BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • ‘I morti in Cristo risusciteranno per primi’
    La Torre di Guardia 1979 | 15 dicembre
    • 15. Come andò a finire per Satana il Diavolo la guerra con l’arcangelo Michele, e può egli impedire la risurrezione dei discepoli di Cristo e la loro ascesa al cielo per essere con Gesù Cristo?

      15 Nella millenaria contesa Satana il Diavolo ha sempre perso. Nella guerra in cielo fu sconfitto e sia lui che i suoi angeli demonici furono scagliati nelle vicinanze della terra, mentre l’arcangelo Michele, cioè il Signore Gesù Cristo, e i suoi angeli rimasero vittoriosi nei cieli. Dal momento che il vittorioso Gesù Cristo fa uso della “voce di arcangelo” quando ordina di venir fuori a quelli morti unitamente a Cristo, la sua “chiamata di comando” ha maggiore autorità e un effetto più vigoroso. Lo sconfitto Satana il Diavolo non è così potente da impedire la risurrezione in spirito di quelli morti unitamente a Cristo e non è in grado di impedirne l’ingresso nel reame spirituale né l’ascesa al cielo per essere col vittorioso Gesù Cristo.

      16. Perché suona la “tromba di Dio” al tempo della discesa del Signore dal cielo, e chi sono i primi a rispondere?

      16 Un’altra cosa che accompagna la discesa di Cristo dal cielo è il suono della “tromba di Dio”. (1 Tess. 4:16) In questo caso la tromba non è un segnale di guerra per raccogliere le truppe onde combattano e uccidano il nemico. Piuttosto, il suono della “tromba di Dio” è pacifico, per radunare il popolo di Geova, come quando al tempo di Mosè si suonavano le due trombe d’argento per radunare le dodici tribù d’Israele. (Num. 10:1-10) Altrove, in I Corinti 15:52, l’apostolo Paolo mette in relazione con la risurrezione dei cristiani morti tale squillante “tromba” per congregare quando dice: “Durante l’ultima tromba. Poiché la tromba suonerà, e i morti saranno destati incorruttibili, e noi saremo mutati”. Chi sono i primi a rispondere a quell’“ultima tromba” quando, come “tromba di Dio”, suona per richiamare in vita i morti? In risposta, I Tessalonicesi 4:16 dice: “E quelli che son morti unitamente a Cristo sorgeranno per primi”.

      17. Perché la risurrezione di quelli “morti unitamente a Cristo” non è visibile agli occhi umani?

      17 La risurrezione di quelli “morti unitamente a Cristo” non è però visibile agli uomini sulla terra. Perché no? Perché essi sono benedetti con una risurrezione in spirito, essendo ciascuno destato “corpo spirituale”. (1 Cor. 15:44) Siccome gli occhi umani non sono sufficientemente forti da vedere i corpi spirituali, la risurrezione dei “morti in Cristo” è invisibile agli uomini. Ecco perché, dall’inizio della “presenza” o parusia di Cristo dal 1914 in poi, il genere umano non lo ha visto né si è reso conto della risurrezione dei suoi discepoli.

      18, 19. (a) Con ciò che disse in I Tessalonicesi 4:17, Paolo intendeva forse che quei cristiani non sarebbero morti prima d’esser “rapiti”? (b) In che senso dunque sono “rapiti”, e con quale corpo ascendono per incontrare “felici” il Signore?

      18 L’apostolo Paolo parla di sé come di uno sopravvissuto sulla terra fino a quel felice evento per i cristiani generati dallo spirito, quando dice: “In seguito noi viventi che sopravvivremo, saremo rapiti insieme con loro nelle nubi per incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre col Signore”. — 1 Tess. 4:17.

      19 Con questo l’apostolo Paolo non voleva dire che i cristiani generati dallo spirito come lui non sarebbero morti ma sarebbero stati “rapiti” col corpo umano e tutto il resto nei cieli fra le nubi letterali. Paolo morì. Similmente i cristiani generati dallo spirito che oggi sopravvivono durante la “presenza” o parusia di Cristo devono morire. Come un seme piantato nel suolo, ciascuno di loro dev’essere “seminato corpo fisico” morendo di morte umana. (1 Cor. 15:44) In che senso allora sono ‘rapiti nelle nubi’ insieme con quelli “morti unitamente a Cristo” che furono risuscitati per primi? In questo senso: quando vengono seminati come corpi fisici, non entrano nel sonno della morte. Ricevono istantaneamente una risurrezione spirituale, lasciando il loro corpo umano qui sulla terra ed essendo destati ciascuno “corpo spirituale”. È come corpi spirituali che ascendono per incontrare il loro celeste Signore. Per questi motivi, secondo Rivelazione 14:13, possono ritenersi specialmente “felici”.

