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  • Dio agisce al tempo fissato

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  • Dio agisce al tempo fissato
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1974
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  • IL TEMPO ESATTO DELLE PIANTE E DEGLI UCCELLI
  • L’UOMO È CONSAPEVOLE DEL TEMPO
  • IL FIGLIO DI DIO VENNE AL “PIENO LIMITE DEL TEMPO”
  • IL PERIODO FRA MALACHIA E GESÙ
  • OGGI DIO ATTENDE IL TEMPO GIUSTO PER AGIRE ULTERIORMENTE
  • “La Legge è divenuta il nostro tutore”
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1974
w74 15/9 pp. 547-551

Dio agisce al tempo fissato

L’UOMO impaziente è spesso pronto a sfidare il modo in cui Dio vede le cose. L’uomo vuole che le cose si facciano ora. Egli chiede: ‘Non dovrebbe un Dio amorevole risolvere immediatamente tutti i maggiori problemi del genere umano?’ Forse anche voi avete fatto la stessa domanda.

In effetti, gli uomini intelligenti devono aspettarsi che Dio intervenga nelle attività umane secondo un calcolo del tempo molto accurato. Perché diciamo questo? Ebbene, guardatevi intorno. In un modo o nell’altro, non segue praticamente tutta la creazione un calcolo del tempo stabilito?

IL TEMPO ESATTO DELLE PIANTE E DEGLI UCCELLI

Osservate, ad esempio, il mondo vegetale. Perché alcuni fiori, come gli astri, sbocciano sempre in autunno, mentre altri, come alcuni crochi, sbocciano sempre in primavera? I botanici sono stati a lungo sconcertati da tale calcolo del tempo. Nello scorso mezzo secolo, comunque, si resero conto di ciò che si chiama ‘fotoperiodismo’. Le piante reagiscono non solo alla temperatura, ma anche alla lunghezza del periodo luminoso diurno. In autunno, quando si fa lentamente più freddo, le giornate si accorciano e le notti si fanno più lunghe. Nella tiepida primavera, le giornate si allungano e le notti si fanno più corte. I crochi primaverili e gli astri autunnali hanno un meccanismo per avvertire precisamente in tempo questi cambiamenti. Ciascuno, perciò, sboccia in tempo.

Anche gli uccelli hanno un eccellente senso del tempo. Non hanno bisogno di calendari e di orologi da polso per sapere quando è tempo di migrare. “Che cosa spinge gli uccelli a cominciare a migrare approssimativamente alla stessa epoca ogni anno, quale orologio interno o quali stimoli esterni?” chiede R. T. Peterson in The Birds. Gli scienziati hanno fatto molte congetture sulla risposta, ma in realtà non lo sanno ancora. È solo, come dicono alcuni, che le temperature più fredde spingono gli uccelli ad andare dov’è più caldo? Gli ornitologi presentano alcuni fatti sorprendenti:

“Si potrebbe allora pensare che la temperatura sia la causa della migrazione. In primavera le Dendroica striata entrano negli Stati Uniti passando per la Florida, dove arrivano nell’ultima metà di aprile. Lì il clima è caldo quasi quanto nella loro dimora invernale nel settentrione dell’America del Sud. Alla fine di maggio hanno raggiunto le foreste di pini del Canada e dell’Alasca. . . . Quando arrivano in Alasca, la temperatura diurna è in media solo di 7 gradi, 18 gradi più freddo che in Florida un mese prima. Le Dendroica sono andate in un clima molto più freddo. La maggioranza degli uccelli migratori fa altrettanto”. — Traveling with the Birds di Rudyerd Boulton.

“Non riusciamo a vedere nulla che li costringe a muoversi, tuttavia abbandonano i piaceri della loro dimora invernale e si spostano verso nord appena arriva il tempo giusto. Questo ‘tempo giusto’ pare non abbia nessuna relazione con il clima o il cibo”. — Ernest Ingersoll in The Encyclopedia Americana.

Tuttavia, anno dopo anno, con rimarchevole precisione gli uccelli partono e in seguito riappaiono negli stessi luoghi. Come disse Geova per mezzo del profeta Geremia: “La cicogna nei cieli, conosce bene i suoi tempi fissati; e la tortora e il rondone e il tordo orientale, osservano bene il tempo della venuta di ciascuno”. (Ger. 8:7) E che dire del senso del tempo che ha l’uomo?

L’UOMO È CONSAPEVOLE DEL TEMPO

L’uomo è molto consapevole del tempo. Pertanto, nel 1972, con un accordo internazionale, in ogni parte del mondo gli esperti del calcolo del tempo aggiunsero un secondo al calendario al termine di giugno e un altro alla fine di dicembre perché i loro orologi fossero precisi. Sì, l’uomo, che osserva attentamente il calcolo del tempo nella creazione, desidera fare le cose ‘in orario’. — Gen. 1:14.

