGETTATO
  • LE COSE TRASCURATE
  • LA SITUAZIONE ODIERNA
  • IL VERO SIGNIFICATO DEL RITORNO DI CRISTO
  • IL PROGRAMMA DEL RE
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1966
w66 1/9 pp. 517-521

Il ritorno di Cristo: Sapete che cosa aspettarvi?

Durante la prima presenza di Cristo molti si aspettavano cose sbagliate. Come possiamo oggi evitare lo stesso sbaglio?

GESÙ nacque in una nazione che era in uno stato di attesa. The Jewish Encyclopedia (Vol. VIII, pagina 508) ci dice: “Dopo la caduta della dinastia dei Maccabei, quando il dispotico governo di Erode il Grande e della sua famiglia, e la crescente tirannide dell’impero romano avevano reso sempre più insopportabile la loro condizione . . . i Giudei [cercarono] rifugio nella speranza di un Messia personale. Desideravano ardentemente il promesso liberatore della casa di Davide, che li avrebbe liberati dal giogo dell’odiato usurpatore straniero, che avrebbe posto fine all’empio dominio romano, e avrebbe stabilito al suo posto il proprio regno di pace e giustizia”.

Sì, la maggioranza dei Giudei si aspettavano che il Messia fosse un vittorioso Condottiero, che venisse maestosamente da Giuda e guidasse la nazione in una strepitosa vittoria su Roma, ristabilendo così l’indipendenza e la sovranità nazionale dei Giudei. Questa veduta era favorita dai loro capi religiosi, particolarmente dai Farisei. Sembra che i Sadducei non condividessero nella stessa misura questa speranza messianica ma operassero per edificare la nazione mediante l’arte di governo e la collaborazione con le esistenti potenze politiche.

GESÙ CRISTO È RIGETTATO

Gesù non soddisfece le aspettative messianiche dei capi religiosi che guidavano il pensiero del popolo giudaico. Sebbene nascesse a Betleem di Giudea, venne a loro dall’oscura città di Nazaret in Galilea. (Giov. 7:52) Egli parlò ai Farisei della liberazione spirituale dalla falsa adorazione e disse loro che solo rimanendo nella sua parola “conoscerete la verità, e la verità vi renderà liberi”. Non era questo che essi volevano udire dal Messia atteso; e, ritenendosi giusti, negarono qualsiasi bisogno di tale liberazione dal peccato e dall’adorazione sbagliata, chiamando Gesù “Samaritano” e, in effetti, ‘religioso nuovo venuto’. — Giov. 8:31-33, 48, 53, 57.

Dai Sadducei Gesù era considerato un pericolo giacché, secondo loro, i suoi insegnamenti mettevano in pericolo la posizione dei Giudei rispetto alle potenze politiche che li circondavano. Perciò si unirono ai Farisei nel complottare la morte di Gesù. — Giov. 11:45-50; Matt. 16:1; Atti 5:17.

Quindi, sebbene il popolo comune in genere ‘lo ascoltasse con piacere’, considerasse attivamente la possibilità che fosse il promesso Messia, si meravigliasse delle sue meravigliose guarigioni, e arrivasse fino al punto di cercare, senza riuscirvi, di fare Gesù loro re, in complesso furono influenzati in modo sfavorevole dai loro governanti e capi religiosi e furono indotti a rigettarlo. (Mar. 12:37; Giov. 7:25-27, 31, 40-42; 6:15; Matt. 12:23; 27:20) Senza maestosa comparsa, senza vittoriose conquiste, senza indipendenza nazionale, il Messia non poteva essere presente, essi ragionavano.

