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MiraAusiliario per capire la Bibbia
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città che all’ottimo porto di Andriaca alla foce del fiume navigabile Andriaco. I resti delle banchine ancora fiancheggiano il fiume. Che Mira fosse un’importante città portuale si può dedurre dal fatto che era il centro dell’adorazione del dio dei navigatori. I marinai invocavano la divinità prima di iniziare lunghi viaggi e, quando giungevano sani e salvi a destinazione, facevano offerte votive.
L’apostolo Paolo, prigioniero, durante il viaggio per Roma giunse a Mira da Cesarea, passando per Sidone. A Mira lui e i suoi compagni di viaggio dovettero imbarcarsi su una nave proveniente da Alessandria adibita al trasporto di grano, che faceva vela per l’Italia. — Atti 27:2-6, 38.
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MiracoliAusiliario per capire la Bibbia
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Miracoli
Il termine italiano “miracolo” è stato definito “fatto straordinario, superiore alle possibilità comuni, che si ritiene dovuto a un intervento soprannaturale, in quanto supera i limiti delle normali prevedibilità dell’accadere e va oltre le possibilità dell’azione umana”. Nelle Scritture Ebraiche il termine mohphèth, a volte tradotto “miracolo”, significa “prodigio, opera o manifestazione che colpisce per grandezza, novità, arditezza”. Nelle Scritture Greche il termine dỳnamis, “potenza”, è reso ‘capacità’, ‘forza’, ‘opera potente’ o ‘potere miracoloso’. — Matt. 25:15; Luca 6:19; I Cor. 12:10, Ge, NM, PIB.
Un miracolo, straordinario agli occhi dell’osservatore, è qualche cosa che va oltre la sua capacità di operare o anche di comprendere pienamente. È anche un’opera potente, che richiede forza o conoscenza superiori alla sua. Ma dal punto di vista di colui che è fonte di tale potenza non è un miracolo. Egli lo comprende e ha la capacità di farlo. Infatti molte azioni che Dio compie sono straordinarie per gli esseri umani che le osservano, ma non sono altro che la sua potenza messa in atto. Chi crede in una divinità, specie in un Dio creatore, non può coerentemente negare il potere di Dio di fare cose meravigliose agli occhi umani. — Rom. 1:20.
MIRACOLI E LEGGI NATURALI
Attraverso lo studio e l’osservazione i ricercatori hanno identificato varie cose che funzionano in modo uniforme nell’universo e hanno riconosciuto che esistono leggi che regolano l’uniformità dei fenomeni naturali. Perciò gli scettici mettono in dubbio i miracoli della Bibbia, affermando in effetti di essere a conoscenza di tutte le condizioni e i processi esistenti. Insistono che le opere del Creatore debbano essere limitate agli stretti confini del loro intendimento delle leggi che governano l’universo fisico.
Tale errore da parte degli scienziati è stato ammesso da un professore svedese di fisica del plasma, il quale ha sottolineato: “Nessuno mette in dubbio l’ubbidienza dell’atmosfera terrestre alle leggi della meccanica e della fisica atomica. Nondimeno può essere estremamente difficile determinare come queste leggi operino in determinate circostanze relative ai fenomeni atmosferici”. Egli ha applicato questo concetto all’origine dell’universo. Dio stabilì le leggi fisiche che governano la terra, il sole e la luna, nell’ambito delle quali gli uomini hanno potuto fare cose meravigliose. Certo Dio poté applicare tali leggi e produrre risultati del tutto inaspettati per l’uomo; per lui non era un problema dividere il Mar Rosso in modo che ‘le acque fossero un muro’ da entrambe le parti. (Eso. 14:22) Anche se per l’uomo camminare sull’acqua è un’impresa sorprendente, com’era facile attuarla in virtù della potenza di “Colui che distende i cieli proprio come un fine velo, che li stende come una tenda in cui dimorare”. Inoltre viene detto che Dio ha creato e controlla tutte le cose nei cieli e, “a motivo dell’abbondanza dell’energia dinamica, essendo egli anche vigoroso in potenza, non ne manca nessuna”. — Isa. 40:21, 22, 25, 26.
Dato che riconoscendo l’esistenza di leggi, come quella della forza di gravità, si presuppone un legislatore di impareggiabile, sovrumana intelligenza e potenza, perché mettere in dubbio la sua capacità di compiere prodigi? Perché cercare di limitarne l’operato al campo d’azione infinitamente angusto della conoscenza ed esperienza umana? Il profeta Giobbe descrive l’ignoranza e la stoltezza in cui Dio lascia vagare coloro che così contrappongono la loro sapienza alla sua. — Giob. 12:16-25; confronta Romani 1:18-23.
DIO SI ATTIENE ALLA SUA LEGGE MORALE
Il Creatore non ha bisogno di ‘dipartirsi’ dalle sue stesse leggi a motivo di un’emergenza o per far restare le sue creature a bocca aperta, piene di sacro timore. Non è un Dio capriccioso che violi arbitrariamente le proprie leggi. (Mal. 3:6) Lo dimostra il fatto che si attiene alle sue leggi morali, che sono in armonia con le sue leggi fisiche, ma più alte e nobili. Giustamente Dio non può passar sopra all’ingiustizia. “Tu sei troppo puro di occhi per vedere ciò che è male; e non puoi guardare l’affanno”, dice il profeta. (Abac. 1:13; Eso. 34:7) Egli dichiarò la sua legge a Israele: “Anima per anima, occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede”. (Deut. 19:21) Desiderando perdonare pentiti uomini indifesi per il peccato a motivo del quale morivano, Dio dovette avere una base legale per potersi attenere alla sua legge. (Rom. 5:12; Sal. 49:6-8) Aderì rigorosamente alla legge, al punto di sacrificare il suo Figlio unigenito come riscatto per i peccati del genere umano. (I Tim. 2:5, 6) L’apostolo Paolo fa notare che, “con la liberazione mediante il riscatto pagato da Cristo Gesù”, Geova poté “esibire la propria giustizia... affinché sia giusto anche quando dichiara giusto l’uomo che ha fede in Gesù”. (Rom. 3:24, 26) Se riconosciamo che Dio fu disposto a sacrificare suo Figlio nel rispetto delle sue leggi morali, certo possiamo a ragione sostenere che non avrebbe mai avuto bisogno di “violare” le leggi fisiche per attuare qualsiasi cosa desiderasse nell’ambito della creazione fisica.
CONTRARI ALL’ESPERIENZA UMANA?
Il semplice asserire che non sono avvenuti miracoli non dimostra che non siano avvenuti. La veracità di qualsiasi avvenimento ricordato dalla storia può essere messa in dubbio da qualcuno oggi vivente, per la ragione che non ne ha avuto esperienza e non esistono testimoni oculari del fatto che lo possano attestare. Ma questo non altera la realtà storica. Alcuni obiettano alle descrizioni di miracoli perché, dicono, sono contrari all’esperienza umana, vale a dire all’esperienza umana di cui riconoscono la veracità dall’osservazione, da libri, ecc. Se gli scienziati avessero assunto nella pratica tale posizione, avrebbero fatto molto meno ricerche e scoperte di cose e processi nuovi. Non avrebbero, per esempio, continuato le ricerche sulla cura di malattie “incurabili”, o sui viaggi spaziali verso i pianeti o ancor più lontano nell’universo. Invece continuano a indagare e a volte fanno fare all’uomo esperienze decisamente nuove. Quello che avviene oggi stupirebbe gli uomini dell’antichità, e buona parte delle comuni esperienze quotidiane dell’uomo moderno sarebbero considerate miracoli.
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