BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • En-Roghel
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • pietra. Raggiunge una sorgente o un corso d’acqua sotterraneo che, dopo una pioggia, a volte si ingrossa al punto che il livello dell’acqua sale fino in superficie.

  • Epafra
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Epafra

      (Èpafra; contrazione di Epafrodito).

      Fedele ministro di Cristo che predicò la buona notizia e fece conoscere ai colossesi l’immeritata benignità di Dio, e molto probabilmente contribuì a stabilire la congregazione di Colosse. All’epoca della prima detenzione di Paolo, Epafra si recò a Roma, portando incoraggianti notizie circa l’amore e la fermezza della congregazione di Colosse. (Col. 1:4-8) Evidentemente si trattenne a Roma, almeno per qualche tempo, poiché Paolo, scrivendo la sua lettera ai colossesi, include i saluti di Epafra e assicura che quello schiavo di Gesù Cristo si adoperava sempre “a vostro favore nelle sue preghiere, affinché siate infine compiuti e con ferma convinzione in tutta la volontà di Dio”. Come attesta Paolo, quel diletto conservo compì inoltre una grande opera a favore dei fratelli di Laodicea e di Ierapoli. (Col. 4:12, 13) Quindi, scrivendo a Filemone, Paolo manda i saluti di Epafra e lo chiama “mio compagno di cattività unitamente a Cristo”. — Filem. 23.

  • Epafrodito
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Epafrodito

      (Epafrodìto) [gr. Epaphròditos, bello, attraente].

      Fidato componente della congregazione di Filippi in Macedonia, latore di un dono a Paolo, allora prigioniero a Roma (ca. 60–61 E.V.). (Filip. 2:25; 4:18) Mentre era a Roma, Epafrodito “si ammalò e fu vicino alla morte; ma Dio ebbe misericordia di lui”. I filippesi, saputo della sua malattia e forse preoccupati, chiesero notizie. Poiché Epafrodito era ansioso di vedere i filippesi e afflitto che fossero al corrente della sua malattia, Paolo ritenne opportuno rimandarlo subito indietro appena guarito, affidandogli la lettera per la congregazione di Filippi. Paolo incoraggia i fratelli a dare a Epafrodito “il consueto benvenuto nel Signore” e a “tener cari gli uomini di tale sorta”, perché a motivo dell’opera del Signore Epafrodito si era esposto al pericolo ed era stato quasi in punto di morte. — Filip. 2:25-30.

  • Epicurei
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Epicurei

      (epicurèi).

      Seguaci del filosofo greco Epicuro (341 [o 342]–270 a.E.V.).

      La filosofia epicurea ebbe largo seguito per sette secoli. Si fondava sull’idea che il piacere personale era il solo o il principale bene della vita. Per tale ragione Epicuro esortava a vivere in modo da trarre il massimo piacere durante la propria vita, ma a farlo con moderazione per evitare la sofferenza provocata dall’indulgere in tali piaceri. Comunque si dava particolare importanza ai piaceri della mente anziché ai piaceri fisici. Per esempio secondo Epicuro era più importante con chi si mangia di ciò che si mangia. Si dovevano abolire i desideri superflui e, specialmente, quelli non spontanei. Poiché erudizione, cultura e civiltà, ed anche impegno sociale e politico, potevano far sorgere desideri difficili da soddisfare e quindi turbare la pace mentale, queste cose venivano sconsigliate. La conoscenza era da ricercare solo per liberarsi da superstizioni e timori religiosi; i due timori che si dovevano eliminare prima di tutto erano il timore degli dèi e il timore della morte. Considerando il matrimonio e ciò che lo accompagna una minaccia alla propria pace mentale, Epicuro rimase celibe ma non impose il celibato ai suoi seguaci.

