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  • Imparate leggendo i due libri delle Cronache

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  • Imparate leggendo i due libri delle Cronache
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1985
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1985
w85 1/9 pp. 12-15

Imparate leggendo i due libri delle Cronache

“PERCHÉ ci sono i libri delle Cronache?” Molti studenti se lo sono chiesto nel leggere per la prima volta la Bibbia da cima a fondo. Leggono i libri di Samuele e dei Re e vedono la storia del popolo di Dio sotto i re descritta in maniera vivida, magistrale. Poi si trovano davanti ai due libri delle Cronache: nove lunghi capitoli di genealogie, seguiti da una ripetizione di gran parte del materiale letto in precedenza. L’Eerdmans’ Bible Handbook osserva: “A un primo impatto, le Cronache sembrano una ripetizione più scialba e moralistica di ciò che abbiamo già letto in II Samuele e nei Re”.

Ma solo in apparenza. Come i quattro Vangeli delle Scritture Greche Cristiane trattano tutti lo stesso materiale generale, ma ciascuno lo fa da una diversa visuale e aggiunge informazioni uniche, così lo scrittore dei libri delle Cronache, pur trattando lo stesso materiale generale dei libri precedenti, lo fa dalla propria visuale e fornisce informazioni che non si trovano altrove. Scriveva per un particolare periodo di tempo e con certi obiettivi ben definiti. Se comprendiamo questo fatto, possiamo trarre beneficio dalla lettura di questi libri e imparare lezioni che oggi ci saranno di aiuto.

Soddisfecero una necessità

I libri delle Cronache furono scritti, probabilmente da Esdra, a beneficio degli ebrei ritornati nella Terra Promessa al termine dei settant’anni di cattività babilonese. Dopo aver parlato del regno di Davide e di quello di Salomone e della successiva divisione del popolo di Dio in due nazioni, lo scrittore si concentrò sul regno meridionale di Giuda e ne espose la storia in modo tale da fornire lezioni agli esiliati che avevano fatto ritorno. Delineò lo sviluppo dell’importante linea reale davidica e, nel far questo, provvide la risposta a domande importantissime: Perché Geova aveva permesso che la sua nazione eletta fosse portata in esilio in un paese pagano? E come potevano gli ebrei ritornati in patria (nonché i veri cristiani oggi) evitare di commettere gli errori che avevano portato a questa punizione?

Importanti genealogie

I nove capitoli iniziali di I Cronache contengono lunghi elenchi genealogici. Perché lo scrittore li incluse? Perché le genealogie erano importanti in Israele. Con esse erano collegate eredità e privilegi di servizio. Un certo numero di israeliti rimpatriati, inclusi alcuni della famiglia sacerdotale, non furono in grado di dimostrare di quale discendenza fossero, e questo provocò notevoli inconvenienti. (Esdra 2:59-63) Perciò che si tracciasse un’accurata genealogia era per loro del massimo interesse.

E chi legge la Bibbia oggi? Dovrebbe forse saltare questi nove capitoli e cominciare a leggere Primo Cronache dal racconto della morte di Saul narrata nel capitolo 10? No, questi elenchi genealogici fanno parte di “tutta la Scrittura” che è “ispirata da Dio”. (II Timoteo 3:16) I nove capitoli iniziali di Primo Cronache contengono preziose informazioni che sono importanti e affascinanti.

Solo qui, per esempio, possiamo conoscere Iabez, un discendente di Giuda che si dimostrò straordinariamente onorevole. (I Cronache 4:9, 10) Qui, inoltre, troviamo un utile elenco della linea reale davidica, elenco che rivela l’importante fatto che Zorobabele, governatore degli ebrei dopo il loro ritorno da Babilonia, era di quella stirpe. — I Cronache 3:10-19.

Ulteriori informazioni su Davide

I restanti capitoli di Primo Cronache completano le narrazioni storiche dei libri precedenti, in particolare facendoci conoscere meglio il re Davide. Nei precedenti libri il lettore della Bibbia ha imparato a conoscere Davide come devoto servitore di Geova, valoroso guerriero, poeta e ottimo condottiero. Da Primo Cronache apprendiamo che Davide fu anche uno straordinario organizzatore. Organizzò sia la nazione e l’esercito che l’adorazione nel tempio, creando 24 divisioni di sacerdoti, leviti e musicisti. — I Cronache 23:1–27:22.

