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    Ausiliario per capire la Bibbia
    • pietra (Num. 32:16; I Sam. 24:3; Sof. 2:6) e un’entrata. (Giov. 10:1) Come in tempi più recenti, sui muretti di pietra si mettevano rami di piante spinose. Nella parte più riparata del recinto ci potevano essere anche edifici bassi, dove le pecore erano tenute al riparo durante il cattivo tempo. Anche se greggi di diversi pastori potevano essere rinchiusi nello stesso ovile, non c’era pericolo di confonderli. Le pecore rispondevano solo alla voce del rispettivo pastore. All’entrata dell’ovile c’era un portiere che apriva ai pastori la mattina. — Giov. 10:2-4.

  • Pace
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Pace

      L’ebraico shalòhm ha significato più ampio del termine italiano “pace”. Oltre a indicare l’assenza di guerra o disordini (Giud. 4:17; I Sam. 7:14; I Re 4:24; II Cron. 15:5; Giob. 21:9; Eccl. 3:8), shalòhm può rendere l’idea di salute o sicurezza (Gen. 37:14, NW, ed. 1953, nota in calce), benessere (Gen. 41:16), amicizia (Sal. 41:9) e completezza. (Ger. 13:19) Il termine greco per pace (eirène) pure può significare benessere. Per esempio, il saluto “va in pace” corrisponde all’augurio che ciò che si fa abbia successo. — Mar. 5:34; Luca 7:50; 8:48; Giac. 2:16; confronta I Samuele 1:17; 20:42; 25:35; 29:7; II Samuele 15:9; II Re 5:19.

      Dato che “pace” non sempre è l’esatto equivalente dei termini corrispondenti nelle lingue originali, si deve tener conto del contesto per determinarne il significato. Per esempio, essere “mandato via in pace” poteva significare essere mandato via in modo amichevole, senza paura di interferenze da parte di chi ha dato il permesso di andarsene. (Gen. 26:29; 44:17; Eso. 4:18) ‘Tornare in pace’, per esempio da una battaglia, significava tornare incolume o vittorioso. (Gen. 28:21; Gios. 10:21; Giud. 8:9; 11:31; II Cron. 18:26, 27; 19:1) ‘Chiedere riguardo alla pace’ di uno significava informarsi della sua salute. (Gen. 29:6; 43:27, NW, ed. 1953, note in calce) ‘Operare per la pace’ di qualcuno significava agire per il suo bene. (Deut. 23:6) Morire in pace poteva significare fare una morte tranquilla dopo aver avuto una vita piena o aver realizzato un’ambita speranza. (Confronta Genesi 15:15; Luca 2:29; I Re 2:6). La profezia secondo la quale Giosia sarebbe sceso ‘nel sepolcro in pace’ indicava che sarebbe morto prima che la calamità predetta si abbattesse su Gerusalemme. (II Re 22:20; II Cron. 34:28; confronta II Re 20:19). In Isaia 57:1, 2 viene detto che il giusto trova pace nella morte, sfuggendo così alla calamità.

      RAGGIUNGERE LA PACE

      Geova è Dio di pace (I Cor. 14:33; II Cor. 13:11; I Tess. 5:23; Ebr. 13:20) e Fonte di pace (Num. 6:26; I Cron. 22:9; Sal. 4:8; 29:11; 147:14; Isa. 45:7; Rom. 15:33; 16:20), che è un frutto del suo spirito. (Gal. 5:22) Perciò solo coloro che sono in pace con Dio possono avere vera pace. Trasgressioni gravi rendono tesa la relazione di un individuo con Dio e possono causargli turbamento. Il salmista disse: “Non c’è pace nelle mie ossa a motivo del mio peccato”. (Sal. 38:3) Chi desidera cercare e perseguire la pace deve dunque ‘dipartirsi da ciò ch’è male e fare ciò che è bene’. (Sal. 34:14) Senza giustizia non ci può essere pace. (Sal. 72:3; 85:10; Isa. 32:17) Perciò i malvagi non possono avere pace. (Isa. 48:22; 57:21; confronta Isaia 59:2-8). Viceversa la possiedono coloro che sono pienamente devoti a Geova, amano la sua legge (Sal. 119:165) e osservano i suoi comandamenti. — Isa. 48:18.

