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  • Mediatore
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • alla congregazione. (Atti 1:15; 2:1-47; Ebr. 9:19) E come Mosè lesse la Legge al popolo, così Gesù Cristo enuncia chiaramente i termini del nuovo patto e le sue leggi a coloro che ne fanno parte. — Eso. 24:3-8; Ebr. 1:1, 2; Giov. 13:34; 15:14; I Giov. 5:1-3.

      In qualità di Mediatore e Sommo Sacerdote, Gesù Cristo, essendo immortale, è sempre vivente e in grado di intercedere per coloro che si appressano a Dio per mezzo suo, così che può essere mediatore del nuovo patto finché coloro che beneficiano della sua intercessione non siano salvati in modo completo. (Ebr. 7:24, 25) Egli fa sì che tutto concorra al felice compimento del nuovo patto. Quelli che sono nel nuovo patto saranno infine insediati nel sacerdozio celeste quali sottosacerdoti con Cristo, loro grande Sommo Sacerdote. — Riv. 5:9, 10; 20:6.

      BENEDIZIONI ALL’UMANITÀ IN GENERALE

      Gesù agisce in qualità di mediatore unicamente per coloro che sono nel nuovo patto, ma è anche il Sommo Sacerdote di Dio e il seme di Abraamo. Svolgendo queste mansioni recherà benedizioni ad altri del genere umano, poiché tutte le nazioni devono essere benedette per mezzo del seme di Abraamo. Quelli nel nuovo patto sono per primi benedetti da Cristo, il Seme principale (Gal. 3:16, 29), divenendo anch’essi parte del seme. Poiché diventano re e sacerdoti grazie al nuovo patto di cui Gesù è mediatore, avranno una parte nell’impartire le benedizioni del suo sacrificio e del governo del suo Regno a tutte le nazioni della terra. L’incarico di mediatore che Cristo assolve conferendo all’“Israele di Dio” tale posizione produce quindi benefici e benedizioni per tutto il genere umano. — Gal. 6:16; Gen. 22:17, 18.

  • Meditazione
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Meditazione

      Profonda, intensa riflessione durante la quale si pensa seriamente a esperienze passate, si ponderano e si passano in rassegna questioni attuali o si considerano attentamente possibili sviluppi futuri.

      Per poter meditare bisogna non avere distrazioni, essere per così dire soli coi propri pensieri. Isacco, per esempio, uscì a fare una passeggiata da solo sul far della sera per meditare, forse sul suo prossimo matrimonio con Rebecca. (Gen. 24:63) Nella solitudine delle veglie notturne il salmista meditava sulla grandezza del Creatore. (Sal. 63:6) Le meditazioni del cuore si dovrebbero concentrare su cose utili, sulla gloria e sulle attività di Geova, su cose che gli sono gradite (Sal. 19:14; 49:3; 77:12; 143:5; Filip. 4:8) e non sulle astuzie dei malvagi. — Prov. 24:1, 2.

      Chi medita in modo profittevole non sarà incline a dare risposte avventate, dicendo la prima cosa che gli passa per la testa. Il suo cuore risolverà i problemi importanti e le sue risposte verranno dal cuore, non saranno qualche cosa di cui rammaricarsi poi. — Prov. 15:28.

      Quando Giosuè fu nominato sorvegliante della nazione di Israele ebbe ordine di fare una copia della legge di Geova, e gli fu detto (come viene tradotto in molte versioni bibliche) di ‘meditare’ su di essa giorno e notte. (Gios. 1:8, CEI, Di, PIB, VR) La Traduzione del Nuovo Mondo rende la stessa idea ma con maggior vigore traducendo il termine ebraico haghàh, che ricorre in questo versetto, con le parole “vi devi leggere sottovoce”. (Vedi anche Salmo 1:2). La lettura sottovoce imprime in modo indelebile nella mente il materiale su cui uno medita. Nel suo Hebrew and Chaldee Lexicon Gesenius sostiene questa traduzione di haghàh dandone la seguente definizione: “Prop[riamente] parlare fra sé, mormorando e a voce bassa, come spesso fa chi è assorto”. — Confronta Salmi 35:28; 37:30; 71:24; Isaia 8:19; 33:18.

