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  • Domande dai lettori
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1984
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1984
w84 15/4 p. 31

Domande dai lettori

◼ Perché i testimoni di Geova dicono che ci sarà un futuro paradiso sulla terra, dal momento che II Corinti 12:1-4 mette in relazione il “paradiso” con il “terzo cielo”?

Il contesto indica che il “paradiso” menzionato in II Corinti 12:1-4 non è un paradiso letterale qui sulla terra. Molti passi della Bibbia però dimostrano che Dio ristabilirà un paradiso letterale sulla terra.

In effetti, il primo paradiso dove vissero gli uomini era letterale. Adamo ed Eva vivevano in un bel parco, o giardino, ciò che sostanzialmente significano i termini ebraico, greco e persiano tradotti paradiso. Essi avevano la prospettiva di vivere in eterno felici e in buona salute in quel paradiso. Ma persero quel paradiso terrestre quando si ribellarono e peccarono, cosa che indusse Dio a espellerli dal giardino d’Eden.

Cosa significa questo per noi, sia per il presente che per il futuro? Non vi è certo nessuna prova che il nostro pianeta venga ora trasformato in un paradiso. Anzi, inquinamento e devastazione abbondano. (Rivelazione 11:18) Tuttavia è inconcepibile che il proposito di Dio che la terra divenga un paradiso mondiale possa fallire; egli porta a termine quello che comincia. A tal fine ha mandato suo Figlio a provvedere un riscatto, ponendo così le basi affinché i nostri peccati siano perdonati e l’imperfezione che abbiamo ereditata da Adamo sia cancellata. (I Timoteo 2:5, 6; Romani 5:18) Quando questo sarà avvenuto, gli uomini potranno godere ciò che era stato posto dinanzi ad Adamo ed Eva, la vita senza fine. Dove?

L’originario proposito di Dio riguardo agli uomini era la vita senza fine in un paradiso sulla terra, e il proposito di Dio non può fallire o essere frustrato. (Isaia 55:11) Non possiamo dunque attenderci di godere quella vita senza fine qui sul pianeta Terra, su cui verranno ristabilite condizioni paradisiache? Nella Bibbia ci sono numerose prove che questo è il corretto punto di vista, cioè che la volontà di Dio sarà compiuta, “come in cielo, anche sulla terra”. (Matteo 6:10; Rivelazione 21:4, 5) Per una considerazione più estesa delle prove bibliche a sostegno di ciò, si veda l’articolo “La Bibbia promette un paradiso terrestre?” a pagina 4 di questo numero.

Ma che dire ancora delle parole dell’apostolo Paolo in II Corinti 12:1-4? Appropriatamente egli disse che parlava di “visioni soprannaturali e [di] rivelazioni del Signore”. Ed evidentemente era lui quello che aveva ricevuto una visione speciale o, mentre era in stato di estasi, la facoltà di penetrare qualcosa che doveva ancora avvenire. Egli disse d’essere stato “rapito in paradiso”. Ma dato che menzionò anche un “terzo cielo”, sembra si riferisse a qualcosa di spirituale, di diverso da un paradiso o giardino letterale. Ma aveva un precedente nel far questo.

Molte profezie delle Scritture Ebraiche predicevano che gli ebrei esiliati in Babilonia sarebbero stati ristabiliti nella loro patria. Oltre a indicare che il paese e le letterali condizioni ambientali sarebbero migliorate, queste profezie facevano capire che ci sarebbe stato un cambiamento nelle persone, negli ebrei ristabiliti. Per esempio, Isaia scrisse che Geova avrebbe ‘dato vigore alle loro medesime ossa; e sarebbero divenuti come un giardino ben adacquato’ e sarebbero stati “chiamati grossi alberi di giustizia, la piantagione di Geova, perché egli sia abbellito”. (Isaia 58:11; 61:3; confronta Salmo 1:3). Parlando con un simile linguaggio figurativo di un periodo precedente, Isaia scrisse che quando gli israeliti erano fedeli a Geova erano come la sua vigna o piantagione; quando erano infedeli, erano viti che producevano uve selvatiche e destinate a essere bruciate, e al cui posto sarebbero cresciuti rovi e zizzanie. — Isaia 5:1-7.

C’è dunque una ragione biblica per capire che il riferimento di Paolo alla visione in II Corinti 12:4 riguardava la futura restaurazione della prosperità spirituale fra gli adoratori di Dio. Egli stesso predisse che prima della “presenza” del Signore ci sarebbe stato un allontanamento dal vero cristianesimo. (Atti 20:29, 30; II Tessalonicesi 2:3-8) Quella situazione, tuttavia, non sarebbe durata per sempre. La vera congregazione cristiana, “il coltivato campo di Dio”, avrebbe di nuovo prosperato e prodotto frutto. (I Corinti 3:9) Comprendiamo che questo è il paradiso che Paolo vide in visione. Il suo riferimento a tale paradiso spirituale, però, non sminuisce in alcun modo le numerose promesse bibliche di un prossimo paradiso terrestre, un paradiso restaurato in armonia con il proposito che Dio ebbe in origine riguardo alla terra.

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