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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1955 | 15 giugno
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Domande dai lettori
◆ Non fu un compromesso da parte dell’apostolo Paolo dire dinanzi al Sinedrio: “Io sono un Fariseo”? — G. B., Etiopia.
L’affermazione di Paolo dev’essere considerata nel suo insieme, come segue: “Or Paolo, sapendo che una parte eran Sadducei e l’altra Farisei, esclamò nel Sinedrio: Fratelli, io son Fariseo, figliuol di Farisei; ed è a motivo della speranza e della risurrezione dei morti, che son chiamato in giudizio. E com’ebbe detto questo, nacque contesa fra i Farisei e i Sadducei, e l’assemblea fu divisa. Poiché i Sadducei dicono che non v’è risurrezione, né angelo, né spirito; mentre i Farisei affermano l’una e l’altra cosa. E si fece un gridar grande; e alcuno degli scribi del partito de’ Farisei, levatisi, cominciarono a disputare, dicendo: Noi non troviamo male alcuno in quest’uomo; e se gli avesse parlato uno spirito o un angelo? E facendosi forte la contesa, il tribuno, temendo che Paolo non fosse da loro fatto a pezzi, comandò ai soldati di scendere giù, e di portarlo via dal mezzo di loro, e di menarlo nella fortezza”. — Atti 23:6-10.
Il Sinedrio sapeva che Paolo non era membro dei Farisei. Egli era stato molto zelante come cristiano e non avrebbe mai potuto far credere al Sinedrio di essere un Fariseo praticante. Sarebbe stato inutile tentarlo, anche se avesse voluto cedere e simularsi tale. Pertanto questa questione va considerata nel senso della sua dichiarazione. La sua affermazione di essere un Fariseo deve aver avuto delle limitazioni, ed esaminando il contesto possiamo determinare qual era lo stretto significato della sua osservazione. Dicendo d’esser un Fariseo egli si riferiva al fatto d’essere sottoposto a giudizio in base alla speranza nella risurrezione dei morti. I Sadducei non credevano in una risurrezione, ma i Farisei vi credevano, e così pure Paolo. Sotto questo aspetto Paolo era d’accordo con i Farisei. Egli era un Fariseo dal punto di vista del soggetto presentato, la risurrezione, e nel presentarlo mostrò che la sua posizione concordava con la credenza dei Farisei. In qualsiasi controversia su questo soggetto Paolo si sarebbe schierato con i Farisei piuttosto che con i Sadducei. Prima di divenire cristiano Paolo era stato un Fariseo, e dopo esser diventato cristiano era ancora d’accordo con loro su certi punti, come sulla risurrezione, sugli angeli e su alcuni particolari della legge. (Atti 26:5; Filip. 3:5) Quindi sotto questi aspetti, entro questi stretti limiti, egli poteva associarsi con i Farisei, e fu nell’ambito di questo ristretto significato che i suoi ascoltatori considerarono la sua affermazione, poiché essi certamente sapevano che egli non era affatto Fariseo nel senso di appartenere a quella setta, e sarebbe stato inutile che egli tentasse di mutare la loro opinione.
Geova approvò la testimonianza data da Paolo in questa occasione, e disse ch’egli avrebbe dovuto testimoniare anche a Roma. Poco tempo dopo la comparsa di Paolo dinanzi al Sinedrio Geova manifestò la sua divina approvazione: “E la notte seguente, il Signore si presentò a Paolo, e gli disse: Sta’ di buon cuore; perché come hai reso testimonianza di me a Gerusalemme, così bisogna che tu la renda anche a Roma”. Quindi, di fronte a tale approvazione, nessuno può giustamente accusare Paolo di compromesso. — Atti 23:11; Rom. 14:4.
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Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1955 | 15 giugno
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Domande dai lettori
◆ Relativamente alle vedove giovani la Bibbia dice che “quando i loro desideri sessuali si sono posti fra loro e il Cristo, esse vogliono maritarsi, essendo giudicate perché hanno trascurato la loro prima espressione di fede”. Significa questo che le giovani vedove che si maritano sono infedeli? — B. S., Stati Uniti.
Tale deduzione non potrebbe essere giusta, perché due versetti dopo Paolo dice: “Io desidero che le vedove giovani si maritino”. Il giusto intendimento del contesto è necessario; quindi leggiamo 1 Timoteo 5:3-14, NW:
“Onora le vedove che sono realmente vedove. Ma se qualche vedova ha figli o nipoti, questi imparino prima a praticare la devozione nella loro propria casa e a rendere una dovuta ricompensa ai loro genitori e ai loro nonni, poiché questo è accettevole dinanzi a Dio. Ora la donna che è realmente vedova e lasciata sola ha riposto la sua speranza in Dio e persevera in supplicazioni e preghiere notte e giorno. Ma quella che cerca i piaceri sensuali è morta benché sia viva. Continua quindi a dare questi comandamenti, affinché esse siano irreprensibili. Certo se alcuno non provvede per quelli che son suoi, e specialmente per quelli che son membri della sua famiglia, egli ha rinnegato la fede ed è peggiore di una persona senza fede.
