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  • Perché non si fanno collette?

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  • Perché non si fanno collette?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1965
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  • PERCHÉ NON SONO NECESSARIE
  • PRINCÌPI BIBLICI CHE REGOLANO IL DARE
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1965
w65 1/11 pp. 668-670

Perché non si fanno collette?

PERCHÉ non si fanno collette? Questa è una domanda fatta di frequente dalle persone che visitano per la prima volta una Sala del Regno dei testimoni di Geova. Tipico è l’episodio che si verificò l’anno scorso in un paese della Nigeria, nell’Africa Occidentale. Al termine di un’adunanza un giovane, abituato alle collette fatte ai servizi religiosi, presentò una moneta su un piatto e la offrì al ministro che presiedeva. Quando venne rifiutata, egli esclamò: “Non ho mai visto una cosa simile in nessuna chiesa: il pastore che rifiuta la colletta!”

Questo era davvero insolito. Era certo in netto contrasto con l’enfasi data a questioni di denaro dalle chiese in genere, come notò l’articolo intitolato “Coloro che raccolgono denaro”, apparso nella rivista Time del 4 settembre 1964. Cominciava dicendo: “Dove una volta dovevano solo passare un piatto tra i frequentatori domenicali, oggigiorno le chiese raccolgono denaro in modi che variano dalla tombola alle obbligazioni. La raccolta di fondi implica questioni di gusto, discrezione, prudenza e psicologia del donatore che suscitano accese discussioni da una parte all’altra del paese”. Ovviamente, tutti questi vari modi di raccogliere denaro sono usati oltre al fare collette. Le collette non sono più sufficienti per pagare tutte le spese.

Ma avevate notato che non è stata sollevata la questione dei princìpi biblici, secondo il resoconto del Time? Questo dovrebbe essere realmente il nocciolo della questione per tutti quelli che si dichiarano cristiani e spiega perché il giovane Nigeriano rimanesse così sorpreso. Come anche in altre cose, i testimoni di Geova sono governati dai princìpi biblici nel dare e nel ricevere.

Una ragione per cui essi non passano il piatto o il cestino della colletta è che tale pratica non ha nessun precedente scritturale. Nell’antico Israele, quando occorrevano fondi per speciali occasioni, come la costruzione del tabernacolo e in seguito del tempio, era fatto un semplice annuncio e il popolo rispondeva così generosamente che talvolta dava persino ‘più di quanto era necessario’. È vero che i Leviti, a cui era affidata l’organizzata adorazione di Geova Dio per la nazione, ricevevano la decima, ma questo avveniva semplicemente perché non avevano ricevuto nessuna eredità nel paese. — Eso. 35:5; 36:4-7; 1 Cron. 29:9, Ga.

Arrivando al tempo di Cristo e degli apostoli, in nessuna occasione leggiamo che facessero la colletta. Al contrario, Cristo disse agli apostoli che mandò: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. Questo è più che mai sorprendente quando notiamo che Gesù li mandò col potere di ‘guarire malati, destare morti, purificare lebbrosi, espellere demoni’. Come avrebbero potuto fare collette con facilità dopo aver operato tali miracoli! Ma non fecero collette. Né leggiamo che tra i primi cristiani fosse praticata la decima. V’erano sufficienti contribuzioni volontarie. — Matt. 10:8; Luca 8:3.

Certamente tutto questo è lungi dal metodo descritto nel Scottish Daily Express del 30 novembre 1960. Esso parlava di una chiesa con circa 1.400 membri che aveva “licenziato” 235 membri perché non avevano contribuito e avvertito 239 altri che anch’essi sarebbero stati tolti dagli elenchi delle chiese se in futuro non avessero aumentato le loro contribuzioni.

PERCHÉ NON SONO NECESSARIE

Spingere gentilmente i membri di una congregazione a contribuire ricorrendo a pratiche senza precedente o sostegno scritturale, come quelle di passare davanti a loro il piatto della colletta o fare tombole, cene nella chiesa, vendite di beneficenza e all’asta o il chiedere pegni, è ammettere una debolezza. Vi è qualche cosa che non va. Manca qualche cosa. Che cosa manca? Manca apprezzamento. Non sono necessari simili stratagemmi o pressioni persuasive dove c’è vero apprezzamento. Si potrebbe mettere questa mancanza di apprezzamento in relazione col genere di cibo spirituale offerto alle persone in queste chiese?

Il fatto è che quando le persone ricevono la giusta specie di cibo spirituale, quello basato onestamente sulla Parola di Dio, la Bibbia, imparano ad apprezzare ciò che Geova Dio ha fatto per loro, e rispondono dunque offrendo volontariamente servizi e contribuzioni in denaro. Quando vengono a conoscenza della bontà di Geova sono spinti a imitarlo, come insegnò pure Gesù: “[Mostrate] d’esser figli del Padre vostro che è nei cieli, poiché egli fa sorgere il suo sole sui malvagi e sui buoni e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Voi dovete dunque esser perfetti, come è perfetto il vostro Padre celeste”. — Matt. 5:45, 48.

Oltre a ciò, allorché gli uomini di cuore onesto sono aiutati a correggere la loro vita, allorché provano le gioie di associarsi ad altri sinceri uomini e donne desiderosi di servire Dio, e allorché accrescono la loro fede in Dio e nella sua Parola e rafforzano la loro speranza nel regno di Dio e nel suo futuro nuovo ordine di giustizia, si sentono obbligati a esprimere apprezzamento in modo materiale, come l’espressero i primi cristiani subito dopo la Pentecoste. — Atti 4:32-35.

