Vi è utile perseguire la santa devozione
“Davvero, è un mezzo di grande guadagno, questa santa devozione con autosufficienza”. — 1 Tim. 6:6.
1. Chi sono i soli a perseguire una condotta di santa devozione, e che cosa ottengono?
SOLO quelli che conoscono Dio accuratamente e agiscono in armonia con quello che conoscono sono in grado di adorarlo nel modo giusto. Si può dire che essi soli seguano una condotta di santa devozione o riverenza. Il perseguire questa condotta reca un guadagno duraturo. “Davvero”, scrisse l’apostolo Paolo al giovane sorvegliante cristiano Timoteo, “è un mezzo di grande guadagno, questa santa devozione con autosufficienza”. (1 Tim. 6:6) “La santa devozione è utile per ogni cosa, giacché ha la promessa della vita d’ora e di quella avvenire”. (1 Tim. 4:8) Notate come Paolo dice che la santa devozione reca non solo una ricompensa futura, ma “grande guadagno” e benefici ora.
2. Che cosa ci fa notare I Timoteo 3:16 riguardo alla santa devozione?
2 Che cos’è la “santa devozione” o riverenza? Non potrebbe esserci migliore risposta a questa domanda dell’esempio di uno che mantenne perfettamente la santa devozione. La Bibbia addita come esempio un uomo. In I Timoteo 3:16 leggiamo: “In realtà, il sacro segreto di questa santa devozione [letteralmente, questo ben riverire] è per ammissione grande: ‘Egli fu reso manifesto nella carne, fu dichiarato giusto nello spirito, apparve agli angeli, fu predicato fra le nazioni, fu creduto nel mondo, fu ricevuto in gloria’”. Chi fu questi, e come fu risolto in relazione a lui questo sacro segreto?
3. (a) Circa seimila anni fa quale domanda sorse riguardo alla santa devozione, e perché? (b) In che senso la risposta a tale domanda fu un “sacro segreto”?
3 Circa seimila anni fa sorse la domanda: Può l’uomo mantenere perfettamente la santa devozione? Questa domanda fu causata da un atto irriverente commesso dal primo uomo Adamo. Benché dovesse tutto al Creatore, il perfetto Adamo trasgredì la legge di Dio, mancando così di rendere al Padre celeste l’amore, il rispetto e la devozione che meritava. Avendo perso la perfezione con la disubbidienza, Adamo poté generare solo figli peccaminosi incapaci di mantenere perfettamente la santa devozione. Ciò nondimeno, Geova Dio sapeva di poter mettere sulla terra un uomo perfetto che sarebbe stato in grado di mantenerla. Finché quell’uomo non comparve sulla scena terrestre, la risposta in quanto a chi poteva mantenere perfettamente la santa devozione rimase un sacro segreto, cioè un segreto noto solo a Dio. Come mostrano chiaramente altre scritture, colui che era al centro di questo segreto è il Figlio di Dio il quale “fu reso manifesto nella carne” come l’uomo Gesù. (Giov. 1:14; 1 Giov. 4:2, 3) Conformemente, l’intera vita di Gesù Cristo che come uomo si attenne lealmente all’Iddio e Padre suo è una tangibile dimostrazione di santa devozione o riverenza. Prendendo a cuore le lezioni incluse in questo “sacro segreto” possiamo avere meravigliosi vantaggi ora e in futuro.
4. Che cosa rivela la condotta di Adamo circa il risultato del non mantenere la santa devozione?
4 Considerando ciò che accadde ad Adamo, possiamo vedere chiaramente che non si ottiene nessun guadagno abbandonando la condotta della santa devozione. Poiché mancò di riverire l’Iddio e Padre suo, Adamo perse la vita umana perfetta con tutti i suoi diritti e tutte le sue prospettive. La stretta relazione che un tempo aveva avuta con il Padre celeste era sparita. Non aveva più la direttiva e la guida di Dio. La sua coscienza fu contaminata. La sola eredità che poteva trasmettere ai suoi figli era l’imperfezione e la morte. Essendo stato espulso con la forza dal bel paradiso che era stato la sua dimora nella perfezione gli fu vietato di rientrarvi. — Gen. 3:8, 17-19, 24.
