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  • Il salario della slealtà

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  • Il salario della slealtà
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1975
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  • CIASCUNO DEVE BADARE A SÉ
  • LE AZIONI DELLO “SCHIAVO MALVAGIO” E LA SUA RICOMPENSA
  • TEMPO DI SERIA CONSIDERAZIONE PER TUTTI
  • Lo “schiavo” che visse fino a vedere il “segno”
    Il millenario regno di Dio si è avvicinato
  • “Continuano a seguire l’Agnello”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2009
  • Uno “schiavo” che è sia fedele che discreto
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2004
  • “Chi è realmente lo schiavo fedele e discreto?”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2013
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1975
w75 1/9 pp. 517-520

Il salario della slealtà

IN NESSUNA disposizione divina o umana c’è posto per chi è sleale. Questo vale specialmente per chi occupa posti di responsabilità. “Ciò che si richiede dagli economi è che ciascuno sia trovato fedele”, dice la Bibbia. — 1 Cor. 4:2.

Quando Gesù Cristo fu sulla terra dodici uomini ebbero l’incomparabile opportunità di essere i suoi intimi compagni, di imparare direttamente da lui e d’essere i suoi più fidati discepoli. Uno di loro, comunque, perse l’apprezzamento e divenne sleale, causando grandi difficoltà a Gesù e agli undici apostoli fedeli. La slealtà fece perdere a Giuda Iscariota il meraviglioso premio della vita celeste come re e sottosacerdote associato a Cristo. Egli fu congedato dall’intimo gruppo di Gesù prima che Gesù istituisse il pasto della Commemorazione e perse la promessa che Cristo fece agli undici fedeli: “Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; e io faccio un patto con voi, come il Padre mio ha fatto un patto con me, per un regno”. — Luca 22:28, 29; 13:22-30.

Quale fu il salario della slealtà di Giuda? Da una parte del “libro mastro”, trenta semplici pezzi d’argento (il prezzo di uno schiavo se era ucciso dal toro di un uomo), dall’altra parte, il disfavore di Dio e la morte. (Eso. 21:32) Persino i nemici di Gesù, con i quali Giuda collaborò, disprezzarono questo traditore. Dopo che Gesù era stato condannato dall’alta corte giudaica, Giuda provò una terribile angoscia mentale, fino al punto che gettò via il denaro del tradimento e andò a impiccarsi. Non fece questo per vero pentimento, ma perché si rese conto di aver perso tutto. Gesù lo chiamò “il figlio di distruzione”. — Giov. 17:12; Matt. 27:3-10.

CIASCUNO DEVE BADARE A SÉ

Poco dopo la sua risurrezione e ascensione al cielo, il giorno di Pentecoste dell’anno 33 E.V. Gesù formò la congregazione cristiana. Ivi la classe dello “schiavo fedele e discreto”, in cui presero l’iniziativa gli apostoli di Gesù, cominciò a cibare con cibo spirituale i singoli componenti della divina ‘casa della fede’ appena formata. (Atti 2:1, 14, 46, 47) Questa classe dello “schiavo”, la congregazione cristiana unta dallo spirito, sarebbe rimasta leale fino al tempo in cui Cristo sarebbe venuto a distruggere il presente sistema di cose malvagio. — Matt. 28:18-20.

Ciò nonostante, Gesù diede loro un avvertimento riguardo alla lealtà. Perché? Ebbene, come classe, la congregazione di Dio sarebbe rimasta fedele. La Bibbia mostra che il preordinato numero di 144.000 sarebbe stato completato. I componenti di tale numero sarebbero stati infine “suggellati” come fedeli. (Riv. 7:1-8; 14:1-5) Così ‘tutto [lo spirituale] Israele [o l’Israele di Dio] sarebbe stato salvato’. (Rom. 11:26; si paragoni Galati 6:16). Ma in quanto ai singoli individui che avrebbero formato quel corpo, o quella classe dello “schiavo”, ciascuno doveva essere provato, esaminato, e doveva dimostrare la sua integrità e lealtà. “Chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato”, disse Gesù. — Matt. 24:13; Giac. 1:3; Riv. 14:12.

