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FeliceAusiliario per capire la Bibbia
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avrebbe dato del denaro come prezzo della propria scarcerazione. — Atti 24:24-27.
L’amministrazione di Felice creò molto malcontento fra gli ebrei. Fu “un esempio lampante di malgoverno coloniale”. (The Interpreter’s Dictionary of the Bible, Vol. 2, p. 264) Forse nel 58 E.V. “Felice ebbe per successore Porcio Festo; e siccome Felice desiderava guadagnare il favore dei Giudei, lasciò Paolo” in prigione. (Atti 24:27) Comunque questo gesto di Felice non lenì le ferite che aveva inflitte agli ebrei; né impedì loro di inviare a Roma una delegazione per ribadire le accuse contro di lui. Dopo esser stato richiamato a Roma evitò la punizione solo grazie all’intercessione di suo fratello Pallante e alla posizione di favore di cui questi godeva presso Nerone.
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FelicitàAusiliario per capire la Bibbia
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Felicità
[da una forma del verbo ebraico ʼashàr, “dichiarare felice”; gr. makàrios, “felice”].
Le felicità descritte nei Salmi e nei Proverbi, e in special modo quelle menzionate da Gesù Cristo nel Sermone del Monte, sono spesso chiamate “beatitudini”. Tuttavia “felicità” è la traduzione più esatta dei termini biblici. Molte versioni moderne in italiano e in altre lingue a volte traducono ʼashàr e makàrios coi termini “felice” e “felicità”, come fa in ogni caso la Traduzione del Nuovo Mondo. Makàrios è infatti tradotto “felice” in Atti 26:2 (Di; Ga; VR e altre versioni).
GEOVA E GESÙ CRISTO
Geova è il “felice Iddio” e suo Figlio Gesù Cristo è chiamato: “il felice e solo Potentato”. (I Tim. 1:11; 6:15) Nonostante il fatto che il nome e la sovranità di Geova sono stati sfidati con l’introduzione della malvagità sia in cielo che sulla terra, egli è sicuro del risultato di ciò che si propone; non si può fare nulla al di fuori di quello che la sua volontà permette. (Isa. 46:10, 11; 55:10, 11) La sua longanimità nel permettere condizioni che è in suo potere modificare ha avuto un fine e uno scopo ben definito; perciò è felice. — Rom. 9:22-24.
Il salmista esclama: “La gloria di Geova sarà a tempo indefinito. Geova si rallegrerà nelle sue opere”! (Sal. 104:31) Egli è il primo e il più grande Datore di doni buoni e perfetti, e non lascia che la sua generosità e amorevole misericordia siano amareggiate dall’ingratitudine delle sue creature. (Giac. 1:17) Suo Figlio Gesù Cristo, avendo piena fiducia nel Padre suo e facendo sempre quello che piace a Dio, è felice. (Giov. 8:29) Anche quando era nelle prove e nella sofferenza Gesù provò un’intima gioia. — Ebr. 12:2; confronta Matteo 5:10-12.
LA FONTE DELLA FELICITÀ
Ogni felicità promessa nella Bibbia dipende dall’avere la giusta relazione con Dio; tutte si realizzano in base all’amore di Dio e al fedele servizio reso a lui. Non si può raggiungere la vera felicità senza ubbidire a Geova. Per essere felici è indispensabile la sua benedizione, perché la felicità è uno dei suoi ‘doni buoni’ e ‘regali perfetti’.
La felicità non deriva dalla potenza né dall’ammassare beni materiali. Gesù disse: “Vi è più felicità nel dare che nel ricevere”. (Atti 20:35) A chi mostra considerazione per l’umile, provando così la felicità del dare, è promesso: “Geova stesso lo guarderà e lo conserverà in vita. Egli sarà dichiarato felice sulla terra”. (Sal. 41:1, 2) Le cose che contribuiscono alla vera felicità sono la conoscenza di Geova, la sapienza che proviene da lui e anche la sua correzione e disciplina. (Prov. 2:6; 3:13, 18; Sal. 94:12) La persona veramente felice confida in Geova (Prov. 16:20), si diletta nella Sua legge e la segue (Sal. 1:1, 2; 112:1), agisce con giustizia (Sal. 106:3) e teme Dio. — Sal. 128:1.
