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Condividete con altri ciò che aveteLa Torre di Guardia 1957 | 15 luglio
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altri . . . ma non ho amore [in modo da seguire Cristo condividendo vivificanti beni spirituali], non ne traggo nessun profitto”. Se veramente amiamo Dio e il nostro prossimo, faremo dunque ogni cosa, compreso il condividere beni materiali con altri, per promuovere la buona notizia e così potremo unirci all’apostolo nell’affermare: “Faccio tutte queste cose per amore della buona notizia, affin di poterla condividere con altri”. — 1 Tim. 4:16; 1 Cor. 13:3; 9:23, NM.
32, 33. Da che cosa derivano lo spirito ospitale e la generosità, ma quale ne è il risultato? A chi dunque dovremmo essere simili?
32 Come ci rendono ricchi l’ospitalità e lo spirito altruistico! Mostrando ospitalità agli estranei “ci raccomandiamo come ministri di Dio, . . . in benignità”. Condividendo ciò che abbiamo con i nostri fratelli dimostriamo amore e gratitudine e operiamo per promuovere la buona notizia. Infatti, “in ogni cosa voi siete arricchiti per ogni specie di generosità”. Innanzi tutto, ottenete la maggiore felicità: “C’è più felicità nel dare che nel ricevere”. Riceverete come ricompensa un’indescrivibile intima gioia. Arricchite l’amore degli altri verso di voi. Principalmente, arricchite il nostro amore per Geova ispirando molte ‘espressioni di ringraziamento a Dio’. Sì, il dare arricchisce quelli che lo praticano. Salomone dichiarò: “Alcuni fan parte di quello che hanno e diventan più ricchi, altri rubano l’altrui e son sempre in miseria. L’anima benefica sarà sempre nell’abbondanza”. Quindi, sebbene l’ospitalità e la generosità derivino dalla consapevolezza delle necessità altrui, arricchiscono la vita di quelli che le praticano. — 2 Cor. 6:4-6; 9:11; Atti 20:35, NM; Prov. 11:24, 25, Ti.
33 Perché dunque essere nel bisogno? Perché non essere arricchiti in ogni cosa? “[Siate] prodighi, pronti a condividere”. “Siate ospitali gli uni verso gli altri senza mormorare”. (1 Tim. 6:18; 1 Piet. 4:9, NM) Siate come Abrahamo che fu ospitale e accolse angeli. Siate come Lidia che considerava l’ospitalità un grande privilegio. Siate come Onesiforo che commosse il cuore di un apostolo con la sua benignità. Siate come la Sunamita che si prestò ad essere ospitale ed ebbe quindi come ricompensa un figlio. Siate come i Macedoni, che, nonostante la loro profonda povertà, erano tanto pronti e solleciti a condividere ciò che avevano con altri. Sì, siate come il vostro Padre celeste: praticate l’ospitalità!
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Una preghiera gesuiticaLa Torre di Guardia 1957 | 15 luglio
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Una preghiera gesuitica
● La rivista gesuita cattolica romana America, nel suo numero del 31 marzo 1956, in un articolo intitolato “Nostro fratello, l’Ebreo” disse quanto segue: “Il Venerdì Santo la Chiesa ci invita a pregare’. . . che il nostro Signore e Dio tolga il velo dai loro cuori, affinché essi pure conoscano il Nostro Signore Gesù Cristo’”. Però, i Gesuiti pubblicarono nella loro rivista solo parte della preghiera del Venerdì Santo, una frase scelta in mezzo al suo contesto. Nella sua più completa versione questa famosa preghiera dice quanto segue: “Preghiamo anche per i perfidi Ebrei; possa il Signore nostro Dio rimuovere il velo dai loro cuori, affinché essi pure riconoscano Gesù Cristo nostro Signore. Onnipotente Eterno Dio, Tu che non escludi dalla Tua compassione neanche i perfidi Ebrei, ascolta le nostre preghiere che ti offriamo a favore di questo popolo traviato, perché anch’esso possa vedere e riconoscere la luce della Tua verità che è Cristo e possa esser liberato dalle tenebre mediante lo stesso Gesù Cristo nostro Signore”.
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