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Perseveriamo nella preghieraLa Torre di Guardia 1979 | 15 novembre
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aver letto in Rivelazione 7:1-8 circa la congregazione cristiana che forma l’Israele spirituale composto di 144.000 membri, leggiamo poi di una “grande folla” che pure gode del favore di Dio; e come prova della loro dedicazione a lui “gli rendono sacro servizio giorno e notte nel suo tempio”. (Riv. 7:15) Questa bella visione presenta la “grande folla” internazionale mentre serve Geova nel suo tempio, cioè nei cortili terrestri riservati a quelli che non sono israeliti spirituali, per così dire nel “cortile dei gentili”. Oggi la grande maggioranza dei testimoni di Geova mostrano di appartenere alla “grande folla”, che ha la speranza della vita eterna nel regno di Dio su una terra paradisiaca. Gesù parlò di questi ultimi come delle sue “altre pecore che non sono di questo ovile”. Come Gesù precisò, tutte le sue vere pecore oggi ‘divengono un solo gregge [sotto] un solo pastore’. — Luca 12:32; Giov. 10:16.a
16. Quali rimuneratrici prospettive attendono quelli che cercano premurosamente Geova?
16 Siete invitati ad associarvi a questa schiera strettamente unita di veri adoratori di Geova. Sarà per voi un’esperienza più che felice. Vi sarà di pratico aiuto e di grande incoraggiamento nello sviluppare la perseveranza nella preghiera con vera fede. Questo porterà frutto, perché Geova “è il rimuneratore di quelli che premurosamente lo cercano”. (Ebr. 11:6) La questione di perseverare nella preghiera, unita alla fede, è messa in risalto in modo molto interessante nel Vangelo di Luca.
17. In che modo l’esperienza di Giacobbe con l’angelo fornisce un ottimo esempio di tenace perseveranza?
17 A questo punto desideriamo ricordarvi uno straordinario esempio di tenace perseveranza e come fu riccamente ricompensata. Ci riferiamo a quando Giacobbe si trovò a lottare tutta la notte con un angelo materializzato. Anche se l’angelo gli slogò la cavità della giuntura della coscia, Giacobbe era deciso a non lasciarlo andare se, come disse, ‘prima non lo avesse benedetto’. Allora l’angelo disse qualcosa che avrebbe avuto un significato duraturo: “Il tuo nome non sarà più Giacobbe ma Israele, poiché hai conteso con Dio e con gli uomini così che alla fine hai prevalso”. Infine benedisse Giacobbe. Indubbiamente Giacobbe fece molto di più che persistere con costanza e fermezza in una certa condotta. Dovette letteralmente lottare, e proseguire in condizioni di invalidità, finché ottenne ciò che voleva. Fu benedetto in modo meraviglioso, in quanto poté dire: “Ho visto Dio a faccia a faccia eppure la mia anima è stata liberata”. Che eccellente esempio di perseveranza nella preghiera! — Gen. 32:24-30.
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La preghiera in questi “ultimi giorni”La Torre di Guardia 1979 | 15 novembre
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La preghiera in questi “ultimi giorni”
“Siate svegli, dunque, supplicando in ogni tempo”. — Luca 21:36.
1. (a) Quale prima menzione fa Luca della preghiera o “supplicazione”? (b) Come rispose Gesù alla richiesta: “Signore, insegnaci a pregare”?
SEBBENE la preghiera sia menzionata all’inizio del Vangelo di Luca in relazione alla “supplicazione” fatta da Zaccaria a Dio (al capitolo 1, versetto 13), è al capitolo 11 che Gesù tratta estesamente il soggetto. Per cominciare, Gesù risponde a uno dei suoi discepoli, che aveva chiesto: “Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni
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