-
CorpoAusiliario per capire la Bibbia
-
-
della vita d’ora e di quella avvenire”. — I Tim. 4:8.
-
-
Correre, corridoriAusiliario per capire la Bibbia
-
-
Correre, corridori
Nell’antichità agili servitori o staffette correvano a piedi davanti al carro da guerra di un eminente personaggio. Il termine ebraico, un participio del verbo ruts, “correre”, in alcune traduzioni è reso “pedoni (fanti)”, “guardie”, “corrieri”. Esiste comunque un altro termine tradotto “pedoni” o “uomini a piedi”, raghlì, o, nella forma più completa, ’ish raghlì.
Questo termine può riferirsi a qualsiasi messaggero veloce o persona particolarmente agile nella corsa, come Asael fratello di Gioab, e Ahimaaz figlio di Zadoc. (II Sam. 2:18; 18:19, 23, 27) Una volta Elia corse per 40 km circa, dal Carmelo fino a Izreel, davanti al carro da guerra del re Acab. Questo perché “la medesima mano di Geova era su Elia”. — I Re 18:46.
In senso ufficiale, questi corridori erano uomini agili scelti per correre davanti al carro da guerra del re. Quando Absalom e, più tardi, Adonia, cospirarono per usurpare il trono, avevano ciascuno cinquanta uomini che correvano davanti al carro da guerra per conferire prestigio e dignità al proprio piano. (II Sam. 15:1; I Re 1:5) Speciali corridori erano al servizio del re, un po’ come moderne guardie del corpo. (I Sam. 22:17; II Re 10:25) Facevano la guardia all’entrata della casa del re e accompagnavano il re da casa sua al tempio. (I Re 14:27, 28; II Re 11:6-8, 11; II Cron. 12:10) Portavano messaggi per conto del re. (II Cron. 30:6) All’epoca di Assuero re di Persia i corrieri a piedi furono evidentemente sostituiti da uomini che cavalcavano veloci cavalli da posta. — Est. 3:13, 15; 8:10, 14.
USO ILLUSTRATIVO
Nelle Scritture Greche Cristiane ci sono alcuni riferimenti al correre semplicemente per la fretta. (Matt. 28:8; Mar. 9:15, 25; 10:17; Giov. 20:2) Tuttavia l’apostolo Paolo ne parla in modo illustrativo, scrivendo alla congregazione di Corinto: “Non sapete voi che i corridori nella corsa corrono tutti, ma solo uno riceve il premio? Correte in modo tale da conseguirlo. Inoltre, ogni uomo che prende parte a una gara esercita padronanza di sé in ogni cosa. Ora essi, naturalmente, lo fanno per ottenere una corona corruttibile, ma noi una incorruttibile. Perciò, il modo in cui io corro non è incerto; il modo in cui dirigo i miei colpi è tale da non colpire l’aria; ma tratto con durezza il mio corpo e lo conduco come uno schiavo, affinché, dopo aver predicato agli altri, io stesso non sia in qualche modo disapprovato”. — I Cor. 9:24-27.
In Grecia coloro che disputavano i giochi erano sottoposti a intenso allenamento e disciplina rigorosa; dieta e comportamento erano rigidamente controllati. I giudici erano severi nel far rispettare le regole della gara. Se uno arrivava primo ma aveva violato le regole, aveva corso invano, come disse l’apostolo: “Inoltre, se qualcuno contende nei giochi, non è coronato se non ha conteso secondo le regole”. (II Tim. 2:5) I corridori tenevano gli occhi rivolti al premio posto sopra il traguardo. Paolo ‛correva’ in questo modo, con un solo pensiero, di tutto cuore. (Gal. 2:2; Filip. 2:16; 3:14) Verso la fine della sua vita poté dire: “Ho combattuto l’eccellente combattimento, ho corso la corsa sino alla fine, ho osservato la fede. Da ora in poi mi è riservata la corona della giustizia”. — II Tim. 4:7, 8.
