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    Ausiliario per capire la Bibbia
    • per ragioni giudiziarie o riguardanti i suoi servitori. Gli aspetti geofisici della zona spiegano perché Israele abbia avuto una storia di attività sismica che non è ancora finita. Per esempio, recentemente dal golfo di ‘Aqaba è comparsa una gravissima frattura in direzione N-NE. In Palestina terremoti di una certa intensità si sono verificati circa ogni cinquant’anni, e altri di minore intensità molto più spesso.

      Gesù predisse che un aspetto della sua presenza sarebbero stati terremoti in gran numero e di forte intensità. (Matt. 24:3, 7, 8; Mar. 13:4, 8) Dal 1914 E.V., e in particolare dal 1948, c’è stato un crescente numero di terremoti, specie di forte intensità. Prima del 1948 erano raggruppati e inframezzati da periodi di stasi, ma dopo ci sono stati violenti terremoti quasi ogni anno, oltre a un gran numero di scosse minori. — Vedi The Encyclopedia Americana, supplementi annuali, 1965-1967, alla voce “Terremoti”.

      Nei sessantanove anni dal 1915 al 1983 ci sono stati 1.631.499 morti accertati in terremoti di forte intensità. Ogni anno si registrano 1.000 scosse abbastanza forti da causare danni. — World Almanac 1985, p. 688.

      USI FIGURATIVI E SIMBOLICI

      Nelle Scritture terremoti sono usati spesso in senso figurativo per descrivere la caduta di nazioni e regni. Nell’antichità i babilonesi confidavano in falsi dèi come Nebo e Marduk, che nella fantasia della gente riempivano i cieli. Inoltre facevano molto affidamento sulla forza del loro possente esercito, ma Dio disse in una dichiarazione contro Babilonia: “Farò agitare lo stesso cielo, e la terra sobbalzerà dal suo luogo alla furia di Geova degli eserciti”. (Isa. 13:13) Per ciò che riguarda Babilonia, dovette essere un grave colpo quando il suo impero cadde e i suoi domini, non più parte della terza potenza mondiale babilonese, diventarono una semplice provincia dell’impero persiano. — Dan. 5:30, 31.

      L’apostolo Paolo usa come illustrazione la terribile manifestazione del Sinai, paragonandola alla più grande e più maestosa assemblea della congregazione cristiana dei primogeniti davanti a Dio e al Figlio e Mediatore sul celeste monte Sion. E prosegue citando come esempio il terremoto avvenuto sul Sinai di cui fa un’applicazione simbolica, per incoraggiare i cristiani a continuare a prestare servizio con coraggio e fede, consapevoli che il Regno e coloro che gli sono leali non saranno scossi, mentre tutte le altre cose dei simbolici cieli e terra saranno ridotte in rovina. — Ebr. 12:18-29.

      Il più grande di tutti i terremoti ancora avvenire è simbolico, e viene descritto in relazione all’ultima delle sette simboliche piaghe finali di Rivelazione. Viene detto che ridurrà in rovina non una o due città, come hanno fatto alcuni dei più violenti terremoti, ma “le città delle nazioni”. Nel descrivere questo cataclisma Giovanni dice: “Vi fu un grande terremoto come non v’era stato da che gli uomini furono sulla terra, un terremoto così esteso, così grande. E la gran città [Babilonia la Grande] si divise in tre parti, e le città delle nazioni caddero”. — Riv. 16:18, 19.

  • Tesoro
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    • Tesoro

      Luogo, di solito un edificio o una stanza, dove vengono depositati per sicurezza denaro o altre cose di valore. Numeri 31:54 indica che all’inizio la “tenda di adunanza” serviva in un certo senso come sacro tesoro dove veniva tenuto l’oro offerto. Le cose di valore di Gerico che ‘appartenevano a Geova’ vennero date “al tesoro della casa di Geova”; questo fa pensare che annesso al tabernacolo ci fosse una specie di luogo del tesoro. (Gios. 6:17, 24) I leviti erano preposti ai tesori offerti o presi come bottino resi santi a Dio. (I Cron. 26:20-28) Anche il tempio costruito da Salomone aveva un luogo del tesoro, dove venivano conservati oro e argento, e anche i costosi utensili del tempio. — I Re 7:51; II Cron. 5:1.