Da non trascurarsi è anche l’esempio dato da quelli che prendono la direttiva nell’adorazione cristiana. Senza dubbio gli eccellenti esempi di Mosè, Davide, Gesù Cristo e i suoi apostoli ebbero un buon effetto su quelli sopra i quali erano costituiti o che servivano. Nella primitiva congregazione cristiana non c’era un clero salariato, infatti non c’era nessuna distinzione fra clero e laici; tutti predicavano quando ne avevano l’opportunità e nei limiti delle loro capacità. Lungi dall’essere serviti e pagati, quelli che prendevano la direttiva portavano i maggiori pesi, poiché anche Gesù mostrò che doveva essere così: “Chi vorrà divenire grande fra voi dovrà essere vostro ministro [diákonos, “servitore”], e chi vorrà esser primo fra voi dovrà essere vostro schiavo”. Quando, a causa di immaturità, i cristiani di Corinto non apprezzarono il loro privilegio di contribuire volontariamente per pagare le spese di Paolo, egli non fece una colletta ma provvide a sé costruendo tende! — Matt. 20:25-27; Atti 18:3; 1 Cor. 4:11, 12; 9:11, 12.

PRINCÌPI BIBLICI CHE REGOLANO IL DARE

L’intendimento dei princìpi biblici che regolano il dare è pure d’aiuto per rendere non necessarie le collette. Uno di questi è che, per piacere a Dio, si deve dare in modo altruistico. Gesù condannò coloro che facevano pubblicità alla loro beneficenza e consigliò: “Quando fai doni di misericordia, non far sapere alla tua mano sinistra quello che fa la tua destra, affinché i tuoi doni di misericordia siano fatti in segreto; quindi il Padre tuo che vede nel segreto ti ricompenserà”. Paolo menzionò lo stesso punto, cioè che se il dare non è motivato dall’amore ‘non se ne ha alcun profitto’. Solo il dare altruistico conta presso Dio, poiché non si interessa primariamente di sé ma degli altri e non chiede: Quanto devo dare, ma: Quanto posso dare? — Matt. 6:2-4; 1 Cor. 13:3.

Un altro principio biblico che regola il dare è che Dio giudica il dono, non dalla grandezza, ma in relazione con ciò che si ha. Sì, un dono è “accettevole secondo ciò che la persona ha, non secondo ciò che la persona non ha”. Com’è giusto! Com’è ragionevole! Che considerazione! Gesù illustrò questo principio quando richiamò l’attenzione sulla vedova che mise due monete di pochissimo valore nella cassa del tesoro nel tempio. Egli disse che ella aveva dato più di tutti gli altri, poiché essi avevano dato del loro superfluo ma ella “nel suo bisogno ha gettato tutti i suoi mezzi di sostentamento”. Questo principio è di grande incoraggiamento per quelli che possono dare solo poco, giacché agli occhi di Dio è molto, e contemporaneamente incoraggia a dare generosamente quelli che hanno molto, perché vi sia una certa proporzione con ciò che hanno! — 2 Cor. 8:12; Luca 21:1-4.

Ancora un altro principio biblico appropriato a questo riguardo è che “Dio ama il donatore allegro”; principio, si potrebbe aggiungere, che non è affatto limitato al dare denaro ma si applica a ogni specie di dare, compreso il concedere il perdono a quelli che peccano contro di noi: “Chi mostra misericordia, lo faccia con allegrezza”. Il dare con allegrezza contribuisce a dare generosamente! — 2 Cor. 9:7; Rom. 12:8.

Poiché i cristiani testimoni di Geova lasciano che i princìpi scritturali governino le loro offerte, il loro strumento legale, la Watch Tower Society, è in grado di finanziare un’opera missionaria in tutto il mondo, il cui costo è ogni anno di miliardi di lire. Coloro che si interessano di far predicare in tutto il mondo la buona notizia del regno di Dio in adempimento a Matteo 24:14 non solo contribuiscono localmente nella loro Sala del Regno, dove c’è a questo scopo una cassetta per le contribuzioni, ma secondo i loro mezzi fanno anche contribuzioni all’ufficio centrale della Società nel loro paese. Affinché questa Società possa disporre efficientemente la sua opera, incoraggia tutti quelli che intendono offrire contribuzioni regolari a scrivere, dicendo quanto sperano di poter contribuire durante l’anno successivo. Questa non è in nessun senso della parola una promessa ma solo ciò che si spera di poter contribuire, poiché a nessuno viene mai rammentata la somma che dichiarò né viene fatto un controllo per vedere se ha contribuito. Inviate semplicemente una lettera o una cartolina dicendo solo che nell’anno successivo sperate di poter contribuire. Coloro che abitano negli Stati Uniti possono inviare tali lettere o cartoline alla Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania, 124 Columbia Heights, Brooklyn, N.Y. 11201. Quelli che abitano in altri paesi possono scrivere all’ufficio centrale del loro paese.

Questa non è una richiesta di contribuzioni né obbliga a dare coloro che lo desiderano. Oltre a permettere alla Società di predisporre con efficienza il suo lavoro, ciò rammenta a coloro che desiderano sostenerla di pensare a quanto credono di poter dare e quindi di sforzarsi di mantenere in armonia con il comando apostolico: “Ciascuno faccia come ha deciso nel suo cuore, non con rancore o per forza”, ma secondo come è spinto dall’amore di Dio e del prossimo e in base alle proprie circostanze. E questa pratica disposizione ha un buon precedente scritturale, poiché ai primi cristiani fu consigliato: “Ogni primo giorno della settimana, ciascuno di voi metta da parte qualche cosa nella propria casa secondo che abbia prosperità, onde le collette non si facciano quando io arrivo”. L’apostolo Paolo pure non era favorevole alle collette! — 2 Cor. 9:7; 1 Cor. 16:2.

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