5. Ci guadagnò Gesù Cristo mantenendo la santa devozione?
5 Ma che dire di Gesù Cristo? Ci perse egli mantenendo la santa devozione? È vero che non gli fu facile seguire questa condotta. Il mondo lo odiò per questo. Fu oltraggiato, fisicamente maltrattato e inchiodato infine a un palo di esecuzione come un criminale della peggiore specie. (Giov. 15:18; 1 Piet. 2:23, 24) Ciò nondimeno, la condotta che seguì gli procurò ugualmente un grande guadagno. Mantenne la coscienza pura e continuò a trarre profitto dall’aiuto, dalla guida e dalle rassicurazioni del Padre suo. Tre volte Gesù Cristo udì la voce del Padre suo che approvava la sua condotta. (Matt. 3:17; 17:5; Giov. 12:28, 29) Ebbe il sostegno del Padre suo, ricevendo il potere di compiere miracoli, segni e portenti. (Atti 2:22) Quando Gesù Cristo resisté con successo alle tentazioni del Diavolo, “vennero degli angeli e lo servivano”. (Matt. 4:11) E l’ultima notte prima della sua morte ‘gli apparve un angelo e lo rafforzò’. (Luca 22:43) Per la sua fedeltà sino alla morte, Geova Dio risuscitò suo Figlio, elargendogli il grande premio della celeste vita immortale. Sotto ispirazione l’apostolo Paolo scrisse: “Dio l’ha esaltato a una posizione superiore e gli ha benignamente dato il nome ch’è al di sopra d’ogni altro nome, onde nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio di quelli che sono in cielo e di quelli che sono sulla terra e di quelli che sono sotto il suolo [nella tomba ma in attesa della risurrezione ], e ogni lingua confessi apertamente che Gesù Cristo è il Signore alla gloria di Dio Padre”. — Filip. 2:9-11.
6. Spiegate il termine “guadagno” usato da Paolo in I Timoteo 6:6.
6 Rimanendo esclusivamente devoti a Dio come vi rimase Gesù Cristo, possiamo essere fra quelli che hanno grande guadagno ora e la prospettiva di ricevere benedizioni anche maggiori in futuro. Questo non vuol dire che la sola ragione di servire Dio e perseguire una condotta cristiana sia quella di riceverne un guadagno personale. Comprendendo che cosa significa nella lingua originale la parola resa “guadagno” in I Timoteo 6:6 si è aiutati ad avere una veduta equilibrata della cosa. Il termine fu usato solo due volte nelle Scritture Greche Cristiane, cioè in I Timoteo 6:5, 6. Questo termine greco (po·ri·smosʹ, non poʹrisma) viene dal verbo greco che significa “provvedere; procurare”, per cui significa “un provvedere; un procurare”, e quindi “un mezzo di guadagno; mezzi di sussistenza”. La versione a cura di mons. S. Garofalo lo rende “fonte di guadagno” e “gran fonte di guadagno”. The New English Bible lo traduce “dividendi”.
UTILITÀ DEL PERDONO DEI PECCATI
7. Che cosa rivela la Bibbia in quanto al nostro bisogno del perdono dei peccati, e in base a che cosa Dio lo concede?
7 Un rimarchevole beneficio derivante dal seguire una condotta di santa devozione è che i nostri peccati sono perdonati. Nel caso del vero discepolo di Gesù Cristo, inizialmente questo ebbe luogo quando si pentì, si convertì dalla sua precedente condotta, chiese perdono a Dio in base al sacrificio di Gesù e poi si presentò per il battesimo, si dedicò al Padre (Geova Dio) per mezzo del Figlio (Gesù Cristo) nel nome del Padre, del Figlio e dello spirito santo. Ciò nondimeno, essendo imperfetto, in seguito egli commette ancora peccati e così continua ad avere bisogno del perdono di Dio. L’apostolo Giovanni disse: “Se facciamo la dichiarazione: ‘Non abbiamo nessun peccato’, sviamo noi stessi e la verità non è in noi”. (1 Giov. 1:8) Comunque, il devoto discepolo di Gesù Cristo nel suo cuore non vuole peccare. Egli si sente come si sentì l’apostolo Paolo quando scrisse: “Realmente io mi diletto nella legge di Dio secondo l’uomo che sono interiormente”. Stando così le cose, si rammarica moltissimo di qualsiasi peccato commetta e chiede umilmente perdono a Dio. A motivo della sua attitudine pentita e della sua fede nei benefici espiatori del sacrificio di Gesù, ottiene tale perdono. — Rom. 7:22-25; 1 Giov. 2:1, 2.