LE COSE TRASCURATE

Essi commisero un tragico errore. Perché? L’indiscutibile evidenza che Gesù era il Messia si poteva vedere. Egli era genealogicamente perfetto per la posizione; dal punto di vista cronologico era venuto nel tempo esatto predetto nella profezia; ed era innegabilmente il promesso ‘profeta come Mosè’ che non solo compiva miracoli ma destava persino i morti, qualche cosa che Mosè non aveva mai fatto.a Sì, la sua umile apparenza, l’essere rigettato dai capi della nazione, la maniera della sua morte, e della sua risurrezione, era tutto lì nell’ispirata Parola di Dio, se solo vi avessero prestato attenzione, preferendola ai loro capi religiosi. (Zacc. 9:9; Sal. 118:22; Isa. 53:12; Sal. 34:20; 16:10) Invece, permisero che la loro attenzione fosse rivolta alle cose sbagliate, particolarmente all’indipendenza nazionale dei Giudei. Riscontriamo persino che due discepoli di Gesù, dopo la sua morte, chiesero delusi: “Ma noi speravamo che quest’uomo fosse colui che è destinato a liberare Israele”. — Luca 24:21.

Eppure Gesù era venuto come Liberatore e aveva compiuto la più grande opera di liberazione che Israele avesse mai visto, aprendo le porte e mostrando la via della libertà dalla schiavitù alla falsa religione di cui i loro capi religiosi li avevano resi schiavi. — Luca 4:17-20.

Inoltre, Gesù diede inizio al ministero cristiano, che doveva diffondere in tutta la terra genuina istruzione biblica e produrre una congregazione internazionale con un’unità basata sull’amore senza uguale fra le nazioni. (Matt. 28:19, 20; Giov. 13:34, 35; 15:17-19) I suoi membri sarebbero stati unti eredi con Cristo del celeste regno di Dio, così superiore a qualsiasi dominio fuori della Gerusalemme terrestre. — 2 Tim. 4:18; 1 Piet. 2:9, 10.

Il fondamento di un sistema di cose completamente nuovo, capace di portare alla perfezione l’intera struttura delle condizioni umane, fu posto dal sacrificio della perfetta vita umana di Gesù. (Ebr. 9:15, 28) Questo sarà molto più grande anche delle guarigioni fisiche di specifiche malattie compiute da Gesù!

LA SITUAZIONE ODIERNA

Che dire, dunque, della seconda presenza di Cristo? Che cosa abbiamo diritto di aspettarci? Come possiamo evitare di commettere lo stesso errore dei Giudei durante la sua prima presenza?

A cominciare dall’ultima parte del diciannovesimo secolo, in molti paesi c’era la diffusa credenza che il ritorno di Cristo fosse imminente. Molti erano pronti a vederlo apparire all’improvviso, cavalcando maestosamente nubi letterali, per radunare i suoi eletti, risuscitare tutti i morti e giudicarli individualmente (insieme al resto di milioni di viventi della terra), tutto in ventiquattr’ore.

Molti capi religiosi, comunque, rigettavano l’idea di un diretto intervento personale di Cristo nella situazione della terra. Essi insegnavano che il regno di Cristo sia diffuso nel cuore degli uomini e che la chiesa cristiana, cooperando con i governi “cristiani”, porterà costantemente il genere umano con la sua forza morale verso l’unione con Cristo.

Che cosa dovremmo credere? Come possiamo sapere che cosa aspettarci? Certo abbiamo bisogno d’essere guidati dalla Parola di Dio, la Bibbia, e da ciò che Gesù stesso, come pure i suoi ispirati discepoli, dissero in merito alla sua seconda venuta. Perché non leggete ora Matteo 24, 25, Luca 21, Marco 13, e 2 Timoteo 3:1-5, che contengono alcune delle più importanti profezie che ci dicono che cosa aspettarci al ritorno di Cristo?

