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  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1968
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  • SCOPO DELLE ADUNANZE
  • CONCEZIONI INGANNEVOLI
  • LE ADUNANZE SONO UN OBBLIGO
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1968
w68 15/5 pp. 316-319

Sei invitato a tornare

OGNI anno i testimoni di Geova e i loro amici si adunano in gruppi di congregazione intorno alla terra per celebrare il 14 Nisan la “cena del Signore”, secondo l’antico calendario giudaico. Quest’anno quella cena commemorativa si tenne la sera del 12 aprile. Forse fosti presente.

Annualmente, un gran numero di lettori de La Torre di Guardia assistono alla Commemorazione. Nel 1967, si adunarono per quella sacra occasione in tutto il mondo 2.195.612 persone. Il rapporto di quest’anno non è stato ancora completato, ma abbiamo ogni ragione di credere che il numero dei presenti è stato di nuovo considerevole. Tuttavia qualche cosa ci preoccupa: Lo scorso anno abbiamo osservato che circa un milione di quelli che assisterono alla Commemorazione non sono mai venuti ad alcun’altra adunanza di congregazione. Queste altre adunanze sono della stessa importanza nella vita del cristiano. La Bibbia è tanto esplicita nel consigliarci di assistere a queste adunanze quanto lo è nel comandarci di tenere quella “cena del Signore”. (Ebr. 10:23-25) Perché, dunque, tanti assistono a un’adunanza ma non alle altre?

Un sorprendente numero di persone credono forse che una singola presenza sia tutto ciò che si richiede da loro quali cristiani perché ottengano la salvezza. Pertanto questi perdono i punti principali messi in risalto al pasto serale del Signore, vale a dire il bisogno che i cristiani si radunino regolarmente.

Questo bisogno fu messo in risalto da ciò che accadde immediatamente dopo la prima celebrazione del pasto serale del Signore nell’anno 33 della nostra Èra Volgare. Pensa a ciò che gli apostoli avrebbero perduto se fossero andati via dalla camera superiore e da Gerusalemme quella notte col pensiero di non riunirsi di nuovo fino all’anno seguente. Essi avrebbero perduto la risurrezione di Gesù Cristo, l’adunanza con lui in Galilea, di vederlo ascendere in cielo, il versamento dello spirito santo alla Pentecoste, il miracolo delle lingue. Ma quelli che si adunavano regolarmente per l’adorazione non li persero.

Dopo la risurrezione di Gesù, per timore dei Giudei i discepoli di Cristo si adunarono dietro le porte serrate. Fecero questo nonostante il pericolo che correvano, perché apprezzavano l’essenziale bisogno e l’importanza di adunarsi. In una di tali occasioni il risuscitato Gesù fece loro una visita inaspettata, mostrando in tal modo di approvare ciò che facevano. Gesù entrò attraverso la porta serrata, con grande sorpresa dei discepoli. L’apostolo Tommaso perse questa adunanza. Poiché non era stato presente, i fratelli gli narravano ciò che egli aveva perso, cioè: “Abbiamo visto il Signore!” Tommaso rispose con incredulità: ‘Non ci credo!’ “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, certamente non crederò”. È ovvio che la fede di Tommaso era debole.

Otto giorni dopo i discepoli di Gesù erano di nuovo in adunanza. Questa volta Tommaso era con loro. Il racconto biblico dice: “Gesù venne, benché le porte fossero serrate, e stette in mezzo a loro, dicendo: ‘Abbiate pace’. Poi disse a Tommaso: ‘Metti il tuo dito qui, e vedi le mie mani, e prendi la tua mano e mettila nel mio fianco, e smetti d’essere incredulo e divieni credente’”. (Giov. 20:24-27) La fede di Tommaso fu ristabilita. Per questo servono le adunanze, per ristabilire la fede, per farci continuare a credere. Possiamo ancora far conto sul potere sostenitore di Cristo che può aiutarci nella nostra incredulità, poiché ci diede questa promessa: “Dove due o tre persone sono radunate nel mio nome, io sono in mezzo a loro”. (Matt. 18:20) Egli è in mezzo a noi se ci raduniamo nel suo nome.

