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    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Cristo Gesù (Gal. 3:24, 25), che in tal modo diede prova di essere il “condottiero” (AT), “pioniere” (Mo) o principale Agente della nostra fede. Dalla sua posizione celeste continuò a essere il Perfezionatore della fede dei suoi seguaci, come quando alla Pentecoste versò spirito santo su di loro, e con le rivelazioni che progressivamente completarono e svilupparono la loro fede. — Atti 2:32, 33; Ebr. 2:4; Riv. 1:1, 2; 22:16; Rom. 10:17.

      ‘NON RESI PERFETTI SENZA DI NOI’

      Dopo aver ricordato l’attività degli uomini fedeli del periodo precristiano, da Abele in poi, l’apostolo dice che nessuno di loro ottenne “l’adempimento della promessa, poiché Dio previde per noi qualche cosa di migliore, onde non fossero resi perfetti senza di noi”. (Ebr. 11:39, 40) Il pronome “noi” si riferisce chiaramente ai cristiani unti (Ebr. 1:2; 2:1-4), “partecipi della chiamata celeste” (Ebr. 3:1), per i quali Cristo ‘inaugurò una via nuova e vivente’ per entrare nel luogo santo della celeste presenza di Dio. (Ebr. 10:19, 20) Quella chiamata celeste include il servizio quali celesti sacerdoti di Dio e di Cristo durante il suo regno millenario. A loro è concessa anche “la potenza di giudicare”. (Riv. 20:4-6) Parlando della “rivelazione dei figli di Dio” attesa con ansia dalla creazione, Paolo evidentemente si riferisce al fatto che i chiamati ricevono posizioni e incarichi gloriosi in cielo. (Rom. 8:18, 19) Logicamente la vita e i privilegi celesti dei chiamati costituiscono “qualche cosa di migliore” che Dio previde per i cristiani unti. (Ebr. 11:40) La loro rivelazione tuttavia doveva portare la liberazione dalla schiavitù alla corruzione per quelli della creazione che avrebbero raggiunto “la gloriosa libertà dei figli di Dio”. (Rom. 8:19-22) Ebrei 11:35 spiega che fedeli uomini di epoche precristiane rimasero integri nonostante la sofferenza “onde ottenessero una risurrezione migliore”, evidentemente migliore di quella dei “morti” menzionati all’inizio del versetto, risuscitati solo per morire di nuovo. (Confronta I Re 17:17-23; II Re 4:17-20, 32-37). Per quegli uomini fedeli di epoche precristiane l’essere “resi perfetti” si deve riferire alla loro risurrezione o ritorno alla vita per essere così ‘resi liberi dalla schiavitù alla corruzione’ grazie al sacerdozio di Cristo Gesù e dei suoi sottosacerdoti durante il governo millenario.

      RITORNO ALLA PERFEZIONE UMANA SULLA TERRA

      In armonia con la preghiera, “Si compia la tua volontà, come in cielo, anche sulla terra”, questo pianeta vedrà pienamente la forza e l’effetto dell’attuazione dei propositi di Dio. (Matt. 6:10) Questo significa l’eliminazione di tutte le mancanze e i difetti affinché quello che rimarrà soddisfi le divine norme di eccellenza, completezza e solidità. Da Rivelazione 5:9, 10 è evidente che questa volontà include la perfezione delle condizioni sulla terra e delle creature umane, infatti vi è dichiarato che persone ‘comprate a Dio’ (confronta Rivelazione 14:1, 3) sarebbero diventate “un regno e sacerdoti al nostro Dio, ed esse regneranno sulla terra”. Sotto il patto della Legge i sacerdoti non solo dovevano rappresentare altri davanti a Dio nell’offrire i sacrifici, ma avevano anche l’incarico di salvaguardare la salute fisica della nazione, purificare coloro che si erano contaminati e giudicare l’avvenuta guarigione dei casi di lebbra. (Lev. capp. 13-15) Inoltre il sacerdozio doveva contribuire alla salute e all’elevazione spirituale e mentale della popolazione. (Deut. 17:8-13; Mal. 2:7) Siccome la Legge aveva “un’ombra delle buone cose avvenire”, si può contare che il sacerdozio celeste sotto Cristo Gesù durante il suo regno millenario (Riv. 20:4-6) svolgerà un’opera simile. — Ebr. 10:1.