8. Avendo ottenuto il perdono dei peccati, come possiamo sentirci riguardo ad accostarci a Dio in preghiera, e quale fiducia possiamo avere che ci esaudisca?
8 Avendo ottenuto il perdono dei peccati, i devoti discepoli di Gesù Cristo continuano ad avere una coscienza pura. Confidano che Geova Dio si compiace dei loro sinceri sforzi di vivere una vita coerente con la direttiva del suo spirito. (Gal. 5:16-18) Perciò hanno completa libertà di parola nell’accostarsi a Dio riguardo a qualsiasi cosa, certi che, per mezzo del suo spirito, egli li guiderà e li aiuterà a resistere alle prove o a risolvere i problemi cui possono andare incontro. (Luca 11:11-13) Come notò l’apostolo Giovanni: “Qualsiasi cosa chiediamo la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo le cose che sono piacevoli agli occhi suoi”. — 1 Giov. 3:22.
9, 10. Secondo Romani 8:26, 27, come Dio ci aiuta anche quando potremmo non sapere per che cosa pregare?
9 A volte, comunque, il vero cristiano può non sapere neppure per che cosa pregare in considerazione di quello cui va incontro. Può esserci intensa persecuzione. Forse si sente aggravato da molte serie responsabilità. Può darsi sia oppresso da un problema personale. Forse non sa con sicurezza il da farsi. Può anche darsi non capisca qual è realmente il problema. Ciò nondimeno, avendo una pura condizione dinanzi a Dio, non è lasciato senza aiuto. Come mostra Romani 8:26, 27, lo spirito di Dio lo aiuterà. Leggiamo: “In maniera simile anche lo spirito viene in aiuto della nostra debolezza; poiché non conosciamo ciò che dobbiamo pregare secondo che abbiamo bisogno, ma lo spirito stesso intercede per noi con gemiti inespressi. Ma colui che scruta i cuori sa qual è il significato dello spirito, perché intercede in armonia con Dio per i santi”.
10 Secondo quanto è detto lì, come fa lo spirito di Dio a ‘venire in aiuto’ dei “gemiti inespressi” del cristiano per assisterlo? Ebbene, Geova Dio, per mezzo del suo spirito, ispirò uomini a scrivere la Bibbia, incluse le preghiere che esprimono la sua volontà e la sua mente sulle cose. Egli conosce il “significato dello spirito”, cioè delle cose che fece dire al suo spirito santo per mezzo degli scrittori biblici. Egli riconosce pure i sentimenti e i bisogni del suo popolo. Perciò, accetta le preghiere ispirate come se fossero quello che il suo popolo direbbe se solo sapesse che cosa chiedere, e le esaudisce. Pertanto assiste il suo popolo ad agire nella propria vita in armonia con la sua Parola, anche se in anticipo non sa quale condotta intraprendere. Non lascia che i suoi fedeli ‘siano tentati oltre quello che possono sopportare’, né ‘li abbandona’. — 1 Cor. 10:13; 2 Cor. 4:8, 9.
PROTETTI CONTRO I MALI DEL MONDO
11, 12. Come il perseguire la santa devozione protegge il cristiano da mali come le malattie veneree?
