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  • Libro biblico numero 48: Galati
    “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”
    • Essa diede l’ispirata interpretazione di Isaia 54:1-6, identificando la donna di Geova come “la Gerusalemme di sopra”. Spiegò il “dramma simbolico” di Agar e Sara, mostrando che gli eredi delle promesse di Dio sono quelli resi liberi da Cristo e non quelli che rimangono schiavi sotto la Legge. (Gal. 4:21-26; Gen. 16:1-4, 15; 21:1-3, 8-13) Spiegò con chiarezza che il patto della Legge non annullò il patto abraamico ma fu aggiunto ad esso. Indicò anche che l’intervallo di tempo fra la stipulazione dei due patti fu di 430 anni, elemento importante ai fini della cronologia biblica. (Gal. 3:17, 18, 23, 24) Queste informazioni sono state preservate per rafforzare oggi la fede cristiana.

      17. (a) Quale importante identificazione troviamo in Galati? (b) Quali eccellenti esortazioni vengono date agli eredi del Regno e ai loro collaboratori?

      17 Cosa ancora più importante, Galati identifica in maniera inequivocabile il Seme del Regno, a cui fu rivolta l’attenzione di tutti i profeti. “Ora le promesse furono dichiarate ad Abraamo e al suo seme . . . che è Cristo”. Viene spiegato che quelli che divengono figli di Dio per mezzo della fede in Cristo Gesù vengono adottati in modo da essere inclusi in questo seme. “Se appartenete a Cristo, siete realmente seme di Abraamo, eredi secondo la promessa”. (3:16, 29) Questi eredi del Regno e i loro collaboratori dovrebbero prendere a cuore le eccellenti esortazioni contenute in Galati: ‘State saldi nella libertà per cui Cristo vi ha reso liberi!’ ‘Non smettiamo di fare ciò che è eccellente, poiché a suo tempo mieteremo se non ci stanchiamo’. ‘Operiamo ciò che è bene, specialmente verso quelli che hanno relazione con noi nella fede’. — 5:1; 6:9, 10.

      18. Quale vigoroso avvertimento e quale esortazione finale vengono dati in Galati?

      18 Infine, c’è il vigoroso avvertimento che quelli che praticano le opere della carne “non erediteranno il regno di Dio”. È quindi necessario allontanarsi completamente dalle sozzure e dalle contese mondane e impegnarsi con tutto il cuore per produrre il frutto dello spirito, che è “amore, gioia, pace, longanimità, benignità, bontà, fede, mitezza, padronanza di sé”. — 5:19-23.

  • Libro biblico numero 49: Efesini
    “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”
    • Libro biblico numero 49: Efesini

      Scrittore: Paolo

      Dove fu scritto: Roma

      Quando fu completato: ca. 60–61 E.V.

      1. Quando e in quali circostanze Paolo scrisse la lettera agli Efesini?

      IMMAGINATE di essere in prigione. Siete lì a causa della persecuzione contro la vostra zelante attività di missionari cristiani. Ora che non potete più viaggiare e visitare le congregazioni per rafforzarle, cosa farete? Perché non scrivere lettere a quelli che sono divenuti cristiani grazie alla vostra opera di predicazione? Non è probabile che essi si chiedano come state e che abbiano bisogno di incoraggiamento? Certo! Così cominciate a scrivere. Ebbene, state facendo esattamente ciò che fece l’apostolo Paolo quando era in prigione a Roma la prima volta, verso il 59-61 E.V. Egli si era appellato a Cesare e, benché attendesse il processo e fosse sotto custodia, era libero di svolgere certe attività. Paolo scrisse la sua lettera “Agli Efesini” da Roma, probabilmente nel 60 o 61 E.V., e la mandò per mezzo di Tichico, che fu accompagnato da Onesimo. — Efes. 6:21; Col. 4:7-9.

      2, 3. Cosa prova con certezza che lo scrittore di Efesini fu Paolo e, al tempo stesso, che la lettera è canonica?

      2 Paolo si identifica come lo scrittore fin dalla prima parola e si riferisce o allude a se stesso quattro volte come al “prigioniero nel Signore”. (Efes. 1:1; 3:1, 13; 4:1; 6:20) Gli argomenti secondo cui lo scrittore non sarebbe Paolo sono risultati privi di fondamento. Il papiro Chester Beatty II (P46), ritenuto del 200 E.V. circa, ha 86 fogli di un codice contenente le epistole di Paolo. Fra queste c’è l’epistola agli Efesini, a conferma del fatto che a quel tempo era annoverata fra le sue lettere.

      3 Antichi scrittori ecclesiastici confermano che questa lettera fu scritta da Paolo e che era indirizzata “Agli Efesini”. Per esempio, Ireneo, del II secolo E.V., cita Efesini 5:30 dicendo: “Come il beato Paolo dice nell’epistola agli Efesini, che noi siamo membra del suo corpo”. Clemente Alessandrino, dello stesso periodo, cita Efesini 5:21 dicendo: “Per cui, inoltre, nell’epistola agli Efesini egli scrive: Siate sottomessi gli uni agli altri nel timore di Dio”.

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