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  • w83 1/1 pp. 16-21
  • Quale guida seguite nella vostra vita?

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  • Quale guida seguite nella vostra vita?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1983
  • Sottotitoli
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  • Che cos’è la coscienza?
  • Due estremi
  • L’utile ed equilibrata guida di Dio
  • I cristiani non sono senza legge
  • Come si può serbare una buona coscienza?
    “Mantenetevi nell’amore di Dio”
  • Coscienza
    Ausiliario per capire la Bibbia
  • La voce interiore della coscienza
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1975
  • Coscienza
    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1983
w83 1/1 pp. 16-21

Quale guida seguite nella vostra vita?

“Felici sono gli irreprensibili nella loro via, quelli che camminano nella legge di Geova”. — Salmo 119:1.

1. Cosa mostra la storia circa le cose che contribuiscono di più alla felicità?

‘COSA ci vuole per essere felici nella vita?’ Molti risponderebbero menzionando cose materiali, come vitto, vestiario e alloggio, o vari tipi di svago e piaceri. Eppure la storia mostra che ai fini della felicità contano più il concetto che si ha della vita e il proprio modo di vivere. Per esempio, nei vostri rapporti col datore di lavoro, con gli amici e con i familiari, pensate di dover dire la verità? Prendereste cose che non vi appartengono? Partecipereste a qualche lavoro o svago discutibile?

2. Da cosa si fanno guidare alcuni nella vita, e questo fa sorgere quali domande?

2 Nel prendere decisioni di questo tipo, alcuni preferiscono seguire precise regole che già conoscono o di cui vanno in cerca all’occorrenza. Altri fanno quello che sembra giusto alla loro coscienza. Ma forse chiederete: Che cos’è la “coscienza”, visto che la Bibbia ne parla tanto? Come funziona? Ha un ruolo determinante nel prendere decisioni e nel trovare la felicità? E come possiamo essere in grado di dire anche noi, come l’apostolo Paolo: “Fino a questo giorno mi sono comportato dinanzi a Dio con perfetta buona coscienza”? — Atti 23:1.

Che cos’è la coscienza?

3, 4. Cos’è la “coscienza”, e chi ce l’ha?

3 Per molti la coscienza è un vago senso del bene e del male. Ma al riguardo abbiamo una fonte di informazioni più accurata, la Parola di Dio. La Bibbia ci aiuta a capire che la coscienza è un testimone interiore. Infatti Paolo disse: “La mia coscienza rende testimonianza con me nello spirito santo”. (Romani 9:1) Egli usò la parola greca synèidesis, che letteralmente significa ‘conoscenza con se stessi’. La coscienza è quindi la facoltà di osservare se stessi e di esprimere un giudizio su se stessi, di recare testimonianza a se stessi.

4 La coscienza non è una semplice conseguenza del progresso sociale, perché la Bibbia indica che Dio dotò della coscienza la prima coppia umana. (Genesi 3:7, 8) Parlando del fatto che sia giudei che gentili erano da considerarsi responsabili, Paolo scrisse: “Tutte le volte che persone delle nazioni [gentili] che non hanno legge fanno per natura le cose della legge, queste persone, benché non abbiano la legge, sono legge a se stesse. Esse sono le medesime che dimostrano come le cose della legge siano scritte nei loro cuori, mentre la loro coscienza rende testimonianza con loro e, nei loro propri pensieri, sono accusate o scusate”. (Romani 2:14, 15, NW) Sì, anche popoli che non avevano ricevuto da Dio una legge scritta consideravano sbagliate azioni come l’omicidio, il furto e l’incesto. Da questi versetti notiamo pure che la coscienza è il frutto della cooperazione fra il cuore e la mente (i “pensieri”).

5. Qual è un modo in cui agisce la coscienza?

5 La funzione della coscienza che probabilmente conosciamo meglio è quella di giudicare la nostra condotta davanti al “fatto compiuto”, dopo che l’azione errata è stata commessa. Quando comprendiamo di avere sbagliato o agito in modo poco onorevole, la nostra coscienza ci accusa e ci condanna. (Confronta II Samuele 24:10; I Giovanni 3:20). Se la ascoltiamo, la coscienza, con questo suo ruolo, può aiutarci inducendoci a evitare di ripetere l’errore. E può spingerci a pentirci, a chiedere scusa e anche a rimediare al danno compiuto. — Salmo 32:3, 5; Matteo 5:23, 24; Luca 19:1-8.