      MEDITAZIONE SBAGLIATA

      Dopo essere stati arrestati dal capitano del tempio ed essere stati minacciati dalle autorità ebraiche che ingiunsero loro di non insegnare più nel nome di Gesù, gli apostoli Pietro e Giovanni tornarono dagli altri discepoli. Questi pregarono Dio rifacendosi alle parole profetiche di Davide: “‘Perché le nazioni son divenute tumultuose e i popoli han meditato cose vuote?’ . . . Ed Erode e Ponzio Pilato con gli uomini delle nazioni e coi popoli d’Israele si sono effettivamente radunati in questa città contro il tuo santo servitore Gesù, che tu hai unto, per fare le cose che la tua mano e il tuo consiglio avevano preordinato dover avvenire”. — Atti 4:1-3, 18, 21, 23-28.

      Secondo il contesto le “cose vuote” di cui si parla qui non sono le cose che la gente di solito desidera nella vita, ma cose in cui non c’è niente di buono, essendo in effetti pensieri, parole e tentativi di combattere contro Geova e contro i suoi servitori, cosa del tutto inutile.

      Di coloro che lo odiavano e volevano la sua morte il re Davide disse: “Continuano a borbottare [forma di haghàh] inganni tutto il giorno”. (Sal. 38:12) Tali meditazioni non erano semplici pensieri che passavano per la mente. Erano profondamente radicati nel cuore, essendo volti a un’impresa malvagia. Di uomini del genere lo scrittore di Proverbi dice: “Ciò che il loro cuore continua a meditare è la spoliazione, e ciò che le loro proprie labbra continuano a pronunciare è l’affanno”. — Prov. 24:2.

  • Mefiboset
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Mefiboset

      (Mefibòset) [colui che sparge o dissemina vergogna, o infrange un idolo].

      1. Uno dei due figli del re Saul e di Rizpa figlia di Aia. (II Sam. 21:8) Fu uno dei sette discendenti di Saul che il re Davide consegnò ai gabaoniti perché fosse espiato il tentativo di Saul di annientarli. I gabaoniti esposero Mefiboset e gli altri sei componenti della famiglia di Saul “sul monte dinanzi a Geova”, dopo averli messi a morte “nei primi giorni della mietitura, all’inizio della mietitura dell’orzo”. (Confronta Numeri 25:4). Rizpa però intervenne per tenere lontani uccelli rapaci e animali selvatici, e in seguito Davide fece raccogliere le loro ossa e le fece seppellire insieme a quelle di Saul e Gionatan nel luogo di sepoltura di Chis. — II Sam. 21:1-14.

      2. Figlio di Gionatan e nipote del re Saul. Quando da Izreel giunse la notizia della morte di Saul e di Gionatan, la balia di Mefiboset, preso in braccio il bambino di cinque anni, si diede alla fuga in preda al panico. In quell’occasione egli “cadde e divenne zoppo” da tutt’e due i piedi. (II Sam. 4:4) In seguito, per alcuni anni Mefiboset visse a Lo-Debar in casa di Machir figlio di Ammiel. Davide lo seppe da Ziba, ex servitore in casa di Saul. Ricordando senza dubbio il suo patto con Gionatan (I Sam. 20:12-17, 42), Davide desiderava mostrare amorevole benignità a chiunque fosse ‘rimasto della casa di Saul’. Mefiboset fu portato davanti a Davide e quando il re spiegò che era suo desiderio mostrargli amorevole benignità restituendogli “tutto il campo di Saul” e facendogli ‘mangiare pane alla sua tavola di continuo’, Mefiboset rispose umilmente: “Che cos’è il tuo servitore, che tu hai volto la faccia al cane morto quale io sono?” Comunque, secondo la decisione di Davide, Ziba (che aveva quindici figli e venti servitori) e tutti quelli che dimoravano in casa sua diventarono servitori di Mefiboset, a cui fu restituita la proprietà di Saul. Egli poi si stabilì a Gerusalemme e mangiava alla tavola del re. — II Sam. cap. 9.

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