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  • La via che riconduce alla pace in Paradiso
    La Torre di Guardia 1970 | 1° ottobre
    • re Davide con la promessa del patto che Dio fece con lui. (2 Sam. 7:4-17) Sotto il pacifico dominio di Salomone figlio di Davide buona parte del paese d’Israele fu portata in una condizione molto simile a quella del Paradiso. — 1 Re 4:20-25.

  • Colui che conduce nella via del Paradiso di pace
    La Torre di Guardia 1970 | 1° ottobre
    • Colui che conduce nella via del Paradiso di pace

      1. Quali persone non sono oggi qualificate come discendenti di Giuda e di Davide per essere quel promesso Seme, ma chi lo è?

      OGGI il regno terrestre del re Davide di Gerusalemme non è più, neppure da quando fu costituita la Repubblica d’Israele nell’anno 1948, né da che i Giudei conquistarono tutta Gerusalemme nel 1967 E.V. Nessun Ebreo sulla terra può oggi provare d’essere discendente regale del re Davide. Ma in cielo c’è oggi Uno che può provare d’esser nato sulla terra nella tribù di Giuda e nella famiglia reale del re Davide. Chi è? Se ci rivolgiamo all’ultimo libro della Sacra Bibbia, cioè a Rivelazione 5:5-12, troviamo che è chiamato il “Leone che è della tribù di Giuda” e riguardo al quale è detto: “L’Agnello che fu scannato è degno di ricevere potenza e ricchezza e sapienza e forza e onore e gloria e benedizione”. Egli pure parla chiamandosi “la radice e la progenie di Davide” e afferma d’avere “la chiave di Davide” per aprire e chiudere. (Riv. 22:16; 3:7) Chi è questi? Egli parla di sé come di Gesù.

      2. Perché Gesù rifiutò di divenire re sulla terra?

      2 Ah, sì, è Gesù Cristo, che nacque nella città di Davide a Betleem neppure duemila anni fa ma che è stato glorificato in cielo dal suo celeste Padre Geova Dio. Ma dovette sacrificare la sua vita umana per ottenere quel posto in cielo alla destra di Dio. Per questo motivo si parla di lui come dell’“Agnello che fu scannato”. Sebbene fosse il legittimo erede del re Davide, rifiutò di divenire re sulla terra. Predicò “il regno dei cieli”, il “regno di Dio”. Comunque, quando fu messo a morte sul palo di esecuzione fuori delle mura dell’antica Gerusalemme, il governatore romano del paese aveva fatto mettere sopra la testa di Gesù le parole: “Gesù il Nazareno, il Re dei Giudei”. (Giov. 19:16-22) Non c’è da meravigliarsi che uno dei malfattori appeso al palo accanto a Gesù mostrasse di credere nella risurrezione dei morti e dicesse a Gesù: “Gesù, ricordati di me quando sarai venuto nel tuo regno”.

      3. Quale futura speranza di una terra paradisiaca diede Gesù parlando al malfattore appeso accanto a lui, e come siamo certi che è un paradiso terrestre e non celeste?

      3 La risposta di Gesù mostrò pure la sua fede nella risurrezione dei morti per sé e per questo uomo amichevole. Gesù gli disse: “Veramente ti dico oggi: Tu sarai con me in Paradiso”. (Luca 23:39-43) Questo morente malfattore giudeo aveva conoscenza solo di un Paradiso, e non era un paradiso in cielo, ma il Paradiso d’Eden in cui Adamo ed Eva erano stati creati nella perfezione umana. Gesù si riferì a quel Paradiso. Le parole che disse al malfattore significavano che quando fosse venuto nel suo regno mediante la risurrezione

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