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Città di rifugioAusiliario per capire la Bibbia
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giurisdizione sul luogo del delitto, per dimostrare la sua innocenza. Se risultava innocente, veniva rimandato nella città di rifugio. Comunque gli era garantita l’incolumità solo se vi rimaneva per il resto della sua vita o fino alla morte del sommo sacerdote. Nessun riscatto poteva modificare tali clausole. (Num. 35:22-29, 32; Gios. 20:4-6) Neanche il sacro altare di Geova offriva protezione agli omicidi, come fu illustrato nel caso di Gioab. — Eso. 21:14; I Re 1:50; 2:28-34; vedi VENDICATORE DEL SANGUE.
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Civetta, gufoAusiliario per capire la Bibbia
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Civetta, gufo
[ebr. kohs; yanshùph (yanshòhph); ’òahh].
Entrambi della famiglia degli Strigidi, sono notevoli fra gli uccelli da preda notturni e sono menzionati diverse volte nella Bibbia. Un tempo si riteneva appartenessero ai Falconidi, ma ora vengono in genere associati ad altri uccelli notturni come il caprimulgo.
Il gufo ha becco corto e adunco e forti artigli a morsa simili a quelli dei falchi, ma ha la caratteristica testa larga, grandi occhi e ciuffi auricolari, e anche un dito reversibile per zampa di modo che, mentre le altre dita sono rivolte in avanti, quello più esterno può essere voltato in fuori o persino all’indietro, permettendo così all’uccello di afferrare saldamente oggetti diversi. I grandi occhi dall’iride dilatata gli permettono di approfittare al massimo della fioca luce notturna; inoltre, a differenza di quasi tutti gli altri uccelli, gufi e civette sono binoculari, cioè possono guardare un oggetto con entrambi gli occhi contemporaneamente. Il soffice piumaggio screziato di marrone col complesso disegno delle penne in genere dà l’impressione che l’uccello sia più grosso del vero. Secondo un articolo apparso su The Scientific American (aprile 1962, p. 78), il volo del gufo è ultrasonicamente silenzioso, grazie alla soffice lanugine sulla parte superiore delle ali e alle penne remiganti e timoniere frastagliate che servono evidentemente a ridurre la turbolenza dell’aria. Perciò vola nell’oscurità senza il minimo rumore e si abbassa in silenzio sulla preda ignara, uccidendo più che altro roditori, ma anche uccellini e insetti. Il verso di questi Strigidi varia da un grido stridulo a un forte urlo.
L’ebraico kohs, incluso fra gli uccelli ‘impuri’ (Lev. 11:13, 17; Deut. 14:16), sarebbe secondo alcuni la civetta, Athena noctua, secondo altri il gufo. Questo termine ebraico (kohs) altrove è tradotto “coppa” o “calice” (Gen. 40:11, VR; NM) e secondo alcuni tale termine si applica al gufo poiché ne descrive i tipici dischi facciali, o cerchi intorno agli occhi, effetto creato da rigide penne a raggiera. Altri lo collegano al verso dell’uccello, infatti quello della civetta è un lamentoso “chiu-chiu”. La civetta, lunga 25 cm circa, è molto comune in Palestina, nelle macchie, negli oliveti e fra le rovine desolate. Nella sua solitaria afflizione il salmista si sentiva come “il gufo dei luoghi desolati”. (Sal. 102:6) A ragione il nome arabo di questa particolare varietà di Strigidi è “madre di rovine”.
Pure considerato ‘impuro’ secondo la legge mosaica è l’uccello chiamato in ebraico yanshùph (o yanshòhph), nome che alcuni pensano indichi una specie di “sbuffo” o “soffio roco” (il termine ebraico per “soffiare” è nashàph), mentre altri lo collegano col “crepuscolo” (ebr. nèsheph) a indicare semplicemente un uccello notturno. (Lev. 11:17; Deut. 14:16) Potrebbe trattarsi del ‘gufo comune’ (Asio otus), un uccello lungo quasi 40 cm, con lunghi ciuffi auricolari ai lati della testa larga. Frequenta zone boscose e desolate ed è descritto come uno degli animali che avrebbero popolato le rovine di Edom. — Isa. 34:11.
