Che cosa significa nel nostro tempo la liberazione per i prigionieri
1. Che cosa illustra l’esperienza dei Giudei nel primo secolo, e quindi la liberazione significa semplicemente l’uscita da un sistema di cattività?
IL DISASTRO che si abbatté sulla nazione giudaica nel nostro primo secolo fu un’illustrazione storica, in piccole proporzioni, di ciò che accadrà se la liberazione predicata dagli unti di Geova non sarà stata accettata. La liberazione non è semplicemente l’uscita da un sistema di cattività, il ripristino della luce di libertà per gli occhi accecati dalle tenebre religiose in un sistema simile a prigione. La liberazione comprende anche lo scampare dalla distruzione col sistema simile a prigione di cattività religiosa. Tale distruzione s’approssima agli uomini di questa generazione, in proporzioni mondiali.
2. L’avvertimento che Pietro diede loro di salvarsi da quella perversa generazione significò più che la semplice liberazione da che cosa?
2 Diciannove secoli fa Pietro diede ai Giudei e ai proseliti circoncisi l’avvertimento di salvarsi da quella perversa generazione giudaica. Egli li avvertiva di ciò che si abbatté sulla loro nazione nel 70 E.V. Predicava loro più che la semplice liberazione dal sistema di schiavitù del giudaismo tradizionale. — Atti 2:40.
3. (a) Circa tre anni e mezzo dopo Pietro rivolse ai Gentili l’invito a uscire da che cosa, e come fu la sua azione in armonia con l’ultimo comando di Gesù? (b) Dopo la distruzione di Gerusalemme, perché la predicazione della liberazione dovette continuare?
3 Non erano ancora passati tre anni e mezzo quando Pietro fu mandato a predicare il messaggio di liberazione agli incirconcisi Gentili, che non erano schiavi del giudaismo tradizionale. (Atti 10:1-48; 11:8) Per i Gentili che credettero da allora in poi fu un caso di liberazione dal sistema di religione pagana. Fu un caso di liberazione dall’impero mondiale della falsa religione babilonica. L’invito a quei Gentili era d’uscire da Babilonia la Grande, il che significava uscire dall’impero mondiale di falsa religione. Per questo il risuscitato Gesù Cristo disse ai suoi discepoli: “Andate dunque e fate discepoli delle persone di tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello spirito santo, insegnando loro ad osservare tutte le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni fino al termine del sistema di cose”. (Matt. 28:19, 20) Il fatto che la Gerusalemme terrestre fu distrutta nel 70 E.V. non fu dunque nessun segno per indicare che la predicazione della liberazione ai prigionieri dovesse cessare. Babilonia la Grande rimase ancora dopo che Gerusalemme fu distrutta dagli eserciti romani.
4. Anni dopo, quale visione ebbe Giovanni di Babilonia la Grande? e perché c’è ora pressante bisogno d’esser liberati da lei?
4 Ventisei anni dopo che Gerusalemme era stata così distrutta, l’apostolo Giovanni ebbe una visione miracolosa e vide Babilonia la Grande ancora oppressivamente seduta su molte simboliche acque, cioè popoli, folle, nazioni e lingue, tutt’intorno al globo. (Riv. 17:15) Babilonia la Grande continua ancora a sedere pesantemente sul dorso del popolo. Ora vi è il pressante bisogno d’esser liberati da lei in tutte le sue ramificazioni religiose. L’antica Babilonia non scampò alla distruzione dopo che aveva essa stessa distrutto la Gerusalemme terrestre nell’anno 607 a.E.V. Dobbiamo noi aspettarci che Babilonia la Grande scampi alla distruzione dopo la distruzione di Gerusalemme mediante i babilonici Romani del 70 E.V.? Non secondo la profezia biblica.
5. (a) Quale giorno contrassegnò la distruzione di Gerusalemme? (b) Come mostrò la rivelazione a Giovanni se quello fu l’adempimento finale della profezia di Gioele, e da che cosa devono ora essere invitate a uscire le persone?