Tutti questi esempi non illustrano chiaramente che in pratica tutta la creazione sembra seguire in qualche modo un tempo stabilito? Non indica questo, a sua volta, che il Creatore di tutte queste cose deve similmente essere molto consapevole del tempo? È ovvio. La creazione dovrebbe far capire a tutti che gli avvenimenti che Dio si propose avranno luogo davvero, ma esattamente al tempo giusto.

Inoltre, Geova non si può definire arbitrario perché sembra che tardi ad adempiere certi aspetti del suo proposito verso l’uomo. Piuttosto, ciò che alla limitata vista dell’uomo sembra un “ritardo” è in qualche modo necessario per conseguire le benedizioni che seguiranno.

IL FIGLIO DI DIO VENNE AL “PIENO LIMITE DEL TEMPO”

Per esempio, subito dopo il peccato nel giardino d’Eden gli uomini poterono aspettarsi o sperare che il “seme” che doveva schiacciare il serpente comparisse durante la loro vita. (Gen. 3:15; Rom. 8:20, 21) Ma colui che diede prova d’essere il Seme, Gesù, non si presentò che circa 4.000 anni dopo il peccato di Adamo. L’apostolo Paolo dice: “Quando arrivò il pieno limite del tempo, Dio mandò il suo Figlio”. — Gal. 4:4; Rom. 5:6.

Perché questo intervallo di 4.000 anni fino al “pieno limite del tempo”?

Geova sapeva che gli uomini dovevano essere preparati a ricevere il Seme alla sua comparsa. Nei 4.000 anni da Adamo a Cristo, gli uomini dovettero riconoscere pienamente che avevano bisogno di un salvatore. In tale periodo di tempo avrebbero riscontrato che solo Dio poteva salvarli dal peccato e dalla morte. Leggete Galati capitoli tre e quattro nella Bibbia per vedere come questo fu reso specialmente chiaro ai Giudei.

Come eletto popolo di Dio, dal 1513 a.E.V. avevano avuto la legge di Mosè. Ricevendo la Legge i fedeli Giudei dovettero sinceramente sperare che per mezzo di essa avrebbero potuto dimostrarsi giusti. (Si paragoni Ebrei 7:18). Ma avvenne il contrario. Essa ‘rese manifeste le trasgressioni, finché arrivasse il seme’: i Giudei furono costretti a riconoscere che erano peccatori. — Gal. 3:19.

Ma la Legge fu anche d’aiuto alla nazione giudaica. Paolo dice dei Giudei: “La Legge è divenuta il nostro tutore che conduce a Cristo”. Nell’antichità, il tutore non era l’effettivo insegnante, ma uno schiavo o ‘economo’ fidato che preparava i figli del suo signore per un successivo istruttore. I tutori inculcavano nei bambini cose elementari come la condotta e li proteggevano dal danno. La Legge agì in questo modo verso i Giudei, disciplinandoli e preparandoli per il loro Insegnante, Gesù. Dal loro “tutore” impararono santi princìpi morali, come quelli che si trovano nei Dieci Comandamenti. — Gal. 3:24.

Al tempo fissato l’antico tutore consegnava il “bambino” preparato e disciplinato al suo istruttore; Paolo vi si riferisce come al “giorno che il padre [del bambino] ha in anticipo fissato”. Similmente, al “pieno limite del tempo” Gesù arrivò per istruire i Giudei preparati. (Gal. 4:2, 4) Con quali risultati?

I Giudei umili, comprendendo il loro bisogno di un salvatore, ascoltarono Gesù. Ciò che egli dichiarò riprendeva per così dire, dal punto in cui si era fermato il “tutore”, la Legge. Il “tutore” aveva detto, ad esempio: “Non devi commettere adulterio”. Ma l’Insegnante andò oltre di un passo, impartendo questo ammaestramento: “Chi continua a guardare una donna in modo da provar passione per lei ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore”. Gesù esaminava i motivi. — Matt. 5:27, 28.

Inoltre, il posto di Gesù — come mediatore, sacrificio espiatorio e sacerdote eterno nella disposizione di Dio poteva capirsi chiaramente a motivo della tipica disposizione di Dio per i Giudei sotto la Legge. — Ebr. capp. 5-10.

Pertanto Dio impiegò il periodo di 4.000 anni da Adamo a Cristo per il bene dell’uomo. Provvide profezie mediante cui identificare il promesso Seme alla sua effettiva comparsa. E preparò gli uomini agli insegnamenti e alla posizione di Gesù nella Sua disposizione. — Si paragoni il periodo di quarant’anni trattato in Deuteronomio capitolo 8.

