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  • Perché le persone si comportano così
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Svegliatevi! 1980
g80 22/10 pp. 8-11

Perché le persone si comportano così

È colpa dei geni? dell’ambiente? del libero arbitrio? ma Lo sappiamo veramente?

“SONO nato così!” dice uno per giustificare le sue malefatte. È vero che l’ereditarietà, o i geni, influiscono sulla condotta dell’individuo. La Bibbia è d’accordo su questo: “Per mezzo di un solo uomo il peccato entrò nel mondo e la morte per mezzo del peccato, e così la morte si estese a tutti gli uomini perché tutti avevano peccato”. — Rom. 5:12.

“È colpa dell’ambiente!” dice un altro per giustificare il male che ha commesso. Anch’esso contribuisce. “Chi cammina con le persone sagge”, dice la Bibbia, “diverrà saggio, ma chi tratta con gli stupidi se la passerà male”. Inoltre: “Non siate sviati. Le cattive compagnie corrompono le utili abitudini”. — Prov. 13:20; I Cor. 15:33.

Sia i caratteri ereditari che l’ambiente influiscono in misura notevole sulla formazione dell’individuo. Nondimeno, egli non può scaricare la responsabilità delle sue azioni sui geni o sull’ambiente. Perché no? Perché l’uomo è dotato del libero arbitrio. Quindi, “ciascuno di noi renderà conto di se stesso a Dio”. L’uomo non fu creato come un robot, ma ha una sua volontà, ed è responsabile di come la usa. — Rom. 14:12.

L’uomo ha la capacità di acquistare conoscenza e sapienza, di mostrare amore, e ha il senso della giustizia. Ha la potenza per compiere un lavoro utile, per dare un senso alla sua vita. Ma nell’uomo imperfetto queste possibilità non sono sfruttate al massimo né sono ben equilibrate l’una con l’altra. Perciò le sue esigenze non sono soddisfatte ed egli agisce in modo imperfetto, come la macchina a cui non sono provvedute le cose di cui ha bisogno per funzionare.

Come un sassolino in una scarpa o un granello di polvere in un occhio si fa notare, così è il male commesso dalle persone che fa notizia. Forse il resto del corpo sta bene, e forse le persone fanno molte cose buone, ma se qualcosa non va è quello che si nota. Quindi è in relazione alle mancanze che facciamo la domanda: Perché l’uomo si comporta così? Cosa ne determina il comportamento?

Può trattarsi di piccolezze. Un bisogno insoddisfatto, un desiderio non realizzato, un obiettivo frustrato, ed essendo di cattivo umore la persona se la prende con gli altri. Molte volte si tratta di qualcosa di più serio. A causa di discriminazione l’individuo può non essere benvoluto o riconosciuto o non trovare lavoro; si sente frustrato; l’ostilità sfocia in ira e poi in violenza. L’avido desiderio di denaro o di beni spinge molti a calpestare il prossimo. Persone egoiste, ossessionate dai loro propri desideri, rubano o stuprano o uccidono per soddisfare la loro concupiscenza. Organizzazioni e nazioni e uomini ambiziosi scatenano inquisizioni e guerre, commettono orrende atrocità, rovinano la terra con veleni chimici e diffondono carestia e pestilenza causando la morte di milioni di persone.

Perché? Non sono più a somiglianza di Dio né sono più guidati dai suoi attributi. L’abisso che separa l’uomo dagli animali si restringe e, in casi estremi, gli uomini diventano come “stupide bestie che nascono per essere catturate e uccise”. (II Piet. 2:12, Parola del Signore, Il Nuovo Testamento) Essi pervertono gli attributi divini. La conoscenza è usata in modo malvagio per accrescere il potere che corrompe e distrugge. La sapienza degenera in stravaganza mondana. La giustizia diventa severa, crudele. L’amore è rivolto verso il proprio io. Qualità che potrebbero fare un gran bene sono distorte per dare agli uomini il potere di commettere mali molto più grandi di quelli che potrebbero essere commessi da “stupide bestie”.

Siamo circondati dalla violenza: nelle città, nei libri, a teatro e al cinema, nella strada, nella propria casa. La televisione riempie le giovani menti di violenza e omicidi. Secondo uno studio, a 14 anni l’americano medio ha visto 11.000 omicidi alla TV. Un sottocomitato del Congresso americano ha investigato il problema della violenza nelle scuole e ha fatto questa dichiarazione di valore storico: “Sono più i ragazzi rimasti uccisi nelle scuole dal 1970 al 1973, spesso in scontri a fuoco coi compagni, che i soldati periti in combattimento nel Vietnam”.

Gli scienziati evoluzionisti ci assicurano che tutto questo è naturale. L’aggressività è innata, dicono, essendoci stata trasmessa dai nostri antenati animali. Non è vero, sostengono altri scienziati. L’antropologo Ashley Montagu scrive quanto segue:

Esistono molte società che, lungi dal tenere un comportamento aggressivo, manifestano uno straordinario spirito di non violenza e di cooperazione. Ne sono esempi i tasaday di Mindanao, i toda dell’India meridionale, i tahitiani, gli hadzapi della Tanzania, gli ifaluk del Pacifico, gli yami del Pacifico occidentale, i lapponi, gli arapesh e i fore della Nuova Guinea. . . .

