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  • w72 15/10 pp. 624-626
  • L’Iddio che fa la promessa

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  • L’Iddio che fa la promessa
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1972
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  • RACCONTO RELATIVO ALLA PRIMA COMPARSA DEL MESSIA
  • TESTIMONIANZA DI ALTRI UOMINI PREMINENTI
  • IMPARATE DI PIÙ INTORNO A QUESTO DIO
  • È Gesù Cristo il promesso Messia?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1959
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1992
  • Identificazione del Messia
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1959
  • Erano in attesa del Messia
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2011
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1972
w72 15/10 pp. 624-626

L’Iddio che fa la promessa

CHI è l’Iddio che promette la liberazione al genere umano? Perché dovremmo credere nella sua promessa, e come possiamo confidare in essa?

Per poter fare tale promessa in modo efficace, doveva essere il Creatore di tutte le cose, l’Onnipotente Dio. La Bibbia lo identifica come tale. Non dovrebbe esserci nessun dubbio che sia disposto a liberare il genere umano in un giusto nuovo ordine; ciò si vede dal fatto che l’ha promesso. Ma la nostra propria assicurazione che lo libererà deve derivare dall’esame dei suoi atti e delle sue opere, dall’adempimento di altre promesse che ha fatte.

A parte la sua promessa di liberare il genere umano per mezzo del suo regno messianico, la più importante promessa che abbia fatta è quella della prima venuta del Messia. Avvenne effettivamente come Dio aveva promesso?

RACCONTO RELATIVO ALLA PRIMA COMPARSA DEL MESSIA

Che fosse così si può dimostrare mediante il racconto storico. Sin da tempi molto antichi la Bibbia stabilì certe esigenze per il Messia così che si potesse riconoscere inequivocabilmente. Alcune di queste esigenze sono:

(1) Doveva essere della tribù di Giuda e della stirpe del re Davide:

“Lo scettro [simbolo di autorità dominante] non si allontanerà da Giuda, né il bastone del comandante di fra i suoi piedi, finché venga Silo; e a lui apparterrà l’ubbidienza del popolo”. (Gen. 49:10) “Geova ha giurato a Davide, veramente non se ne ritrarrà: ‘Del frutto del tuo ventre porrò sul tuo trono’”. — Sal. 132:11; Isa. 9:7.

Gesù era di questa stirpe, come mostra la sua genealogia, presa dagli storici Matteo e Luca dal pubblico registro. (Matt. 1:3, 6, 16; Luca 3:23, 31, 33) Questa genealogia, tratta dagli ufficiali archivi dei Giudei, non fu messa in dubbio dai capi giudei vissuti nel primo secolo E.V., benché lo criticassero su ogni punto che poterono immaginare.

(2) Doveva nascere a Betleem:

“E tu, o Betleem Efrata, quella troppo piccola per essere fra le migliaia di Giuda, da te mi uscirà colui che deve divenire il dominatore in Israele”. — Mic. 5:2.

Matteo, citando il summenzionato versetto, riferisce: “Essendo Gesù nato in Betleem di Giudea . . . ” — Matt. 2:1, 5, 6.

(3) Doveva apparire alla fine di sessantanove “settimane di anni” (483 anni) dalla riedificazione delle mura di Gerusalemme (nel 455 a.E.V.):

“E dovresti conoscere e avere perspicacia che dall’emanazione della parola di restaurare e riedificare Gerusalemme fino al Messia il Condottiero, ci saranno sette settimane, anche sessantadue settimane. . . . E dopo le sessantadue settimane Messia sarà stroncato, senza nulla per lui stesso”. — Dan. 9:25, 26.

Effettivamente Gesù si presentò in tempo, nel 29 E.V. (483 anni dopo il 455 a.E.V.), per essere battezzato da Giovanni. A quel tempo divenne il Messia (Unto), unto dallo spirito di Dio. (Luca 3:21-23) I Giudei conoscevano questa profezia relativa al tempo ed erano “in aspettazione” al tempo che Giovanni, precursore di Gesù, cominciò a predicare. — Luca 3:15.

Pure adempiendo la profetica promessa, Gesù fu “stroncato” nella morte come sacrificio di riscatto per il genere umano circa tre anni e mezzo dopo il suo battesimo. Similmente Isaia predisse la morte di sacrificio del Messia. — Isa. 53:10-12.

La storia secolare riconosce che Gesù Cristo visse sulla terra e fu uno straordinario insegnante. Giuseppe Flavio, storico giudeo del primo secolo che non era cristiano, scrisse che Gesù visse durante il governatorato di Ponzio Pilato, che fu un maestro molto influente e che fu il Cristo; che Pilato lo condannò a morte e che apparve nuovamente vivo ai suoi discepoli il terzo giorno. — Antiquities of the Jews, Libro XVIII, Cap. III, par. 3; Giov. 19:15, 16; 20:1, 19; Matt. 27:63, 64; Atti 10:40.

