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EreditàAusiliario per capire la Bibbia
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terreno era in effetti una semplice cessione secondo il valore delle messi che avrebbe prodotto, e il prezzo d’acquisto veniva scalato secondo il numero degli anni che mancavano fino al successivo Giubileo, quando ogni possedimento terriero sarebbe tornato al proprietario originale se non era stato ricomprato o riscattato prima. (Lev. 25:13, 15, 23, 24) Questa disposizione includeva le case in città prive di mura, che erano considerate come aperta campagna. In quanto a una casa in una città cinta da mura, il diritto di ricompra durava solo un anno dal momento della vendita, dopo di che diventava proprietà del compratore. Per le case nelle città dei leviti, il diritto di ricompra rimaneva a tempo indefinito perché i leviti non avevano eredità terriera. — Lev. 25:29-34.
L’inviolabilità del possedimento ereditario è illustrata nel caso della vigna di Nabot, che Nabot si rifiutò sia di vendere al re che di cambiare con un’altra vigna; la corona non aveva il diritto di esproprio. (I Re 21:2-6) Uno poteva però dedicare a Geova una parte della sua eredità per il santuario. In tal caso non si poteva riscattare, ma rimaneva proprietà del santuario e del sacerdozio. Se lo desiderava, uno poteva santificare parte della sua proprietà per l’uso temporaneo del santuario, e se poi desiderava riscattarla, lo poteva fare aggiungendo un quinto del valore. Questo senza dubbio proteggeva il tesoro del santuario dalla svalutazione e inoltre accresceva il rispetto per il santuario e per quello che veniva offerto nell’adorazione di Geova. Se uno non voleva ricomprare il suo campo ma lasciava che il sacerdote lo vendesse a un altro, al Giubileo questo sarebbe stato come un campo dedicato e non sarebbe tornato al proprietario originale, ma sarebbe rimasto proprietà del santuario e del sacerdozio. — Lev. 27:15-21, 27.
Da quanto detto sopra si vede che non esisteva testamento nella terminologia o nella consuetudine ebraica; le leggi sull’eredità ovviavano alla necessità di un documento del genere. Anche dei beni mobili il proprietario disponeva in vita oppure la successione avveniva secondo le leggi sull’eredità dopo la sua morte. Nella parabola di Gesù del figlio prodigo, il figlio minore, dietro sua richiesta, ricevette la sua parte della proprietà prima della morte del padre. — Luca 15:12.
Benefici delle leggi sull’eredità
Le leggi che regolavano i possedimenti ereditari e la suddivisione in parti più piccole man mano che cresceva la popolazione contribuivano effettivamente a una maggior unità della famiglia. In un paese come la Palestina, in gran parte collinoso come in Giudea, questo era un vantaggio poiché induceva gli israeliti a fare il miglior uso possibile della terra, lavorando a terrazze i pendii delle colline, col risultato che il paese diventava più bello e verdeggiante, e olivi, fichi, palme e viti provvedevano all’alimentazione dell’accresciuta popolazione. Il fatto che ciascuno ne era proprietario generava maggiore amore per la terra di cui viveva e favoriva l’industriosità; inoltre le norme del Giubileo ogni cinquant’anni restituivano alla nazione la sua originale condizione teocratica. Questo favoriva la stabilità economica. Tuttavia, come per altri aspetti della Legge, col tempo ci furono degli abusi.
Come Geova aveva detto agli israeliti, il vero Proprietario del paese era lui. Dal suo punto di vista essi erano residenti forestieri e avventizi. Perciò poteva scacciarli dal paese ogni volta che lo riteneva opportuno. (Lev. 25:23) A motivo delle molte violazioni della legge di Dio furono mandati in esilio per settant’anni sotto la potenza babilonese e rimasero sotto la dominazione dei gentili anche dopo esser tornati in patria nel 537 a.E.V. Infine, nel 70 E.V., i romani li spodestarono completamente, vendendone migliaia come schiavi. Persino i loro documenti genealogici andarono persi o distrutti.
