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  • Può la vita nascere per caso?
    La Torre di Guardia 1979 | 1° gennaio
    • nessun biologo che si rispetti ne dubita; i bene informati non fanno obiezione; tutte le persone intelligenti l’accettano; solo quelli che hanno pregiudizi religiosi la respingono; è stata provata molte volte; non occorre nessuna ulteriore prova’. E così continuano le pressioni e il lavaggio del cervello.

      Comunque dovreste esaminarla personalmente. Quindi decidete da voi. Dalla vostra decisione potrebbe dipendere la vita. E considerate questo fatto: Potreste gettarvi dal ventesimo piano di un edificio. Poco prima di toccar terra un’improvvisa e spaventosa raffica di vento vi rispedisce in cima all’edificio. È probabile? È molto improbabile. Non ci contate. Ma è molto più probabile della formazione spontanea di un organismo vivente! Non contate neppure su questo!

      In Salmo 36:9 la Bibbia dice: “Presso di te [Dio] è la fonte della vita”. È da creduloni pensare che la vita sia nata per caso. È logico credere che fu creata da un Dio intelligente, come mostra il seguente articolo.

  • “Si comprendono dalle cose fatte”
    La Torre di Guardia 1979 | 1° gennaio
    • “Si comprendono dalle cose fatte”

      Se utensili di pietra grezza provano che c’è stato un progettista, le creature viventi di forma complessa non dimostrano molto più vigorosamente l’esistenza di un Creatore sapiente e potente?

      SE DA un monte cade una frana, ci aspettiamo di vedere un mucchio di macigni in fondo dove si ferma. Non crederemmo ai nostri occhi se questi macigni si posassero in modo da formare una bella casa di pietra, poiché per costruire una casa ci vogliono un progetto e lavoro accurato. E non esiste progetto senza progettista, né lavoro accurato senza un lavoratore intelligente. Questo è in armonia con le parole della Bibbia in Ebrei 3:4: “Ogni casa è costruita da qualcuno”.

      Uno scienziato scava in terra e trova un sasso arrotondato e oblungo, liscio e con un solco tutt’intorno alla parte mediana. Non ha dubbi che fu modellato da un uomo primitivo. È convinto che era attaccato a un bastone con una striscia di cuoio e usato come martello o arma. Trova anche una pietra schiacciata con i bordi taglienti ed è sicuro che fu fatta da un uomo dell’“età della pietra” per usarla come coltello o raschietto. Oppure, trovando un aguzzo pezzetto di selce dalla forma di una punta di freccia si convince che fu fatta dall’uomo come punta di una freccia o di una lancia. Lo scienziato conclude che tali oggetti modellati e fatti con uno scopo non sono il prodotto del caso.

      L’opera rispecchia l’artefice. Questi utensili e queste armi sono grezzi. Quindi gli artefici sono considerati uomini primitivi, poiché le scimmie non fanno armi e quelle dell’uomo moderno sono complesse. Per cui lo scienziato colloca l’uomo che fece gli oggetti di pietra in un’età della pietra, e ipotizza che il suo aspetto e le sue facoltà mentali dovevano essere a metà strada fra quelli della scimmia e quelli dell’uomo moderno. Immagina pertanto un uomo-scimmia peloso, con le spalle curve, i sopraccigli bassi, e che si trascinava. Le sue creazioni rispecchiano un proposito e un progetto, più del bastone che la scimmia potrebbe raccogliere, ma molto meno delle cose create dall’uomo moderno. Lo scienziato vede l’artefice attraverso le sue opere e dalle opere ne giudica le qualità.

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