Alcuni possono non credere alla testimonianza degli stessi discepoli di Cristo circa la sua risurrezione, ma considerate questi fatti: Ci furono più di cinquecento testimoni. I discepoli non erano uomini potenti o influenti, per sopraffare o corrompere i soldati posti di guardia alla tomba di Gesù. C’era poca probabilità di accordo segreto fra tante persone, specialmente su qualche cosa da cui non avrebbero tratto nessun personale guadagno materiale. Che fossero testimoni della risurrezione non poteva essere per nessun egoistico motivo; li espose alle sofferenze e alla morte. Resero la loro testimonianza proprio nel luogo dov’erano i più accaniti nemici del Messia, dove una frode poteva certamente essere scoperta. E non aspettarono, ma diedero testimonianza immediatamente, mentre la collera dei capi giudei era al culmine. — 1 Cor. 15:3-8; Atti 2:32; 3:15; 4:10, 18-20; 7:55-58; 8:1.

Che questi testimoni, attestando la risurrezione di Gesù, non ‘fabbricassero’ una storia si può capire ulteriormente dal fatto che la risurrezione fu una sorpresa per loro mentre erano in una condizione disperata e abbattuta. Si erano aspettati che fosse un re umano, e furono straordinariamente colpiti dalla sua morte. (Luca 24:13-43; Giov. 20:24-29) In realtà, la risurrezione di Gesù fu proprio la cosa che diede loro il coraggio di rendere testimonianza, coraggio che non poté essere fiaccato neanche nella più violenta persecuzione.

Dio adempì in modo così sorprendente la sua promessa del Messia in ogni particolare delle summenzionate profezie come di molte altre, che qualsiasi persona ragionevole consideri le prove deve dire: ‘Dio adempie veramente le sue promesse’.

TESTIMONIANZA DI ALTRI UOMINI PREMINENTI

Che Dio adempisse la sua promessa di mandare il Messia è uno dei maggiori esempi della sua fidatezza. Ma ce ne sono innumerevoli altri. Molti uomini che servirono Dio nel passato videro e si resero conto che Dio è fidato nel mantenere le sue promesse non solo una volta, ma in tutta la loro vita. Fra questi ci furono Giosuè, Davide e Salomone.

Nel suo discorso di addio a Israele, Giosuè disse:

“Voi sapete bene con tutto il vostro cuore e con tutta la vostra anima che nessuna parola di tutte le buone parole che Geova vostro Dio vi ha proferite è venuta meno. Vi si son tutte avverate. Nessuna parola è venuta meno”. — Gios. 23:14.

Il re Davide attestò: “I detti di Geova sono detti puri”. — Sal. 12:6.

Suo figlio, il re Salomone, disse in preghiera dinanzi a tutto Israele:

“Benedetto Geova, che ha dato un luogo di riposo al suo popolo Israele secondo tutto ciò che ha promesso. Non è venuta meno una parola di tutta la sua buona promessa che ha promessa per mezzo di Mosè suo servitore”. “O Geova, Dio d’Israele, non c’è nessun Dio simile a te nei cieli o sulla terra, che osservi il patto e l’amorevole benignità . . . tu che hai osservato verso il tuo servitore Davide mio padre ciò che gli promettesti, così che facesti la promessa con la tua bocca, e con la tua propria mano hai dato compimento come in questo giorno”. — 1 Re 8:56; 2 Cron. 6:14, 15.

Questi uomini non erano stolti. Furono uomini saggi e capi di una grande nazione, e riconobbero che solo per mezzo della sorveglianza e della lealtà di Dio alle sue promesse esse poterono adempiersi. E non furono ingannevoli. Il candore degli scrittori delle Scritture, che rivelarono i loro propri errori nonché quelli dei loro governanti e della loro nazione, ne attesta la veracità.

IMPARATE DI PIÙ INTORNO A QUESTO DIO

Se ci interessiamo seriamente d’essere liberati dalla corruzione di questo presente sistema di cose, presteremo la più profonda considerazione alla promessa di Dio. Non c’è nessun’altra fonte che prometta una terra paradisiaca, la restituzione dei nostri cari mediante la risurrezione e la vita eterna. Le promesse umane di un mondo migliore sono misere al confronto, e non possono adempiere neppure queste.

Inoltre, Dio ama l’uomo, la creazione delle sue mani. Egli promette la liberazione non perché sia obbligato a farlo, ma per amore. Mandando suo Figlio sulla terra Dio di sua propria iniziativa compì un atto che pose il fondamento per liberare il genere umano. L’apostolo Paolo scrisse: “Dio ci raccomanda il suo proprio amore in quanto, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo morì per noi”. — Rom. 5:8.

Perché, dunque, dubitare di tale amorevole provvedimento o respingerlo? Piuttosto, acquistate più conoscenza di Dio e delle sue promesse. I testimoni di Geova saranno felici di aiutarvi a seguire l’ispirato consiglio di ‘accertarvi di ogni cosa; attenervi a ciò che è eccellente’. — 1 Tess. 5:21.

“Dipartiti da ciò che è male e fa ciò che è bene, e risiedi dunque a tempo indefinito. Poiché Geova ama il diritto, e non lascerà i suoi leali”. — Sal. 37:27, 28.

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