Ma si potrebbe chiedere: Non si poteva ottenere lo stesso risultato parecchie centinaia d’anni prima? Le profezie che avrebbero identificato il Messia non erano state tutte messe per iscritto al tempo di Malachia oltre quattrocento anni prima della nascita di Gesù? A che serviva dunque far passare altri secoli?

IL PERIODO FRA MALACHIA E GESÙ

Quando fu completato l’ispirato canone ebraico, la Persia dominava sul mondo antico dall’India all’Africa. Più di cento anni dopo Alessandro Magno conquistò i Persiani; ne seguirono effetti di lunga portata sulla cultura. L’Encyclopædia Britannica dice: “Le conquiste di Alessandro Magno fecero del greco (sotto forma di questa lingua franca o κοινή [koi·neʹ]) l’idioma dell’intero Vicino Oriente (Asia Minore, Siria, Mesopotamia, Egitto). Sotto i Romani queste regioni continuarono a parlare il greco”. Pertanto, esisteva una lingua comune in gran parte del mondo antico quando comparve il cristianesimo nel 33 E.V. Essa facilitò la rapida divulgazione del messaggio di Gesù in forma scritta e orale.

Inoltre, i Romani, che seguirono i Greci sulla scena mondiale, costruirono una vasta rete di strade. Lo storico Edward Gibbon afferma: “Tutte le città [dell’Impero Romano] erano collegate le une con le altre, e con la capitale, dalle vie pubbliche, che, partendo dal Foro Romano attraversavano l’Italia, si diramavano nelle province e terminavano solo alle frontiere dell’impero”. La divulgazione del cristianesimo primitivo nel mondo antico fu notevolmente affrettata dall’impiego di queste strade che congiungevano parti remote dell’impero.

Ma al tempo di Malachia era in corso qualche altra cosa: la Diaspora o Dispersione giudaica. Dopo la distruzione di Samaria (nel 740 a.E.V.) e di Gerusalemme (nel 607 a.E.V.) i Giudei si dispersero da un’estremità all’altra del mondo antico. Il geografo greco Strabone (contemporaneo di Gesù) dice dei Giudei: “Sono già penetrati in ogni stato, così che è difficile trovare un solo posto al mondo in cui la loro tribù non sia stata accolta e non sia divenuta predominante”.

Ovunque andassero i Giudei costruirono sinagoghe per l’adorazione. Ciascuna sinagoga aveva le sue copie delle Scritture Ebraiche. Così la speranza giudaica del Messia divenne nota molto al di fuori dei confini d’Israele. (Si paragoni Matteo 2:1, 2). Logicamente, dopo l’istituzione del cristianesimo, dove avrebbero predicato i discepoli? Nelle sinagoghe giudaiche! Paolo, per esempio, nei suoi lunghi viaggi, quando entrava in una città, di solito andava prima lì. Molti di questi Giudei preparati e dispersi accettarono il messaggio di Gesù. — Atti 13:5, 14, 42-44; 17:1-3, 10; 18:4; 19:8.

In questo modo la buona notizia giunse così lontano e così in fretta che l’opposizione governativa e religiosa trovò difficile fermarne l’espansione. Meno di trent’anni dopo la morte di Gesù l’apostolo Paolo disse che la “buona notizia” era stata predicata “in tutta la creazione che è sotto il cielo”. (Col. 1:6, 23) Che Geova attendesse il “pieno limite del tempo” fu saggio e recò benedizioni agli uomini di cuore onesto.

Comunque, non tutti i Giudei furono dispersi in ogni parte del mondo antico; molti tornarono in Giuda dall’esilio in Babilonia. In questo caso, di che utilità fu il passare di molti secoli prima della comparsa del Messia?

Geova permise alla nazione di ricostruire Gerusalemme, che avrebbe avuto una parte importante nell’identificazione del Messia. Il loro sacerdozio, con le sue disposizioni per i sacrifici, riprese le funzioni nel tempio ristabilito. Tuttavia Dio sapeva che, come nazione, avrebbero respinto il Messia e che “la città e il luogo santo” sarebbero stati ridotti in “rovina”. (Dan. 9:24-27; Zacc. 9:9) Ma ci sarebbe voluto tempo perché gli errati motivi della nazione si manifestassero completamente.