IL VERO SIGNIFICATO DEL RITORNO DI CRISTO

Leggendo le suddette scritture, riscontriamo che né Gesù né i suoi apostoli indicarono che il tempo del suo ritorno sarebbe stato un tempo di pace e fratellanza internazionale, ma, piuttosto, un tempo di guerra e violenza internazionale. (Matt. 24:7, 8) Non sarebbe stato un tempo d’immediata liberazione da tutti i problemi e dalla sofferenza ma un tempo di carestie, piaghe, terremoti, un tempo d’ansietà e afflizione per le nazioni. (Luca 21:11, 25, 26) Non sarebbe stato un tempo di moralità e bontà, ma un tempo di “illegalità” e di “tempi difficili” a causa di uomini amanti del denaro, amanti dei piaceri, sfrenati, ingrati, delinquenti e ipocritamente religiosi. (Matt. 24:12; 2 Tim. 3:1-5) Gesù non disse che il lieto annuncio riguardo al suo ritorno e all’istituzione del suo regno sarebbe stato dato da eminenti capi religiosi ed ecclesiastici onorati, popolari nella società. Egli disse che sarebbe stato annunciato da persone le quali sarebbero state perseguitate e odiate da “tutte le nazioni” e che sarebbero state trascinate nelle corti e imprigionate. — Matt. 24:9, 14; Luca 21:12-19.

Paragonate ciò con quanto è avvenuto dall’anno 1914. Per oltre trent’anni prima di quella data e per mezzo secolo d’allora in poi, i testimoni di Geova hanno additato l’anno 1914 come tempo della fine dei “fissati tempi delle nazioni” e tempo in cui Cristo avrebbe cominciato il suo dominio del Regno. (Luca 21:24) Gli sconvolgenti avvenimenti che cominciarono quell’anno indussero un gruppo di otto eminenti ecclesiastici in Inghilterra a pubblicare verso la fine del 1917 un manifesto il quale dichiarava che “la presente crisi addita la fine dei tempi dei Gentili” e che “la rivelazione del Signore può aspettarsi in ogni momento”. Comunque, quando la prima guerra mondiale finì, questi ministri, come il resto dei loro compagni del clero, si immischiarono nelle questioni nazionali e internazionali e misero da parte la loro precedente dichiarazione relativa al ritorno di Cristo e al significato dei tempi. Da allora essi hanno influenzato le loro greggi religiose perché rigettassero la predicazione dell’annuncio che la seconda presenza di Cristo è cominciata.

Perciò, come il clero del giorno di Gesù, il clero del nostro giorno ha commesso un tragico errore e per la medesima ragione: Si sono aspettati le cose sbagliate. Hanno dimenticato ciò che disse Gesù ai Farisei quando lo interrogarono intorno alla venuta del regno di Dio, cioè: “Il regno di Dio non viene in modo da osservarsi con sorpresa, né si dirà: ‘Eccolo qui!’ o: ‘Là!’ Poiché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi”. (Luca 17:20, 21) I Farisei non riconobbero Gesù quale principale rappresentante del Regno, sebbene fosse proprio in mezzo a loro. Così, oggi, il clero religioso e i governanti rifiutano di riconoscere, e perseguitano persino, gli umili uomini e donne che Gesù manda come suoi ambasciatori a proclamare il suo dominio del Regno. — Matt. 24:9, 14.

In precedenti numeri di questa rivista abbiamo mostrato che la seconda presenza di Cristo è un ritorno spirituale e perciò invisibile agli occhi umani. Ora, si noti ciò che disse Gesù, com’è riportato in Luca 17:26: “Inoltre, come avvenne ai giorni di Noè, così sarà pure ai giorni del Figlio dell’uomo”. Egli fece anche riferimento ai “giorni di Lot”. Perché “giorni” invece di “giorno”? Perché la seconda presenza di Cristo non è questione di ventiquattr’ore soltanto durante le quali giudica le persone al ritmo di oltre 35.000 al secondo (come dovrebbe fare in considerazione della vasta popolazione della terra). È piuttosto un periodo di anni, come i “giorni di Noè” e i “giorni di Lot” compresero un periodo di anni. Durante questo tempo il regnante Re e Giudice è invisibilmente presente e adempie alcuni scopi. Quali sono?

IL PROGRAMMA DEL RE

Prima, egli eliminò un maggiore problema: l’opposizione in cielo dei suoi principali avversari, Satana e i suoi demoni, che sconfisse in una guerra celeste (e perciò invisibile) e gettò giù in una posizione difficile nelle vicinanze della nostra terra. Questo non recò immediato sollievo agli abitanti della terra ma, invece, “guai alla terra e al mare, perché il Diavolo . . . [ha] grande ira, sapendo che ha un breve periodo di tempo”. — Riv. 12:7-12.

