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L’eruzione minaccia HeimaeySvegliatevi! 1973 | 8 novembre
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Alcuni credono che la città diverrà una moderna Pompei, malgrado tutti gli sforzi di salvarla.
La lava avanza soprattutto nel mare, allargando l’isola. Dapprima essa non minacciò la città. Ma il 23 marzo le grandi fortificazioni di terra costruite per proteggere la città furono abbattute da un muro di lava alto nove metri. La lava inghiottì decine di case, e i componenti delle squadre di salvataggio temerono che anche il resto della città fosse distrutto.
Molti chiedono: Quanto durerà l’eruzione? È impossibile predirlo. Nel 1963, a pochi chilometri di distanza, un’eruzione fece nascere dalle profondità dell’oceano la nuova isola di Surtsey, con un cono di lava solidificata alto 150 metri. Quell’eruzione durò quattro anni.
Operazioni di ricupero
Il giorno dopo l’eruzione a Heimaey, la maggior parte delle 800 auto dell’isola fu trasportata sul continente. Le squadre di ricupero vuotarono le case in pericolo e spalarono la cenere dai tetti. Coprirono anche finestre e porte con lamiere di ferro. Il 30 gennaio, una settimana dopo l’inizio dell’eruzione, un visitatore riferì:
“Quando entrammo nel porto il rumoreggiante vulcano bombardava le vicinanze con pietre incandescenti. Furiose esplosioni innalzavano nel cielo colonne di fuoco alte più di 450 metri! Le fiamme illuminavano la città e i monti circostanti.
“Pareva che una violenta bufera di neve avesse colpito la città. Ma invece della neve, c’erano ceneri e scorie. Era un triste spettacolo. Da ogni parte vi erano persone impegnate nelle operazioni di ricupero, tutte con elmetti di sicurezza a causa della pioggia di lava”.
L’eruzione ha inferto un vero colpo all’economia dell’Islanda. Gli ottanta battelli, i quattro stabilimenti di cibi congelati e le tre fabbriche di farina di pesce e olio di pesce di Heimaey erano la fonte del 12 per cento delle esportazioni del paese.
Dieci giorni dopo l’inizio dell’eruzione, una fabbrica che produceva farina di pesce ricominciò a lavorare, nonostante il pericolo per i dipendenti. Ma quando la fuoruscita di lava minacciò di chiudere il porto, si decise di trasferire tutti i macchinari dello stabilimento sul continente. Le operazioni di ricupero sono costate miliardi di lire.
Per chi pensa esclusivamente alle ricchezze materiali, gli avvenimenti dei giorni recenti possono essere un disastro insopportabile. Ma chi veramente apprezza la vita è grato che in questa recente eruzione su Heimaey nessuno è rimasto ucciso.
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“Nel nome di Dio”Svegliatevi! 1973 | 8 novembre
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“Nel nome di Dio”
● Nel suo libro The Men I Killed, il comandante di brigata F. P. Crozier narrò le sue esperienze nella prima guerra mondiale e precisò: “Si fanno cose strane nel nome di Dio, e si fanno strani impieghi di Dio. Le forze militari Lo adottano come loro protettore e ispiratore, e quindi ogni campagna militare diventa una guerra legittima, una guerra giusta, mentre Dio è popolarmente eletto dalla parte della ‘giustizia’ che si sono attribuita”. Riguardo agli ecclesiastici, egli nota: “Quando scoppia la guerra, il pulpito si trasforma immediatamente in una piattaforma di reclutamento della specie più subdola. E questo tipo di rituale militare ha luogo da entrambe le parti”. — Pagg. 176, 179.
Tuttavia, riguardo ai primi cristiani, il dott. William Storey della Facoltà di Teologia di Notre Dame scrisse in Ave Maria del 9 agosto 1969: “La Chiesa precostantiniana [prima del 325 E.V.] era votata alla soluzione non violenta del conflitto umano”. Per cui i primissimi cristiani non partecipavano alla guerra, ma, piuttosto, erano pacifici. — Rom. 12:18.
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