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AnimaliAusiliario per capire la Bibbia
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ancora una volta tutti gli esseri umani poterono considerarsi sotto lo stesso ampio provvedimento annunciato a Noè dopo il Diluvio. – Col. 2:13-17; Gen. 9:3, 4.
Poiché le restrizioni relative ai cibi impuri furono eliminate insieme al resto della Legge, ci si può chiedere perché Pietro, circa tre anni e mezzo più tardi, non avesse ancora mangiato alcun animale “impuro”. (Atti 10:10-15) Si ricordi che l’abrogazione della Legge apportò grandi cambiamenti nella vita dei seguaci di Cristo e quindi è ragionevole che ci volesse un po’ di tempo perché si rendessero conto di tutto ciò che implicava.
USO SIMBOLICO
Gli scrittori biblici si servirono delle principali caratteristiche di alcuni animali per simboleggiare vari poteri e qualità. A volte certi aspetti degli animali possono raffigurare qualità eccellenti, sia divine che umane. (Ezec. 1:10, 11; Riv. 4:6, 7) In altri casi gli animali possono servire per rappresentare governi o potenze bestiali e feroci che opprimono e assoggettano i popoli. – Dan. 7:2-7; 8:5-8, 20, 21; Riv. 13:1-17.
GIUSTO USO E SCOPO DELLA CREAZIONE ANIMALE
Sotto la legge mosaica bovini, pecore e capre erano fra gli animali usati per i sacrifici in relazione all’adorazione. Tali animali dovevano essere sani, e non era ammesso nessun animale castrato. (Lev. 22:23-25) Era vietato l’uso di sangue animale per cibo o per qualsiasi altro scopo diverso dal sacrificio. (Lev. 17:13, 14) Era assolutamente vietata l’adorazione di qualsiasi rappresentazione di un animale o di un’altra creatura. – Eso. 20:4, 5.
La Bibbia insegna a trattare in modo giusto e misericordioso le creature inferiori. Geova dichiara di essere Colui che provvede amorevolmente alla loro vita e al loro benessere. (Prov. 12:10; Sal. 145:15, 16) La legge mosaica imponeva la dovuta cura degli animali domestici. Quando venivano ritrovati animali domestici smarriti bisognava restituirli sani e salvi al proprietario; quando erano schiacciati sotto la soma, si doveva aiutarli. (Eso. 23:4, 5) Gli animali da lavoro si dovevano trattare umanamente. (Deut. 22:10; 25:4) Dovevano godere come l’uomo del riposo sabatico. (Eso. 20:10; 23:12; Deut. 5:14) Gli animali pericolosi dovevano essere tenuti a freno o abbattuti. (Gen. 9:5; Eso. 21:28, 29) Era proibito l’incrocio fra animali di specie diverse. – Lev. 19:19.
Gli uomini timorati di Dio vedono negli animali parte del generoso provvedimento di Dio per il benessere dell’uomo. Gli animali sono serviti all’uomo per portare carichi, per fornirgli cibo e indumenti, per migliorare le condizioni igieniche, per aiutarlo in importanti lavori agricoli. La loro varietà di forma e colore è una gioia alla vista; le loro abitudini e i loro istinti hanno costituito e costituiscono ancora un vasto campo di ricerca sulle meraviglie del potere creativo di Dio. Anche se gli animali muoiono come l’uomo, non hanno la speranza di una risurrezione. – II Piet. 2:12; vedi anche sotto il nome dei singoli animali, uccelli, insetti, rettili; vedi BESTIE SIMBOLICHE; INSETTI; PESCI; UCCELLI.
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Anna, IAusiliario per capire la Bibbia
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Anna, I
(Ànna) [nome proprio maschile; abbreviazione dell’ebraico Hananiah, che significa “Geova è stato benigno”].