5 La distruzione di Gerusalemme e del suo tempio in quell’anno contrassegnò un “grande e illustre giorno di Geova”, che i cristiani del primo secolo poterono apprezzare. Ma non fu il completo adempimento della profezia di Gioele. (Gioe. 2:30-32) Dopo che Gerusalemme e il suo tempio erano già in rovina da ventisei anni, all’apostolo Giovanni fu annunciato un ancor futuro giorno di Geova, il “gran giorno dell’Iddio Onnipotente”. Era un giorno da contrassegnare mediante guerra in un luogo chiamato nella lingua ebraica Har-Maghedon, o Armaghedon. Per cui l’invito che Giovanni udì non fu un invito a uscire dalla Gerusalemme terrestre, poiché quella città era allora inesistente e i Romani non edificarono lì una nuova città fino al secondo secolo. L’invito che Giovanni udì dev’essere udito ora da tutto il mondo del genere umano, l’invito a uscire da Babilonia la Grande. (Riv. 16:14-16; 18:1-4) La mancanza di prestare ascolto a questo invito recherà il disastro!
6. Perché oggi le persone della cristianità non dovrebbero pensare di godere la libertà cristiana, e hanno esse bisogno di dare ascolto all’invito?
6 Nel corso del tempo ci fu la morte dell’apostolo Giovanni e di tutti gli altri apostoli di Gesù Cristo e dei loro fedeli intimi associati come Timoteo e Tito. Quindi i cristiani cominciarono a compromettersi riguardo alla libertà per cui Cristo li aveva resi liberi. Per vantaggi egoistici, materialistici, sociali, si fecero portare in schiavitù a Babilonia la Grande. L’istituzione della cristianità durante il regno dell’imperatore romano Costantino il Grande fu veramente una fusione del popolare genere di cristianesimo di quel tempo col paganesimo di Babilonia la Grande, di cui Costantino fu pontefice massimo finché morì nel 337 E.V. Il popolo della cristianità, dunque, non dovrebbe oggi pensare di godere la libertà cristiana, “la gloriosa libertà dei figli di Dio”. (Rom. 8:21) Essi sono schiavi dei loro ministri religiosi e dei loro religiosi sistemi ecclesiastici. Sono schiavi di Babilonia la Grande con la sua confusione di religioni settarie, delle quali un migliaio e più pretendono d’essere cristiane. L’invito dal cielo a uscire da Babilonia la Grande include dunque l’uscita dalla cristianità.
FUGA MODERNA DA BABILONIA LA GRANDE
7. Nel 1919, chi fece un passo per uscire da Babilonia la Grande, e per quale ragione?
7 Nella primavera del 1919, esattamente alcuni mesi dopo la fine della prima guerra mondiale, un gruppo comparativamente piccolo di dedicati cristiani fece un coraggioso passo per uscire da Babilonia la Grande. Nell’anno 1931 essi divennero internazionalmente noti come testimoni di Geova. Durante la prima guerra mondiale erano divenuti prigionieri di Babilonia la Grande e dei suoi amanti politici, specialmente nella cristianità.
8. Come Rivelazione 11:2-12 predice la loro uscita da Babilonia la Grande, e che cosa sono ora decisi a fare?
8 L’ultimo libro della Bibbia, in Rivelazione 11:2-12, ci parla degli unti testimoni di Dio, i suoi due simbolici ulivi. Dice che essi sarebbero stati uccisi dal bestiale sistema della politica mondiale, ma dopo un breve periodo di tempo, come tre giorni e mezzo, lo spirito di vita di Dio sarebbe entrato in questi unti testimoni ed essi sarebbero venuti alla vita e sarebbero stati elevati ad altezza celeste nel servizio di Dio sulla terra. Questo ritorno alla vita degli unti testimoni di Dio accadde nella primavera del 1919. Fu allora che questi stessi unti testimoni risposero all’invito celeste di uscire da Babilonia la Grande. Con l’aiuto di Dio, per mezzo del suo regnante Re Gesù Cristo, uscirono da Babilonia la Grande. Con l’assistenza divina han deciso di stare fuori ed essere liberi da lei finché essa non sia più. — Zacc. 4:11-14; 2:7.