Ora, dal suo celeste trono, il giudice Cristo Gesù può rivolgere alla terra la sua attenzione e ricompensare i suoi fedeli seguaci che dormono nella morte con la risurrezione alla vita nei cieli, affinché siedano “su troni per giudicare” con lui. (1 Cor. 15:20-23; Luca 22:28-30) Che dire di quelli vivi sulla terra che affermano di essere suoi seguaci? Nella parabola del “grano” e delle “zizzanie” Gesù mostrò che il mondo sarebbe stato pieno di finti cristiani e che si sarebbero dovuti separare i suoi veri seguaci al “termine di un sistema di cose”. (Matt. 13:36-43) Alcuni che una volta lo servivano avrebbero cominciato a dire nel loro cuore: “Il mio signore ritarda”, e avrebbero dovuto essere rigettati come classe dello “schiavo malvagio”. Altri avrebbero dimostrato d’essere della medesima classe dello “schiavo fedele e discreto” come gli apostoli e i primi discepoli. Di questa classe dello “schiavo”, Gesù disse che lo avrebbe costituito “sopra tutti i suoi averi”. Gli “averi” del Re, Cristo Gesù, si riferiscono agli interessi terreni del suo regno, di cui questi fedeli cristiani devono aver cura mentre dispensano lo spirituale “cibo a suo tempo”. Fanno questo promovendo ed espandendo la proclamazione del messaggio del Regno in tutto il mondo per mezzo di una campagna di predicazione estesa a tutta la terra. — Matt. 24:45-51.

Inoltre, il Re e Giudice usa questi fedeli predicatori del Regno come una specie di “pietra di paragone” per compiere un’opera di divisione. Dal suo trono celeste egli, in effetti, fa dell’intera terra un’aula di tribunale e di ogni soglia un banco di testimoni per i padroni di casa mentre manda questi testimoni in tutte le nazioni e così procede a separare “gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri”. La gente vede, non Cristo, ma, piuttosto, questi fedeli seguaci che il Re chiama “fratelli”. — Matt. 25:31-45.

In questo modo una “grande folla” di persone dal cuore retto che odono l’annuncio del messaggio del Regno dato da questi testimoni si schierano dalla parte di quel Regno e partecipano alla proclamazione d’esso. Sono uniti come “un solo gregge” con i celesti eredi del Regno e preparati alla vita su una terra paradisiaca sotto il giusto nuovo ordine di Dio. — Riv. 7:9, 10; Giov. 10:16; Riv. 21:1-4.

Giacché vi è una straordinaria opera da compiere, e questo malgrado l’opposizione, c’è bisogno di perseveranza, e perciò il Re dice: “Chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato. E questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni; e allora verrà la fine”. (Matt. 24:13, 14) Quando perciò l’opera di proclamazione e radunamento sarà stata compiuta a soddisfazione del Re, egli agirà quindi da esecutore dei giudizi di Geova purificando la terra da tutti gli oppositori del suo regno, visibili e invisibili, ponendo fine con ciò al dominio della terra da parte di uomini egoisti e demoni invisibili. — Dan. 2:44; Riv. 19:11-15; 20:1-3.

I “giorni del Figlio dell’uomo” in cui ora ci troviamo sono giorni d’opportunità, giorni d’azione, per prendere la nostra decisione a favore del Re ora regnante, Cristo Gesù. Coloro che oggi si ostinano ad attendere l’evidenza sbagliata sono in grave pericolo. Possiate voi ora capire chiaramente il vero significato del ritorno di Cristo e agire in tempo per accertarvi d’essere conservati in vita nel giusto nuovo ordine di Dio, ora vicino.

[Nota in calce]

a Paragonate Mich. 5:2; Gen. 49:10; Dan. 9:25; Deut. 18:18, 19; Isa. 53:4; con Matt. 2:1-6; Luca 3:23-33; Matt. 1:18-25; Luca 7:11-23.

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