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  • Quando l’odio è follia
    Svegliatevi! 1973 | 8 marzo
    • E, soprattutto, la stessa antitesi dell’odio — l’altruismo, l’amore secondo principio — vi permetterà di evitare la follia di odiare quando non è il tempo di odiare. L’amore, ci viene assicurato, ‘non tiene conto dell’offesa’. Per giunta, ‘esso sopporta, spera e soffre ogni cosa’, e perfino ‘copre una moltitudine di peccati’. Non fa male al prossimo; non si vendica con violenza. — 1 Cor. 13:4-8; 1 Piet. 4:8; Rom. 13:8-10.

      Sì, c’è un tempo per amare e un tempo per odiare. Felice è chi può discernere quando è il tempo per l’uno o l’altro ed è in grado d’agire secondo ciò che è saggio, amorevole e giusto.

  • Gesù ascese realmente in cielo?
    Svegliatevi! 1973 | 8 marzo
    • Gesù ascese realmente in cielo?

      FRA i luoghi interessanti indicati ai visitatori di Gerusalemme è la Cappella dell’Ascensione. Situata sul monte degli Ulivi, fuori delle mura orientali della vecchia città di Gerusalemme, contiene “la pietra che si dice abbia l’impronta del piede di Cristo”, il “posto effettivo sul quale da ultimo stette e dal quale egli si innalzò”. Bisogna davvero essere dei creduloni o semplicioni per credere a una tale assurda leggenda.

      Molti ecclesiastici della cristianità vanno all’estremo opposto. Come ci viene detto in The Interpreter’s Bible (Vol. 10, pag. 633): “Che ne fa la chiesa moderna dell’ascensione di Cristo? Pochissima cosa, si potrebbe ben confessare. I sermoni pubblicati sull’Ascensione sono difficili da trovare. Eppure nel pensiero della chiesa primitiva l’Ascensione occupava un posto di cruciale importanza”.

      Infatti, la tendenza odierna è quella di gettare il dubbio sull’ascensione di Cristo in cielo come avvenimento specifico. Alcuni inciampano sul fatto che la Bibbia dice che Gesù ascese o salì in cielo. E il Dictionary of the Bible di Hastings (Edizione riveduta) dice: “L’Ascensione del nostro Signore non è narrata come avvenimento nei Vangeli sinottici. . . . La sola narrazione dell’Ascensione come avvenimento separato si trova in Atti 1:6-11. . . . Ciò che è precario [cioè, dubbio] circa la narrazione degli Atti è l’insinuazione che l’Ascensione sia un avvenimento distinto, separabile dalla Risurrezione, e che si ponga nella successione degli avvenimenti”.

      Avvenimento distinto

      Lo scrittore del libro di Atti, cioè Luca, non solo ‘insinua’ che l’ascensione di Gesù fosse in realtà un avvenimento separato dalla sua risurrezione ma è in proposito assai esplicito. Ci dà i particolari dell’avvenimento in maniera specifica, indicando quando, dove e come ebbe luogo.

      Quando ebbe luogo? Quaranta giorni dopo la risurrezione di Gesù, poiché Luca prosegue narrando l’ascensione di Gesù subito dopo aver fatto la dichiarazione: “A questi [suoi discepoli] con molte positive prove si mostrò vivente dopo aver sofferto, essendo da essi visto durante quaranta giorni e dicendo le cose concernenti il regno di Dio”. — Atti 1:3.

      Dove ebbe luogo l’ascensione? Al monte degli Ulivi, poiché subito dopo averla narrata Luca continua a riferire: “Quindi”, i suoi discepoli che avevan visto l’ascensione, “tornarono a Gerusalemme dalla montagna chiamata monte degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme, essendo alla distanza di un sabato di viaggio”. — Atti 1:12.

      E come ebbe luogo? Leggiamo: “Dopo aver detto queste cose, mentre essi guardavano, fu innalzato e una nube lo nascose alla loro vista. E come guardavano fisso in cielo mentr’egli se ne andava, ecco, anche due uomini in bianche vesti stettero accanto a loro, e dissero: ‘Uomini di Galilea, perché state a guardare in cielo? Questo Gesù che di fra voi è stato ricevuto in cielo verrà nella stessa maniera in cui l’avete visto andare in cielo’”. — Atti 1:9-11.

      Come può un tale racconto esser definito “precario” o solo un’“insinuazione”? L’ascensione come avvenimento specifico è qui indicato ripetute volte. Si riferisce che Gesù fu “innalzato”. I suoi apostoli guardavano “mentr’egli se ne andava”. E i due angeli dissero che “questo Gesù che di fra voi è stato ricevuto in cielo” verrà di nuovo. Poteva alcuna cosa essere più esplicita di queste dichiarazioni?

      Senza dubbio questa graduale dipartita di Gesù, che ascese verso l’alto dinanzi ai loro occhi, doveva dare risalto al fatto che in realtà ascendeva in cielo e che essi non potevano attendersi di vederlo di nuovo. Nelle sue precedenti apparizioni dopo la sua risurrezione, molto probabilmente scompariva all’improvviso alla loro vista come leggiamo che fece anche dopo aver confortato due discepoli diretti a Emmaus. Fattosi riconoscere da loro, “egli scomparve alla loro vista”. — Luca 24:31.

      Altra testimonianza

      Quelli che criticano il racconto dell’ascensione riportato in Atti, capitolo 1, mettono in dubbio l’autenticità del racconto parallelo di Luca 24:50, 51, dicendo che solo Atti si riferisca all’ascensione come avvenimento separato. Ma fanno questo con sufficiente ragione o adeguato motivo? È vero che alcuni antichi manoscritti non contengono le parole “ascendendo al cielo”, ma molti altri come l’Alessandrino, il Vaticano 1209 e il Codex Ephraemi contengono effettivamente queste parole. I versetti nella loro interezza dicono: “Ma egli li condusse fuori fino a Betania [sul monte degli Ulivi], e alzate le mani li benedisse. Mentre li benediceva si dipartì da loro, ascendendo al cielo”.

      Il fatto è che gli eruditi Westcott e Hort, che compilarono uno dei più autorevoli testi della Bibbia Greca, inclusero le parole in questione nel loro testo. E com’è stato ben osservato, la differenza si “spiega più facilmente come un’omissione del testo occidentale anziché come un’aggiunta di quello orientale”.

      C’è anche stata una considerevole discussione sul fatto che, secondo il racconto di Luca, capitolo 24, sembra che Gesù ascendesse in cielo il medesimo giorno che sorse dai morti. Perché si potrebbe pervenire a questa conclusione? Semplicemente perché non vi sono riportati gli avvenimenti intermedi. Ma in 1 Corinti 15:4-8 son dati ulteriori particolari. Qui si afferma che Gesù apparve più volte ai suoi discepoli dopo la sua risurrezione e prima della sua ascensione in cielo.

      Gesù aveva dichiarato ripetute volte che sarebbe tornato al Padre suo in cielo: “Io me ne vado al Padre”. (Giov. 14:12, 28; 7:33; 16:5, 10, 28) L’apostolo Pietro il giorno di Pentecoste richiamò l’attenzione sulla prova che Gesù era davvero asceso in cielo, dicendo: “Questo Gesù ha Dio risuscitato, del quale fatto noi siamo tutti

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