11 Oltre a permetterci di mantenere la coscienza pura e di continuare ad avere il perdono e l’aiuto di Dio, perseguendo la santa devozione siamo protetti contro i mali del mondo. Oggi, per esempio, le malattie veneree dilagano nel mondo. Ce ne sono casi anche in luoghi remoti della terra. Il problema delle malattie veneree è così grave che il dott. Marcolino G. Candau dell’Organizzazione Mondiale della Sanità delle Nazioni Unite avvertì (nella primavera del 1973): “È essenziale un’azione rapida prima che le malattie trasmesse coi rapporti sessuali sfuggano completamente al controllo . . . il mondo è nella stretta di una vera e propria epidemia”.
12 Comunque, non c’è “vera e propria epidemia” di malattie veneree fra coloro che perseguono la santa devozione. Essi si rendono conto che il problema delle malattie veneree non è soltanto un problema medico; è primariamente un problema morale. Essi mostrano riverente rispetto per le parole di Gesù Cristo: “Avete udito che fu detto: ‘Non devi commettere adulterio’. Ma io vi dico che chi continua a guardare una donna in modo da provar passione per lei ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore”. (Matt. 5:27, 28) Dando ascolto a questo comando, i veri cristiani badano di non mettersi in situazioni che potrebbero far sorgere tentazioni. Combattendo gli errati desideri sessuali sono stati aiutati a rendersi liberi dal flagello della sifilide e della gonorrea con tutte le loro terribili conseguenze: cecità, sterilità, pazzia e morte prematura. La santa devozione li ha protetti in maniera ben determinata.
13. Quali vantaggi hanno quelli che ubbidiscono all’ammonizione di ‘purificarsi da ogni contaminazione di carne e di spirito’?
13 Similmente, apprezzando l’ammonizione biblica di ‘purificarsi da ogni contaminazione di carne e di spirito’, i servitori di Geova evitano l’uso del tabacco, della noce di betel e di altre nocive sostanze che danno luogo ad assuefazione. (2 Cor. 7:1) Attenendosi alla Parola di Dio si sono pure protetti dai cattivi effetti dell’alcolismo. (1 Cor. 6:9-11) Le risorse precedentemente sprecate in vizi nocivi sono state utilizzate per fare dei singoli e delle loro famiglie membri produttivi della collettività e un onore per il nome e il popolo di Dio. La condotta della santa devozione ha recato loro questo come “dividendo”.
14. Osservando l’esito che hanno le persone del mondo, perché possiamo dire che perseguendo la santa devozione si ha un guadagno tangibile? Illustrate.
14 Il tangibile guadagno che accompagna la santa devozione si vede chiaramente quando si pone accanto alla enorme perdita derivante dal seguire le vie del mondo. Prendete il caso della ragazza che ha contratto qualche forma di malattia venerea o la cui vita è stata rovinata dalla droga. Non ha perso moltissimo? Che dire dei suoi genitori? Quanto denaro pensate che pagherebbero perché la loro figlia tornasse a essere com’era un tempo? Probabilmente non c’è una somma abbastanza grande che non pagherebbero, se l’avessero o potessero procurarsela. Che dire del marito alcolizzato? Non considererebbe sommamente utile riguadagnare la salute, il rispetto e la posizione che forse ha perso a causa dell’abuso di alcool? Non sarebbe disposta sua moglie a pagare un’ingente somma di denaro perché suo marito divenisse un ottimo capofamiglia, che avesse buona cura delle sue responsabilità? Sì, le persone del mondo darebbero molto pur di ottenere per sé o per i loro cari il guadagno che la santa devozione reca anche ora.