6. In quale altro modo agisce la coscienza?

6 La nostra coscienza può agire anche in un altro modo. Sebbene alcuni dicano che la buona coscienza è quella che non si sente, quando ci troviamo davanti a una decisione o a un problema la nostra coscienza dovrebbe farsi sentire e spronarci a fare ciò che è giusto. Ne abbiamo un buon esempio nel caso di Giuseppe allorché respinse le proposte della moglie di Potifar. Quantunque Dio non avesse ancora dato una legge scritta contro l’adulterio, la coscienza di Giuseppe lo spinse a rifiutare l’immoralità. (Genesi 39:1-9) Se, prima di agire, diamo ascolto alla nostra coscienza, possiamo risparmiarci le pene di una coscienza tormentata.

7. Cosa vogliamo determinare in questo studio?

7 Resta la domanda: Fino a che punto dovrebbe influire la coscienza? Pensate che la maggior parte delle questioni morali e personali debbano essere decise secondo coscienza? O è meglio seguire delle norme o regole? È importante saperlo. Inoltre, ci sono pericoli da cui bisogna guardarsi? Cosa indica la Parola di Dio, la quale è “utile per insegnare, per rimproverare, per correggere, per disciplinare nella giustizia”? — II Timoteo 3:16.

Due estremi

8. In quali due modi opposti è stata intesa la moralità?

8 Il conflitto fra regole e coscienza è antichissimo. Alla voce “Casistica”, l’Encyclopædia Britannica (11ª edizione), spiega che la moralità “è stata intesa a volte come una legge esterna, a volte come un’inclinazione interiore. . . . I fautori della legge confidano nell’autorità o nella logica; mentre i fautori dell’inclinazione interiore confidano principalmente nelle nostre facoltà istintive: coscienza, buon senso, sentimenti”. Ai giorni di Gesù e degli apostoli c’erano idee estremiste su entrambe queste posizioni. Esaminando la situazione allora esistente possiamo capire meglio il giusto equilibrio e la divina saggezza della Bibbia.

9, 10. (a) Quale punto di vista estremista avevano i farisei? (b) Quale concezione opposta era comune fra i greci e i romani?

9 Fra i giudei, i farisei erano accesi sostenitori delle regole. Non contenti della legge di Mosè, avevano escogitato numerose regole o “comandi di uomini”, che rendevano senza valore i comandi di Dio. Oltre a stabilire regole che andavano oltre ciò che Dio richiedeva, la loro concezione legalistica incoraggiava l’idea che la giustizia dipendesse dal conoscere e osservare questi precetti umani. — Matteo 15:1-20; 23:1-5; Luca 18:9-12.

10 “All’estremo opposto c’era la Grecia antica”, osserva Samuel H. Butcher, studioso dei classici. “Fra i greci . . . non fu mai trasmesso in forma documentata alcun sistema di dottrina e di osservanze, nessun manuale di autorevoli norme morali. . . . Norme immutabili avrebbero pietrificato l’azione”. In quanto ai romani, l’Encyclopædia Britannica dice: “Cicerone e Seneca scelsero come guida il buon senso. Consideravano ogni problema come un caso a sé, attribuendo più importanza allo spirito che alla lettera”. Questa filosofia greco-romana era diffusa nel primo secolo. Avrebbe attratto i cristiani? Paolo scrisse: “State attenti: vi può essere qualcuno che vi porti via come sua preda per mezzo della filosofia e di un vuoto inganno . . . secondo le cose elementari del mondo e non secondo Cristo”. — Colossesi 2:8; Atti 17:18-21.