Era stato predetto che le case abbandonate fra le rovine di Babilonia sarebbero state “piene di gufi [forma plurale di ’òahh]”. (Isa. 13:21) Tali circostanze e il nome ebraico, che pare denoti un uccello dal grido lamentoso, ben si adatterebbero a questo gufo (Bubo ascalaphus), uccello che si annida in caverne e rovine, comune nella regione di Petra e di Beer-Seba, dal verso caratteristico forte e prolungato. È il gufo più grande e possente della Palestina. Di notte i grandi occhi hanno una luminescenza giallo–rossiccia quando riflettono la luce, e questa caratteristica insieme al suo verso lugubre ha contribuito a farne un uccello del malaugurio fra le superstiziose popolazioni pagane.
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ClanAusiliario per capire la Bibbia
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Clan
Gruppo di famiglie discendenti da un ceppo comune, simile per importanza alla tribù.
In tutti e tre i casi in cui ricorre il termine ebraico ʼummàh si riferisce a un gruppo numeroso di non israeliti ed è tradotto “clan” (NM). Dei discendenti dei dodici figli d’Ismaele, per esempio, si parla come di “clan” sin dall’inizio della storia di quel gruppo etnico. (Gen. 25:16) Lo stesso vale per i discendenti di Madian. (Num. 25:15) Il termine ricorre anche nel Salmo 117:1, abbinato a “nazioni”, un parallelismo tipico della poesia ebraica.
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ClaudioAusiliario per capire la Bibbia
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Claudio
Quarto imperatore di Roma; figlio di Druso fratello di Tiberio, e zio di Caligola, a cui successe nel gennaio del 41 E.V. Claudio non aveva molta salute né forza di volontà, e benché si interessasse di storia, letteratura e altre opere accademiche, i suoi predecessori lo ritenevano mentalmente incompetente a reggere le redini del governo, e perciò favorirono altri successori. Comunque, durante i tumulti seguiti all’assassinio di Caligola, la Guardia Pretoriana ebbe il sopravvento e lo acclamò imperatore. Uno dei suoi principali sostenitori in questa lotta per il potere fu Erode Agrippa I, che Claudio ricompensò col regno di Palestina. Claudio riuscì pure a conquistare il favore del Senato.
Con la conquista della Britannia Claudio estese i confini dell’impero, compiendo nel frattempo varie opere pubbliche. Eppure non fu affatto immune dai soliti intrighi, ghiottoneria e ubriachezza, avidità e sospetti tipici degli imperatori romani. Tutto sommato fu generalmente un sovrano modesto, ma essendo facilmente influenzato dai consiglieri e dalle mogli, non era ritenuto molto capace come imperatore. Si dice che una delle mogli l’abbia avvelenato coi funghi nell’ottobre del 54 E.V., nel quattordicesimo anno del suo impero. Quindi salì al potere Nerone.
“Una grande carestia . . . sull’intera terra abitata” era stata predetta dal profeta Agabo, “la quale, pertanto, avvenne al tempo di Claudio”. Ciò affrettò l’opera di “soccorso” per i fratelli di Gerusalemme e della Giudea da parte dei cristiani di Antiochia. (Atti 11:27-30) Giuseppe Flavio (Antichità giudaiche, Libro XX, cap. II, 5; e cap. V, 2) definisce la carestia abbattutasi sulla Palestina durante l’impero di Claudio, verso il 46 E.V., la “grande carestia”. — Vedi AGABO.
“Claudio aveva ordinato che tutti i Giudei partissero da Roma”, con un decreto emanato il 25
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