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  • w85 1/5 pp. 22-26
  • Tutti i veri cristiani devono essere ministri?

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  • Tutti i veri cristiani devono essere ministri?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1985
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  • Sono ministri i componenti della “grande folla”?
  • Su cosa si basa la loro vocazione?
  • Prova del loro ministero
  • Chi sono oggi i ministri di Dio?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1983
  • Lo scopo del nostro ministero
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1961
  • Chi sono oggi i ministri di Dio?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2000
  • “Come udranno?”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1966
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1985
w85 1/5 pp. 22-26

Tutti i veri cristiani devono essere ministri?

“Tutte le cose sono da Dio, che ci ha riconciliati a sé per mezzo di Cristo e ci ha dato il ministero della riconciliazione”. — II CORINTI 5:18.

1. Al tempo di Paolo nella congregazione esisteva una classe clericale?

“NON c’era alcuna distinzione [al tempo dell’apostolo Paolo] tra clero e laicato, dato che non esisteva un clero”. Questa sorprendente dichiarazione, apparsa sul Times di Londra, esprime una verità basilare per quanto riguarda il cristianesimo del primo secolo. Non esisteva divisione tra clero e laicato. Vuol dire questo che la congregazione cristiana non aveva una direzione visibile? E che non c’erano ministri di alcun genere?

2. Com’era diretta la congregazione del primo secolo? (Filippesi 1:1)

2 Qualche tempo dopo la Pentecoste del 33 E.V., man mano che i cristiani unti aumentavano di migliaia di unità, si rese necessario nominare in ciascuna congregazione uomini qualificati che fungessero da sorveglianti e servitori di ministero. Ma non formarono una classe clericale. La loro nomina non dipendeva dal fatto che avessero frequentato università o seminari. Non erano stipendiati per i loro servizi. Erano uomini umili, che avevano requisiti spirituali ed erano nominati dallo spirito santo per aver cura del gregge. Ma erano forse gli unici a predicare la ‘buona notizia del Regno’? Erano i soli ministri della congregazione? — Matteo 24:14; Atti 20:17, 28; I Pietro 5:1-3; I Timoteo 3:1-10.

3, 4. Secondo Paolo chi prendeva parte al ministero cristiano?

3 A queste domande rispondono i consigli di Paolo contenuti nelle lettere da lui inviate ai cristiani di Corinto. Notate l’introduzione della sua seconda lettera: “Paolo . . . alla congregazione di Dio che è in Corinto, insieme a tutti i santi che sono in tutta l’Acaia”. Non c’è dubbio in merito: scriveva a tutti i cristiani unti di Corinto e dell’Acaia, e non soltanto a quelli che prendevano la direttiva. Perciò i suoi commenti sul ministero cristiano riguardano da vicino “tutti i santi”. Basandosi sull’attività propria e di Timoteo, Paolo ragionò: “Siccome abbiamo questo ministero secondo la misericordia che ci è stata mostrata, non veniamo meno”. “Ma tutte le cose sono da Dio, che ci ha riconciliati a sé per mezzo di Cristo e ci ha dato il ministero della riconciliazione . . . Noi siamo perciò ambasciatori in sostituzione di Cristo, come se Dio supplicasse per mezzo di noi”. E continua: “In nessun modo noi diamo alcuna causa d’inciampo, affinché non si trovi da ridire sul nostro ministero; ma in ogni modo ci raccomandiamo quali ministri di Dio, in molta perseveranza”. — II Corinti 1:1; 4:1; 5:18-20; 6:3, 4.

4 Queste parole fanno capire che tutti i cristiani unti devono essere ministri e ambasciatori di Cristo. Perché? Perché il mondo, a causa del suo peccato, è ‘alienato dalla vita che appartiene a Dio’ e ha bisogno di un ministero di riconciliazione affinché le persone ubbidienti e leali di tutte le nazioni possano stringere una relazione col Sovrano Signore Geova tramite Cristo. — Efesini 4:18; Romani 5:1, 2.

5, 6. In che modo Paolo confermò questo pensiero nella sua lettera ai Romani?