11. Come si sono manifestati i due estremi in epoche successive?

11 Anche nei secoli successivi entrambi gli estremi ebbero i loro sostenitori, anche fra coloro che si definivano cristiani. I gesuiti divennero famosi per l’importanza attribuita a una moralità basata su innumerevoli leggi canoniche. Dopo la Riforma, il protestantesimo diede risalto all’individualismo e alla coscienza, cosa che ha portato alla teoria attuale dell’“etica del momento”, propagandata dal dottor Joseph Fletcher, membro della Chiesa Episcopale. Un giornale (The National Observer) riferisce: “Il dottor Fletcher ha spiegato nei particolari un controverso manifesto che inneggia alla libertà e alla responsabilità individuali, basato sull’etica dell’amore fraterno, la quale, egli dice, dovrebbe liberare l’uomo da rigide regole e codici arcaici come i ‘Dieci Comandamenti’. . . . Avendo come unica guida l’amore, dunque, aborto, rapporti sessuali prematrimoniali, divorzio, . . . e altri peccati tradizionali diventano per il dottor Fletcher accettabili in determinate situazioni”.

12. Da quale pericolo dobbiamo guardarci?

12 È chiaro che gli uomini tendono ad andare agli estremi, nel farsi guidare o da regole o dalla coscienza. Alcuni che si rendono conto degli aspetti negativi di un estremo reagiscono in maniera sproporzionata e vanno all’estremo opposto, proprio come un pendolo oscilla da un’estremità all’altra. In passato, per esempio, il pendolo oscillò fra la mentalità legalistica dei gesuiti all’importanza attribuita dai riformatori alla libertà e alla coscienza. E forse conoscete certi genitori che erano troppo severi nell’educare i figli. Quando questi sono cresciuti hanno reagito andando all’estremo opposto, permettendo ai loro figli di prendersi qualsiasi libertà, con risultati disastrosi. È evidente la veridicità di queste parole della Bibbia: “So bene, o Geova, che non appartiene all’uomo terreno la sua via. Non appartiene all’uomo che cammina nemmeno di dirigere il suo passo”. — Geremia 10:23.

L’utile ed equilibrata guida di Dio

13. Quale aiuto ci dà la Bibbia per quanto riguarda la morale e la coscienza?

13 Geova ha provveduto ai cristiani un aiuto equilibrato nelle Scritture, così che possiamo (1) evitare di dare legalisticamente troppa importanza alle regole, cosa che può portare a una concezione meschina e rigida della vita e dell’adorazione, e (2) evitare di dare troppo risalto alla libertà di coscienza, cosa che ha condotto alcuni a giustificare addirittura il male con ragionamenti umani. Per assimilare gli equilibrati consigli della Parola di Dio e trarre profitto da questa guida dobbiamo avere lo stesso spirito che aveva Davide, il quale disse: “Fammi conoscere le tue proprie vie, o Geova; insegnami i tuoi propri sentieri. Fammi camminare nella tua verità e insegnami, poiché tu sei il mio Dio di salvezza”. — Salmo 25:4, 5.

14, 15. Cosa impariamo dalle Scritture Greche Cristiane sul punto di vista dei giudei circa la Legge e sul punto di vista di Dio?

14 La Bibbia rivela che Gesù disapprovò la mentalità legalistica degli scribi e dei farisei. Alcuni giudei che non volevano usare le facoltà mentali date loro da Dio erano forse contenti di avere delle regole da seguire circa l’altezza del braccio fino alla quale dovevano lavarsi, cosa costituiva “lavoro” di sabato,a su quali messi si doveva pagare la decima, e così via. Questo modo di vedere le cose portava a formulare regole oppressive, richiedeva interminabili interpretazioni e distoglieva l’attenzione dallo spirito e dagli aspetti più importanti delle Scritture. Gesù disse ai capi religiosi: “Date la decima della menta e dell’aneto e del comino, ma avete trascurato le cose più importanti della Legge, cioè la giustizia e la misericordia e la fedeltà”. — Matteo 23:23; Marco 7:3, 4.