Perciò, dopo avere parlato dello “schiavo fedele e discreto” che sarebbe stato leale sino alla sua venuta, Gesù proseguì dicendo: “Ma se quello schiavo malvagio dicesse in cuor suo: ‘Il mio signore ritarda’, e cominciasse a battere i suoi compagni di schiavitù e mangiasse e bevesse con gli ubriaconi inveterati [letteralmente, (quelli) che si ubriacano], il signore di quello schiavo verrà in un giorno che non s’aspetta e in un’ora che non sa, e lo punirà con la massima severità [letteralmente, lo reciderà in parti] e gli assegnerà la sua parte con gli ipocriti”. — Matt. 24:48-51; Luca 12:45, 46, Traduzione interlineare del Regno (inglese).

Notiamo che Gesù non disse che lo “schiavo fedele e discreto” sarebbe divenuto sleale. Ma in quanto ai singoli componenti della classe di quello “schiavo”, Gesù indicò semplicemente la possibilità che non tutti sarebbero stati leali, così come uno dei dodici, Giuda, dopo avere cominciato bene, era finito male. Geova Dio farà ereditare il Regno solo a quelli che sono leali e provati. (2 Piet. 1:10, 11) Perciò Gesù avvertì ognuno dei suoi unti seguaci generati dallo spirito di badare a sé. A tutti i suoi discepoli disse: “Siate svegli, dunque, supplicando in ogni tempo affinché riusciate a scampare da tutte queste cose destinate ad accadere e a stare in piedi dinanzi al Figlio dell’uomo”. — Luca 21:36.

LE AZIONI DELLO “SCHIAVO MALVAGIO” E LA SUA RICOMPENSA

Perciò, ogni individuo doveva badare attentamente di non essere troppo sicuro di sé, negligente o sonnacchioso. L’apostolo Paolo consigliò: “Chi pensa di stare in piedi badi di non cadere”. (1 Cor. 10:12) Certo era passato il tempo di ubriacarsi, o di vino letterale o in modo spirituale con gli ubriaconi religiosi. — Isa. 29:9; 1 Piet. 4:3.

In Matteo 24:48-51 Gesù descrisse come pensa, parla e agisce colui che diventa infedele. Alcuni di coloro che un tempo facevano parte della classe dello “schiavo” avrebbero perso la gioia dell’attesa e si sarebbero stancati di aspettare la venuta del Signore. Sarebbero divenuti egoisti. Coloro che avrebbero intrapreso tale condotta sarebbero divenuti amici del mondo, quindi nemici di Dio. (Giac. 4:4) Avrebbero cominciato a ‘battere i loro compagni di schiavitù’ verbalmente, opponendosi a loro e alla loro opera di proclamare la buona notizia del Regno. In questi “ultimi giorni” alcuni di questi formano una classe la quale, secondo la sua condotta, non riconosce l’invisibile presenza di Cristo e non discerne né ammette che è vicino il tempo in cui verrà a distruggere il mondiale sistema di cose.

Essi avrebbero verbalmente ‘battuto i loro compagni di schiavitù’, spinti dal desiderio di dominare o esercitare il potere su altri. Avrebbero desiderato una posizione elevata per essere guardati con rispetto. Ma non avrebbero potuto soddisfare la loro ambizione. Cristo non avrebbe permesso a questi sleali di avere il dominio sulla sua congregazione o di dividerla e fermare l’opera che compie. Invece, al momento dell’ispezione, Cristo avrebbe ‘reciso in parti’ costoro, stroncando tali individui dalla classe dello “schiavo fedele e discreto”.