9. Perché c’era bisogno che l’unto rimanente predicasse la liberazione ai prigionieri dal 1919 in poi, e la predicarono?
9 Quelli che si liberarono nel 1919 erano un piccolo rimanente di unti, dedicati, battezzati cristiani, che sono Giudei interiormente, Israeliti spirituali. Ma ce ne volevano ancora altri per completare il numero biblico di 144.000 Israeliti spirituali che devono stare con l’Agnello Gesù Cristo sul celeste monte Sion e dominare con lui dalla “Gerusalemme celeste” per la benedizione di tutte le nazioni. (Riv. 7:1-8; 14:1-5; Ebr. 12:22) Perciò, altri prigionieri in Babilonia la Grande dovevano udire il messaggio di liberazione e compiere la loro fuga da lei e divenire parte del libero spirituale “Israele di Dio”, l’Israele cristiano. (Gal. 6:16) L’unto rimanente che era stato liberato nel 1919 comprese dunque che erano stati unti con spirito santo di Dio per “predicare la liberazione ai prigionieri”, ed essi predicarono sia di casa in casa che pubblicamente.
10. Quale fu la risposta a questa predicazione della liberazione, e che cosa produsse ciò?
10 Migliaia di persone risposero alla buona notizia di liberazione da Babilonia la Grande, e queste si dedicarono a Dio e furono battezzate come Gesù Cristo aveva comandato. In seguito le loro vite cristiane mostrarono che erano state generate da Dio il Padre per essere suoi figli spirituali, coeredi del celeste Gesù Cristo. — Giov. 3:3, 5; 2 Cor. 1:12; 1 Giov. 2:20, 27; Rom. 8:16, 17.
11. Che cosa significò questa azione di Dio riguardo a questi liberati, e quale profezia aveva così un moderno adempimento?
11 Sapete pienamente ciò che questo significò? Significò più che esser generati da Geova Dio come figli spirituali per un’eredità celeste! Significò anche che egli ungeva questi nuovi liberati, che versava il suo spirito su questi dedicati, battezzati credenti che erano di ogni sorta di carne. In questo modo vi era un moderno adempimento della profezia di Gioele 2:28-32, che l’apostolo Pietro citò il giorno di Pentecoste nel 33 E.V., quando lo spirito santo fu versato sulla congregazione dei discepoli di Cristo per la prima volta.
12. Quale attività fu predetto che doveva seguire il versamento dello spirito su ogni sorta di carne, e avvenne ciò?
12 Secondo la profezia di Gioele non solo doveva essere versato lo spirito, ma gli unti, sia maschi che femmine, giovani e vecchi, dovevano profetizzare. Or bene, se lo spirito era stato versato, si profetizzò com’era stato predetto? Sì, non solo in maniera pubblica, ma, più che non prima, di casa in casa. I dedicati credenti erano stati unti con spirito santo per profetizzare e predicare. Come potevano, dunque, astenersi dal predicare il messaggio del “termine del sistema di cose”, cioè “questa buona notizia del regno”, in tutta la terra abitata in testimonianza a tutte le nazioni prima della fine di questo sistema di cose? — Matt. 24:14.
13. (a) In adempimento di Gioele 2:28-32, che cos’altro c’è da aspettarsi oltre al versamento dello spirito e al profetizzare? (b) Secondo ciò che abbiamo già osservato dal 1919, che cosa sta ora per venire?
13 Abbiamo noi osservato questo adempimento nel giorno moderno del versamento dello spirito di Dio su ogni sorta di carne in adempimento della profezia di Gioele (2:28, 29)? Poiché l’abbiamo osservato, c’è da aspettarsi dell’altro. Come fu illustrato nel modello profetico di diciannove secoli fa, ai giorni degli apostoli di Cristo, dalla Pentecoste del 33 E.V. all’estate del 70 E.V., l’adempimento di Gioele 2:28-32 significò più che il versamento dello spirito di Dio su ogni sorta di carne. Significò pure che Geova avrebbe fatto “portenti nei cieli e sulla terra, sangue e fuoco e colonne di fumo. Il sole stesso sarà mutato in tenebre, e la luna in sangue, prima della venuta del grande e tremendo giorno di Geova. E deve accadere che chiunque invocherà il nome di Geova sarà salvato; poiché sul monte Sion e in Gerusalemme saranno gli scampati, proprio come Geova ha detto, e fra i superstiti, che Geova chiama”. Poiché in questi tempi moderni abbiamo convincentemente osservato il versamento dello spirito di Dio sui dedicati, battezzati cristiani, sta per venire il “grande e tremendo giorno di Geova”. Dove si troverà il luogo per sopravvivere?
