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    Ausiliario per capire la Bibbia
    • definiti non erano stati conquistati né avevano subito la violenza di conquistatori stranieri oppure un tempo godevano una condizione di indipendenza simile a quella di una vergine.

      PROFEZIA MESSIANICA

      Anche se il termine ebraico bethulàh significa “vergine”, in Isaia 7:14 ricorre un altro termine (‘almàh): “Ecco, la fanciulla [‘almàh] stessa effettivamente rimarrà incinta, e partorirà un figlio, e per certo gli metterà nome Emmanuele”. Il sostantivo ‘almàh significa “fanciulla” e può riferirsi a una ragazza vergine o no. Ricorre a proposito della “fanciulla” Rebecca prima del matrimonio, definita anche “vergine” (bethulàh). (Gen. 24:16, 43) Matteo, ispirato da Dio, usò il termine greco parthènos (“vergine”) per spiegare che Isaia 7:14 aveva avuto un adempimento finale con la nascita del Messia, Gesù, da una vergine. Sia Matteo che Luca affermano chiaramente che Maria madre di Gesù, allora vergine, rimase incinta per opera dello spirito santo di Dio. — Matt. 1:18-25; Luca 1:26-35.

  • Verità
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    • Verità

      Il termine ebraico ’emèth, spesso reso “verità”, può indicare qualcosa di sicuro, degno di fiducia, stabile, fedele; un fatto vero e stabilito. (Eso. 18:21; 34:6; Deut. 13:14; 17:4; 22:20; Gios. 2:12; II Cron. 18:15; 31:20; Nee. 7:2; 9:33; Est. 9:30; Sal. 15:2; Eccl. 12:10; Ger. 9:5) Il termine greco alètheia è proprio il contrario di falsità o ingiustizia e denota conformità ai fatti o a ciò che è giusto e appropriato. (Mar. 5:33; 12:32; Luca 4:25; Giov. 3:21; Rom. 2:8; I Cor. 13:6; Filip. 1:18; II Tess. 2:10, 12; I Giov. 1:6, 8; 2:4, 21) Alcune altre espressioni della lingua originale possono, secondo il contesto, pure essere tradotte “verità”.

      GEOVA, IL DIO DI VERITÀ

      Geova è il “Dio di verità”. (Sal. 31:5) È fedele in tutto quello che fa. Le sue promesse sono sicure, perché non può mentire. (Num. 23:19; I Sam. 15:29; Sal. 89:35; Tito 1:2; Ebr. 6:17, 18) Giudica secondo verità, cioè come stanno veramente le cose, e non in base alle apparenze esteriori. (Rom. 2:2; confronta Giovanni 7:24). Tutto ciò che emana da lui è puro e senza difetto. Le sue decisioni giudiziarie, la sua legge, i suoi comandamenti e la sua parola sono verità. (Nee. 9:13; Sal. 19:9; 119:142, 151, 160) Sono sempre giusti e appropriati, e l’opposto di ogni ingiustizia ed errore.

      La peccaminosità dell’uomo fa risaltare la veracità di Dio

      Le pratiche degradanti dei non ebrei e la disubbidienza alla legge di Dio degli ebrei non poterono in alcun modo nuocere al Creatore in persona. Anzi la sua veracità, santità e giustizia divennero più evidenti, e questo alla sua gloria. Ma il fatto che gli errori umani facciano risaltare ancor più la giustizia di Dio non è una ragione per affermare che Dio sia ingiusto nell’eseguire un giudizio avverso contro i trasgressori. Essendo creato da Dio, nessuno ha diritto di nuocere a se stesso peccando. (Rom. 3:5-8) Dio ha liberato il suo popolo non perché pratichi il peccato, ma perché viva una vita giusta, per glorificarLo. — Rom. 6:12, 13.