5 Alla congregazione di Roma Paolo scrisse: “Ma che cosa dice [la Parola di Dio]? ‘La parola è presso di te, nella tua bocca e nel tuo cuore’; cioè la ‘parola’ della fede, che noi predichiamo. Poiché se pubblicamente dichiari quella ‘parola della tua bocca’, che Gesù è il Signore, ed eserciti fede nel tuo cuore che Dio lo ha destato dai morti, sarai salvato. Poiché col cuore si esercita fede per la giustizia, ma con la bocca si fa pubblica dichiarazione per la salvezza”. — Romani 10:8-10.

6 Paolo indirizzò forse queste parole a un gruppo ristretto? La sua introduzione indica il contrario, dato che scrisse: “A tutti quelli che sono in Roma come diletti di Dio”. E aggiunse: “Rendo grazie al mio Dio per mezzo di Gesù Cristo riguardo a tutti voi, perché della vostra fede si parla in tutto il mondo”. È chiaro che Paolo rivolse i suoi consigli e il suo incoraggiamento, comprese le parole del capitolo 10, all’intera congregazione. Il privilegio di fare una pubblica dichiarazione era offerto a tutti. Paolo ribadì infatti il suo argomento, aggiungendo: “Comunque, come invocheranno colui nel quale non hanno riposto fede? Come, a loro volta, riporranno fede in colui del quale non hanno udito parlare? Come, a loro volta, udranno senza qualcuno che predichi? Come, a loro volta, predicheranno se non sono stati mandati? Come è scritto: ‘Come sono piacevoli i piedi di quelli che dichiarano la buona notizia di cose buone!’” — Romani 1:7, 8; 10:14, 15.

7. In che modo il vero cristianesimo è diverso dalle altre religioni? (Luca 19:36-40)

7 Com’è incoraggiante questo per tutti i cristiani unti! Significa che tutti loro dovrebbero provare la gioia di trasmettere il messaggio di salvezza del Regno ad altri. Sì, dal punto di vista di Dio i loro piedi possono e dovrebbero essere “piacevoli” in senso simbolico. Perché? Perché il vero cristianesimo non è una religione egocentrica che porta all’autocompiacimento, alla clausura e a fare voti di silenzio. Piuttosto incoraggia un attivo ministero cristiano manifestato con le parole e con le opere! Fino a che punto Paolo fosse consapevole di questo fatto si comprende dalla sua esclamazione: “Realmente, guai a me se non dichiarassi la buona notizia!” — I Corinti 9:16; Isaia 52:7.

8. Quali importantissime domande ora interessano molti?

8 Ma che dire dei milioni di veri cristiani che non sono unti dallo spirito santo perché hanno la speranza di vivere eternamente sulla terra e non in cielo? Devono pure loro essere ministri? — Salmo 37:29; II Pietro 3:13.

Sono ministri i componenti della “grande folla”?

9. A quale attività prendono parte i componenti della “grande folla”?

9 Il libro di Rivelazione fornisce una risposta parziale a queste domande. Per esempio, dopo aver visto in visione la congregazione unta dei 144.000, Giovanni dice: “Dopo queste cose vidi, ed ecco, una grande folla, che nessun uomo poteva numerare, di ogni nazione e tribù e popolo e lingua, che stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, vestiti di lunghe vesti bianche; e nelle loro mani erano rami di alberi delle palme. E continuano a gridare ad alta voce, dicendo: ‘La salvezza la dobbiamo al nostro Dio, che siede sul trono, e all’Agnello’”. Certamente questi, che ora vengono radunati affinché sopravvivano alla grande tribolazione, non stanno celando la loro identità cristiana. Stanno dichiarando “ad alta voce” da dove ha origine la loro salvezza. Come lo fanno oggi? Tra le altre cose, assistendo il piccolo rimanente degli unti ad adempiere altri importantissimi comandi e profezie concernenti il ministero. — Rivelazione 7:9, 10, 14.

10, 11. (a) Quale comando diede Gesù ai suoi seguaci prima di ascendere al cielo? (b) Quale profezia deve adempiersi nel nostro tempo?

10 Questa folla innumerevole, per esempio, sta svolgendo un ruolo essenziale nell’adempiere il comando di Gesù di predicare e insegnare, da lui dato in Galilea ai suoi discepoli fedeli. In quella circostanza Gesù disse: “Ogni autorità mi è stata data in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli delle persone di tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello spirito santo, insegnando loro ad osservare tutte le cose che vi ho comandate”. Quel comando interessava tutti i cristiani, e non soltanto una ristretta classe clericale. — Matteo 28:18-20; I Corinti 15:6.