14. Dove si troverà il luogo per sopravvivere?
14 Come fu illustrato diciannove secoli fa, nei tempi apostolici, il luogo dei superstiti non fu il terrestre monte Sion e la terrestre Gerusalemme occupata dagli increduli Giudei. Fu il celeste monte Sion e la “Gerusalemme celeste”.
15. In relazione con quale radunamento c’è stato un versamento di spirito dal 1919, e di che cosa questo avvenimento dovrebbe essere il precursore?
15 Non perdiamo, quindi, l’importante significato delle cose che sono accadute nei passati cinquant’anni. Abbiamo avuto il radunamento degli eletti, chiamati, unti sin dal 1919 in un’organizzazione unificata in tutta la terra. Quest’opera di radunamento sotto la direzione angelica continuò fino agli anni di transizione del 1931-1935. Quelli che si aggiunsero al liberato rimanente dopo il 1919 furono pure unti con lo spirito versato da Dio per profetizzare. Secondo il modello storico del nostro primo secolo, questo versamento di spirito è un vicino precursore del “grande e tremendo giorno di Geova” coi suoi portenti nei cieli e sangue, fuoco e colonne di fumo sulla terra. Questo è il giorno di Geova Dio per eseguire la sua vendetta su tutti quelli che non hanno invocato il Suo nome e non sono fuggiti dal mondano sistema di schiavitù per schierarsi dalla parte del regno di Dio, che regna sin dal 1914 nella “Gerusalemme celeste” sul celeste monte Sion.
16. (a) In quale “anno” viviamo ancora, e perché ora è necessario continuare a predicare la liberazione? (b) Chi prende oggi la direttiva in quest’opera?
16 Secondo la profezia di Isaia (61:1, 2) viviamo ancora nell’“anno di buona volontà da parte di Geova”, ma questo simbolico “anno” deve giungere alla sua fine, lasciando il posto al “giorno di vendetta da parte del nostro Dio”. Prima che l’“anno” di buona volontà divina scada è necessario intensificare la nostra predicazione della liberazione al popolo ancora prigioniero, perché “il giorno di vendetta da parte del nostro Dio” è ora molto più vicino, sì, più vicino di quando ci fu il versamento dello spirito di Dio dal 1919 in poi. Alcune migliaia dell’unto rimanente sono ancora con noi; ed essi adempiono lo scopo della loro unzione. Come? Prendendo la direttiva nell’opera che Dio ha assegnata, “proclamare la libertà a quelli presi prigionieri e la completa apertura degli occhi pure ai prigionieri” in Babilonia la Grande.
17, 18. (a) Perché c’è ora ogni buona ragione per uscire da Babilonia la Grande? (b) Che cosa Giovanni udì dire dalla voce dal cielo?
17 Anche per Babilonia dei tempi antichi ci fu un “giorno di Geova”, e fu “crudele sia con furia che con ira ardente”. (Isa. 13:1, 9) Similmente, per la moderna Babilonia la Grande c’è un “giorno di vendetta”, sì, il “gran giorno dell’Iddio Onnipotente”. Ora c’è ogni buona ragione per uscire da Babilonia la Grande, per ascoltare ciò che l’apostolo Giovanni udì dire dalla voce dal cielo:
18 “Uscite da essa, o popolo mio, se non volete partecipare con lei ai suoi peccati, e se non volete ricever parte delle sue piaghe. Poiché i suoi peccati si sono ammassati fino al cielo, e Dio s’è rammentato dei suoi atti d’ingiustizia. . . . Perciò le sue piaghe verranno in un sol giorno, morte e cordoglio e carestia, ed essa sarà completamente bruciata col fuoco, perché Geova Dio, che l’ha giudicata, è forte”. — Riv. 18:4-8.
