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Nelle famiglie divise può esserci felicità?La Torre di Guardia 1978 | 1° marzo
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condotta e disciplina esposta nelle Sacre Scritture, possiamo essere una testimonianza vivente della veracità della Parola di Dio secondo cui i suoi servitori sono davvero un popolo felice, che serve gli interessi dell’eterno regno di Dio e di suo Figlio. Ognuno di noi, quindi, può fare la sua parte per promuovere e mantenere la felicità nella famiglia, alla gloria del nome di Geova!
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Traiamo beneficio dall’autorità di CristoLa Torre di Guardia 1978 | 1° marzo
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Traiamo beneficio dall’autorità di Cristo
NESSUN uomo o gruppo di uomini ma Gesù Cristo soltanto è Capo della congregazione cristiana. Egli non si arrogò questo onore né lo ottenne per consenso popolare. Glielo concesse il Padre suo. Scrivendo ai compagni di fede a Efeso, l’apostolo Paolo dichiarò che Dio ‘diede Gesù come capo sopra tutte le cose alla congregazione’. — Efes. 1:22.
È appropriato che Gesù Cristo occupi la posizione di capo della congregazione. I suoi insegnamenti, la sua vita e particolarmente la sua morte di sacrificio costituiscono la base stessa dell’esistenza della congregazione. Nessuno può essere membro della congregazione indipendentemente da Gesù Cristo. Gesù disse: “Io sono la via e la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. — Giov. 14:6.
L’autorità di Cristo è mai oppressiva? Al contrario, il modo in cui agì quando fu uomo sulla terra è la prova che esercita l’autorità con amore e misericordia. Con pazienza egli spiegò ai discepoli le cose difficili, non caricandoli mai con più cose di quelle che erano in grado di capire. Ebbe amorevole cura delle loro necessità, facendo in modo che avessero il riposo e la tranquillità di cui avevano bisogno. In un’occasione, quando “non avevano agio nemmeno di mangiare un pasto”, Gesù disse ai discepoli: “Venite in privato, voi, in un luogo solitario, e riposatevi un po’”. (Mar. 6:31) Infine, Gesù depose la vita per i discepoli. Per usare le sue stesse parole, “nessuno ha amore più grande di questo, che qualcuno ceda la sua anima a favore dei suoi amici”. — Giov. 15:13.
L’esercizio dell’autorità da parte di Gesù Cristo non fu mai caratterizzato da mancanza di fiducia nei suoi seguaci. Egli espresse fiducia nel loro desiderio di compiere l’opera e la volontà del Padre suo. Ad esempio, una volta Gesù disse: “Chi esercita fede in me, farà anch’egli le opere che io faccio, e farà opere più grandi di queste”. — Giov. 14:12.
Come dovette essere incoraggiante per i discepoli udire queste parole! Singolarmente, nessuno dei discepoli di Gesù poteva neppure lontanamente fare tutto ciò che aveva fatto il loro Maestro. Però, collettivamente, poterono fare opere più grandi. Al tempo fissato da Dio, poterono portare la “buona notizia” a Ebrei e non Ebrei molto lontano dalla Giudea, dalla Galilea e dalla Perea, dove aveva predicato Gesù. Per mezzo di loro furono fatti molti più discepoli di quelli che aveva fatti Gesù nei tre anni e mezzo del
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