      Quando Cristo Gesù era sulla terra, né gli ebrei naturali né i non ebrei erano in pace con Geova Dio. Avendo trasgredito la legge di Dio, gli ebrei erano incorsi nella maledizione della Legge. (Gal. 3:12, 13) In quanto ai non ebrei, estranei al patto di Dio, ‘non avevano nessuna speranza ed erano senza Dio nel mondo’. (Efes. 2:12) Tuttavia, per mezzo di Cristo Gesù sia agli uni che agli altri era offerta l’opportunità di avere una relazione pacifica con Dio. Questo era stato indicato dall’annuncio angelico fatto ai pastori alla nascita di Gesù: “Sulla terra pace fra gli uomini di buona volontà”. — Luca 2:14.

      Il pacifico messaggio proclamato da Gesù e dai suoi seguaci attirava gli ‘amici della pace’, cioè coloro che desideravano essere riconciliati con Dio. (Matt. 10:13; Luca 10:5, 6; Atti 10:36) Allo stesso tempo questo messaggio provocava divisione nelle famiglie, dato che alcuni lo accettavano mentre altri lo rifiutavano. (Matt. 10:34; Luca 12:51) La maggioranza degli ebrei rifiutò il messaggio e perciò non poté discernere “le cose che hanno relazione con la pace”, che evidentemente includevano il pentimento e il riconoscimento di Gesù quale Messia. (Confronta Luca 1:79; 3:3-6; Giovanni 1:29-34). La distruzione di Gerusalemme da parte degli eserciti romani nel 70 E.V. ne fu la conseguenza. — Luca 19:42-44.

      Comunque anche gli ebrei che accettarono la “buona notizia della pace” erano peccatori e per poter essere in pace con Geova Dio avevano bisogno che le loro trasgressioni fossero espiate. A questo provvide la morte di Gesù quale sacrificio di riscatto. (Isa. 53:5) La sua morte in sacrificio sul palo di tortura provvide anche a revocare la legge mosaica, che separava gli ebrei dai non ebrei. Perciò, una volta diventati cristiani, sia gli uni che gli altri potevano essere in pace con Dio e fra di loro. — Efes. 2:14-18; confronta Romani 2:10, 11; Colossesi 1:20-23.

      La “pace di Dio”, cioè la calma e tranquillità che derivano da una preziosa relazione con Geova Dio, salvaguarda il cuore e le facoltà mentali del cristiano impedendogli di essere ansioso per le sue necessità, ma dandogli l’assicurazione che Geova Dio provvede per i suoi servitori ed esaudisce le loro preghiere. Questo gli tranquillizza il cuore e la mente. (Filip. 4:6, 7) Similmente, la pace che Gesù Cristo diede ai suoi discepoli, basata sulla fede che avevano in lui quale Figlio di Dio, servì a calmare il loro cuore e la loro mente. Benché Gesù avesse detto loro che sarebbe venuto il tempo in cui non sarebbe più stato personalmente con loro, non avevano ragione di preoccuparsi né di cedere al timore. Non li lasciava senza aiuto, ma promise di inviare loro lo spirito santo. — Giov. 14:26, 27; 16:33; confronta Colossesi 3:15.

      I cristiani non dovevano prendere per scontata tale pace. Per preservare la pace fra loro, dovevano stare attenti di non far inciampare i compagni di fede. (Rom. 14:13-23) Fu consigliato loro di perseguire la pace e di fare tutto il possibile per essere in pace con Dio. (II Tim. 2:22; Ebr. 12:14; I Piet. 3:11; II Piet. 3:14) Perciò dovevano combattere contro i desideri della carne, che avrebbero causato inimicizia con Dio. (Rom. 8:6-8) Il fatto che per avere l’approvazione di Dio bisognava rimanere in una buona relazione con lui dà maggior peso all’espressione più volte ripetuta: ‘Abbiate pace’. — Rom. 1:7; I Cor. 1:3; II Cor. 1:2; Gal. 1:3; 6:16; Efes. 1:2; 6:23; Filip. 1:2.

      I cristiani inoltre desideravano che altri avessero pace. Perciò, “calzati con la preparazione della buona notizia della pace”, combattevano il loro combattimento spirituale.

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