      La filosofia epicurea era caratterizzata da completa assenza di principi. Trasgredire la legge era sconsigliato semplicemente per la vergogna di essere denunciati e la punizione che poteva derivarne. Vivere nel timore di essere scoperti e puniti avrebbe privato del piacere, e ciò rendeva sconsigliabile anche una colpa segreta. Per gli epicurei la virtù in se stessa non aveva alcun valore ed era utile solo quando serviva come mezzo per procurarsi la felicità. La reciprocità era raccomandata non come principio giusto e nobile, ma per ciò che se ne ricavava. Anche le amicizie poggiavano sulla stessa base egoistica, vale a dire il piacere che se ne traeva. Anche se la ricerca del piacere era il punto focale della sua filosofia, il paradosso è che secondo Epicuro la vita era un “dono crudele”.

      Gli epicurei credevano nell’esistenza degli dèi, ma che anch’essi, come ogni altra cosa, fossero fatti di atomi, però atomi di natura superiore. Si pensava che gli dèi fossero troppo lontani dalla terra per provare alcun interesse per quello che faceva l’uomo, quindi non serviva pregare gli dèi né offrire loro sacrifici. Gli dèi, essi credevano, non avevano creato l’universo e non infliggevano punizioni né impartivano benedizioni ad alcuno, ma godevano felicità suprema, e questo era l’obiettivo per cui lottare durante la propria vita. Comunque gli epicurei sostenevano che gli dèi non erano in grado di aiutare nessuno a raggiungerlo, che la vita era venuta all’esistenza per caso in un universo governato da leggi meccaniche, e che la morte pone fine a ogni cosa, liberando l’individuo dall’incubo della vita. Anche se credevano che l’uomo avesse un’anima, pensavano che l’anima fosse composta di atomi che si dissolvevano alla morte del corpo, come acqua che si versi da una brocca rotta.

      Alla luce di quanto si è detto si capisce bene perché filosofi epicurei erano fra coloro che disputavano con Paolo nel mercato di Atene e dicevano: “Che cosa vuol dire questo chiacchierone? . . . Sembra che sia un proclamatore di deità straniere”. (Atti 17:17, 18) La filosofia degli epicurei, con la sua idea “mangiamo e beviamo, poiché domani morremo”, negava la speranza della risurrezione insegnata dai cristiani nel loro ministero. — I Cor. 15:32.

  • Epilessia
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Epilessia

      Malattia cronica del sistema nervoso centrale che si manifesta con convulsioni o perdita parziale o totale della conoscenza, e a volte con entrambe le cose. Questo disturbo dipende da un’alterazione dell’attività bioelettrica cerebrale. Un attacco epilettico grave accompagnato da stato comatoso è chiamato grande male, mentre la forma meno grave, con attacchi di brevissima durata, è definita piccolo male; questi sono i due tipi principali di epilessia. Epilettico è chi è affetto da epilessia.

      L’epilessia dipende di solito da cause naturali e le Scritture non danno ad intendere che gli epilettici siano in genere indemoniati. Anzi, Matteo (4:24) riferisce che si portavano da Gesù persone afflitte da vari mali fra cui “persone possedute da demoni ed epilettici”, facendo una distinzione fra le due categorie di persone guarite da Gesù Cristo.

      Il termine italiano “epilessia” deriva dal greco epilepsìa, che significa “arresto, colpo”. Comunque il termine epilepsìa non ricorre nella Bibbia. Per descrivere questa malattia Matteo (4:24; 17:15) usa invece voci del verbo seleniàzomai, che letteralmente significa “essere lunatico”.

      È interessante quanto dice The International Standard Bible Encyclopaedia (Vol. III, p. 1941): “Il significato originale del termine seleniàzomai, ‘lunatico’, è collegato alla credenza popolare, largamente

Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
Disconnetti
Accedi
  • Italiano
  • Condividi
  • Impostazioni
  • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
  • Condizioni d’uso
  • Informativa sulla privacy
  • Impostazioni privacy
  • JW.ORG
  • Accedi
Condividi