Parlando del modo in cui Dio sceglieva coloro che dovevano far parte dell’Israele spirituale, Paolo spiegò che l’Israele secondo la carne contava sulla propria discendenza carnale da Abraamo. (Rom. 9:6, 7, 30-32) Essi pensavano di essere gli eletti, e ‛correvano’ o perseguivano la giustizia, ma nel modo sbagliato. Cercando di stabilire la propria giustizia mediante le opere, non si sottomettevano alla giustizia di Dio. (Rom. 10:1-3) Paolo spiega come la giustizia di Dio è rivendicata per quanto riguarda il rigettare come nazione l’Israele carnale e formare un Israele spirituale. L’apostolo fa quindi luce sulle sue stesse parole: “Non dipende da chi desidera né da chi corre, ma da Dio, che ha misericordia”. — Rom. 9:15, 16.
-
-
CorriereAusiliario per capire la Bibbia
-
-
Corriere
Messaggero scelto fra le guardie del corpo del re per portare i decreti reali e altri comunicati urgenti del re fino alle più remote parti del suo regno. La velocità dei corrieri era di primaria importanza. Tali messaggeri speciali, chiamati “corrieri” in II Cronache 30:6, 10 e Geremia 51:31, esistevano fin dall’antichità.
Nell’impero persiano si usavano cavalli veloci e c’erano poste o stazioni per il cambio dei cavalli, dove corrieri e cavalli freschi aspettavano di dare il cambio agli altri per far proseguire messaggi importanti. (Est. 3:13-15; 8:10, 14) Correvano notte e giorno per portare a destinazione i messaggi con qualunque tempo. Nell’impero romano c’erano stazioni di posta ogni poche miglia, dove quaranta cavalli erano sempre a disposizione dei corrieri. I corrieri romani percorrevano anche più di 150 km al giorno, una distanza notevole per quei tempi. Con questo sistema di cavalli da posta i comunicati ufficiali potevano raggiungere i confini dell’impero in un periodo di tempo relativamente breve. La corrispondenza personale veniva invece portata a destinazione da privati.
-
-
Corte di giustiziaAusiliario per capire la Bibbia
-
-
Corte di giustizia
Geova Dio, il Creatore dell’universo, ha la suprema sovranità. Come era il riconosciuto Giudice, Datore di statuti e Re dell’antica nazione d’Israele, così lo è dell’universo. (Isa. 33:22) Il patriarca Abraamo riconobbe che Dio era “il Giudice di tutta la terra”. (Gen. 18:25) Geova dichiara di essere Giudice Supremo in una causa contro Israele (Mic. 6:2), e anche in una causa contro le nazioni a favore del suo popolo. (Isa. 34:8) Invita il suo popolo a presentarsi come testimoni in un caso giudiziario che riguardava la sfida alla sua Divinità mossa dagli adoratori di falsi dei. — Isa. 43:9-12.
NELLA SOCIETÀ PATRIARCALE
Il capofamiglia era giudice della famiglia, inclusi gli schiavi e tutti quelli che vivevano sotto il suo tetto, come Geova Dio è il grande Capofamiglia e Giudice. (Gen. 38:24) Le dispute tra famiglie venivano risolte dai rispettivi capifamiglia, quando era possibile farlo in maniera pacifica.
SOTTO LA LEGGE
Con l’esodo degli israeliti dall’Egitto, Mosè divenne il giudice in rappresentanza di Geova. Dapprima cercò di occuparsi di tutte le cause, che erano così numerose da impegnarlo da mattina a sera. Poi per consiglio di Ietro nominò uomini capaci come capi di migliaia, di centinaia, di cinquantine e di decine. (Eso. 18:13-26) Questi dovevano occuparsi delle cause ordinarie, mentre qualsiasi caso insolitamente complicato o difficile, o problema di importanza nazionale, doveva essere presentato a Mosè o al santuario davanti ai sacerdoti. Così Mosè stabilì un efficiente ordinamento giuridico onde
-