Secondo Samuele narra che Davide desiderava ardentemente costruire una “casa”, o un tempio, per l’arca del patto. (II Samuele 7:2-5) Geova non permise a Davide di attuare i suoi piani e Primo Cronache ne spiega il motivo. Davide era un uomo che aveva sparso sangue. Il tempio sarebbe stato costruito dal successore di Davide, un uomo pacifico. (I Cronache 22:8-10) Secondo Samuele ci dice anche come Davide acquistò poi l’aia dove sarebbe stato infine costruito il tempio. (II Samuele 24:18-25) Primo Cronache completa quel racconto descrivendo l’enorme contribuzione che Davide accumulò e tutti i preparativi che fece, perché, quando Salomone fosse stato in condizione di iniziare a costruire il tempio, ogni cosa fosse pronta. (I Cronache 22:6-19) Infatti Geova provvide a Davide persino il progetto del tempio, progetto fedelmente trasmesso a Salomone. — I Cronache 28:9-21.

La benedizione di Geova...

Leggendo poi il secondo libro delle Cronache, noterete che comincia a prendere rilievo un tema: Quando i re di Giuda mostravano completa fiducia in Geova, venivano benedetti. Quando non lo facevano il popolo ne soffriva. Per esempio, Abiam, figlio del re Roboamo, nel combattere contro Israele venne clamorosamente superato in astuzia da Geroboamo, re guerriero del regno settentrionale. I soldati dell’esercito di Abiam si trovarono completamente circondati, per cui “gridavano a Geova, mentre i sacerdoti facevano echeggiare le trombe”. Quale fu il risultato? “Dio stesso sconfisse quindi Geroboamo e tutto Israele dinanzi ad Abia [Abiam] e a Giuda”. — II Cronache 13:14, 15.

In modo simile Asa, figlio di Abia, sconfisse un grandissimo esercito di etiopi forte di un milione di uomini perché fece affidamento su Geova. (II Cronache 14:9-12) Per aver nutrito la stessa fiducia, Giosafat, figlio di Asa, fu salvato dall’attacco simultaneo di ammoniti, moabiti ed edomiti, mentre molti anni dopo un suo discendente, il re Ezechia, fu salvato dalla potenza assira. — II Cronache 20:1-26; 32:9-23.

...e la sua disapprovazione

Nondimeno molti re non manifestarono questa fiducia, di solito per una delle seguenti tre ragioni. La prima fu che molti caddero nella trappola dell’idolatria. Ioas, pronipote di Giosafat, iniziò bene, ma poi si volse all’idolatria. Geova ritrasse la sua protezione, per cui Ioas fu sconfitto in battaglia dai siri e venne infine assassinato. (II Cronache 24:23-25) Amazia, figlio di Ioas, mostrò fino a che punto l’idolatria può essere seducente. All’inizio Amazia mostrò una fede esemplare in Geova. Poi, cosa strana, dopo una guerra vittoriosa contro gli edomiti, prese gli dèi di questo popolo e cominciò ad adorarli! (II Cronache 25:14) Perciò, ancora una volta, Geova ritrasse la sua protezione dal re.

Forse il peggior esempio di idolatria è Manasse. Non solo questo re adorò falsi dèi, ma perseguitò attivamente coloro che erano rimasti leali all’adorazione di Geova. Siccome Manasse “riempì Gerusalemme di sangue innocente”, Geova decise di distruggere Giuda. “Geova non acconsentì a conceder perdono”. (II Re 21:11; 23:26; 24:3, 4) Eppure, fatto sorprendente, Manasse era figlio di Ezechia, uno tra i re ebrei più fedeli. La sua nascita, in effetti, era stata il risultato di un miracolo. Nacque dopo che Geova aveva miracolosamente prolungato la vita a suo padre Ezechia. (Isaia 38:1-8; II Cronache 33:1) E c’è una sorpresa finale. Dopo aver perseguitato per molti anni gli adoratori di Geova, Manasse si pentì e alla fine della sua vita fu un servitore di Geova! — II Cronache 33:1-6, 12-17.

Una seconda cosa che prese in trappola i re di Giuda fu il concludere alleanze con stranieri. Queste alleanze misero nei guai sia il buon re Asa che il meno buono re Acaz. (II Cronache 16:1-5, 7; 28:16, 20) Un tragico risultato di un’alleanza con stranieri si vide nel caso di Giosafat. Questo eccellente servitore di Geova incautamente strinse un’alleanza col re di Israele Acab, un adoratore di Baal. Seguì Acab in incaute spedizioni militari e permise a Ieoram, suo figlio, di sposare Atalia, figlia di Acab. Atalia influì negativamente sul marito, Ieoram, e sul figlio, Acazia, quando essi, prima l’uno e poi l’altro, salirono al trono. Poi, quando Acazia morì, lei usurpò il trono e uccise quasi tutti i possibili rivali. Fatto rallegrante, Geova fece andare le cose in modo da preservare la linea reale davidica, ma che tragiche conseguenze ebbero quegli inutili intrighi con stranieri!

