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  • w81 15/7 pp. 8-10
  • Chi fuma può dire di amare il prossimo?

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  • Chi fuma può dire di amare il prossimo?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1981
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  • SI PUÒ DIRE DI AMARE IL PROSSIMO?
  • È PECCATO FUMARE IN PRIVATO?
  • LA DEBOLEZZA È UNA GIUSTIFICAZIONE?
  • Potete fumare e tuttavia amare il vostro prossimo?
    Svegliatevi! 1974
  • Chi fuma danneggia anche gli altri?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1981
  • Dovrebbe essere vietato fumare?
    Svegliatevi! 1981
  • Potete liberarvi del vizio del tabacco
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1974
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1981
w81 15/7 pp. 8-10

Chi fuma può dire di amare il prossimo?

Chi fuma non solo contamina l’aria che altri devono respirare ma danneggia anche la propria salute. Il fumatore starebbe meglio se smettesse di fumare. E oltre a non contaminare l’aria risparmierebbe anche un bel po’ di denaro: fino a 700.000 lire all’anno solo nella spesa delle sigarette. Quindi l’unica cosa ragionevole che un fumatore possa fare è quella di smettere di fumare.

Considerate la quantità di sostanze inquinanti presenti nel fumo che sale a spire dall’estremità accesa della sigaretta. Esso è molto più tossico del fumo aspirato dal fumatore. Il fumo respirato da chi sta attorno contiene due volte più catrame e nicotina, cinque volte più ossido di carbonio e 50 volte più ammoniaca del fumo aspirato dal fumatore, per non menzionare altri veleni.

Se in un’automobile coi finestrini chiusi si fumano dieci sigarette, il livello dell’ossido di carbonio sale a 100 parti per milione, molto al di sopra del limite consentito negli Stati Uniti dalle norme federali circa la qualità dell’aria. “A una tipica festa all’università”, faceva rilevare il New York Times, “il livello di particelle del fumo delle sigarette presente nell’aria è 40 volte superiore al limite consentito negli Stati Uniti”. E come si è già detto, è confermato che coloro che sono regolarmente costretti a respirare tale fumo vengono danneggiati.

SI PUÒ DIRE DI AMARE IL PROSSIMO?

La Bibbia dice che quella di “amare il tuo prossimo come te stesso” è la “legge regale”, dando così risalto all’importanza di questa legge. (Giac. 2:8) Sarebbe indice di amore per il prossimo gettare deliberatamente rifiuti nella sua proprietà o sputargli in faccia? “Ovviamente no!” direte. E si commetterebbe un peccato facendo tale sgarbo a un vicino?

La definizione del peccato aiuta a rispondere a questa domanda. “Chiunque commette il peccato, commette anche violazione della legge”, della legge di Dio, dice la Bibbia. (I Giov. 3:4, versione cattolica della CEI) Quindi imporre deliberatamente al prossimo qualcosa di così sgradevole come uno sputo in faccia o dei rifiuti nella sua proprietà equivarrebbe a commettere un peccato. Sarebbe una violazione della “legge regale” che dice: “Devi amare il tuo prossimo come te stesso”.

Ma cosa c’entra questo col fumo? Il dott. Isaac Asimov, in un articolo di fondo per Cancer News, lo indica in termini piuttosto vigorosi. “Quando qualcuno fuma in mia presenza”, dice, “il suo vizio non è privato. Le sue fetide esalazioni finiscono nei miei polmoni e nel mio sangue. Il suo cattivo odore diventa il mio cattivo odore e mi si attacca addosso. Ed egli accresce le mie probabilità di essere colpito da affezioni cardiache e da cancro del polmone”.

Rispondendo ai fumatori che rivendicano la libertà di fumare in presenza d’altri, il dott. Asimov dice: “Se pensa d’avere il diritto di fumare e d’essere privato della libertà a causa della mia obiezione, sarebbe disposto a sopportarmi se mi sentissi in diritto di dargli calci nell’inguine e dicessi che le sue obiezioni mi privano della libertà? Mettiamo la cosa in questi termini: La sua libertà di fumare finisce dove cominciano i miei polmoni”.

Non c’è dubbio, dar calci a qualcuno nell’inguine, sputargli in faccia o gettare rifiuti nella sua proprietà sono cose che non vanno d’accordo con l’amore del prossimo. Lo stesso dicasi del fumo. Equivale a usurpare i diritti altrui, a far loro del male anziché amarli. Sì, fumare è peccato.