19. (a) Perché questo rende urgente che l’unto rimanente continui a predicare la liberazione ai prigionieri, e ora specialmente a quale specie di prigionieri? (b) In quale occasione nel 1923 fu rivolta l’attenzione a tali prigionieri?
19 Prendete nota! La distruzione verrà su Babilonia la Grande come “in un sol giorno”. Questo rende urgentissimo che l’unto rimanente predichi senza sosta la “liberazione ai prigionieri”. Per alcuni decenni l’unto rimanente ha pensato ai “prigionieri” religiosi che non sono di questo unto rimanente con la sua speranza celeste. Questo fatto è mostrato da un avvenimento dell’anno 1923. Dal 18 al 26 agosto un’assemblea di molte migliaia di dedicati, battezzati studenti biblici fu tenuta a Los Angeles, in California, U.S.A. Il sabato pomeriggio, 25 agosto, l’allora presidente della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati parlò a migliaia dell’unto rimanente sulla parabola di Gesù di “Pecore e capri”. Egli spiegò che le “pecore” erano quelli che facevano benevoli favori all’unto rimanente dei fratelli spirituali di Cristo. Come ricompensa, i membri di questa classe delle “pecore” dovevano essere preservati in vita attraverso la veniente battaglia di Armaghedon e introdotti poi nel nuovo ordine di cose di Dio. Alla fine di questo discorso l’oratore lesse e propose l’adozione di una Risoluzione, e, salvo per alcuni estranei, questa fu unanimemente adottata mediante un voto che gli uditori espressero alzandosi in piedi. Negli ultimi tre paragrafi di questa si diceva:
20, 21. (a) Dove questa Risoluzione fu rivolta a tale specie di prigionieri, e quale invito fu loro applicato? (b) Che cosa furono invitati a fare?
20 “. . . la linea di demarcazione fra le due classi della cristianità è attentamente tracciata, e che è venuto il tempo della separazione di quelli che preferiscono il male da quelli che amano la giustizia e desiderano il regno del Signore. Noi, perciò, con spirito d’amore facciamo risuonare l’avvertimento a tutti questi amanti della pace e dell’ordine e timorati di Dio che sono associati alle chiese denominazionali, e additiamo loro il fatto che non possono far parte né associarsi a quella classe di pretesi cristiani che ripudiano la Parola di Dio e rinnegano il Signore Gesù Cristo e il suo regno; e li invitiamo a prestare ascolto alla Parola di Dio e a separarsi dalla cosa impura (2 Corinti 6:17), a ritirarsi dagli ingiusti sistemi ecclesiastici designati dal Signore come ‘Babilonia’, e a ‘uscire da lei, se non vogliono partecipare con lei ai suoi peccati e ricevere parte delle sue piaghe’ (Rivelazione 18:4); e
21 “Facciamo appello a tutte queste persone perché riconoscano Gesù Cristo come Re dei re e Signore dei signori, e che il suo regno ora vicino è la speranza e la salvezza dei popoli; e che individualmente e collettivamente si dichiarino dalla parte del Signore e simpatizzanti per la sua causa, e siano pronte a ricevere le benedizioni del regno di Dio che egli ha preparate per loro dalla fondazione del mondo”. — La Torre di Guardia (inglese) del 1º novembre 1923, pagina 327.
22. Come questo invito a uscire da Babilonia la Grande fu fatto risuonare da Toronto nel 1927?
22 Questo invito a uscire da Babilonia la Grande, in particolar modo la parte d’essa chiamata cristianità, fu di nuovo fatto risuonare con vigore la domenica, 24 luglio 1927, dinanzi a un uditorio pubblico di 15.000 o più persone a Toronto, Ontario, Canada, e a un incalcolabile uditorio invisibile riunito mediante l’allora “massimo collegamento del mondo”, una rete di 53 radiostazioni, col discorso intitolato “Libertà per i popoli”. Questo stimolante appello pronunciato dall’allora presidente della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati fu poi stampato ne La Torre di Guardia del 15 ottobre 1927 (vedi la pagina 313, paragrafo 56, del numero inglese) e anche messo in circolazione in milioni di copie dell’opuscolo intitolato “Libertà per i popoli”.
