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  • È più vicino di quanto essi pensino
    La Torre di Guardia 1951 | 15 ottobre
    • Unite le potenze di questo vecchio mondo sono impegnate in una propaganda e uno strenuo sforzo militare nel tentativo di rafforzare le sue trincerate posizioni. I capi politici, commerciali e religiosi vantano questo apparato di forza e con superba presunzione ripongono la loro fiducia sugli schemi e le istituzioni umane come se fossero fortezze inespugnabili. Ma proprio come l’antica città di Babilonia cadde rovinosamente dalla sua superba altezza in una notte fatale nel 539 a.C., così cadrà la moderna Babilonia, improvvisamente.

      Guardate questa moderna controparte dell’antica Babilonia. È una donna immorale che commette fornicazione coi governanti della terra. La sua bellezza e il suo splendore sono così artificiosi ed effimeri, un velo superficiale, sotto cui v’è grande corruzione ed ogni immondezza. (Apoc. 17:1-6, 15, 18; 1 Giov. 2:16, 17) Nessuna meraviglia, dunque, che Geova determini di spandere su di essa la sua implacabile ira e il suo ardente furore in questo grande e terribile giorno che è tanto vicino. Perciò suona l’allarme e l’avvertimento per tutti gli abitanti della terra: “Ecco, il giorno dell’Eterno [Geova] giunge: giorno crudele, d’indignazione e d’ira ardente, che farà della terra un deserto, e ne distruggerà i peccatori. Io punirò il mondo per la sua malvagità, e gli empi per la loro iniquità; farò cessare l’alterigia de’ superbi, e abbatterò l’arroganza de’ tiranni”. — Isa. 13:9, 11.

      Come Isaia, il profeta dell’antichità che fece risuonare questo avvertimento, così oggi i fedeli testimoni di Geova si affrettano per tutto il mondo dichiarando che “il giorno di vendetta del nostro Dio” è vicinissimo. (Isa. 61:2) Certo, questa proclamazione suscita un gran vociare tra la folla del Diavolo. “Urlate, poiché il giorno dell’Eterno è vicino; esso viene come una devastazione dell’Onnipotente”. (Isa. 13:6; Giac. 5:1) Nondimeno l’avvertimento dev’esser fatto risuonare per il bene delle persone di buona volontà che ricevono questo messaggio di giudizio come una buona novella. Di casa in casa i testimoni si affrettano affinché nessuno sia trascurato. Le persone interessate, una volta trovate, vengono rivisitate perché abbiano ulteriori prove bibliche che la distruzione di Babilonia “sta per venire” e “i suoi giorni non saran prolungati”. — Isa. 13:22.

      Ora non è il tempo di lasciarsi attirare dallo splendore di questo mondo o d’essere ingannati dalla sua affettazione propagandistica secondo cui “tutto va bene”. Ora non è il tempo di accaparrare tutto ciò che si può ottenere dei beni di questo mondo per propria protezione. Né è tempo di posporre Harmaghedon nel proprio pensiero. (1 Tess. 5:24) Ora, come mai per l’innanzi, è tempo, di spicciarsi a prendere un’azione che salvi la vita mentre c’è ancora tempo. ‘È ora omai che vi svegliate,” dice l’apostolo Paolo. (Rom. 13:11) La distruzione dell’odierna Babilonia spazzerà via il terreno per l’estensione del benedetto governo teocratico di Dio fino all’estremità della terra. Sia lodato Iddio che tali importanti avvenimenti sono più vicini di quanto la maggioranza pensi!

  • Domande dai lettori (2)
    La Torre di Guardia 1951 | 15 ottobre
    • Domande dai lettori

      ◆ Come poteva Gesù condannare giustamente il fico che non portava frutto e farlo seccare, dato il fatto che non era la stagione dei fichi? — P. S., Oklahoma.

      La narrazione dice: “Da una certa distanza egli vide un fico che aveva foglie, e andò a vedere se per caso vi trovasse qualche cosa. Ma, giuntovi, non trovò niente altro che foglie, perché non era la stagione dei fichi. Quindi, in risposta, gli disse: ‘Nessuno mangi del tuo frutto mai più in eterno.’ Subito dopo l’albero si seccò e morì. (Marco 11:12-14, 20, NM) Diversi dotti della Bibbia cercano di mostrare che sotto certe condizioni i fichi erano sugli alberi in quel tempo dell’anno, ma i loro argomenti non sembrano troppo fondati, e non riescono a controbattere la spiegazione scritturale che “non era la stagione dei fichi”. Perché, dunque, condannare l’albero? Perché l’aspetto dell’albero induceva gli osservatori ad attender frutto da esso. Nel caso dei fichi il frutto compare prima delle foglie, e quando le foglie sono spuntate si può attendere di trovar frutto. Questa pianta aveva foglie. Gesù lo vide da lontano.

  • Domande dai lettori (1)
    La Torre di Guardia 1951 | 15 ottobre
    • Domande dai lettori

      ◆ Che significa Apocalisse 20:5 con le parole: “Il rimanente dei morti non vissero di nuovo finché furon finiti i mille anni”? — J. S. Kentucky.

      Questo non significa che “il rimanente dei morti”, quelli che non fanno parte dei membri del corpo di Cristo che regnano con lui nel cielo per mille anni, non hanno risurrezione fino alla fine del millennio. La parola “di nuovo” non è negli antichi, attendibili manoscritti, come mostrano le traduzioni moderne basate sugli ultimi studi in questo campo. La Traduzione del Nuovo Mondo, in inglese, rende questa parte del testo: “Il rimanente dei morti non vennero alla vita finché i mille anni non furono finiti”. Nei secoli passati l’umanità è stata considerata in generale come “morta in falli e peccati”, sotto la sentenza di morte ereditata da Adamo, senza diritto alla vita, e quindi non avente pienezza di vita agli occhi di Dio. Non sarà che al termine del regno millenario, dopo la prova causata dal ritorno di Satana per un po’ di tempo, che i benefici del riscatto di Cristo verso coloro che abiteranno la terra raggiungeranno il loro culmine. È allora che Geova Dio li dichiara giusti e scrive i loro nomi permanentemente nel “libro della vita”, ed essi entrano in pieno nella vita eterna. Poi, abolita la morte adamica, gli abitanti della terra per la prima volta ‘vengono alla vita’ nel più completo senso della vita come la considera Geova Dio. — Efes. 2:1; Apoc. 20:7-9, 12, 15; 22:19.

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