“Sia messa nell’elenco la vedova che non sia inferiore ai sessant’anni, moglie di un solo marito, che abbia testimonianza a lei recata per giuste opere, se ha allevato figli, se ha ospitato estranei, se ha lavato i piedi dei santi, se ha alleviato quelli che erano nella tribolazione, se ha diligentemente assecondato ogni opera buona.
“D’altra parte, non accettare le vedove più giovani, poiché quando i loro desideri sessuali si sono posti fra loro e il Cristo, esse vogliono maritarsi, essendo giudicate perché hanno trascurato la loro prima espressione di fede. Nello stesso tempo esse imparano anche ad essere oziose, girando per le case, sì, non solamente oziose, ma anche pettegole e intromettenti negli affari delle altre persone, parlando di cose che non dovrebbero. Perciò io desidero che le vedove giovani si maritino, generino figli, governino la casa, che non diano motivo all’oppositore di vilipendere”.
Quando Paolo disse di onorare le vedove volle intendere di sostenerle materialmente, e Gesù fece capire che onorare i genitori comprendeva anche dar loro assistenza materiale. (Matt. 15:1-6) Paolo indicò che tale onore mediante provvisioni materiali doveva essere dimostrato dai parenti stretti, e se non ci fossero parenti che provvedessero ad una vedova anziana e stimata nella congregazione, la congregazione stessa avrebbe dovuto metterla nell’elenco di quelle che meritavano l’assistenza o il sostegno della congregazione. Poi prosegue mostrando che le vedove più giovani non dovevano essere messe in quell’elenco, perché dopo aver dichiarato con fede di serbare lo stato di vedova e aver determinato di servire Geova con la piena, esclusiva e indivisa devozione che la loro vedovanza avrebbe permesso, esse avrebbero infine seguito i loro desideri sessuali e quindi si sarebbero maritate. Pertanto, sarebbe meglio che le vedove più giovani non facessero questa espressione mettendosi nell’elenco per l’assistenza della congregazione, per poi fallire attirandosi un giudizio avverso. Sarebbe meglio che si sposassero e si occupassero nell’allevare figli e governare una famiglia. Quindi è chiaro che 1 Timoteo 5:11, 12 non sostiene l’argomento che le vedove giovani che si sposano sono infedeli.
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AnnunziLa Torre di Guardia 1955 | 15 giugno
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Annunzi
LE ASSEMBLEE “REGNO TRIONFANTE” SI AVVICINANO
Le assemblee “Regno Trionfante” dei testimoni di Geova sono vicinissime. Il 22 giugno i testimoni di Geova si raduneranno a Chicago, poi, alla fine delle settimane successive, a Vancouver, Los Angeles, Dallas, New York, ed entro il 25 luglio migliaia di congressisti attraverseranno l’Atlantico per le adunanze a Londra, Parigi, Roma, Norimberga, Stoccolma e L’Aia. Avete fatto i vostri preparativi, e sono essi definitivi? Se avete già preso disposizioni per essere fra i viaggiatori internazionali, sapete dove andrete e quando sarete in ciascun posto? Avete inviato i vostri moduli di Richiesta Camera e le domande di prenotazione per il viaggio ferroviario in Europa? Vi siete procurato il passaporto e il certificato di vaccinazione? Queste cose avrebbero dovuto essere già fatte. Moduli di Richiesta Camera e una domanda di prenotazione per il viaggio ferroviario sono stati mandati ad ognuno che si è fatto registrare dalla Società per il viaggio transatlantico, ma se non li avete ricevuti e ne avete bisogno scrivete ad EUROPEAN CONVENTIONS, 124 Columbia Heights, Brooklyn 1, New York. Vi vedremo dunque alle assemblee europee?
METTIAMO IN PRATICA IL VERO AMORE OGNI GIORNO — 1 Giov. 3:18, NW.
Tutte le persone che sono in armoniosa unione con Geova Dio e Cristo Gesù mettono in pratica il vero amore ogni giorno. Esse vogliono far del bene a tutti e cercano il miglior modo in cui questo può essere fatto. Per condividere amorevolmente con altri quanto di meglio possiedono, i testimoni di Geova si recano continuamente alle case del popolo e descrivono alle persone le divine ed amorevoli disposizioni della vita nell’eterno e giusto nuovo mondo di Geova. Per aiutare tutte le persone interessate, durante luglio essi offriranno un libro e un opuscolo per lo studio biblico, per la piccolissima contribuzione di 50c o Lit. 325. Mettete in pratica il vero amore ogni giorno del mese comunicando ad altri le cose buone che voi conoscete intorno alle amorevoli disposizioni stabilite da Geova per la liberazione del genere umano in questo tempo di afflizione mondiale.
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