SCOPO DELLE ADUNANZE

Assistendo e partecipando regolarmente alle adunanze si compie un esteriore atto di fede. È una parte essenziale nel dichiarare pubblicamente la nostra fede che Cristo è il Signore. L’apostolo Paolo dice che questo deve farsi: “Se pubblicamente dichiari quella ‘parola della tua bocca’, che Gesù è il Signore, ed eserciti fede nel tuo cuore che Dio lo ha destato dai morti, sarai salvato. Poiché col cuore si esercita fede per la giustizia, ma con la bocca si fa pubblica dichiarazione per la salvezza”. (Rom. 10:9, 10) Tommaso in realtà fece pubblica dichiarazione quando vide il Cristo risorto. Egli disse: “Mio Signore e mio Dio!” Ma Gesù disse a Tommaso: “Perché mi hai visto hai creduto? Felici quelli che non vedono e credono”. (Giov. 20:28, 29) Sì, felici quelli che oggi, con fede, fanno pubblica dichiarazione a questo fatto che Gesù è Cristo il Signore.

Le adunanze sono specchi d’acqua dove le anime assetate si radunano per bere. I cristiani si raccolgono regolarmente per rifornirsi in senso spirituale e ricevere istruzioni. Alle adunanze Gesù insegnava ai suoi discepoli molte cose. In un’adunanza dopo la sua risurrezione diede loro l’ordine: “Non vi ritirate da Gerusalemme, ma continuate ad aspettare ciò che il Padre ha promesso . . . sarete battezzati nello spirito santo fra non molti giorni”. (Atti 1:4, 5) In un’adunanza Gesù comandò loro in quanto alla loro opera di servizio: “Mi sarete testimoni . . . fino alla più distante parte della terra”. (Atti 1:8) La mancanza di assistere a quelle adunanze avrebbe significato perdere preziosi privilegi.

Dopo l’ascesa di Gesù al cielo i suoi discepoli continuarono a riunirsi regolarmente. Si adunarono in una camera superiore dove persisterono nella preghiera. In un’adunanza Mattia fu scelto perché prendesse il posto vacante lasciato da Giuda Iscariota. Lo spirito santo fu anche versato su una congregazione di 120 persone mentre erano in adunanza. — Atti 1:12-14, 24-26; 2:1-4, 46, 47; 4:31.

L’idea di andare a casa la sera della Commemorazione e di non farsi più vedere dai fratelli cristiani fino alla Commemorazione successiva non è per certo conforme a ciò che fecero Cristo e gli apostoli, non è vero?

CONCEZIONI INGANNEVOLI

Bada alla pericolosa concezione secondo cui tutto ciò che si richiede per ottenere l’approvazione di Dio e la vita sia la presenza al pasto serale del Signore una volta l’anno. Questo, naturalmente, non è vero. Un’adunanza non può soddisfare tutti i nostri bisogni spirituali come un pasto non può soddisfare tutti i nostri bisogni fisici. Gesù lo fece capire chiaramente, dicendo: “L’uomo non deve vivere solo di pane, ma di ogni espressione che esce dalla bocca di Geova”. (Matt. 4:4) La vita eterna richiede che acquistiamo regolarmente conoscenza di Dio e di Cristo. (Giov. 17:3) Le adunanze ci tengono in contatto con questo provvedimento continuo.

Alcuni dicono: ‘Abbiamo la nostra Bibbia e la possiamo studiare in privato nella nostra propria casa senza dover andare alle adunanze’. Questo sembra eccellente, ma è tutta la verità? Quanto spesso le settimane passano senza che le persone aprano la Bibbia nemmeno una volta o meditino seriamente sul suo messaggio! È davvero una persona rara quella che oggi riserva il tempo allo studio privato della Bibbia e lo fa regolarmente.