      20. In quale specie di ‘‘nubi” sono “rapiti” i cristiani che sopravvivono, e ciò a indicare che cosa riguardo alla loro ascensione?

      20 Ma cosa significa il fatto che vengono rapiti “nelle nubi”? Le nubi sono sospese in alto nel cielo e denotano altezza. Inoltre, nascondono a noi che siamo sulla terra ciò che è in esse o sopra di loro. I corpi spirituali non hanno bisogno di nubi letterali per essere invisibili a noi. Quindi quelle di I Tessalonicesi 4:17 sono nubi simboliche, che, per così dire, nascondono a chi sta sulla terra il rapimento dei cristiani risorti che vanno ad incontrare il loro elevato Signore. Ricordiamo che il quarantesimo giorno dalla sua risurrezione Gesù Cristo ascese di nuovo al cielo, e durante la sua ascensione “una nube lo nascose alla loro vista [cioè dei discepoli che stavano ad osservare]”. — Atti 1:9.

      21. La discesa del Signore dal cielo ha forse come risultato il suo diretto contatto personale con la nostra terra, e quando ha termine l’“ultimo giorno” in cui egli desta i suoi discepoli generati dallo spirito?

      21 Cosa dimostra tutto questo? Dimostra che quando il Signore Gesù Cristo scende, non viene in diretto contatto con la nostra terra. Le nubi, in cui si raffigura che avviene l’incontro fra i cristiani risuscitati e il loro celeste Signore, sono sospese molto in alto rispetto alla superficie terrestre. Inoltre è “nell’aria” che i cristiani risuscitati incontrano il loro Signore, non quaggiù sulla terra, né a Gerusalemme sul Monte degli Ulivi, né in qualsiasi altro luogo del nostro pianeta. Inoltre, l’“ultimo giorno” in cui ha luogo questo rapimento non è un giorno terrestre di ventiquattro ore. È un periodo di tempo che termina quando l’ultimo di quei cristiani generati dallo spirito che partecipano alla “prima risurrezione” è destato alla vita celeste. (Riv. 20:4, 6; Giov. 6:54) L’adempimento della profezia biblica indica che stiamo già vivendo in quell’“ultimo giorno”.

  • Stiamo vivendo in quell’“ultimo giorno” della risurrezione
    La Torre di Guardia 1979 | 15 dicembre
    • Stiamo vivendo in quell’“ultimo giorno” della risurrezione

      1. Per decenni si era pensato che la glorificazione del rimanente dei cristiani sopravvissuti avrebbe avuto luogo in quale tempo, ma ciò che era stato predetto in I Tessalonicesi 4:16, 17 si adempì a cominciare da allora?

      POICHÉ i “morti in Cristo” sono destati in quell’“ultimo giorno” con corpi spirituali invisibili agli occhi umani, noi uomini dobbiamo camminare per fede, non per visione, per credere che ciò sta accadendo ora. Ricordiamo che per alcuni decenni non pochi pensavano che la glorificazione di tutti i membri sopravvissuti della congregazione cristiana avrebbe avuto luogo alla fine dei Tempi dei Gentili, verso il 1º ottobre 1914. (Luca 21:24) Tuttavia in quel tempo non si verificò nulla di quanto descritto in I Tessalonicesi 4:16, 17. Scoppiò invece la guerra in cielo e i perdenti, Satana e i suoi demoni, furono rapidamente scagliati sulla terra. (Riv. 12:7-13) È interessante il fatto che un buon numero di cristiani generati dallo spirito che erano vivi e attivi sulla terra nel 1914 sono ancora con noi in carne ed ossa. Evidentemente qualcosa non andava nell’identificazione dell’“ultimo

Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
Disconnetti
Accedi
  • Italiano
  • Condividi
  • Impostazioni
  • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
  • Condizioni d’uso
  • Informativa sulla privacy
  • Impostazioni privacy
  • JW.ORG
  • Accedi
Condividi