      Sotto la monarchia in Israele c’era inoltre un tesoro reale. (II Re 20:13; 24:13; II Cron. 32:27, 28; Ger. 38:11) Nel corso degli anni oggetti preziosi del tesoro reale e anche del tesoro della casa di Geova furono più volte saccheggiati dai nemici o usati per assoldare nazioni pagane. — I Re 14:26; 15:18; II Re 12:18; 14:14; 16:8; 18:15; 24:13.

      NELLE SCRITTURE GRECHE CRISTIANE

      Quando Gesù era sulla terra una parte del tempio di Gerusalemme era il cosiddetto “tesoro” o “luogo del tesoro”. (Giov. 8:20, NM, CEI) Questo a quanto pare si trovava in quello che veniva chiamato il Cortile delle donne. Secondo fonti rabbiniche, nel tempio ricostruito da Erode c’erano tredici casse del tesoro tutto intorno al muro di questo cortile. Erano svasate con piccole aperture in alto, e la gente vi depositava varie contribuzioni e offerte. (Mar. 12:41) I sacerdoti rifiutarono di mettere nel sacro tesoro i pezzi d’argento buttati nel tempio da Giuda, “perché”, dissero, “sono prezzo di sangue”. (Matt. 27:6) Si ritiene che in quel tempio ci fosse anche un tesoro principale dove veniva portato il denaro delle casse del tesoro.

  • Tessalonica
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    • Tessalonica

      (Tessalònica).

      Il principale porto della Macedonia dove Paolo verso il 50 E.V. stabilì una congregazione cristiana; ora Salonicco. In origine, la vicina Terme, nome che significa “sorgenti calde”, fu una delle ventisei cittadine distrutte da Cassandro, che poi nel 316 o 315 a.E.V. costruì Tessalonica, così chiamata in onore di sua moglie, sorella di Alessandro Magno. La nuova città sorgeva sulla costa occidentale della Penisola Calcidica, sul Golfo Termaico (ora chiamato golfo di Salonicco), dove si incontravano la strada che raggiungeva il Danubio a N e la grande arteria (la lastricata Via Egnatia costruita dai romani) che si estendeva per centinaia di chilometri attraverso la Macedonia fino all’Adriatico.

      Prima della metà del II secolo a.E.V. la Macedonia era divisa in quattro distretti, e Tessalonica era la capitale del secondo. Alcuni anni dopo, quando la Macedonia diventò provincia romana, Tessalonica divenne la sede amministrativa del governo della provincia. Perciò, quando l’apostolo Paolo e Sila giunsero nella città, che si trovava circa 120 km a O di Filippi, constatarono che era una fiorente metropoli di una certa importanza.

      Per tre sabati Paolo predicò nella sinagoga di Tessalonica e in seguito a ciò alcuni ebrei e una moltitudine di proseliti greci divennero credenti e si unirono a Paolo e Sila, e fra loro c’erano “non poche delle donne principali”. (Atti 17:1-4) Non è precisato per quanto tempo Paolo vi sia rimasto, ma abbastanza a lungo perché lui e il suo compagno di viaggio trovassero lavoro per provvedere al proprio sostentamento. Quindi Paolo, benché come apostolo avesse diritto all’aiuto materiale di coloro ai quali impartiva cose spirituali, diede l’esempio che ‘uno dovrebbe mangiare quello che guadagna lui stesso’. (I Cor. 9:4-18; I Tess. 2:9; II Tess. 3:7-12) Probabilmente questo in parte era dovuto alla tendenza di alcuni alla pigrizia. Mentre era a Tessalonica Paolo in due occasioni ricevette in dono dai fratelli di Filippi le cose di cui aveva bisogno. — Filip. 4:16.

      In seguito gli ebrei di Tessalonica che avevano rifiutato

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