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BereaAusiliario per capire la Bibbia
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curare il nuovo gruppo di credenti. — Atti 17:12-15.
Paolo senza dubbio passò da Berea o nelle vicinanze durante il terzo viaggio missionario, che lo portò di nuovo in Macedonia. Fra i suoi compagni questa volta c’era Sopatro, un cristiano di Berea. — Atti 20:1-4.
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BereniceAusiliario per capire la Bibbia
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Berenice
(Berenìce) [vittoriosa].
Figlia che Erode Agrippa I ebbe dalla moglie Cipro, nata verso il 28 E.V., sorella di Drusilla e di Erode Agrippa II. (Vedi ERODE n. 4). Nel 58 E.V. Berenice e suo fratello Agrippa fecero visita al procuratore Festo a Cesarea, dove i due, su invito di Festo, “vennero con molta pompa ed entrarono nella camera delle udienze insieme a comandanti militari e a uomini eminenti della città”. Quindi fu introdotto il prigioniero, Paolo, a cui fu consentito di fare una poderosa ed eloquente difesa di fronte a tutti quei dignitari. — Atti 25:13, 23; 26:1-30.
La storia secolare parla della vita immorale di questa donna spudorata. Fidanzata in tenerissima età a un certo Marco, che morì però prima del matrimonio, all’età di tredici anni sposò il proprio zio, da cui ebbe due figli prima della morte di lui nel 48 E.V. Poi visse in modo incestuoso col fratello finché lo scandalo pubblico la costrinse a sposare Polemone re di Cilicia. Poco dopo però lo abbandonò per tornare a vivere col fratello; fu in questo tempo che lei e Agrippa si recarono a Cesarea. Benché avesse tentato di difendere gli ebrei nel 66, Berenice non esitò a giurare fedeltà ai romani con cui ebbe a che fare almeno in due occasioni, prima come amante di Vespasiano e poi come amante di suo figlio Tito. Quest’ultimo l’avrebbe sposata se non fosse stato per l’antisemitismo dei romani.
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Berodac-BaladanAusiliario per capire la Bibbia
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Berodac-Baladan
Vedi MERODAC-BALADAN.
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BestemmiaAusiliario per capire la Bibbia
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Bestemmia
Questo sostantivo italiano come pure l’aggettivo blasfemo derivano dalla parola greca blasphemìa. Questo termine greco significa fondamentalmente linguaggio irriverente, diffamatorio, ingiurioso, e si riferiva a un linguaggio del genere contro Dio o contro esseri umani. In italiano però di solito significa linguaggio irriverente o ingiurioso contro Dio e le cose sacre. È quindi l’opposto di parole di adorazione rivolte alla Persona Divina.
LA BESTEMMIA SOTTO IL PATTO DELLA LEGGE
I primi tre dei dieci comandamenti o “Dieci Parole” affermano l’unicità della posizione di Geova Dio quale Sovrano Universale e il suo diritto esclusivo all’adorazione, ammonendo: “Non ti devi servire del nome di Geova tuo Dio in modo indegno, poiché Geova non lascerà impunito chi si sarà servito del suo nome in modo indegno”. (Eso. 20:1-7) Era condannato anche l’invocare il male su Dio e il maledire un capo del popolo. (Eso. 22:28) Il primo caso di bestemmia di cui si abbia notizia in seguito fu quello di un figlio di un matrimonio misto il quale, lottando con un israelita, “abusava del Nome e invocava su di esso il male”. Geova Dio decretò che il colpevole doveva esser condannato a morte mediante lapidazione, e stabilì che tale doveva essere la giusta punizione di chiunque in futuro ‘abusasse del nome di Geova’, sia israelita che residente forestiero in mezzo a loro. — Lev. 24:10-16.
“BESTEMMIA” NELLE SCRITTURE GRECHE CRISTIANE
L’apostolo Paolo spiegò il significato fondamentale di blasphemìa usando il relativo verbo greco blasphemèin nel citare Isaia 52:5 e Ezechiele 36:20, 21 in Romani 2:24.