      GESÙ CRISTO È “LA VERITÀ”

      Come il Padre suo Geova, Gesù Cristo è “pieno d’immeritata benignità e di verità”. (Giov. 1:14; Efes. 4:21) Mentre era sulla terra, disse sempre la verità come l’aveva ricevuta dal Padre suo. (Giov. 8:40, 45, 46) “Egli non commise peccato, né fu trovato inganno nella sua bocca”. (I Piet. 2:22) Gesù riferiva le cose proprio come stavano. Oltre a essere ‘pieno di verità’, era lui stesso “la verità, e la verità procedeva da lui. Egli stesso affermò: “Io sono la via e la verità e la vita”. (Giov. 14:6) E l’apostolo Giovanni scrisse: “La Legge fu data per mezzo di Mosè, l’immeritata benignità e la verità son venute per mezzo di Gesù Cristo”. — Giov. 1:17.

      Le parole di Giovanni non significano che la Legge data per mezzo di Mosè fosse erronea. Anch’essa era verità, conforme alla norma di santità, giustizia e bontà di Dio. (Sal. 119:151; Rom. 7:10-12) Tuttavia la Legge era servita come tutore per condurre a Cristo (Gal. 3:23-25) e aveva un’ombra o figura profetica di realtà più grandi. (Ebr. 8:4, 5; 10:1-5) Dal momento che provvide un’ombra, la Legge, per quanto verace, non era la piena verità e perciò doveva far posto alle realtà che prefigurava. (Col. 2:16, 17) Quindi ‘la verità è venuta per mezzo di Gesù’ nel senso che egli trasferì le cose prefigurate dalla Legge nel reame dell’effettiva verità. Non essendo un’ombra, ma la realtà, Gesù stesso era “la verità”. Inoltre, col suo ministero a favore degli ebrei e proseliti circoncisi, divenne ‘ministro a favore della veracità di Dio’ in quanto adempì le promesse fatte da Dio agli antenati degli ebrei. — Rom. 15:8; vedi GESÙ CRISTO (Il suo ministero: “Testimonianza alla verità”), p. 542.

      Similmente il riferimento dell’apostolo Paolo alla “verità della Legge” non significa che nella Legge ci fosse qualche falsità (Rom. 2:20), ma dimostra che non era la piena verità.

      “LO SPIRITO DELLA VERITÀ”

      Lo spirito che proviene da Geova Dio è puro e santo. È “lo spirito della verità”. (Giov. 14:17; 15:26) Gesù Cristo disse ai discepoli: “Ho ancora molte cose da dirvi, ma non siete in grado di sostenerle al presente. Comunque, quando quello sarà arrivato, lo spirito della verità, vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà di proprio impulso, ma dirà le cose che ode, e vi dichiarerà le cose avvenire”. — Giov. 16:12, 13.

      Lo spirito di Dio avrebbe insegnato loro tutto quello che avevano bisogno di sapere per svolgere la loro opera, aiutandoli a ricordare e comprendere le cose che avevano udito da Gesù ma non compreso. (Giov. 14:26) Lo spirito di Dio avrebbe inoltre annunciato loro “cose avvenire”. Questo poteva includere una chiarificazione del significato della morte e risurrezione di Gesù, dato che allora quegli avvenimenti erano ancora futuri ed erano fra le cose che i discepoli non comprendevano. (Matt. 16:21-23; Luca 24:6-8, 19-27; Giov. 2:19-22; 12:14-16; 20:9) Naturalmente lo spirito di Dio in seguito permise ai seguaci di Cristo anche di predire avvenimenti futuri. (Atti 11:28; 20:29, 30; 21:11; I Tim. 4:1-3) Essendo lo “spirito della verità”, lo spirito santo di Dio non avrebbe mai potuto essere fonte di errore, anzi avrebbe protetto i seguaci di Cristo da falsità dottrinali. (Confronta I Giovanni 2:27; 4:1-6). Avrebbe reso testimonianza alla verità riguardante Gesù Cristo. Dalla Pentecoste del 33 E.V. in poi lo spirito di Dio diede testimonianza aiutando i discepoli di Gesù a comprendere le profezie che dimostravano chiaramente che Gesù era il Figlio di Dio. In base a quelle profezie, essi diedero testimonianza ad altri. (Giov. 15:26, 27; confronta Atti 2:14-36; Romani 1:1-4). Ancora prima della Pentecoste però lo “spirito della verità” aveva reso testimonianza del fatto che Gesù era il Figlio di Dio (I Giov. 5:5-8), poiché mediante quello spirito Gesù fu

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