Questo caso trova un notevole parallelo in ciò che era avvenuto circa 2.000 anni prima. Dio aveva detto ad Abraamo che Egli non avrebbe dato immediatamente ai suoi discendenti il paese della promessa. Dovevano passare circa quattrocento anni prima che ‘l’errore degli Amorrei [Cananei] giungesse a compimento’. (Gen. 15:13-16) Allo scadere di quel tempo, le pratiche religiose dei Cananei, incluse cose come prostituzione sacra e sacrificio di bambini, mostrarono che ‘il loro errore era giunto a compimento’. Giustamente, Dio comandò a Israele di purificare il paese. — Lev. 18:1, 24-30.

Similmente, il periodo di parecchi secoli trascorso prima della comparsa di Gesù servì, come abbiamo visto, a preparare gli umili Giudei ad accettarlo. Ma, generalmente parlando, indurì la nazione così che respinse il Messia. Col tempo Israele si allontanò dalla pura adorazione di Geova. (Matt. 15:1-9) Quando venne Gesù lo fecero mettere a morte. Il tempo non aveva intenerito la nazione nel suo insieme. Fece manifestare appieno le loro errate inclinazioni. Quando Dio cessò di operare in modo speciale con Israele, esso lo meritò pienamente. — Matt. 3:10-12.

OGGI DIO ATTENDE IL TEMPO GIUSTO PER AGIRE ULTERIORMENTE

Anche nel nostro tempo, ci saremmo similmente attesi che Dio aspettasse il ‘tempo giusto’ per far eliminare dal regno di suo Figlio tutti i governi rivali e far sparire condizioni come malvagità, guerra, delinquenza e oppressione, e per riportare questa terra a uno stato paradisiaco. (Efes. 1:10) La Bibbia contiene un segno che Gesù diede quando fu sulla terra il quale avrebbe contrassegnato il “termine del sistema di cose”; esso è in corso di adempimento dal 1914.

Questo intero segno, che avrà come culmine la “grande tribolazione” e la fine di questo “sistema di cose”, avrà luogo prima che ‘passi’ la generazione del 1914. (Si vedano Matteo capitoli 24 e 25; Marco 13 e Luca 21). Comunque, Gesù disse pure che nessuno tranne Dio conosceva ‘il giorno e l’ora in cui sarebbe scoppiata la “grande tribolazione”. Possiamo essere sicuri che Geova agirà, ma non finché tutti i particolareggiati avvenimenti non si siano verificati e finché non sia giunta l’ora esatta da lui fissata. Questa è la ragione per cui non ha posto fine prima d’ora a questo “sistema di cose”.

Supponete, ad esempio, che Geova avesse distrutto questo sistema cento anni fa. Qualcuno poteva argomentare che Dio non aveva dato al genere umano abbastanza possibilità di risolvere i suoi propri problemi, forse con la complessa tecnologia che si stava allora sviluppando.

Ma Dio ha dato ora all’uomo ampia opportunità di risolvere i propri problemi. È stato provato ogni concepibile mezzo che potesse escogitare. Di conseguenza, anche gli uomini di questo sistema sono costretti ad ammettere che le controversie che hanno dinanzi non si possono risolvere con mezzi umani. Solo Dio può risolverle. Un redattore della rivista BioScience, accennando alla “crisi globale” cui il genere umano va incontro, dice:

“I sintomi [di crisi], ecologica e sociale, si vedono in quasi ogni paese della terra: inquinamento dell’aria e dell’acqua, inquinamento chimico delle catene alimentari, decadenza delle città, croniche penurie di viveri e fame, crescenti abusi di droga e alcolismo, percentuali più alte di delinquenza minorile, delitti e suicidi, e un senso di disperazione che trascende i confini nazionali e i sistemi politici. Comunque, le enormi dimensioni della crisi ambientale . . . ci rendono difficile capire la natura del problema e le sue cause, per non menzionare le soluzioni”.

Nessuna creatura umana ha motivo di mettere in dubbio il calcolo del tempo stabilito da Dio. Tutto nella creazione di Dio rivela il suo accurato senso del tempo. Inoltre, quelli che sembrano periodi di “indugio” da parte di Dio recano in realtà la massima benedizione e il massimo bene possibile. Nel tempo che può rimanere prima che Dio rechi la “grande tribolazione”, apprendete come potete essere preservati nel corso d’essa per entrare nel giusto nuovo ordine di Dio. Studiando con i testimoni di Geova, apprendete come potete ricevere le eterne benedizioni che Dio ha in serbo per quelli che amano ciò che è giusto. — Atti 17:31; 2 Piet. 3:9, 15.

[Immagini a pagina 547]

Il Creatore fece gli astri così che sbocciassero in autunno . . .

. . . altri fiori sbocciano solo in primavera

[Immagine a pagina 548]

Al tempo fissato gli uccelli migrano

[Immagine a pagina 549]

Il Messia apparve al tempo fissato, dopo che erano stati fatti i preparativi

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