La bestemmia include l’atto di arrogarsi gli attributi o le prerogative di Dio, o di ascriverli ad altra persona o cosa. (Confronta Atti 12:21, 22). I capi religiosi ebrei accusarono Cristo Gesù di bestemmia perché aveva detto a certe persone che i loro peccati erano perdonati (Matt. 9:2, 3; Mar. 2:5-7; Luca 5:20, 21), e cercarono di lapidarlo come bestemmiatore perché si dichiarava Figlio di Dio. (Giov. 10:33-36) Davanti al Sinedrio Gesù dichiarò quali fossero il proposito di Dio per lui e l’elevata posizione che gli sarebbe stata concessa. Ragione per cui il sommo sacerdote si strappò le vesti e accusò Gesù di bestemmia, condannandolo alla pena di morte. (Matt. 26:63-66; Mar. 14:61-64) Ma poiché i romani non li autorizzavano a eseguire condanne a morte, i capi religiosi ebrei portarono Gesù davanti a Pilato cambiando astutamente l’accusa di bestemmia in quella di sedizione. — Giov. 18:29–19:16.
Poiché Gesù era il Figlio di Dio e suo diretto rappresentante, le cose dette contro di lui potevano giustamente esser considerate una bestemmia. (Luca 22:65) Anche lo spirito santo o forza attiva emana da Dio ed è intimamente unito alla persona di Dio e perciò Gesù poteva parlare di “bestemmia contro lo spirito”. Questo è definito il peccato imperdonabile. (Matt. 12:31; Mar. 3:28, 29; Luca 12:10) Poiché la bestemmia chiaramente ha origine dal cuore (Matt. 15:19; Mar. 7:21, 22), il motivo o la condizione di cuore, e il grado di negligenza e intenzionalità, sono tutti implicati nella bestemmia contro lo spirito. L’incidente che indusse Gesù a dire che tale peccato era imperdonabile dimostra che bestemmiare contro lo spirito santo significa opporsi all’operato dello spirito di Dio non per inganno, debolezza umana o imperfezione, ma coscientemente, con intenzione e premeditazione. I farisei videro chiaramente che lo spirito di Dio operava in Gesù per fare, il bene, eppure per motivi egoistici attribuirono tale potere a Beelzebub, Satana il Diavolo, bestemmiando così contro lo spirito santo di Dio. — Matt. 12:22-32; confronta Ebrei 6:4-6; 10:26, 27.
Come Gesù, anche Stefano subì il martirio essendo accusato di bestemmia. (Atti 6:11-13; 7:56-58) Paolo, già Saulo, era stato un bestemmiatore e aveva cercato di costringere i cristiani “a fare ritrattazione” (letteralmente: “a bestemmiare”) ma, essendo diventato un discepolo lui stesso, fu oggetto delle blasfeme contraddizioni degli ebrei e, a Efeso, il suo insegnamento fu da certi elementi considerato blasfemo contro la dea pagana Artemide o Diana. (Atti 13:45; 19:37; 26:11; I Tim. 1:13) Mediante la disassociazione, Paolo consegnò Imeneo e Alessandro ‘a Satana affinché mediante la disciplina imparassero a non bestemmiare’. (I Tim. 1:20; confronta II Timoteo 2:16-18). Giacomo spiegò che i ricchi, come classe, erano inclini a ‘bestemmiare l’eccellente nome’ con cui erano chiamati i discepoli. (Giac. 2:6, 7; confronta Giovanni 17:6; Atti 15:14). Negli “ultimi giorni” ci sarebbero stati molti bestemmiatori (II Tim. 3:1, 2), come predice anche il libro di Rivelazione sia con parole dirette che mediante simboli. — Riv. 13:1-6; 16:9-11, 21; 17:3.
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Bestie simbolicheAusiliario per capire la Bibbia
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Bestie simboliche
Da tempo immemorabile gli uomini hanno osservato le caratteristiche e le abitudini degli animali e le hanno attribuite in
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