11 Inoltre il comando di Gesù è in stretta relazione con la sua profezia relativa al “termine del sistema di cose”. Egli dichiarò: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni; e allora verrà la fine”. Come è stata raccolta la sfida di predicare il messaggio del Regno in tutto il mondo entro una sola generazione? Certamente le migliaia di cristiani unti il cui numero va diminuendo non avrebbero potuto compiere da soli quest’opera salvifica. Sarebbe stata un’impresa impossibile! — Matteo 24:3, 14; Luca 21:32.

12. Cosa sono felici di riconoscere oggi gli unti?

12 Gli unti “coeredi di Cristo” sono felici di riconoscere la parte svolta dai quasi tre milioni di ministri della “grande folla” che hanno diffuso il messaggio del Regno in tutto il mondo in un arco di tempo relativamente breve. Già negli anni Trenta molti veri cristiani accettarono la responsabilità di svolgere il ministero in altri paesi e si offrirono di servire dove c’era più bisogno. Grazie all’esempio di abnegazione di questi fratelli e di queste sorelle, sia della classe degli unti che di quella delle “altre pecore”, l’opera del Regno si radicò fermamente in molti paesi dell’Europa, dell’Asia, dell’Africa e delle Americhe. — Romani 8:17.

13. (a) In che modo Geova ha accelerato l’opera dal 1943? (Isaia 60:22) (b) Che ruolo hanno svolto i componenti della “grande folla” nell’attività missionaria?

13 Prima del 1943 la classe di cristiani unti dello “schiavo fedele e discreto” comprese la necessità di creare una scuola missionaria in modo che ministri cristiani potessero ricevere ulteriore addestramento e preparazione allo scopo di introdurre e accelerare l’opera di predicazione in molti altri paesi. Da quando fu inaugurata, nel 1943, al settembre 1984 questa Scuola di Galaad (“Galaad” in ebraico significa “mucchio di testimonianza”) ha addestrato circa 6.100 diplomati, quasi tutti inviati in assegnazioni estere. Di questi diplomati di Galaad, solo 292 (il 4,8 per cento) si professavano della classe degli unti, per cui quasi tutti questi ministri che hanno ricevuto un addestramento speciale facevano parte della “grande folla”. Come gli altri testimoni di Geova di tutto il mondo, avevano accettato il ministero cristiano come parte integrante della vita cristiana quando si erano dedicati a Geova tramite Cristo Gesù. — Matteo 24:45-47; Ebrei 10:7.

Su cosa si basa la loro vocazione?

14, 15. Su cosa si basa la vocazione cristiana al ministero? (Matteo 22:37-40)

14 Significa questo che i cristiani hanno una vocazione o una chiamata personale da parte di Dio per svolgere il ministero? È vero che nella cristianità alcuni hanno descritto la loro “vocazione” come un’esperienza altamente emotiva, quasi che Dio in persona li avesse invitati direttamente al suo servizio. Ma il ministero cristiano si basa principalmente su qualcosa di così effimero come un’emozione?

15 Quando l’apostolo Paolo parlò del sacro servizio che si rende a Dio, cosa disse che stava alla sua base? Egli scrisse: “Quindi vi supplico per le compassioni di Dio, fratelli, di presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, accettevole a Dio, sacro servizio con la vostra facoltà di ragionare [“secondo la ragione”, Nardoni; “razionale”, Cocorda]”. Sì, il sacro servizio che si rende a Dio si basa sulla ragione. Perché? Perché la dedicazione a Geova e la relazione personale che si ha con lui si fondano sulla conoscenza del vero Dio. Così, il fatto che un cristiano sia chiamato a compiere il ministero, anche se di per sé è un’esperienza felice, non è il semplice risultato di una reazione emotiva. Ha una profonda motivazione: l’amore per Dio e per il prossimo. — Romani 12:1; Giovanni 17:3.

