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EsercitoAusiliario per capire la Bibbia
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Marco Aurelio, nessun cristiano avrebbe fatto il soldato dopo il battesimo”. (C. J. Cadoux, The Early Church and the World, 1955, pp. 275, 276) “Già nel secondo secolo, il Cristianesimo aveva affermato che ‘non è lecito [per il cristiano] essere uomo di spada’ . . . onde al militare cristiano nessun’altra via rimane, fuorché quella di ‘abbandonare subito l’esercito’”. (G. Ferrero e C. Barbagallo, Roma antica, Le Monnier, II ed. 1933, Vol. III p. 154, 155) “Il comportamento dei cristiani era molto diverso da quello dei romani. . . . Poiché Cristo aveva predicato la pace, essi rifiutavano di fare il soldato”. (N. Platt e M. J. Drummond, Our World Through the Ages, 1961, p. 125) “I primi cristiani pensavano che fosse sbagliato combattere, e non prestavano servizio nell’esercito neanche quando l’Impero aveva bisogno di soldati”. (R. e W. M. West, The New World’s Foundations in the Old, 1929, p. 131) “I cristiani . . . rifuggivano da cariche pubbliche e servizio militare”. (F. P. G. Guizot, “Persecuzione dei cristiani in Gallia nel 177 A.D.”) “I cristiani zelanti non prestavano servizio nelle forze armate né accettavano cariche politiche”. (Habberton, Roth e Spears, World History, The Story of Man’s Achievements, 1962, p. 117) “Mentre inculcavano le massime dell’ubbidienza passiva, [i cristiani] rifiutavano di prendere parte attiva nell’amministrazione civile o nella difesa militare dell’impero. . . . Era impossibile che i cristiani, senza rinunciare a un dovere più sacro, potessero assumere il ruolo di soldati, di magistrati o di principi”. — Edward Gibbon, The Decline and Fall of the Roman Empire, Vol. I, p. 416.
CELESTE
Gli eserciti celesti, nel senso di moltitudini ben organizzate, non sono solo le stelle o i corpi celesti, ma più spesso le potenti schiere di creature spirituali angeliche sotto il comando supremo di Geova Dio. (Gen. 2:1; Nee. 9:6) L’espressione “Geova degli eserciti” ricorre 281 volte nelle Scritture Ebraiche, a partire da I Samuele 1:3, e due volte si trova il suo equivalente nelle Scritture Greche. (Rom. 9:29; Giac. 5:4) Nel parlare dei guerrieri angelici vengono usati termini militari come “legioni”, “carri da guerra”, “cavalieri”, ecc. (II Re 2:11, 12; 6:17; Matt. 26:53) In proporzione, il campo degli invisibili eserciti di Geova include “decine di migliaia, migliaia su migliaia” di carri da guerra. (Sal. 68:17) Come forze combattenti sono invincibili. Il “principe dell’esercito di Geova” con la spada sguainata apparve a Giosuè e gli diede istruzioni sulla cattura di Gerico. (Gios. 5:13-15) Un angelo di questi eserciti celesti uccise 185.000 assiri in una sola notte. (II Re 19:35) Quando scoppiò la guerra in cielo Michele e i suoi angeli scagliarono Satana e i suoi demoni nelle vicinanze della terra. (Riv. 12:7-9, 12) Non ci sarà via di scampo quando “gli eserciti . . . nel cielo” seguiranno il “Re dei re e Signore dei signori” che porterà la distruzione su “la bestia selvaggia e i re della terra e i loro eserciti”. (Riv. 19:14, 16, 19, 21) Ma allo stesso tempo questo potente esercito invisibile di Geova offre protezione ai Suoi fedeli servitori sulla terra. — II Re 6:17; Sal. 34:7; 91:11; Dan. 6:22; Matt. 18:10; Atti 12:7-10; Ebr. 1:13, 14.
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Esilio
Vedi CATTIVITÀ.