15 La legge mosaica contribuiva alla spiritualità, alla moralità e alla salute degli ebrei, mostrando contemporaneamente loro che, essendo peccatori, avevano bisogno del Messia. (Galati 3:19, 23-25; Romani 7:7-14) Poiché la Legge era una norma perfetta, nessun israelita poteva osservarla impeccabilmente e ottenere così una perfetta coscienza. (Ebrei 9:9, 10) Quindi, anche se questo codice legale era di origine divina, Dio, una volta che il Suo proposito in relazione ad esso fu adempiuto, lo tolse di mezzo. Dopo di che, invece di trattare col popolo che portava il Suo nome sulla base di un lungo codice scritto, Dio avrebbe ‘posto le sue leggi nella loro mente e nel loro cuore’. — Geremia 31:33; Ebrei 10:16; II Corinti 3:5-11.

16. Quale lezione insegna questo (a) a coloro che sono molto esigenti con se stessi e (b) a noi circa il modo di considerare le regole?

16 Con questo in mente, chi oggi sorveglia o coordina le attività di altri deve stare attento a non opprimerli con inutili regole umane. La tendenza a far questo può essere forte in quelli che sono molto severi o esigenti con se stessi e che quindi pensano che gli altri debbano vedere le cose allo stesso modo. Paolo, però, scrisse ai cristiani: “Non che noi siamo i signori sulla vostra fede, ma siamo compagni d’opera per la vostra gioia, poiché voi state in piedi mediante la vostra fede”. (II Corinti 1:24) In relazione a questo, i cristiani in generale dovrebbero guardarsi dal volere che qualcuno che ha autorità stabilisca regole su ogni cosa. Dovremmo invece accrescere la nostra conoscenza di ciò che dice la Parola di Dio per poter addestrare la nostra coscienza e le nostre facoltà di percezione. — Ebrei 5:14.

17. Da quale altro punto di vista inesatto dobbiamo guardarci?

17 C’è comunque il pericolo di andare all’estremo opposto, pensando che ogni cristiano sia libero di fare praticamente qualsiasi cosa la sua coscienza gli consenta. Di recente alcuni ne hanno fatto una questione, dicendo che “il cristianesimo non è una religione di regole” e facendo riferimento a passi come questo: “Voi, naturalmente, foste chiamati a libertà, fratelli; solo non usate questa libertà come un’occasione per la carne, ma per mezzo dell’amore fate gli schiavi gli uni agli altri. Poiché l’intera Legge è adempiuta in una sola parola, cioè: ‘Devi amare il tuo prossimo come te stesso’”. (Galati 5:13, 14) È vero che i cristiani non sono sotto la legge mosaica né sotto qualche altro esteso codice di leggi divine. Ma dovremmo stare attenti che ‘nessuno ci inganni con parole seducenti (“con argomenti persuasivi”, Traduzione del Nuovo Mondo)’, perché un onesto esame della Bibbia mostra che in effetti Dio ha stabilito alcune leggi o regole per noi. — Colossesi 2:4, Versione Riveduta.

I cristiani non sono senza legge

18, 19. Qual è la situazione dei cristiani per quanto riguarda le leggi e le norme bibliche?

18 Paolo scrisse ai corinti dicendo loro di espellere un uomo che aveva commesso fornicazione, e aggiunse che idolatri, adulteri, omosessuali, ladri, avidi, ubriaconi, oltraggiatori e rapaci “non erediteranno il regno di Dio”. (I Corinti 5:1, 6, 7, 11-13; 6:9-11) Leggiamo anche che i cristiani devono ‘astenersi dalle cose sacrificate agli idoli, dal sangue, dalle cose strangolate e dalla fornicazione’ e che i sedicenti fratelli che promuovono falsi insegnamenti devono essere espulsi. (Atti 15:28, 29; Tito 3:10; II Giovanni 9-11) È chiaro che qui sono implicate delle leggi. Chi pratica tali peccati non può essere accettato come vero cristiano. E se un servitore di Dio pratica questi peccati e non se ne pente, dev’essere disassociato.