Un fumatore però potrebbe giustificarsi dicendo: “So che il fumo può far male. Per questo non fumo mai in presenza d’altri”. Quindi, se uno fumasse unicamente quando è solo, commetterebbe peccato? Non fa male a nessuno.

È PECCATO FUMARE IN PRIVATO?

Riflettete: Il fumatore danneggia se stesso. E chi è in effetti la fonte della nostra vita? “Presso di te [Geova Dio] è la fonte della vita”, risponde la Bibbia. “Egli stesso dà a tutti la vita e il respiro”. (Sal. 36:9; Atti 17:25) Sì, la vita è veramente un meraviglioso dono di Dio.

Come mostriamo la nostra gratitudine per il dono della vita che Dio ci ha fatto? Facendo cose che possono rovinarla? Naturalmente no! È ovvio che sarebbe sbagliato farlo di proposito. In questo contesto, esaminate le parole di Joseph Califano, ex segretario americano alla Sanità, all’Istruzione e alla Sicurezza sociale: “Oggi non c’è dubbio che il fumo è veramente un suicidio al rallentatore”.

È sbagliato distruggere di proposito la vita umana: è peccato. La Bibbia comanda ai cristiani di non contaminare neppure il proprio corpo: “Purifichiamoci dunque da ogni contaminazione di carne”, raccomanda. (II Cor. 7:1) Per ubbidire a questo comando il fumatore deve togliersi il vizio del fumo, poiché contamina veramente. Contamina le dita, i denti, il respiro, gli abiti, praticamente tutto quello con cui il fumatore viene a contatto.

Ma che dire se un fumatore vuole smettere eppure il vizio è così radicato che non ci riesce? Sarà Dio misericordioso e comprensivo, dal momento che Gesù Cristo disse: ‘Lo spirito è desideroso ma la carne è debole’? — Matt. 26:41.

LA DEBOLEZZA È UNA GIUSTIFICAZIONE?

Non c’è dubbio che può essere molto difficile smettere di fumare. “È stato molto più facile smettere di prendere eroina che smettere di fumare sigarette”, hanno detto alcuni che avevano il vizio. I sintomi dell’astinenza dal tabacco durano molto più a lungo. “Nella maggioranza dei casi, il forte desiderio dura almeno un mese”, osserva la rivista Science 80, “e circa un quinto continuano a sentirlo per cinque-nove anni dopo avere smesso”.

Questo spiega in parte perché molti smettono di fumare per un po’ e poi ricominciano. Nove fumatori su dieci desiderano smettere. Ma stare lontani dal tabacco è una lotta quotidiana, continua, che a volte dura anni. Milioni di persone hanno vinto la battaglia. Decine di milioni l’hanno combattuta e persa. Se uno ha tentato di smettere e non c’è riuscito, è opportuno pensare che Dio capirà e perdonerà questa mancanza?

Per qualcuno il problema è che forse gli piace fumare. Ma questo non scusa una pratica che Dio condanna. La Bibbia dice che Mosè, “piuttosto che avere il temporaneo godimento del peccato”, decise saggiamente di servire Dio. (Ebr. 11:24-26) Dio vuole che i suoi servitori combattano e, con il suo aiuto, vincano quelle abitudini che sono contrarie alle sue leggi.

Prendete ad esempio la fornicazione. È qualcosa che può sembrare piacevole per qualche tempo. E chi la pratica può provare un desiderio di rapporti sessuali con varie persone così forte come il desiderio di una sigaretta. La fornicazione, però, viola la legge di Dio, e coloro che praticano la fornicazione volontariamente e non si pentono non riceveranno da Dio il dono della vita eterna. Neanche coloro che continuano a fumare. — Ebr. 13:4; Rom. 6:23.

Bisogna fare un vero sforzo per ubbidire alle leggi di Dio. Dovette farlo anche Gesù Cristo, il Figlio di Dio. Egli soffrì le pene più atroci, morendo infine di un’orribile morte. Ma rimase fedele a Dio. Ad alcuni, il tormento che provano per smettere di fumare può sembrare così difficile da sopportare come le sofferenze di Cristo. Tuttavia il vizio del tabacco si può vincere. Come?

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