23. Che cosa mostra se la semplice uscita dai sistemi religiosi della cristianità salverà le persone nel giorno di vendetta di Dio?
23 L’uscita da Babilonia la Grande e la fuga al luogo di sicurezza non avvengono semplicemente ritirandosi dai sistemi religiosi della cristianità o cessando di frequentare una chiesa denominazionale. Milioni di persone della cristianità hanno fatto questo, specie nei paesi dove c’è la Chiesa di Stato, o l’unione di Chiesa e Stato con una particolare denominazione ecclesiastica stabilita come Chiesa della nazione. Sebbene si ritirassero e cessassero di sostenere finanziariamente la Chiesa di Stato, sono ancora tenute in schiavitù dagli amanti politici di Babilonia la Grande. Sebbene possano vedere Babilonia la Grande distrutta nel “giorno di vendetta da parte del nostro Dio”, saranno subito dopo distrutte come simbolici “capri” con gli amanti politici di Babilonia la Grande. Quegli amanti politici sono stati gli strumenti della religiosa Babilonia la Grande, ed essi si sono stabiliti con lei in opposizione al messianico regno di Dio.
24. (a) Per divenire una “pecora” in contrasto coi “capri”, che cosa deve fare la persona, e quante di tali “pecore” ci saranno al tempo della distruzione di Babilonia la Grande? (b) In considerazione di ciò che è Babilonia la Grande, da quali aree religiose devono venire queste “pecore”?
24 In vista di questo fatto la rivista ufficiale dei testimoni di Geova, La Torre di Guardia (inglese), in data 15 agosto 1934, alle pagine 249, 250, disse che onde una persona divenga una della classe delle “pecore” deve fare una piena, incondizionata dedicazione di se stessa a Geova Dio e battezzarsi in acqua, proprio come fece lo stesso Gesù. L’anno seguente fu ulteriormente rivelato che queste “pecore” sarebbero state di “ogni nazione e tribù e popolo e lingua” e che avrebbero formato “una grande moltitudine”, una “grande folla”, al tempo della distruzione di Babilonia la Grande. (Riv. 7:9, 10, VA; NM) Di conseguenza, i membri di quella “grande folla” devono uscire non solo dalla cristianità ma anche dal paganesimo. Come fu dunque appropriato che nel 1963 fosse pubblicato il libro intitolato “‘Babilonia la Grande è caduta!’ Il regno di Dio domina!” (inglese) e che questo libro identificasse Babilonia la Grande come più ampia dell’organizzata religione della cristianità, cioè l’impero mondiale della falsa religione babilonica, compresa la cristianità.
FINITO IL VERSAMENTO DELLO SPIRITO, VIENE IL GRAN GIORNO!
25. (a) Per quali prigionieri è la predicazione della liberazione, e perché quest’opera di liberazione deve continuare sino alla fine? (b) Giacché abbiamo visto il versamento dello spirito, che cosa deve accadere quindi in adempimento di Gioele 2:28-32?
25 Per chi è, quindi, la predicazione della liberazione? È per i prigionieri di tutti i sistemi religiosi che formano Babilonia la Grande. Tutti questi hanno bisogno d’esser liberati ora da Babilonia la Grande, se desiderano sfuggire alla distruzione con lei o alla distruzione con i suoi amanti politici nella “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente”, ad Armaghedon. (Riv. 16:14-16) Li dobbiamo avvertire dell’eterna distruzione che avanza rapidamente verso di loro. Questa generazione del genere umano ha visto versare lo spirito di Dio su ogni sorta di carne per compiere la grande opera di predicazione relativa al messianico regno di Dio. Ora deve venire, fra breve, l’adempimento del resto della profezia di Gioele (2:28-32), e questo è il “grande e tremendo giorno di Geova” per la distruzione di tutti quelli che non invocano il nome di Geova per mezzo di Gesù Cristo e non cercano rifugio con l’unto rimanente di Geova sotto la protezione della “Gerusalemme celeste”. La predicazione della liberazione ai prigionieri, dunque, non può cessare ora. Quest’opera di liberazione, di salvezza, deve continuare sino alla fine!