Benché Cristo descrivesse la condotta che avrebbe contraddistinto gli sleali, non li preordinò certo perché divenissero tali. Essi intraprendono un corso di slealtà secondo il proprio libero arbitrio e i propri desideri. Sono simili allo “schiavo malvagio e pigro” della parabola dei talenti. (Matt. 25:24-30) Sono ‘economi’ sleali, infedeli e perciò non possono rimanere fra il ‘personale della casa’ dei “domestici” di Cristo. (Matt. 24:45) Il loro cristianesimo si rivela ipocrita e il loro posto è con gli ipocriti religiosi della cristianità. Infatti, alcuni di loro in effetti son tornati a credere alle false dottrine della cristianità, come quelle della Trinità, dell’immortalità dell’anima umana e del tormento letterale in un ‘inferno di fuoco’ eterno. Alcuni si sono alleati con le chiese della cristianità e partecipano ai loro sforzi di opporsi alla predicazione della buona notizia compiuta dai testimoni di Geova.

Fra gli ipocriti della cristianità questi sleali non provano nessun piacere spirituale e devono condividere le esperienze di quegli ipocriti. In quanto a tale “schiavo” malvagio, “quivi saranno il suo pianto e lo stridor dei suoi denti”, disse Gesù. (Matt. 24:51) Non hanno espressioni di vero pentimento, ma di vessazione e delusione, la “tristezza del mondo” che “produce la morte”. (2 Cor. 7:10) Non desiderano affatto associarsi o lavorare con lo “schiavo fedele e discreto” nel vero servizio del Signore.

TEMPO DI SERIA CONSIDERAZIONE PER TUTTI

Poiché Cristo dice che eseguirà il giudizio, il quale ‘comincia dalla casa di Dio’, per badare a sé ognuno deve schierarsi al fianco della classe dello “schiavo fedele e discreto”. (1 Piet. 4:17) Deve continuamente esaminarsi per vedere se è leale. Sa che la fedeltà deve venire dal cuore. In questi giorni è possibile esser preda del “peccato che facilmente ci avvince”, la perdita della fede. (Ebr. 12:1) Ora questo pericolo è tanto più presente perché il Diavolo sa di avere solo breve tempo e combatte accanitamente contro gli unti di Dio generati dallo spirito che sono sulla terra e contro chiunque si associa e coopera con loro nella predicazione della buona notizia del Regno. — Riv. 12:12, 17; si paragoni I Pietro 5:8.

Vedendo chiaramente l’adempimento della profezia di Gesù sul nostro tempo, riconoscendo il “segno” comprovante che viviamo nel “termine del sistema di cose”, dobbiamo ‘levare la testa perché la nostra liberazione s’avvicina’. Dobbiamo anche prestare viva attenzione a noi stessi e al modo in cui viviamo. Anche se parlava nell’interesse dei discepoli che erano con lui proprio a quel tempo, egli disse pure: “Quello che dico a voi lo dico a tutti: Siate vigilanti”. — Mar. 13:37; Luca 21:28.

Quindi, la situazione è seria per tutti. L’apostolo Pietro riassunse la nostra posizione dicendo: “Giacché tutte queste cose devono quindi esser dissolte, quale sorta di persone dovete essere voi in santi atti di condotta e opere di santa devozione, aspettando e tenendo bene in mente la presenza del giorno di Geova, per cui i cieli essendo infuocati saranno dissolti e gli elementi essendo intensamente caldi si fonderanno! Ma secondo la sua promessa noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, e in questi dimorerà la giustizia. Quindi, diletti, giacché aspettate queste cose, fate tutto il possibile per essere infine trovati da lui immacolati e senza difetto e in pace”. — 2 Piet. 3:11-14.

Perciò, mentre vi sono molte tentazioni e anche difficili prove, il leale riceve come salario il favore di Dio, la felicità, la pace e la vita eterna. D’altra parte, la slealtà può dare per breve tempo una certa soddisfazione dei desideri carnali, ma finisce presto per recare solo infelicità, vergogna e morte.

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