Una terza trappola in cui caddero alcuni re fu la superbia. Essa gettò un’onta sugli ultimi anni del buon re Asa e, a causa d’essa, il re Uzzia, un genio militare, trascorse come lebbroso evitato da tutti l’ultima parte della propria vita. Persino il fedele re Ezechia cadde in questa trappola, allorché fu visitato da messi provenienti da Babilonia e orgogliosamente mostrò loro il tesoro del tempio. — II Cronache 32:25, 26; Isaia 39:1-7.

Imparate leggendoli

Sì, i due libri delle Cronache sono una ricca miniera di informazioni. Indicano che genere di condotta Geova gradisce e dimostrano che persino dei re possono cadere nel peccato. Che avvertimento è per il nostro tempo, specialmente per coloro che ricoprono una posizione di autorità nella congregazione cristiana! L’idolatria moderna è tanto subdola quanto quella esistente al tempo dei re israeliti, e noi dobbiamo essere decisi ad evitarla. (Efesini 3:19; Colossesi 3:5; Rivelazione 13:4) Anche noi dobbiamo evitare di immischiarci inutilmente col mondo. (Giovanni 17:14, 16; Giacomo 4:4) E senza dubbio la debolezza dell’orgoglio, o della superbia, è tuttora un problema contro il quale dobbiamo lottare. — Proverbi 16:5, 18; Giacomo 4:6, 16.

Le utili lezioni apprese dai due libri delle Cronache rafforzeranno la nostra decisione di servire Geova seguendo i buoni esempi ed evitando quelli cattivi che la storia ebraica ci presenta. Ci incoraggeranno a imitare ciò che è bene e ad evitare ciò che è male, affinché ‘per mezzo della nostra perseveranza e per mezzo del conforto delle Scritture abbiamo speranza’. — Romani 15:4.

[Riquadro a pagina 13]

In che modo Primo Cronache permette di dimostrare che Gesù non nacque il 25 dicembre?

Primo Cronache dice che il re Davide organizzò i sacerdoti in 24 divisioni o gruppi e che ciascun gruppo era incaricato di servire nel tempio per una settimana. Pertanto i componenti di ciascuna divisione avrebbero servito nel tempio due volte l’anno, ogni sei mesi circa.

La prima divisione iniziava a prestare servizio immediatamente dopo la fine della festa delle capanne, verso fine settembre-inizio ottobre. L’ottavo gruppo, quello di Abia, prestava servizio per una settimana verso fine novembre-inizio dicembre, e di nuovo un’altra settimana a fine giugno–inizio luglio. Perché ci interessa la divisione di Abia? Perché, secondo il racconto di Luca, il padre di Giovanni il Battezzatore, Zaccaria, apparteneva alla “divisione di Abia” e stava effettivamente servendo nel tempio quando l’angelo gli apparve per annunciargli la futura nascita di Giovanni. — Luca 1:5, 8, 9.

Come mostra il racconto di Luca, Giovanni fu concepito subito dopo. Ragion per cui nacque nove mesi dopo, cioè o all’inizio di settembre o all’inizio di aprile. La narrazione di Luca indica anche che Gesù aveva sei mesi meno di Giovanni. (Luca 1:26) Perciò questo dettaglio del libro delle Cronache mostra che Gesù, anziché nascere alla fine di dicembre, nacque o ai primi di marzo oppure ai primi di ottobre. Altri versetti indicano che il secondo periodo è quello giusto. — Per ulteriori particolari, vedi La Torre di Guardia del 1º giugno 1958, pagina 350.

[Riquadro a pagina 14]

Perché Giuseppe divenne il capostipite di due tribù di Israele, mentre i suoi fratelli di una sola ciascuno?

Primo Cronache ci aiuta a rispondere a questa domanda. A Giuseppe fu data la doppia porzione che apparteneva al primogenito. È vero che Giuseppe era uno dei figli di Giacobbe più piccoli, ma era il maggiore dei figli che Giacobbe ebbe dalla moglie prediletta, Rachele. Per nascita il diritto di primogenitura sarebbe dovuto andare al figlio maggiore di Giacobbe, Ruben, primogenito avuto da Lea. Ma, come narra Primo Cronache, Ruben perse questo diritto a causa di un grave peccato. Il racconto dice: “Ruben . . . era il primogenito; ma per aver profanato il giaciglio di suo padre il suo diritto di primogenito fu dato ai figli di Giuseppe figlio d’Israele, così che non si dovette registrare secondo la genealogia per il diritto del primogenito”. Il racconto prosegue: “Poiché Giuda stesso mostrò d’esser superiore fra i suoi fratelli, il condottiero era da lui; ma il diritto quale primogenito era di Giuseppe”. — I Cronache 5:1, 2.

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