L’EREDITÀ CRISTIANA
Gesù Cristo, quale figlio di Davide, è erede del trono di Davide. (Isa. 9:7; Luca 1:32) Quale Figlio di Dio è erede di un regno celeste grazie al patto che Geova ha fatto con lui. (Sal. 110:4; Luca 22:28-30) Cristo eredita dunque le nazioni per frantumare tutti gli oppositori e regnare per sempre. — Sal. 2:6-9.
Gli unti che fanno parte della congregazione hanno un’eredità celeste, quali “fratelli” di Gesù partecipi della sua eredità. (Efes. 1:14; Col. 1:12; I Piet. 1:4, 5) Questo include la terra. — Matt. 5:5.
Poiché Dio liberò gli israeliti dall’Egitto, essi diventarono sua proprietà o “eredità”. (Deut. 32:9; Sal. 33:12; 74:2; Mic. 7:14) Essi prefiguravano la “nazione” dell’Israele spirituale, che Dio considera sua “eredità” perché ne è il proprietario, avendola acquistata per mezzo del sangue del suo unigenito Figlio, Gesù Cristo. — I Piet. 2:9; 5:2, 3; Atti 20:28.
Gesù Cristo fece notare che chiunque rinuncia a cose di valore per amore del suo nome e per amore della buona notizia “erediterà la vita eterna”. — Matt. 19:29; Mar. 10:29, 30.
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ErmesAusiliario per capire la Bibbia
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Ermes
(Èrmes) [gr. Hermès; forse, roccia, cumulo di pietre].
Divinità greca; figlio di Zeus e Maia, corrispondente al romano Mercurio, dio del commercio. Ermes era considerato il messaggero degli dèi. Si credeva fosse l’avveduto consigliere degli eroi ed era il dio del commercio, dell’abilità oratoria, dell’agilità ginnica, del sonno e dei sogni. Fra le invenzioni attribuite a Ermes sono la lira, la zampogna, i caratteri dell’alfabeto, i pesi e le misure. Non solo si credeva che questo dio fosse guida dei viventi ma anche che conducesse i morti nell’Ades.
Quando l’apostolo Paolo si trovava a Listra, la gente del luogo, dopo aver assistito alla sua guarigione di un uomo zoppo dalla nascita, pensò che Paolo fosse il dio Ermes, dal momento che “prendeva la direttiva nel parlare”. (Atti 14:8-13) Questo era in armonia col loro concetto di Ermes quale messaggero degli dèi e dio dell’abilità oratoria. Che Ermes fosse adorato dalla popolazione di Listra è confermato dalla seguente iscrizione rinvenuta nel 1909 nella zona: “Macrino detto anche Ascanto e Batasi figlio di Bretasi per un voto fecero a proprie spese [una statua del] Grandissimo Ermes e una meridiana dedicata al dio–sole Zeus”.
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Ermon
(Èrmon) [montagna sacra].
L’Ermon è stato identificato col monte più alto della Palestina e delle regioni limitrofe, chiamato dagli arabi Gebel el-Sheikh (“monte del vecchio”) o Gebel el-Thalg (“monte della neve”). Questi nomi traggono evidentemente origine dal fatto che l’Ermon è incappucciato di neve quasi tutto l’anno. La sua cima nevosa si potrebbe assomigliare alla bianca capigliatura di un vecchio. Nell’antichità i sidoni chiamavano questo monte “Sirion” e gli amorrei “Senir” (Deut. 3:8, 9), quest’ultimo nome pare riferito anche a parte della catena montuosa dell’Ermon. (I Cron. 5:23) “Sion” (non il monte Sion presso Gerusalemme) era un altro nome di questo monte. (Deut. 4:47, 48) Il salmista disse che l’Ermon e il Tabor
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