UNA NAZIONE FELICE
Un intero popolo o nazione può essere felice, se segue veramente Geova suo Dio e osserva le sue leggi. (Sal. 33:12; 144:15) La nazione d’Israele, in seguito alla giusta amministrazione di Davide e per tutto il tempo in cui il re Salomone seguì la legge di Geova, era sicura e felice, “come i granelli di sabbia che sono presso il mare per moltitudine, e mangiavano e bevevano e si rallegravano”. (I Re 4:20, 25; 10:8; II Cron. 9:7) Questo dimostra quale influenza ha un giusto governo sulla nazione. (Confronta Proverbi 29:2, 18). Gesù precisò cosa era necessario alla felicità nazionale parlando con gli ebrei nazionalisti i quali pensavano che, essendo discendenti carnali di Abraamo e Giacobbe, erano la ‘felice nazione il cui Dio è Geova’. (Sal. 33:12) Disse chiaramente che il regno di Dio sarebbe stato loro tolto e “dato a una nazione che ne produca i frutti”. (Matt. 21:43) In seguito l’apostolo Pietro applicò il termine “nazione” ai fratelli spirituali di Cristo, dicendo: “Voi siete ‘una razza eletta, un regal sacerdozio, una nazione santa, un popolo di speciale possesso, affinché dichiariate le eccellenze’ di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua meravigliosa luce”. — I Piet. 2:9.
DICHIARAZIONI DI CRISTO SULLA FELICITÀ
Enumerando nove felicità, particolari qualità che permettono di avere il favore di Dio e la prospettiva di ereditare il regno dei cieli, Gesù introdusse il suo Sermone del Monte in modo da attirare veramente l’attenzione. (Matt. 5:1-12) In queste felicità si nota che né la condizione in cui uno si trova a motivo del tempo e dell’avvenimento imprevisto, né le azioni puramente umanitarie che potrebbe compiere, procurano la felicità. La vera felicità deriva da quelle cose che hanno a che fare con la spiritualità, l’adorazione di Dio e l’adempimento delle sue promesse. Per esempio, Gesù dice: “Beati i poveri in spirito . . .” (CEI). O secondo una traduzione più comprensibile: “Felici quelli che si rendono conto del loro bisogno spirituale, poiché a loro appartiene il regno dei cieli”. (Matt. 5:3) Poi prosegue: “Felici quelli che fanno cordoglio, poiché saranno confortati”. (Matt. 5:4) Dal contesto (vv. 3 e 6) è evidente che non parlava di tutti coloro che fanno cordoglio per qualsiasi ragione. Il cordoglio doveva essere prodotto dal loro stato di bisogno spirituale e dalla loro fame e sete di giustizia. Le persone afflitte per questi motivi sarebbero state notate e favorite da Dio che avrebbe concesso loro appagamento spirituale, proprio come promette Gesù: “Poiché saranno saziati”. — Confronta II Corinti 7:10; Isaia 61:1-3; Ezechiele 9:4.
Nel libro di Rivelazione, Gesù Cristo, per mezzo del messaggero angelico, annuncia sette felicità. (Riv. 1:3; 14:13; 16:15; 19:9; 20:6; 22:7; 22:14) Il libro dichiara nell’introduzione: “Felice chi legge ad alta voce e quelli che odono le parole di questa profezia e osservano le cose in essa scritte”. (1:3) E nella conclusione: “Felici quelli che lavano le loro lunghe vesti, affinché abbiano l’autorità di andare agli alberi della vita e affinché entrino nella città [la Nuova Gerusalemme] per le sue porte”. — 22:14.
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FeniceAusiliario per capire la Bibbia
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Fenice
[gr. Phòinix, palma da dattero].
“Porto di Creta”. (Atti 27:12) La nave adibita al trasporto di grano, su cui viaggiava Paolo, prigioniero, diretto a Roma, salpò da Bei Porti per svernare a Fenice
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