26. Come finirà la schiavitù sotto Babilonia la Grande e i suoi amanti politici, e perché, secondo la volontà di Dio, tale schiavitù deve finire?
26 Babilonia la Grande e i suoi consorti e patroni politici continuano a commettere insieme immondezza religiosa, e tengono il popolo in una schiavitù che presto finirà nella distruzione nel “giorno di vendetta da parte del nostro Dio”. Tale schiavitù deve scomparire! Dio non s’interessa di avere un campo di schiavitù operante qui sulla terra per mano di Babilonia la Grande e dei suoi amanti politici. Sì, Satana il Diavolo s’interessa di tale campo di schiavitù, ma non Geova Dio. Egli non crede alla schiavitù e al debito eterno di tutto il genere umano. Egli è l’Iddio della libertà! Crede alla libertà di quelli che sono suoi figli.
27. (a) Come mai Dio permise che vi fosse tale schiavitù, ma la dichiarazione di quale proposito fece egli immediatamente? (b) Quale speranza suscitò nei cuori umani tale dichiarazione, e quindi da chi deve ora essere purificata questa terra?
27 Alla creazione non fu volontà di Dio che il genere umano divenisse schiavo di Satana il Diavolo, del peccato e della morte. Egli permise che vi fosse tale schiavitù mentre consentiva ai suoi figli terrestri di usare il loro libero arbitrio, di amare Dio ubbidientemente o di rigettarlo di loro propria volontà. Ma immediatamente egli annunciò il suo immutabile proposito di recare la liberazione alle sfortunate vittime della trasgressione che Adamo ed Eva, nostri progenitori umani, avevano commessa. Mediante la proclamata e scritta dichiarazione del proposito di Dio, egli suscitò nei cuori delle creature umane la “speranza che la creazione stessa sarà pure resa libera dalla schiavitù alla corruzione e avrà la gloriosa libertà dei figli di Dio”. (Rom. 8:20, 21) Babilonia la Grande e i suoi amanti politici non arresteranno questo programma di Geova Dio di recare questa preziosa libertà alla gemente creazione umana. La terra dev’essere purificata da costoro che ostacolano la libertà data da Dio. Gli amanti della libertà devono essere ora aiutati a sfuggire alla distruzione con quegli ostacolatori.
28. (a) Che cosa faranno ora il rimanente e le persone simili a pecore liberate? (b) A che cosa condurranno questa liberazione e questo passo per la libertà cristiana?
28 Che faranno, quindi, l’unto rimanente e quelle persone simili a pecore che sono già stati liberati da Geova Dio e dal suo Figlio Gesù Cristo? Continueranno ad andare dalle persone di tutte le nazioni e di tutte le religioni per “predicare la liberazione ai prigionieri” mentre c’è ancora l’opportunità di ottenere liberazione e godere la libertà per cui Cristo ci ha liberati. Questa liberazione porterà alla protezione di Dio e alla preservazione quando Babilonia la Grande e gli amanti politici che peccano con lei scenderanno nella rovina, dopo di che la loro schiavitù sarà finita. Schierandoci così per la vera libertà cristiana faremo un passo per partecipare all’adempimento del magnifico proposito di Dio di bandire il peccato, la morte e il Diavolo e di trasformare per sempre tutta la terra in un paradiso di libertà per i perfezionati figli umani di Dio.
29. Che cos’è stato ora pubblicato come aiuto per tali futuri figli di Dio, e che cosa si raccomanda riguardo ad esso?
29 Per aiutare in questi tempi critici tali futuri figli di Dio, la Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati di Pennsylvania ha ora pubblicato in inglese un nuovo libro, intitolato “Vita eterna, nella libertà dei figli di Dio”. Vi raccomandiamo caldamente, non appena sarà stato tradotto in italiano, di leggerlo, studiarlo con la Sacra Bibbia, e salvaguardare così la vostra inestimabile libertà che è il dono di Dio per mezzo di Cristo.