“Quando gli antropologi studiano tali società non aggressive, notiamo che è soprattutto grazie al modo in cui allevano i figli che producono personalità non violente e portate a cooperare. Viene riversato grande affetto sui bambini. Sin dall’infanzia sono privati di rado del contatto fisico con qualcuno che li coccola o li porta in braccio. . . .

“Lo spirito aggressivo e lo spirito non aggressivo sono rispettivamente modelli acquisiti di comportamento. Ogni società provvede modelli per le sue forme preferite di comportamento, modelli che rafforzano di continuo l’individuo nel suo comportamento. L’America pone davanti al bambino i modelli più aggressivi, e poi ci chiediamo perché abbiamo indici così elevati di reati violenti”.

Il dott. John Lind esorta a ricominciare a cullare i bambini e a cantare loro la ninnananna, perché questo “affretta lo sviluppo del cervello”. La rivista Psychology Today del dicembre 1979 diceva che “durante i periodi di sviluppo del cervello, certe forme di privazione sensoriale — come quando la madre non tocca e non culla il bambino — causano uno sviluppo incompleto o danneggiato dei sistemi di neuroni che regolano l’affetto”. “Dato che gli stessi sistemi influiscono sui centri cerebrali associati alla violenza”, continuava l’articolo, “il bambino privato [dell’affetto] può avere difficoltà da adulto a controllare gli impulsi violenti”.

Nel suo libro The Brain: the Last Frontier (1979) il dott. Richard Restak menziona i seguenti punti: Gli esperimenti hanno “fornito prove conclusive che il sistema limbico [marginale] è la parte del cervello maggiormente interessata alle emozioni”, e che distruggendo o stimolando questa regione si altera il comportamento. Gli stimoli elettrici possono causare gioia o furore. “Il cervello immaturo ha bisogno di stimoli sensoriali per avere uno sviluppo normale”, e “quando il bambino è cullato o coccolato, sono inviati al cervelletto impulsi che ne stimolano lo sviluppo”. Questo è importante, perché il cervelletto regola i movimenti e se è privato di questi piacevoli impulsi non si formano sufficienti sinapsi e lo sviluppo è anormale. Ne può risultare una personalità impulsiva, incontrollata e violenta.

I suddetti due paragrafi mostrano che non solo i geni e l’ambiente e i modelli di comportamento che la società ci pone dinanzi influiscono sul nostro modo d’agire, ma anche il modo in cui siamo stati trattati da bambini indifesi influisce sullo sviluppo del cervello, sul nostro stato emotivo e sulle azioni che commettiamo di conseguenza.

Ma bisogna tener conto di un altro fattore, di cui molti non ammettono neppure l’esistenza. Il Wall Street Journal, tuttavia, l’ammette. In un editoriale del 28 ottobre 1977 intitolato “L’impulso del terrorista”, ci si chiede perché esistano furia e violenza insensata. Si è portati a dare la colpa alla società, ma l’editoriale chiede da dove vengano “gli impulsi profondi e irrazionali” che spingono l’uomo al male. E conclude: “Si è meno vicini alla verità se si incolpa la società anziché Satana”.

La Bibbia chiama Satana “l’iddio di questo sistema di cose”, indica che le “malvage forze spirituali che sono nei luoghi celesti” sono veri nemici e dichiara guai alla terra “perché il Diavolo è sceso a voi, avendo grande ira, sapendo che ha un breve periodo di tempo”. (II Cor. 4:4; Efes. 6:12; Riv. 12:12) Satana turbò la pace in Eden quando tentò Eva inducendola ad abbandonare ‘l’immagine e la somiglianza’ di Dio. Oggi egli è ancora una potente forza che induce le persone a commettere insensati atti di violenza.

Molte delle ragioni per cui la gente si comporta in un determinato modo sono conosciute. Genetica, ambiente, libero arbitrio, bisogni insoddisfatti, tutto questo influisce sul comportamento. Vi contribuisce pure in notevole misura lo sviluppo del cervello durante l’infanzia. Tuttavia, l’uomo ha appena cominciato a capire il cervello. Esso è frequentemente definito la cosa più misteriosa del nostro misterioso universo. Per di più c’è l’influenza satanica.

Allora, sappiamo veramente perché la gente si comporta così? Conosciamo alcuni particolari; molti altri non li conosciamo. Ma conosciamo la ragione fondamentale: Nessuno di noi riflette alla perfezione ‘l’immagine e la somiglianza di Dio’.

[Testo in evidenza a pagina 9]

Sono più i ragazzi uccisi dalla violenza nelle scuole dal 1970 al 1973 che i soldati periti in combattimento nel Vietnam

[Immagine a pagina 10]

La televisione riempie le giovani menti di violenza e omicidi

[Immagine a pagina 10]

Abbracci e ninnananne aiutano il cervello a svilupparsi

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