16. Il fatto che uno abbia un lavoro secolare a tempo pieno gli impedisce di essere un ministro? (Atti 18:1-5)

16 Ma potreste chiedervi: Erano ministri anche quei primi cristiani che avevano un lavoro secolare a tempo pieno o erano casalinghe? Sì, lo erano. Forse potevano dedicare solo una piccola parte del loro tempo al ministero cristiano, alla predicazione e all’insegnamento, ma era quello lo scopo fondamentale della loro vita. Sapevano di dover fare ‘risplendere la loro luce’ quali veri discepoli di Cristo. Essi erano in effetti ministri lavoratori molto tempo prima che la cristianità avesse il suo movimento di preti-operai. — Matteo 5:16; I Pietro 2:9.

Prova del loro ministero

17, 18. (a) Quale principio generale stabilì Gesù circa i veri cristiani? (b) Qual è la vera raccomandazione di un ministro?

17 Come fanno i testimoni di Geova a sostenere di essere ministri se non hanno un diploma o un titolo universitario? Ebbene, in che modo i primi cristiani dimostravano di essere ministri? Cristo stesso diede questa spiegazione: “Ogni albero buono produce frutti eccellenti”. I ministri cristiani dovrebbero produrre “frutti eccellenti”, che comprendono il prendere parte all’opera di fare discepoli. — Matteo 7:17.

18 L’apostolo Paolo spiegò così questo fatto: “Cominciamo di nuovo a raccomandar noi stessi? O forse, come alcuni uomini, abbiamo bisogno di lettere di raccomandazione presso di voi o da voi? Voi stessi siete la nostra lettera, incisa sui nostri cuori e conosciuta e letta da tutto il genere umano. Poiché è mostrato che voi siete una lettera di Cristo scritta da noi quali ministri, incisa non con inchiostro ma con lo spirito dell’Iddio vivente, non su tavolette di pietra, ma su tavolette carnali, su cuori”. Come si faceva a scrivere sui cuori? Con la predicazione della parola della fede simile a un seme che veniva inculcata nel cuore. A sua volta questo seme spronava chi lo aveva ricevuto a predicare anch’egli lo stesso messaggio di salvezza ad altri. — II Corinti 3:1-3.

19. Di quale concreta raccomandazione per dimostrare che sono ministri dispongono i testimoni di Geova?

19 I testimoni di Geova possono fornire la prova che ‘una lettera di Cristo è stata scritta da loro quali ministri’? I fatti parlano da soli. Nel 1931, allorché assunsero il loro straordinario nome, c’erano circa 50.000 Testimoni che predicavano in tutto il mondo. Il rapporto del 1984 indica che ora oltre 2.842.000 ministri stanno predicando la buona notizia del Regno riuniti in 47.869 congregazioni. Sì, ora ci sono quasi tante congregazioni quanti erano i Testimoni nel 1931! La verità è stata realmente scritta su milioni di cuori nel corso degli ultimi decenni, e questo fatto è una prova inconfutabile del ministero dei testimoni di Geova. — Isaia 43:10-12.

20. In qualità di ministri cristiani di cosa abbiamo bisogno oggi? A quali domande si deve ancora rispondere?

20 Ora più che mai c’è bisogno di ministri cristiani. Il tempo è poco e la messe è grande. Perciò abbiamo ancor più ragioni per divenire ministri qualificati e capaci che predichino e insegnino in maniera produttiva. Come possiamo divenirlo? In che modo possiamo essere ministri più efficaci? L’esempio dato da Cristo e dagli apostoli ha un valore pratico per noi oggi? Nel prossimo numero si risponderà a queste domande nell’articolo intitolato “Come divenire ministri efficaci”. — Efesini 5:15, 16; Matteo 9:37, 38.

Domande di ripasso

◻ Come sappiamo che tutti gli unti seguaci di Cristo dovevano essere ministri?

◻ Quale ruolo ha svolto la “grande folla” nel ministero odierno?

◻ Su cosa si basa la vocazione cristiana al ministero?

◻ Quale prova hanno i testimoni di Geova del loro ministero?

[Immagine a pagina 23]

Nei tempi apostolici esisteva una classe clericale cristiana?

[Immagini a pagina 24]

Nel 1943 fu aperta a South Lansing (New York) la Scuola di Galaad. Nel 1961 fu trasferita a Brooklyn (New York)

[Immagini a pagina 25]

La Scuola di Galaad, ora nella nuova sede vicino al ponte di Brooklyn, continua a preparare ministri per il servizio all’estero

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