      Il quadro profetico di Rivelazione 21:1-5 garantisce che il “genere umano” vedrà l’eliminazione di lacrime, cordoglio, grido, pena e morte. Per mezzo di Adamo il peccato, con conseguenti sofferenza e morte, si è esteso a tutta l’umanità (Rom. 5:12), e queste sono senz’altro fra le “cose precedenti” destinate a scomparire. La morte è il salario del peccato e, per mezzo del regno di Cristo, “come ultimo nemico, sarà ridotta a nulla la morte”. (Rom. 6:23; I Cor. 15:25, 26, 56) Per l’umanità questo significherà il ritorno alla perfezione goduta dall’uomo all’inizio della storia umana in Eden. Così gli esseri umani potranno godere la perfezione non solo in quanto a fede e amore, ma anche la perfezione essendo senza peccato, pienamente e infallibilmente all’altezza delle giuste norme di Dio per loro. La profezia di Rivelazione 21:1-5 si riferisce inoltre al millenario regno di Cristo, poiché la “Nuova Gerusalemme”, alla cui ‘discesa’ si ricollega l’eliminazione delle afflizioni umane, risulta essere la “sposa” o congregazione di Cristo, formata da coloro che compongono il regal sacerdozio del governo millenario di Cristo. — Riv. 21:9, 10; Efes. 5:25-32; I Piet. 2:9; Riv. 20:4-6.

      La perfezione del genere umano sarà relativa, limitata alla sfera umana. Ma certamente darà a coloro che la raggiungeranno la possibilità di godere il più pienamente possibile la vita sulla terra. ‘Allegrezza a sazietà [o ‘piena’] è con la faccia di Geova’; e il fatto che Dio ‘risiederà col genere umano’ dimostra che si tratta del genere umano ubbidiente, di coloro verso i quali la faccia di Geova si volge con approvazione. (Sal. 16:11; Riv. 21:3; confronta Salmo 15:1-3; 27:4, 5; 61:4; Isaia 66:23). La perfezione tuttavia non significa la fine di ogni varietà, come alcuni presumono. Il regno animale, che è il risultato della ‘perfetta attività’ di Geova (Gen. 1:20-24; Deut. 32:4), presenta enorme varietà. Similmente la perfezione del pianeta Terra non è incompatibile con varietà, mutamento e contrasto: c’è posto per il semplice e il complesso, il comune e il fantastico, l’aspro e il dolce, il duro e il morbido; i prati e i boschi, i monti e le valli. Abbraccia la stimolante freschezza dell’inizio della primavera, la calura estiva coi suoi cieli azzurri, lo splendore dei colori autunnali, la pura bellezza della neve appena caduta. (Gen. 8:22) Gli esseri umani perfetti non saranno quindi stereotipi con personalità, doti e talenti identici. Com’è evidente dalle definizioni iniziali, la perfezione non richiede questo.

  • Perga
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    • Perga

      (Pèrga) [gr. Pèrge].

      Importante città della provincia romana della Panfilia. Le rovine dell’antica Perga si trovano pare presso l’odierno villaggio di Murtana, a circa 13 km dalla costa S dell’Asia Minore e quasi 8 km a O del fiume Cestro (Aksu). Sembra che anticamente, secondo il geografo greco Strabone, questo fiume fosse navigabile a N fino a Perga. Tuttavia la vicina Attalia sulla costa della Panfilia forse serviva come porto di Perga e, col tempo, finì per superare Perga per importanza. — Confronta Atti 14:24-26.

      L’apostolo Paolo e i suoi compagni giunsero in questa città all’inizio del primo viaggio missionario. (Atti 13:13) Verso la fine del viaggio ‘dichiararono la parola a Perga’, ma si ignora se qualcuno degli abitanti abbia accettato il cristianesimo. — Atti 14:24, 25.

  • Pergamena
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    • Pergamena

      Pelle di pecora, capretto o vitello preparata per essere usata come materiale scrittorio.

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