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Esodo
Liberazione della nazione d’Israele dalla schiavitù in Egitto. Dopo aver promesso che il seme di Abraamo avrebbe ereditato il paese, Geova disse ad Abraamo (prima del 1933 a.E.V.): “Di sicuro sappi che il tuo seme diverrà residente forestiero in un paese non loro, e dovranno servirli, e questi certamente li affliggeranno per quattrocento anni. Ma la nazione che serviranno io la giudicherò, e ne usciranno quindi con molti beni. . . . Ma alla quarta generazione torneranno qui, perché l’errore degli Amorrei non è ancora giunto a compimento”. — Gen. 15:13-16.
DATA DELL’ESODO
Quando cominciarono dunque i quattrocento anni d’afflizione? Secondo la tradizione ebraica a iniziare dalla nascita di Isacco. Ma la prima effettiva evidenza di afflizione si ebbe il giorno in cui Isacco fu svezzato. È evidente che il 1913, quando Isacco aveva cinque anni circa e Ismaele diciannove, è l’anno dell’inizio dell’afflizione. Fu allora che Ismaele, “quello generato secondo la carne perseguitava quello generato secondo lo spirito”. (Gal. 4:29) Ismaele, che era parte egiziano, per gelosia e odio “si prendeva gioco” di Isacco, che era ancora piccolo; ma si trattava di ben altro che una semplice lite infantile. (Gen. 21:9) Altre versioni descrivono l’azione di Ismaele dicendo che “si faceva beffe” di Isacco. (Di) L’afflizione del seme di Abraamo continuò per tutta la vita di Isacco. Anche se da adulto Geova lo benedisse, Isacco fu tuttavia perseguitato dagli abitanti di Canaan e costretto a trasferirsi da un luogo all’altro a motivo delle loro angherie. (Gen. 26:19-24, 27) Infine, negli ultimi anni della vita di Giacobbe figlio di Isacco, il “seme” predetto si stabilì in Egitto e col tempo fu ridotto in schiavitù.
I quattrocento anni d’afflizione andarono dunque dal 1913 a.E.V. al 1513 a.E.V. Questo fu anche un “periodo di grazia”, o di tolleranza, concesso da Dio ai cananei, di cui una delle principali tribù era quella degli amorrei. Nell’ultimo periodo il loro errore sarebbe giunto a compimento; chiaramente meritavano la completa espulsione dal paese. Come passo preliminare in tal senso, Dio avrebbe rivolto l’attenzione al suo popolo in Egitto, liberandolo dalla schiavitù e facendolo tornare nella Terra Promessa.
Il periodo di 430 anni
Un altro calcolo si basa sulle parole di Esodo 12:40, 41: “E la dimora dei figli d’Israele, che avevan dimorato in Egitto, fu di quattrocentotrent’anni. E avvenne alla fine dei quattrocentotrent’anni, in quel medesimo giorno, pure avvenne che tutti gli eserciti di Geova uscirono dal paese d’Egitto”. Una nota in calce a Esodo 12:40 (NW), a proposito dell’espressione “che avevan dimorato”, dice: “Qui il verbo è di numero plurale, e il pronome relativo (ashèr) che lo precede in ebraico sembra riferirsi ai ‘figli d’Israele’, piuttosto che alla ‘dimora’”. La Settanta traduce il versetto 40: “Ma la dimora dei figli d’Israele che fecero [gr. dimorarono] pel paese d’Egitto e nel paese di Canaan [fu] di quattrocentotrent’anni”. Il Pentateuco samaritano dice: “Nel paese di Canaan e nel paese d’Egitto”. Tutte queste versioni indicano che i quattrocentotrent’anni includono un periodo di tempo più lungo di quello che gli israeliti trascorsero in Egitto.
L’apostolo Paolo spiega che tale periodo di quattrocentotrent’anni (di Esodo 12:40) ebbe inizio al momento della ratifica del patto abraamico e terminò con l’Esodo. Paolo dice: “Inoltre, dico questo: In quanto al patto [abraamico] precedentemente convalidato da Dio, la Legge che è venuta all’esistenza quattrocentotrent’anni dopo [nello stesso anno dell’Esodo] non lo annulla, in modo da abolire la promessa”. — Gal. 3:16-18.
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