LA DEVOZIONE FA OTTENERE AMICI
15. In che modo perseguendo la santa devozione troviamo veri amici?
15 Inoltre, perseguendo una condotta di santa devozione troviamo veri amici. Come veri cristiani, i nostri principali amici sono Geova Dio e suo Figlio Gesù Cristo. Come disse Gesù agli undici fedeli apostoli: “Non vi chiamo più schiavi, perché lo schiavo non sa quello che fa il suo padrone. Ma vi ho chiamati amici, perché tutte le cose che ho udite dal Padre mio ve le ho fatte conoscere”. (Giov. 15:15) Siamo anche amici gli uni degli altri. Come amici, quelli che conoscono Dio e Cristo corrispondono alla descrizione di Proverbi 17:17: “Il vero compagno ama in ogni tempo, ed è un fratello nato per quando c’è angustia”. Solo fra quelli che perseguono la santa devozione nella vera congregazione cristiana potete trovare tali compagni. Nella congregazione non vi sono barriere razziali, sociali ed economiche; in essa sono tutti “fratelli” e “sorelle”. (Matt. 23:8) Ovunque andiate su questa terra, troverete veri amici fra quelli che praticano la santa devozione. Questi amici sono persone a cui potete affidare i vostri averi e i vostri sentimenti. Sono disposti a dedicare il loro tempo, le loro energie e i loro beni per assistervi e incoraggiarvi. Per di più, in ciascuna congregazione del popolo di Geova vi sono uomini qualificati sinceramente interessati nel benessere di tutti gli associati, specialmente da un punto di vista spirituale, che soddisfano volenterosamente e premurosamente i loro bisogni.
“CONTENTARSI”
16. Secondo quanto è sottinteso in I Timoteo 6:6, che cosa occorre per custodire il guadagno derivante dal perseguire la santa devozione?
16 Veramente, riceviamo molto guadagno dal perseguire una condotta di santa devozione. Anche ora questo guadagno è qualche cosa di troppo prezioso per perderlo. Dovremmo perciò interessarci di custodirlo. Il modo principale per poterlo custodire è quello d’essere contenti, apprezzando realmente i numerosi vantaggi che abbiamo. È degno di nota che l’apostolo Paolo mise in relazione la santa devozione con l’autosufficienza o contentezza, dicendo: “Davvero, è un mezzo di grande guadagno, questa santa devozione con autosufficienza [“accompagnata dal contentarsi”, La Bibbia Concordata]”. — 1 Tim. 6:6.
17. In che modo non essendo contenti delle cose materiali che abbiamo possiamo averne un danno spirituale?
17 Se mai fossimo scontenti, perdendo l’apprezzamento per le benedizioni che abbiamo ricevute perseguendo la santa devozione, potremmo essere indotti a pensare che altrove si possa trovare un guadagno maggiore. Per esempio, si può smettere di condividere l’attitudine espressa in I Timoteo 6:8: “Avendo nutrimento [cibo] e di che coprirci [vestiario e alloggio], di queste cose saremo contenti”. Si può cominciare a invidiare la prosperità altrui e farsi completamente assorbire dalle occupazioni materiali. Da un punto di vista spirituale, questo potrebbe essere molto dannoso, forse facendo perdere infine l’approvata relazione con Dio. Additando questo pericolo, l’apostolo Paolo scrisse: “Quelli che hanno determinato d’arricchire cadono in tentazione e in un laccio e in molti desideri insensati e dannosi, che immergono gli uomini nella distruzione e nella rovina. Poiché l’amore del denaro è la radice di ogni sorta di cose dannose, e correndo dietro a questo amore alcuni sono stati sviati dalla fede e si sono del tutto feriti con molte pene”. — 1 Tim. 6:9, 10; si veda pure Ebrei 13:5.
18. (a) A che cosa non dovremmo permettere di influire sulla nostra contentezza? (b) Come mostra l’apostolo Paolo, quale dovrebbe essere la ragione della contentezza del cristiano?
18 Inoltre, dobbiamo badare che le circostanze non influiscano seriamente sulla nostra contentezza. L’apostolo Paolo diede a questo riguardo un eccellente esempio. Egli si espresse come segue: “Ho imparato, in qualsiasi circostanza mi trovi, ad essere autosufficiente [o contento]. Io so in realtà come essere a corto di provvisioni, so in realtà come avere abbondanza. In ogni cosa e in ogni circostanza ho imparato il segreto sia d’esser sazio che d’aver fame, sia d’avere abbondanza che d’essere nel bisogno”. (Filip. 4:11-13) Notate che la contentezza di Paolo fu costante. Egli non ragionò: ‘Sarò contento quando avrò ricchezze, una posizione o preminenza o cose simili’. La sua contentezza si basava sulla sua relazione con Geova Dio e Gesù Cristo, conoscendoli ed essendone conosciuto. Questa è la sola base fidata della contentezza.