Nominato sommo sacerdote verso il 6 o 7 E.V. da Quirinio, governatore romano della Siria, prestò servizio fino al 15 E.V. (Luca 2:2) Anna era dunque sommo sacerdote quando il dodicenne Gesù, nel tempio, meravigliò gli insegnanti rabbinici. (Luca 2:42-49) Il procuratore Valerio Grato destituì Anna dall’incarico di sommo sacerdote, perché si diceva avesse abusato dell’autorità concessagli da Roma. Pur non avendo più il titolo ufficiale, evidentemente continuò ad avere grande potere e influenza come sommo sacerdote emerito ed esponente della gerarchia ebraica. Cinque suoi figli, e anche il genero Caiafa, ebbero a loro volta l’incarico di sommo sacerdote. Al suo arresto Gesù fu dapprima condotto da Anna per essere interrogato, e poi da Caiafa per essere processato. (Giov. 18:13) Il nome di Anna primeggia nell’elenco dei principali oppositori degli apostoli di Gesù Cristo. – Atti 4:6.
La ricca e potente casa di Anna apparteneva alla tribù di Levi, e si era arricchita con la vendita dei sacrifici all’interno del recinto del tempio; si capisce dunque perché cercassero di uccidere Gesù, che due volte aveva purificato il tempio, ridotto da loro a una “spelonca di ladroni”. (Giov. 2:13-16; Matt. 21:12, 13; Mar. 11:15-17; Luca 19:45, 46) C’era probabilmente un’altra ragione per cui Anna odiava Gesù e gli apostoli: Gesù insegnava la risurrezione, di cui Lazzaro era una prova vivente, e gli apostoli predicavano e insegnavano la stessa dottrina, mentre Anna come sadduceo non credeva nella risurrezione. – Atti 23:8; confronta Atti 5:17.
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Anna, IIAusiliario per capire la Bibbia
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Anna, II
(Ànna) [nome proprio femminile; ebr. Hannah: favore, fascino, grazia].
1. Madre del profeta Samuele. Anna viveva a Ramataim-Zofim nella regione montuosa di Efraim col marito Elcana, levita, e l’altra moglie di lui, Peninna. Benché non avesse figli, mentre Peninna ne aveva avuti diversi, Anna era ugualmente la diletta moglie di Elcana. Peninna scherniva Anna perché era sterile, specie quando Elcana portava la famiglia per la visita annuale al tabernacolo di Silo. – I Sam. 1:1-8.
In occasione di una di queste visite a Silo, Anna fece voto a Geova che, se avesse avuto un figlio, l’avrebbe dedicato al Suo servizio. Vedendo che muoveva le labbra mentre pregava in silenzio, il sommo sacerdote Eli dapprima sospettò che avesse ecceduto col vino e fosse ubriaca. Ma accorgendosi del fervore e della sincerità che manifestava, Eli le augurò che Geova esaudisse la sua richiesta. Anna ben presto rimase incinta. Dopo aver partorito Samuele non tornò a Silo finché non l’ebbe svezzato. Allora lo presentò a Geova come aveva promesso, portando come offerta un toro di tre anni, un’efa di farina e una grossa giara di vino. (I Sam. 1:9-28) Dopo di che, ogni anno, quando andava a Silo, Anna portava al figlio un nuovo manto senza maniche. Eli la benedisse di nuovo, e Geova le mostrò nuovamente favore così che col tempo partorì tre figli e due figlie. – I Sam. 2:18-21.
Anna manifestò diverse buone qualità. Era devota e umile, e voleva piacere al marito. Ogni anno lo accompagnava al tabernacolo per fare sacrifici. Fece personalmente un grande sacrificio, rinunciando alla compagnia di suo figlio, per mantenere la parola data e mostrare riconoscenza per la benignità di Geova. Conservò il suo affetto materno, com’è dimostrato dal fatto che ogni anno faceva un nuovo mantello per Samuele. I pensieri espressi nel suo cantico di gratitudine, quando lei ed Elcana presentarono Samuele per il servizio nel tabernacolo, sono molto simili ai sentimenti manifestati da Maria poco dopo aver appreso che doveva essere la madre del Messia. – Luca 1:46-55.
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