Mentre lo studio biblico privato nella propria casa è molto lodevole e non dovrebbe essere scoraggiato o trascurato, è ingannevole pensare che soddisfi tutti i nostri bisogni spirituali, anche se ci atteniamo effettivamente a un rigido programma. Ci sono bisogni che possono esser soddisfatti solo nell’associazione con altri. Per esempio, la scrittura di Giovanni 5:37 rendeva perplesso uno studente biblico da anni. In un’adunanza un giorno fu letta e commentata. L’intendimento d’essa gli illuminò la mente. Gesù non rivolgeva le sue parole a tutti gli uomini, ma solo a quelli che gli erano vicini. ‘Essi non avevano udito la voce di Dio né visto la sua figura’. Egli fu illuminato in questo modo in un’adunanza, il che fa rammentare il proverbio: “Mediante il ferro, il ferro stesso si affila. Così un uomo affila la faccia di un’altro”. (Prov. 27:17) Questo sottolinea l’importanza delle adunanze.

LE ADUNANZE SONO UN OBBLIGO

L’apostolo Paolo ci diede un’altra ragione ancora per cui dovremmo volerci adunare regolarmente con i nostri fratelli cristiani, dicendo: “Non siate debitori di nulla a nessuno, se non d’amarvi gli uni gli altri”. (Rom. 13:8) Abbiamo verso i nostri fratelli un debito di amore, che dobbiamo pagare. Nelle adunanze possiamo far questo nel modo migliore. Dando risalto a questo punto, Paolo dice: “Consideriamoci a vicenda per incitarci all’amore e alle opere eccellenti, non abbandonando la nostra comune adunanza, come alcuni ne hanno l’abitudine, ma incoraggiandoci l’un l’altro e tanto più mentre vedete avvicinarsi il giorno”. — Ebr. 10:24, 25.

Il nostro amore dovrebbe spingerci ad adunarci con i nostri fratelli cristiani regolarmente, se solo è possibile. Che amore sarebbe quello se marito e moglie stessero volontariamente lontani l’uno dall’altro, per mesi e anni alla volta? L’amore di Cristo è manifesto in queste parole: “Io sono con voi tutti i giorni”. (Matt. 28:20) Il nostro amore deve riflettere lo stesso desiderio, cioè d’essere dove si adunano i fratelli.

La Commemorazione ci rammenta di non essere egoisti, di non pensare solo a noi stessi, ma di rendere servizio ai bisogni reciproci. (Matt. 20:28) Se Cristo avesse fame, sete, fosse estraneo, nudo, malato, abbattuto o in prigione, non avreste cura di lui? Naturalmente! Questo si può fare rendendo servizio ai bisogni sia pure dell’ultimo di questi suoi fratelli, il che Cristo considera come fatto a lui stesso. Essendo nelle adunanze, se solo è possibile, si è in grado di aver cura dei bisogni d’altri, provando così se si è “pecora” o “capro”. — Matt. 25:34-46.

Qualunque sia la nostra posizione nella vita, c’è bisogno di continuare a coltivare lo stesso profondo desiderio di stare con i fratelli che provò Paolo, la stessa preoccupazione per loro, quando disse: “Desidero grandemente di vedervi, per impartirvi qualche dono spirituale affinché siate resi fermi; o, piuttosto, che vi sia fra voi uno scambio d’incoraggiamento, da parte di ciascuno mediante la fede dell’altro, sia vostra che mia”. (Rom. 1:11, 12) Questa eccellente attitudine ti impedirà di ritrarti, di raffreddarti o di divenire indifferente verso quelli che hanno bisogno del tuo amore. Questa attitudine cristiana ti trasformerà in ciò che tutti gli uomini dovrebbero essere e in ciò che saranno infine tutti quelli approvati da Dio, vale a dire, attivi testimoni alla gloria di Dio in una grande assemblea.

Non aspettare dunque un altro anno. Non aspettare un’altra settimana. Sei invitato a venire di nuovo alla Sala del Regno questa settimana.

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