19. Perché è pericoloso lasciare che le cose materiali o le relazioni terrene influiscano seriamente sulla nostra contentezza?
19 In questo mondo, nient’altro ha alcuna vera stabilità. La morte può privarci di parenti e amici cari. A causa di incidenti o malattie noi o i nostri cari possiamo diventare invalidi o essere mutilati. I beni possono essere rubati o distrutti. Quindi, facendo delle cose materiali, della posizione o di qualsiasi relazione terrena la vera base della nostra contentezza possiamo essere amaramente delusi. Tale delusione potrebbe anche indurre a dare a Dio la colpa e far ragionare erroneamente come fece Asaf: “Invano ho conservato puro il mio cuore, ho lavato nell’innocenza le mie mani”. (Sal. 73:13, La Bibbia Concordata) Non tenuto a freno, tale ragionamento potrebbe far smettere di perseguire la santa devozione.
20. Che cosa possiamo fare per preservare la nostra contentezza?
20 Dobbiamo stare sempre in guardia che questo mondo e le sue attitudini, la sua veduta e le sue vie materialistiche non rovinino la nostra contentezza. Per questo è bene prendersi il tempo di riflettere con apprezzamento sul grande guadagno che abbiamo avuto da che cominciammo a perseguire la santa devozione. Il fatto d’avere ottenuto un’approvata relazione con Dio ci faccia sentire come si sentì il salmista: “Felice è colui che scegli e fai avvicinare, affinché risieda nei tuoi cortili. Per certo sarà sazio della bontà della tua casa, il santo luogo del tuo tempio”. (Sal. 65:4) Come sarebbe stolto rinunciarvi per qualcosa che forse non va a modo nostro!
21, 22. (a) Quali futuri vantaggi avranno quelli che perseguono la santa devozione? (b) Che cosa possiamo fare per evitare di perdere questi vantaggi?
21 Ricordate pure che perseguendo la santa devozione si ha ‘la promessa della vita avvenire’. (1 Tim. 4:8) In quanto agli unti fratelli di Cristo sulla terra, essi non ‘sperano in Cristo solo in questa vita’. Hanno dinanzi la grande ricompensa di regnare con lui nei cieli per mille anni. (1 Cor. 15:19, 50-54; Riv. 20:6) Anche una sempre crescente “grande folla” di persone associate a questi unti ha una meravigliosa speranza. Esse attendono l’imminente “grande tribolazione” che eliminerà da questa terra tutti quelli che rifiutano di ‘conoscere Dio’ come suoi approvati servitori. O con la risurrezione dai morti o sopravvivendo a tale tribolazione, quelli che servono lealmente Dio al fianco dei fratelli spirituali di Cristo nutrono la speranza di vivere in eterno in una terra purificata, libera da pena, infermità e vecchiaia. Allora “la terra sarà per certo piena della conoscenza di Geova come le acque coprono il medesimo mare”, non solo della conoscenza mentale, ma della conoscenza messa in pratica per adempiere la volontà divina. — Isa. 11:9; 2 Tess. 1:6-10; Riv. 7:9-17; 21:3-5.
22 Oh, quali grandi benedizioni sono riservate a coloro che continuano a perseguire la santa devozione! Noi che perseguiamo la santa devozione non permettiamo mai che nulla offuschi l’inestimabile valore dell’essere stati conosciuti da Dio e da Cristo come loro approvati servitori. Continuiamo a badare che nulla ci privi della contentezza. Continuiamo sempre a tenere dinanzi a noi il perfetto esempio di Gesù Cristo. “Corriamo con perseveranza la corsa che ci è posta dinanzi, mentre guardiamo attentamente il principale Agente e Perfezionatore della nostra fede, Gesù. Per la gioia che gli fu posta dinanzi egli sopportò il palo di tortura, disprezzando la vergogna, e si è messo a sedere alla destra del trono di Dio. In realtà, considerate attentamente colui che ha sopportato tale parlar contrario dei peccatori a discapito dei loro propri interessi, affinché non vi stanchiate e non veniate meno nelle vostre anime”. — Ebr. 12:1-3.