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  • Il Regno è una realtà per voi?
    La Torre di Guardia 1981 | 15 novembre
    • dopo avere comandato ai suoi soldati di vestire Gesù con una veste regale, lo rimandò da Pilato. — Luca 23:4-11.

      14. Riguardo al regno, quale sarebbe stato l’esito finale per Erode e per Gesù?

      14 Sebbene da quel giorno Pilato si mostrasse amico di Erode, a Erode non servì. Tra parentesi, possiamo menzionare il contrasto fra Erode e Gesù in quanto al loro esito finale. La storia narra che, alcuni anni dopo, l’ambizioso Erode, istigato dalla moglie adultera, Erodiade, andò a Roma a chiedere il regno all’imperatore Caligola. Ma questo fece infuriare l’imperatore, che confinò Erode in Gallia. Erode perse sia la posizione che la ricchezza. Gesù, da parte sua, si era rifiutato di diventare un re terreno. Aveva rinunciato a ogni cosa che avrebbe potuto avere qui sulla terra. (Matt. 8:20; Giov. 6:15) Si umiliò, sottomettendosi completamente alla volontà di Geova. Fu felice di fare quella volontà e di avere come obiettivo il regno celeste. “Per la gioia che gli fu posta dinanzi”, sopportò ogni oltraggio e tortura che i suoi nemici poterono infliggergli, sapendo che mantenendosi integro sino alla morte sarebbe stato qualificato per il glorioso regno che aveva davanti. — Ebr. 12:2; Matt. 25:31.

      15. Allorché Gesù fu davanti a Pilato, come venne messo in risalto nella conversazione il tema del Regno?

      15 Ancora una volta Gesù si trovò dinanzi a Pilato. E ancora una volta fu suscitato il tema del Regno, poiché Pilato chiese alla turba di giudei: “Desiderate . . . che vi liberi il re dei Giudei?” Ma non finì lì. I soldati romani compresero che la questione verteva sul tema del regno e del governo. Con scherno, fecero una corona di spine e presero un mantello di porpora e li misero a Gesù. Lo schiaffeggiarono, chiamandolo re dei giudei. (Giov. 18:39—19:3) Non c’è nessuna indicazione che Gesù cercasse di togliersi quella corona di spine. Rimase sulla sua testa, a sottolineare la questione. Nessuno doveva rimanere col dubbio. Allorché Pilato suggerì ai giudei di prendere Gesù e di metterlo essi stessi al palo, con molta abilità ma falsamente essi presentarono la cosa come una violazione dell’autorità governativa umana, dicendo: “Se liberi quest’uomo, non sei amico di Cesare. Chiunque si fa re parla contro Cesare”. — Giov. 19:12.

      16. In che modo i presenti al processo di Gesù resero testimonianza in merito alla ragione per cui Cristo stava per essere ucciso?

      16 Fu come se quel giorno Pilato fosse servito al proposito di Dio, com’era accaduto in passato con Ciro il Persiano. (Confronta Isaia 45:1-7). Pilato prese quindi a portare le cose al punto culminante, dicendo: “Ecco, il vostro re!” Ma i giudei domandarono che Gesù venisse messo al palo; quindi Pilato chiese: “Metterò io al palo il vostro re?” La loro risposta? “Noi non abbiamo nessun re eccetto Cesare”. (Giov. 19:14, 15) In sostanza queste persone rendevano testimonianza in merito alla ragione per cui Cristo stava per essere ucciso e Gesù non ebbe bisogno di dire una parola. Con le loro stesse parole misero a fuoco molto bene il punto.

      17. In che modo l’ultimo gesto di Pilato nei riguardi di Gesù sottolineò il tema del governo del Regno?

      17 Il tema del governo del Regno fu infine messo in risalto quando Pilato fece affiggere sul palo di tortura di Gesù una scritta in ebraico, latino e greco. Quel giorno tutti i presenti poterono leggerla e nella loro mente non sarebbe rimasto nessun dubbio sul perché Gesù era stato messo al palo. Quella scritta diceva: “Gesù il Nazareno, il Re dei Giudei”. Quando i capi sacerdoti giudei lo videro, si infuriarono e dissero a Pilato: “Non scrivere ‘Il Re dei Giudei’, ma che egli ha detto: ‘Io sono Re dei Giudei’”. Comunque Pilato rispose: “Quello che ho scritto, ho scritto”. — Giov. 19:19-22.

      18. (a) Su che cosa dovremmo imperniare la nostra vita? (b) Quali domande dovremmo farci?

      18 I drammatici avvenimenti di quella difficile giornata dovrebbero far capire a tutti i cristiani su cosa dovrebbero imperniare oggi la propria vita. Ogni dedicato servitore di Geova dovrebbe esaminarsi per vedere fino a che punto il Regno è una realtà per lui. Ci vediamo come futuri sudditi di quel governo? Quali sforzi facciamo per sostenere il dominio del Regno? Compiamo una zelante attività a favore di quel governo? Nell’articolo che segue troveremo buone ragioni per interessarci vivamente del Regno. E noteremo che dobbiamo manifestare tale interesse con un senso di urgenza. ‘Il Signore sia con lo spirito che mostriamo’ nel sostenere il Regno! — II Tim. 4:22.

  • Abbiate fede nel Regno!
    La Torre di Guardia 1981 | 15 novembre
    • Abbiate fede nel Regno!

      “Ora circa i tempi e le stagioni, fratelli, non avete bisogno che vi si scriva nulla. Poiché voi stessi sapete benissimo che il giorno di Geova viene esattamente come un ladro di notte”. — I Tessalonicesi 5:1, 2.

      1, 2. Come Geova ha continuato a impiegare il risuscitato Gesù Cristo?

      IN QUALITÀ di Logos, o “Parola”, Gesù Cristo fu impiegato largamente dal nostro Padre celeste. (Giov. 1:1-3; Col. 1:16) Geova Dio però continuò a impiegare Gesù anche dopo la sua morte e risurrezione. Questo è ben sottolineata dagli illuminanti commenti dell’apostolo Paolo.

      2 L’apostolo dichiarò esplicitamente che Dio si è proposto di riconciliare a sé tutte le cose che sono in cielo e sulla terra, tramite il sangue sparso da Gesù Cristo. (Col. 1:19, 20) Questo è in armonia con altre parole di Paolo, cioè che Geova ha disposto di ‘radunare di nuovo nel Cristo tutte le cose che sono in cielo e sulla terra’. (Efes. 1:10; Filip. 2:9-11) Ma a questo riguardo ci sarebbero stati alcuni straordinari avvenimenti pure relativi all’istituzione del messianico regno di Dio e alla drammatica venuta del “giorno di Geova”. (I Tess. 5:1, 2) Le

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