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  • w71 15/12 pp. 767-768
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  • Domande dai lettori
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1971
w71 15/12 pp. 767-768

Domande dai lettori

● Quali sono le “cose elementari del mondo” menzionate in Galati 4:3 e in Colossesi 2:8, 20? — U.S.A.

Dopo aver mostrato che il bambino è come uno schiavo perché è sotto custodia finché non raggiunga l’età, l’apostolo Paolo, nella sua lettera ai Galati, scrive: “Similmente anche noi, quando eravamo bambini, eravamo resi schiavi dalle cose elementari che appartengono al mondo”. (Gal. 4:1-3) Egli prosegue quindi mostrando che il Figlio di Dio venne al “pieno limite del tempo” e liberò quei Giudei che divennero suoi discepoli dall’esser sotto la Legge affinché ricevessero l’“adozione di figli”. (Gal. 4:3-7) In modo simile, nella sua lettera ai Colossesi, Paolo avvertì i cristiani di Colosse di non farsi portar via “per mezzo della filosofia e di un vuoto inganno secondo la tradizione degli uomini, secondo le cose elementari del mondo e non secondo Cristo; perché in lui dimora corporalmente tutta la pienezza della qualità divina”. Essi sarebbero dovuti ‘morire insieme a Cristo rispetto alle cose elementari del mondo’. — Col. 2:8, 9, 20.

Essendo poste in contrasto con ciò che tali cristiani ora godevano, le “cose elementari del mondo” sono evidentemente i princìpi fondamentali o primari seguiti da quelli che non sono i veri cristiani, persone che fanno parte del mondo allontanate da Dio. An American Translation rende l’espressione greca per “cose elementari del mondo” come “modi materiali di guardare le cose”. Certo, il modo in cui una persona vede le cose è determinato dai princìpi che segue.

Il testo che consideriamo, Colossesi 2:8, indica che questi princìpi primari o “cose elementari” includono le filosofie e gli ingannevoli insegnamenti basati su norme, concetti, ragionamenti e miti umani, cose in cui i Greci e altri popoli non giudei si dilettavano. Per giunta, come si comprende da Colossesi 2:16-18 e Galati 4:4–5:4, le “cose elementari” abbracciavano gli insegnamenti giudaici non biblici che richiedevano l’ascetismo e l’“adorazione degli angeli” e anche l’insegnamento che i cristiani dovessero osservare la legge mosaica per ottenere la salvezza.

Ma non era la legge mosaica d’origine divina? Certamente. Come mai alla sua osservanza si poteva fare dunque riferimento come all’essere schiavo delle “cose elementari del mondo”?

Dobbiamo ricordare che la Legge era stata adempiuta in Cristo Gesù. Egli era la “realtà” indicata dalle ‘ombre’ della Legge, compresi il tempio e i sacrifici che vi si compivano. La Legge era servita pertanto al suo scopo e non era più la norma per il giudizio. (Col. 2:13-17) Non solo questo, ma quei cristiani ai quali l’apostolo Paolo scrisse eran chiamati alla vita celeste, spirituale. La Legge era per gli uomini, era composta di “esigenze legali relative alla carne”, anche il tabernacolo (e in seguito il tempio) poté chiamarsi “del mondo” (Ebr. 9:1, 10, Traduzione Interlineare del Regno [inglese] ‘mundano’, Moffatt) nel senso che faceva parte della sfera umana, qualche cosa di edificato e usato nel mondo del genere umano, non qualche cosa di celeste o spirituale. Ma ora i cristiani eran chiamati alla superiore adorazione basata su Cristo Gesù, che era entrato nel cielo stesso. (Ebr. 9:11, 24) Di Gesù Cristo, in una lettera ai Colossesi l’apostolo disse che “in lui dimora corporalmente tutta la pienezza della qualità divina”. (Col. 2:9) Stando così le cose, quindi Gesù Cristo — non gli uomini e i loro princìpi e insegnamenti, nemmeno la legge mosaica che ora era adempiuta — doveva esser riconosciuto come la norma stabilita da Dio per i suoi servitori, per cui come il completo mezzo per misurare la verità riguardo a qualsiasi insegnamento o modo di vivere.

Come l’apostolo aveva consigliato ai cristiani in Colosse, similmente scrisse a quelli in Galazia di non essere come i fanciulli che si ponevano volontariamente sotto ciò che era paragonato a un ‘pedagogo’ o ‘tutore’, cioè la legge mosaica. La loro relazione con Dio era ora simile a quella di un figlio cresciuto presso suo padre. La legge mosaica era divenuta “elementare”, in paragone con l’insegnamento cristiano. Sarebbe stato dunque un errore per i cristiani tornare alle “deboli e meschine cose elementari” della sfera umana. Essi possedevano la piena verità.

In modo simile, oggi le persone che formano il mondo alieno da Dio vivono secondo certe filosofie della vita e usanze che non sono in armonia con la Parola di Dio. Ma per loro, questa è la via “praticata” per giungere alla vita, una via tipificata da espressioni come: “Il fine giustifica i mezzi”; “È un mondo ‘cane’ dove ‘ogni uomo pensa a se stesso’”; “Tutto è permesso in amore e in guerra”. Sono privi della sapienza dall’alto, di perspicacia spirituale. (Giac. 3:13-18) In qualità di cristiani dobbiamo badare a non seguire princìpi mondani nelle attività familiari, nel lavoro secolare e nei rapporti con altri. Il cristiano fa bene a chiedersi: Sono interamente guidato dalla Parola di Dio e dall’esempio e dagli insegnamenti del suo Figlio in ogni cosa che faccio, oppure mi lascio influenzare dai detti popolari di questo mondo?

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