19 Nella Bibbia troviamo delle norme o regole che riguardano anche questioni diverse dai peccati che portano alla disassociazione. Per esempio Paolo scrisse che i cristiani devono sposarsi “solo nel Signore” e ordinò che “se qualcuno non vuole lavorare, neppure mangi”. (I Corinti 7:39; II Tessalonicesi 3:10) Qualcuno potrebbe fare questo ragionamento: ‘Siccome non verrò espulso per aver disubbidito a questi consigli, vuol dire che non si tratta di norme importanti’. Questa è un’idea molto sbagliata! Queste norme sono importanti agli occhi di Dio. Paolo non disse forse ai tessalonicesi di ‘segnare’ e ‘smettere di associarsi’ con persone pigre che disubbidivano intenzionalmente alla norma che imponeva di lavorare? — II Tessalonicesi 3:14, 15.b

20, 21. Cosa si può dire circa le norme che regolano le attività di congregazione, e come dovremmo considerarle?

20 Alcune norme o regole servono specificamente per il bene della congregazione. Per esempio nell’antichità c’erano dei cristiani che parlavano in lingue. Paolo diede istruzioni affinché solo due o tre di loro parlassero in una data occasione, lo facessero a turno e fosse presente un traduttore: queste erano norme che promuovevano la pace e l’ordine. (I Corinti 14:26-33) In modo analogo oggi gli anziani di una congregazione potrebbero dare istruzioni su come mantenere sgombre le uscite della Sala del Regno, non riservare inutilmente dei posti o parcheggiare i veicoli in modo da tener conto dei vicini e della sicurezza. Queste norme di congregazione non vanno contro le Scritture, perché hanno lo stesso scopo (mantenere la pace e l’ordine) dei consigli di Paolo circa il parlare in lingue. Con questo ha relazione il consiglio biblico: “Siate ubbidienti a quelli che prendono la direttiva fra voi”. (Ebrei 13:17) Dato che evitare peccati come la menzogna o il furto riguarda l’ubbidienza a Dio, questo versetto deve riferirsi all’ubbidienza alla guida degli anziani nelle questioni di congregazione. E non è difficile ubbidire loro se essi non stabiliscono leggi per ‘signoreggiare su quelli che sono l’eredità di Dio’. — I Piet. 5:3.

21 Ci sono altre “regole” o modi di fare le cose che sono utili a tutto il gregge mondiale. Per esempio, si richiede che i testimoni di Geova consegnino un rapporto della loro attività di testimonianza. (Confronta Atti 2:41, 42; 8:14). Chi tende verso l’estremo della libertà individuale può non essere d’accordo con questa prassi. Ma pensate al vantaggio derivante dalla possibilità, per quelli che sorvegliano il gregge, di sapere, grazie ai rapporti, in che misura è stata data testimonianza in merito al Regno, dove serve aiuto e quando si possono formare congregazioni di nuovi discepoli. Inoltre, non ci rallegriamo leggendo i rapporti mondiali? (Ezechiele 9:11; Marco 6:30; Atti 14:21-23; 15:3; 19:1-6) Avendo fiducia che Dio guida il suo popolo, possiamo manifestare uno spirito di sostegno e di cooperazione.

22. Perché dobbiamo approfondire l’argomento della coscienza?

22 Oltre a specifiche leggi o regole, le Scritture contengono utili princìpi che i cristiani saggi possono applicare per essere “irreprensibili nella loro via”. (Salmo 119:1) I princìpi sono particolarmente utili per sintonizzare la nostra coscienza con il modo di pensare di Dio. Ma che relazione ha questo con le ‘questioni di coscienza’? Alcuni pensano: ‘Se una cosa è lasciata alla mia coscienza, quello che farò è una questione strettamente personale’. Nel prossimo articolo esamineremo questo argomento e vedremo ulteriormente come si può addestrare la coscienza per trarne il massimo beneficio.

[Note in calce]

a Vedi “Domande dai lettori” a pagina 30.

b Vedi La Torre di Guardia del 15 dicembre 1981, pagine 20 e 21; del 15 giugno 1982, pagina 31.

Sapreste spiegare . . .

◻ Cos’è la coscienza e in quali modi può aiutarvi?

◻ Quali due estremi si notano in campo morale?

◻ Come ci aiuta la Bibbia ad avere il giusto punto di vista sulla guida in campo morale?

◻ Quale punto di vista scritturale dobbiamo avere circa le leggi o regole?

[Immagine a pagina 18]

In campo morale, spesso gli uomini oscillano da un estremo all’altro

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